*CHI SONO LE ANIME VITTIMA* . Che cosa comporta davvero l'immolarsi per il Bene degli altri. Fare sacrificio, riparazione, patire le croci proprie e altrui? Quanto dobbiamo pregare, quanto dobbiamo fare …Altro
*CHI SONO LE ANIME VITTIMA* .
Che cosa comporta davvero l'immolarsi per il Bene degli altri. Fare sacrificio, riparazione, patire le croci proprie e altrui? Quanto dobbiamo pregare, quanto dobbiamo fare umile silenzio per questo. Quanto Tesoro lucra l'anima di chi defrauda l'Amore Misericordioso, quante Grazie specialissime ricevere per queste silenziose operaie.

*"La Misericordia e la Giustizia nella vita della Serva di Dio Luisa Piccarreta"*

di don Pablo Martín Sanguiao

*6. Dolore e violenza che Gesù prova, come nell’orto degli ulivi, combattuto tra la sua Giustizia e il suo Amore nell’atto di castigare*

Siccome continuava il mio adorabile Gesù a non farsi vedere con chiarezza, questa mattina, avendo fatto la Comunione, il Confessore ha messo l’intenzione della crocifissione. Mentre mi trovavo in quelle sofferenze, il benedetto Gesù, quasi tirato dalle mie pene, si è mostrato con chiarezza. *O Dio, chi può dire le sofferenze che soffriva Gesù e lo stato violento in cui si trovava,* ché mentre era costretto a mandare i castighi, faceva tale violenza, che non voleva mandarli? Faceva tale compassione vederlo in questo stato, che *se gli uomini lo potessero vedere, ancorché i loro cuori fossero di diamante, si spezzerebbero per tenerezza come fragile vetro* . Onde *ho incominciato a pregarLo che si placasse e che si contentasse di far soffrire me e risparmiasse il popolo* .
Poi ho soggiunto: “Signore, se non volete dare ascolto alle mie preghiere, conosco che lo merito. Se non volete avere compassione dei popoli, ne avete ragione, perché grandi sono le nostre iniquità, *ma vi chiedo in Grazia che abbiate compassione di Voi stesso,* abbiate pietà della violenza che Vi fate nel punire le vostre immagini. *Ah, sì, Ve lo chiedo per amor di Voi stesso, che non mandiate castighi, fino a togliere il pane ai Vostri figli e farli perire.* Ah, no, non è della natura del Vostro Cuore operare in questo modo; ecco perciò la violenza che provate, che se avesse potere Vi darebbe la morte”.
E Lui, tutto afflitto, mi ha detto: “ *Figlia Mia, è la Giustizia che Mi fa violenza, e l’Amore che ho verso degli uomini Mi fa violenza più forte, da mettere il Mio Cuore in angosce di morte nel punire le creature* ”.
Ed io: “Perciò, Signore, *scaricate sopra di me la Giustizia ed il Vostro Amore non sarà più violentato dalla Giustizia* e non si troverà in contrasto di castigare le genti, che, davvero, come faranno se Voi fate, come mi fate comprendere, di disseccare tutto ciò che serve all’alimento dell’uomo? *Deh, Vi prego, lasciate soffrire me e risparmiate loro, se non in tutto, almeno in parte* ”.
E Gesù, come se si vedesse costretto dalle mie preghiere, si è avvicinato alla mia bocca ed *ha versato dalla Sua un poco d’amarezza,* densa e stomachevole, che appena trangugiata mi ha prodotto tali e tante specie di pene che mi sentivo morire. Allora il benedetto Gesù, sostenendomi in quelle pene, altrimenti sarei rimasta vittima (eppure non era stato altro che un poco che aveva versato; che sarà del Suo Cuore adorabile, che tanto ne conteneva?), ha mandato un sospiro come se si fosse sollevato da un peso e mi ha detto: “ *Figlia Mia, la Mia Giustizia aveva deciso di distruggere tutto, ma ora, sgravandosi un poco sopra di te, per amor tuo concede un terzo di ciò che serve all’alimento dell’uomo* ”.
Ed io: “Ah, Signore, è troppo poco, almeno metà!”
E Lui: “ *No, figlia mia, contentati* ”.
Ed io: “No, Signore; almeno, se non volete contentarmi per tutti, contentatemi per Corato e per quelli che mi appartengono”.
E Gesù: “Oggi sta preparata una grandine che deve fare gran danno. *Tu stai coi dolori della croce; esci fuori di te stessa ed in forma di crocifissa va nell’aria e metti in fuga i demoni da sopra Corato, che alla forma crocifissa non potranno resistere e andranno altrove* ”.
Così sono uscita fuori di me stessa, crocifissa, e ho visto la grandine e i fulmini che stavano per scoppiare sopra Corato. *Chi può dire lo spavento dei demoni, come se la davano a gambe alla vista della mia forma crocifissa, come si morsicavano le dita per rabbia?* E giungevano a prendersela contro del Confessore, che questa mattina mi aveva dato l’ubbidienza di soffrire la crocifissione, *giacché con me non se la potevano prendere, anzi, erano costretti a fuggire da me per il segno della Redenzione che vi scorgevano* . Onde, dopo di averli messi in fuga, me ne sono ritornata in me stessa, trovandomi con una buona dose di patimenti. *Sia tutto per la Gloria di Dio* . (Vol. 3°, 3.6.1900)