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SCUOLA Gandolfini "Buona Scuola", l’articolo 16 è pericoloso? Sì. L’articolo 16 fa riferimento all’orientamento di genere? Sì. Parte dell'intervista: Cosa si aspettava dai senatori cattolici? Più …Altro
SCUOLA Gandolfini "Buona Scuola", l’articolo 16 è pericoloso? Sì. L’articolo 16 fa riferimento all’orientamento di genere? Sì.

Parte dell'intervista:

Cosa si aspettava dai senatori cattolici?

Più coraggio, sicuramente. Purtroppo non si è potuto discutere e nemmeno entrare nel merito di questo articolo. Renzi mettendo la fiducia ha blindato il testo. O si approvava così com’era o si faceva cadere il governo. Chi non condivideva l’articolo non doveva votare la fiducia.

Quindi la manifestazione di Roma ha fallito.
No, anzi. La manifestazione è servita a prendere coscienza di come stanno le cose, di ciò che succede nelle nostre scuole e di come si muovono certi politici. La manifestazione ha richiamato tutti ad avere ancora di più una grande responsabilità personale di fronte a ciò che accade. E anche a livello politico credo che a qualcosa sia servita: il dibattito che si è creato in questi giorni intorno al maxiemendamento, o rispetto alla proposta di legge Cirinnà, non credo ci sarebbe stato. Oggi c’è più coscienza. La Cirinnà ha iniziato a ripetere che la sua proposta non prevede i matrimoni omosessuali. Le associazioni gay si sentono tradite e iniziano a criticarla. Penso di poter dire che questo è anche merito della manifestazione del 20 giugno.

Cosa intende per responsabilità personale?
A livello politico non credo si possa fare molto. Alla Camera la deputata Eugenia Roccella proporrà delle modifiche, ma se Renzi mette la fiducia il risultato sarà identico a quello visto in Senato. Oggi più che mai il fronte si è spostato dal centro alla periferia. L’attenzione e il controllo è in mano prima di tutto alle famiglie e alle associazioni. Non è più una questione politica. È una vera e propria chiamata alle armi. A livello locale le famiglie hanno un potere enorme. L’articolo 16 è scritto volutamente in modo generico. Uno potrebbe interpretarlo come vuole, ma leggendolo in modo approfondito le ho dimostrato che è palese l’apertura all’introduzione del gender nelle scuole. Non è detto che questa avvenga, certo. Ma se dovesse succedere le famiglie possono opporsi, bloccare queste iniziative e addirittura proporne di diverse.

A livello politico cosa si aspetta?
Poco. Il ministro dell’istruzione ha promesso un comunicato dove ribadirà che queste lezioni saranno per prevenire bullismo, razzismo o altre forme di violenza come il femminicidio, ma non avranno a che fare con l’educazione sessuale o di genere. Ma a cosa serve un comunicato? Scriva almeno una circolare, a livello amministrativo è una presa di posizione importante e formale anche se poi il dirigente scolastico può comunque baipassarla. Ripeto, già prima ma oggi ancora di più, la responsabilità è personale.

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