Fatima.
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"Mi presentò allora l'utilità del Vivere per portare a Dio con un lungo apostolato tanti uomini, e se fossi stato Maestro per lustri e lustri avrebbero finito ad immedesimarsi della mia dottrina..."

Valtorta – Evangelo 603.6

(…) Perciò è venuto Satana, mentre il Padre si ritirava nei Cieli. Era già venuto all'inizio della mia missione, a tentarmi per sviarmi da essa.

Ora tornava. (…) Mi presentò allora l'inutilità del mio morire, l'utilità di vivere per Me stesso senza occuparmi degli uomini ingrati. (…)

Vivere per portare a Dio con un lungo apostolato tanti uomini, i quali, una volta Io morto, m'avrebbero dimenticato, mentre se fossi stato Maestro non per tre anni ma per lustri e lustri avrebbero finito ad immedesimarsi della mia dottrina.

(…) Dopo, Dio mi avrebbe perdonato vedendo la messe di credenti che gli avrei portato.

Anche nel deserto m'aveva indotto a tentare Iddio con l'imprudenza.

Lo vinsi con la preghiera.


Lo spirito signoreggiò la tentazione morale.

603.7 Mi presentò l'abbandono di Dio.

Egli, il Padre, non mi amava più. Ero carico dei peccati del mondo.

Gli facevo ribrezzo. Era assente, mi lasciava solo.

Mi abbandonava al ludibrio di una folla feroce.

E non mi concedeva neppure il suo divino conforto.

(…) Ma la preghiera non saliva più a Dio. Ricadeva su Me come le pietre della lapidazione e mi schiacciava sotto la sua macia.

La preghiera, che per Me era sempre carezza data al Padre, voce che saliva, ed alla quale rispondeva carezza e parola paterna, ora era morta, pesante, invano lanciata contro i Cieli chiusi.

Allora sentii l'amaro del fondo del calice. Il sapore della disperazione.

Era questo che voleva Satana. Portarmi a disperare per fare di Me un suo schiavo. (…)


Ho sudato sangue per essere fedele alla volontà di Dio. (…)