Le ultime parole della Madonna ad Akita: «Solo io posso ancora salvarvi dalle calamità che si approssimano»

Le ultime parole del messaggio di Nostra Signora di Akita, il 13 Ottobre 1973, hanno una solennità unica.

Tra gli “epiloghi” delle apparizioni mariane di cui sono a conoscenza, non ricordo di essermi imbattuto in una frase così sconvolgente quanto quella sillabata da Nostra Signora di Akita prima di lasciare il Giappone e la sua interlocutrice, suor Agnes Sasagawa.

La Vergine Benedetta si congedò così dalla veggente:

«SOLO IO posso ancora SALVARVI dalle calamità che si approssimano. Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati».

Espressione certamente ardita ma in sé verissima. Ricordiamo, tra l’altro, che fu il Vescovo in persona, mons. Ito a garantire, in occasione dell’approvazione delle apparizioni che « riguardo al contenuto dei messaggi ricevuti, essi non sono contrari alla dottrina cattolica o ai buoni costumi ».

Con questa certezza, dunque, propongo la mia riflessione.

Quelle solenni parole, Maria Santissima, non le ha casualmente pronunciate alla fine delle sue celesti visite e dei suoi duri messaggi.

Il Significato?

Questa frase mette in luce in maniera precisa e lapidaria quell’autorità assoluta sebbene condizionata (nel senso che è Dio ad aver voluto così) della Vergine SS. che Ella ha ricevuto dalla SS. Trinità per poter agire in favore del genere umano. Essendo Mediatrice di ogni grazia, “Plenipotenziaria” Amministratrice dei tesori della Redenzione, Maria Immacolata detiene una giurisdizione, un dominio su tutte le grazie, come si esprimono i Pontefici, i Santi ed i Dottori della Chiesa in ogni tempo.

La Fede insegna che è proprio Lei che Dio ha posto sul trono della Misericordia affinché questa possa « prevalere sulla Giustizia nel giudizio » (cf Gc 2, 13). Ma se, come sta avvenendo a eccezione di pochi, gli uomini rifiutano e perfino si prendono gioco della Regina della Misericordia, quale speranza più ci resta? La Misericordia, infatti, è un po’ l’ultima spiaggia, l’ultima speranza di chi, colpito giustamente dalla divina Giustizia, con fiducia si rivolge a Dio e a Lui domanda pietà.

Se oltre al trono della giustizia l’uomo ubriaco di orgoglio e di impurità rigetta anche quello della Misericordia, a chi potrà più appellarsi? A quale trono potrà andare per domandar mercè?

Suor Lucia rivolgeva al Padre Fuentes, nel 1957, queste parole di inaudita serietà:

«Nei piani della Divina Provvidenza, quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre ‘con un certo timore’ l'ultima possibilità di salvezza, l'intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa ‘con un certo timore’ perché, se anche quest'ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo.

Questo peccato consiste nell'aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l'onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l'Onore di Sua Madre».


Con il rifiuto confermato e reiterato degli appelli di Maria nostra Madre, gli uomini stiano certi che sono loro stessi, in questo modo, a sollevare la scure della giustizia divina sopra il loro capo.

Facciamo, allora, risuonare ancora una volta le parole di Nostra Signora di Akita in tutta la loro maestà e solennità: “Solo Io posso ancora salvarvi”…

A questo punto la celeste Signora continuò e concluse: «Coloro che avranno fiducia in me saranno salvati».

COME NON RICORDARE che lo stesso messaggio di speranza e di salvezza la Vergine Maria ha dato in altri luoghi benedetti dalla Sua presenza?

In Argentina, a San Nicol
ás, assicurò:

«Io dico ai miei figli: allontanatevi dalla notte oscura, presto spunterà l’Aurora; lasciatevi preparare in questo tempo da vostra Madre, mettete i vostri cuori in quest’Arca mandata da Gesù» (22.5.1986 – n. 881);

«Figlia, in questo tempo l’Arca sono io, per tutti i tuoi fratelli. Sono l’Arca della pace, l’Arca della Salvezza, l’Arca dove i miei figli dovranno entrare, se desiderano vivere nel Regno di Dio. Non vi è alcun ostacolo per questa Madre, e non ve ne sarà per i figli» (6.2.1987 – n. 1092).

In pratica chi si rifugia nel Cuore di Maria trova protezione. Chi non lo fa «soffrirà i dolori della morte» (messaggio della Regina del Rosario di San Nicolas) perché sono troppo grandi i dolori che si abbatteranno sul mondo, come pronosticato in modo costante dalla Regina del Cielo e dai suoi profeti. È urgente chiudersi in quest’Arca cioè nutrire una intima e profonda devozione a Maria, vivere con lei in filiale rapporto di donazione-affidamento che trova la sua espressione compiuta nella consacrazione mariana (ascolta la proposta di Tempi di Maria..).

E come dimenticare Fatima? Quella dolce e consolante promessa...

È la promessa della Vergine del Rosario di Fatima e data 13 giugno 1917. Fu immediatamente diretta alla piccola Lucia dos Santos ma nella pastorella siamo raccolti tutti noi, amici, tutti i figli di Maria, analogamente a quanto avviene per il testamento di Cristo morente sulla croce: « Madre ecco tuo figlio » (Gv 19, 26) dove nell’apostolo Giovanni sono presenti tutti i battezzati.

Eccola qui la magnifica promessa: «NON TI SCORAGGIARE, IO NON TI ABBANDONERÒ MAI. IL MIO CUORE IMMACOLATO SARÀ IL TUO RIFUGIO E LA VIA CHE TI CONDURRÀ A DIO» .

In effetti è proprio vero: il Cuore Immacolato di Maria è “rifugio” e “via” per ciascuno dei suoi figli. Guida e protezione sono due esigenze fondamentali della vita dell’uomo, in tutti gli ambiti della sua vita ed esperienza umana. L’uomo in ogni tempo ha bisogno di guida e protezione. E, spiritualmente, questo viene accordato dal Cuore della Sovrana del Cielo e della Terra, Colei a cui tutto è possibile operare per il bene degli uomini, in particolar modo dei suoi figli più devoti e a Lei tutti consacrati.

Questa esigenza si sperimenta e si sente forte soprattutto in questi tempi di assoluta confusione e degrado morale in cui è tanto facile deviare dalla retta via che conduce a Dio e che mena alla vita eterna.

Il pensiero: “ce la farò?”, “capiterà per caso che a un certo punto smarrisca la retta via e me ne vada per vie traverse?”, e altri di tal sorta non sono tanto infrequenti e, poiché dannosi alla vita spirituale, devono esser senz’altro allontanati, esorcizzati; a tal scopo la promessa della Vergine Santissima sembra proprio adatta a raggiungere questo scopo, indicando la via della confidenza e del santo abbandono tra le braccia amorevoli di Colei che tutto può presso il Trono dell’Altissimo e arde di immenso e materno amore per gli “esuli figli di Eva gementi e piangenti in questa valle di lacrime”

Noi tutti, non può esserci alcun dubbio, vogliamo essere del numero di coloro che saranno salvati! La condizione è unica, semplice sebbene impegnativa: ascoltarLa, obbedirLe incondizionatamente, vivere i suoi messaggi e i suoi appelli, sorgente di salvezza e riscatto per la Chiesa e l’Umanità intera. Amen.

fr Pietro (Tempi di Maria)
Niko Sanpatrizio
Signori, il cielo non fa regali o sconti senza condizioni, e le condizioni sono sempre le stesse, ovvero che si ritorni a Dio conformandoci completamente alla sua Volontà. Ma ormai questa condizione è solo un'utopia, in un mondo edonista! Ma se manco i Cristiani ferventi desiderano il cielo! Tutti vogliono restare ancorati su questa terra come delle cozze, anche in condizioni psico-fisiche terribili …Altro
Signori, il cielo non fa regali o sconti senza condizioni, e le condizioni sono sempre le stesse, ovvero che si ritorni a Dio conformandoci completamente alla sua Volontà. Ma ormai questa condizione è solo un'utopia, in un mondo edonista! Ma se manco i Cristiani ferventi desiderano il cielo! Tutti vogliono restare ancorati su questa terra come delle cozze, anche in condizioni psico-fisiche terribili. Non vi dice nulla questa realtà? Non si può desiderare ciò che non si conosce e non si è gustato. I santi desideravano il cielo e lo facevano desiderare ai loro adepti (vedi i martiri nei circhi romani), perchè lo avevano assaporato e non vedevano l'ora di andarci, a tal punto da ringraziare i loro carnefici. Oggi chi ci parla del cielo? Chi lo ha assaporato? Chi ne ha gustato il piacere?
Per desiderare e avere appetito bisogna conoscere, il volere una cosa nasce dal desiderio, e se la si gusta la si rivuole. Qui sta la spiegazione della frase evangelica “ A chi ha (appetito) sarà dato e a chi non ha (appetito) sarà tolto anche quel poco che ha” (Mc 4, 25), perché chi non gusta una cosa ne ha nausea, e quindi è sprecato che il cibo divino venga disprezzato e buttato via. (Luisa Piccarreta - v19 - Settembre 3, 1926)
Dana22