Tesa
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Il nuovo corso di Borghetti altare rivolto verso i fedeli

Il Secolo IX, 22 Oct. 2016, page 28:

ALBENGA. Il vescovo “ribalta” gli altari e frena le tentazioni nostalgiche e gli eccessi di tradizionalismo, e intanto nomina il nuovo cappellano del Santa Corona. Giovedì sera monsignor Guglielmo Borghetti ha incontrato per la prima volta dopo la nomina a vescovo diocesano l'intero clero, ed ha dettato quelle che molti hanno interpretato come le linee guida del nuovo corso della diocesi. Un nuovo corso in cui non sembra esserci molto spazio perle nostalgie del passato,né intesocomequellopiù recente dell'episcopato di Oliveri,né quello un po'più lontano dei riti preconciliari. Durante l'incontro il vescovo Guglielmo avrebbe fatto capire con una certa chiarezza di non mettere in discussione il ruolo spirituale del vescovo emerito Mario, ma di non intendere la figura di Oliveri come una sorta di mediatore tra pezzi del clero ed il vescovo diocesano.

Ma è sulla stravagante varietàdi interpretazionidi riti ecelebrazioni (e dello stesso ruolo del sacerdote nella comunità dei fedeli) che Borghetti pare aver puntato l'indice. Il vescovo Guglielmoha sempre evitatole divisioni tra progressisti e tradizionalisti affermandoche perlui non esistono queste categorie, ma solo il magistero della Chiesa. Ieri, però, è stato piuttosto chiaro quando ha spiegato ai sacerdoti che «tutto quello che è concesso e approvato dal magistero della Chiesa è concesso ad Albenga, mentre ciò che non è o non è più contemplato non lo è neppure in questa diocesi».

Abbastanza da far sbiancare i più tradizionalisti, ma a quanto pare Borghetti è andato anche oltre: «Non mi piace andare nelle parrocchie e celebrare la messa su un altare posticcio - avrebbe detto -: tuttele chiese devono averebegli altari rivolti verso la gente».

Niente più celebrazioni con il sacerdote che volta le spalle al popolo del Signore, se non nelle chiese più piccole, oppure in occasioni particolari in cui il recupero dellamessa tradizionale può avere un significato importante e magari aggiungere solennità al rito. Insomma,l'apertura di BenedettoXVI allamessa inlatinodeve essere riferita a qualche eccezione, non ad una tendenza.

Per non lasciare adito a dubbi, Borghetti ha promesso anche un disegnino, nel senso che farà distribuire uno schemadicomedovrà essere ilpresbiterio. Chissà comela avranno presa quei sacerdoti che da poco hanno sostituito l'altare “conciliare” con quello tradizionale e che hanno poca dimestichezza con quella Chiesa povera ed aperta al popolo di Dio predicata da Francesco e dallo stesso Borghetti, ma già tratteggiata dal concilio.

Intanto il vescovo Guglielmo ha nominato il nuovo cappellano dell'ospedale Santa Corona. È don Carmelo Galeone, classe 1978, originario dell'agrigentino, che va a sostituire Padre Tiziano Repetto, che a sua volta aveva sostituito don Giacomo Pisano, anche se da qualche tempo a diremessa all'ospedale pietrese è soprattutto don Filippo Bardini, direttore della pastorale per la salute, oggi grande accusatore di Oliveri.