Dal Libro del Cielo di Luisa Piccarreta Vol. 14 19.

19. 6 Aprile 1922
L’uomo, per la terra, ha dimenticato il Cielo e per il corpo ha dimenticato l’anima. Col fondersi nella Divina Volontà, la creatura diventa un piccolo Dio
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Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù mi ha trasportata fuori di me stessa e mi faceva vedere masse di popoli piangenti, senza tetto, in preda alla più grande desolazione, paesi crollati, strade deserte ed inabitabili. Non si vedeva altro che mucchi di pietre e macerie. Solo un punto restava intatto dal flagello. Dio mio, che pena, vedere queste cose e vivere! Io guardavo il mio dolce Gesù, ma Lui non si degnava di guardarmi, anzi, piangeva amaramente, e con voce rotta dal pianto ha detto: “Figlia mia, l’uomo per la terra ha dimenticato il Cielo. È giusto che gli venga tolto ciò che è terra e vada ramingo, senza poter trovare dove rifugiarsi, affinché si ricordi che esiste il Cielo. L’uomo per il corpo ha dimenticato l’anima, sicché tutto al corpo: i piaceri, le comodità, le sontuosità, il lusso ed altro; e l’anima digiuna, priva di tutto, e in molti morta, come se non la avessero. Ora è giusto che venga privato il corpo, affinché si ricordino che hanno un’anima. Ma, oh, quanto è duro l’uomo! La sua durezza mi costringe a colpirlo di più; chissà se sotto i colpi rammollirsi”.
Io mi sentivo straziare il cuore, e Lui: “Tu soffri molto nel vedere come se il mondo volesse rotolare e l’acqua e il fuoco uscire dai loro confini e avventarsi contro l’uomo. Perciò, ritiriamoci nel tuo letto e preghiamo insieme per la sorte dell’uomo. Nel mio Volere sentirò il tuo cuore palpitante su tutta la faccia della terra, che mi darà per tutti un palpito che mi dice amore, e mentre colpirò le creature, il tuo palpito si frapporrà, per fare che i colpi siano meno duri e nel toccarli portino il balsamo del mio e del tuo amore”.
Onde io sono rimasta afflittissima; molto più che, nel ritirarci, il mio dolce Gesù si nascondeva nel mio interno, tanto dentro, che quasi non si faceva più sentire. Che pena, che strazio! Il pensiero dei flagelli mi terrorizzava, la sua privazione mi dava pene mortali. Ora, in questo stato, cercavo di fondermi nel Santo Volere di Dio e dicevo: “Amor mio, nel tuo Volere ciò che è tuo è mio. Tutte le cose create sono mie. Il sole è mio, ed io te lo do in ricambio, affinché tutta la luce e il calore del sole, in ogni stilla di luce e di calore ti dica che io ti amo, ti adoro, ti benedico, ti prego per tutti. Le stelle sono mie, ed in ogni tremolio di stelle suggello il mio «TI AMO» immenso ed infinito per tutti. Le piante, i fiori, l’acqua, il fuoco, l’aria sono miei, ed io te li do in ricambio, ma tutti ti dicono e a nome di tutti: ti amo con quell’amore eterno con cui ci creasti”.
Ma se volessi dire tutto, andrei troppo per le lunghe. Onde Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, quanto sono belle le preghiere e gli atti fatti nel mio Volere! Come la creatura si trasforma nello stesso Dio Creatore e ridà il ricambio di ciò che Lui le ha dato! Tutto creai per l’uomo e tutto a lui donai. Nella mia Volontà la creatura s’innalza nel suo Dio Creatore e lo trova nell’atto in cui creò tutte le cose per fargliene dono, e lei, tremante alla molteplicità di tanti doni e non avendo in sé la forza creatrice di poter creare tante cose per quante ne ha ricevuto, gli offre le sue stesse cose per ricambiarlo in amore. Sole, stelle, fiori, acqua, fuoco, aria ti ho dato, per darti amore, e tu riconoscente li hai accettato e, mettendo a traffico il mio amore, me ne hai dato il ricambio; sicché sole ti diedi e sole mi hai dato; stelle, fiori, acqua, eccetera, ti diedi, e tu me li hai ridonato. Le note del mio amore hanno risuonato di nuovo su tutte le cose create e ad unanime voce mi hanno dato l’amore che feci correre su tutta la Creazione. Nella mia Volontà l’anima si mette al livello del suo Creatore e nel suo stesso Volere riceve e dona.Oh, che gara tra creatura e Creatore! Se tutti potessero vedere, ne resterebbero stupiti, nel vedere che nella mia Volontà l’anima diventa un piccolo Dio, ma tutto in virtù della potenza della mia Volontà”.