LUNEDI - Seconda Settimana del Tempo Ordinario

Mc 2,
+ In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno.


Il Vangelo di oggi, nella sua sintesi estrema ci ricorda che nella fede vigono le logiche dell'amore. Così come quando uno è innamorato e deve stare lontano da chi ama e per questo soffre, così è dei discepoli che quando sentono la lontananza da Dio, da Gesù, digiunano. Non è una penitenza punitiva ma espressiva, cioè è il tipico atteggiamento di chi perde persino l'appetito perché sente la mancanza "dello sposo", che per noi si tradurrebbe come una mancanza di senso. Quando ti viene tolta la percezione del senso della tua vita, quello è il tempo di digiunare, perché il digiuno sposta l'attenzione dallo stomaco (cioè dai bisogno fisici), al cuore (cioè al bisogno di senso). E al fondo di questa attenzione possiamo ritrovare Dio o almeno rimetterci a cercarlo. Attenzione però al digiuno come disagio alimentare, in quel caso non è la ricerca di un senso, ma un grido d'aiuto o un farsi male da soli. O al digiuno come dieta, anche in questo caso non stiamo cercando Cristo ma solo il peso forma. Nel dubbio mangiate!