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Benedetta Bianchi Porro: dove abita la gioia? - Comastri cardinale Angelo - Dovadola, Forlì, 8 agosto 1936 – Sirmione, Brescia, 23 gennaio 1964 - Beatificazione di Benedetta Bianchi Porro, tutto il …Altro
Benedetta Bianchi Porro: dove abita la gioia? - Comastri cardinale Angelo - Dovadola, Forlì, 8 agosto 1936 – Sirmione, Brescia, 23 gennaio 1964 - Beatificazione di Benedetta Bianchi Porro, tutto il programma religioso e degli eventi culturali Eventi a Forlì „ La cerimonia di beatificazione si tiene sabato 14 settembre 2019 “

Presentazione Cardinale Angelo Comastri Carla, con la sua straordinaria capacità di sintesi, propone quest’anno tre parole come binario da percorrere insieme per riscoprire la gratitudine, la generosità e l’umiltà. Grazie - Eccomi - Scusami Grazie Benedetta Bianchi Porro, la ventisettenne giovane romagnola devastata dal tumore del sistema nervoso e divenuta cieca, sorda e paralizzata, il 23 gennaio 1964 moriva dicendo: “Grazie!”. Perché? Perché aveva conservato lo stupore, la capacità di gioire e di ringraziare fino alla fine. Il 26 maggio 1944, all’età di otto anni, nel suo Diario aveva annotato questa semplice e meravigliosa esclamazione: “Che bello vivere!”. E il 18 gennaio 1948, all’età di dodici anni, aveva scritto: “È un inverno magnifico e mi stupisco che il sole faccia tutti i giorni capolino, sulla terra”. Oggi, chi è ancora capace di questi sentimenti, di questa limpidezza di emozioni? Siamo diventati pesanti, arroganti, prepotenti: e così abbiamo spento la gioia! Benedetta Bianchi Porro, anche quando il morbo la stava devastando, così scriveva a Maria Grazia Bolzoni il 19 gennaio 1959: “Cara Maria Grazia, per quello che riguarda lo spirito, sono serena, anzi sono molto di più: felice sono e non credere che esageri. (…). Io penso che cosa meravigliosa è la vita (anche nei suoi aspetti più terribili) e la mia anima è piena di gratitudine e amore verso Dio, per questo!”. Che grande lezione! Dobbiamo imparare nuovamente la gratitudine! Eccomi! Se gli occhi sono limpidi e capaci di leggere tutti i segnali che Dio mette sul nostro cammino, allora diventa spontaneo rispondere con un “Eccomi!” a tutte le chiamate del Signore. 1 Quanti aspettano un bicchiere d’acqua dato con umiltà e tenerezza! Quanti aspettano una semplice stretta di mano, che trasmetta con gli occhi rispetto e affetto! Quanti aspettano la nostra presenza per uscire dal buio pesante della solitudine! Ogni giorno potremmo fare un bene immenso, potremmo seminare bontà a larghe mani… se fossimo capaci di dire “Eccomi!”. Madre Teresa, libera da schemi e da false difese, ci suggerisce un criterio tutto evangelico per deciderci a rispondere sempre “Eccomi!”. Queste le sue parole: “L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico: non importa, amalo. Se fai il bene, diranno che lo fai per secondi fini egoistici: non importa, fa’ il bene. Se realizzi i tuoi obiettivi, incontrerai chi ti ostacola: non importa, realizzali. Il bene che fai forse domani verrà dimenticato: non importa, fa’ il bene. L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile: non importa, sii onesto e sincero. Quello che hai costruito può essere distrutto: non importa, costruisci! La gente che hai aiutato, forse non te ne sarà grata: non importa, aiutala. Dà al mondo il meglio di te, e forse sarai preso a pedate: non importa, dai il meglio di te. E sarai felice! 2 Scusami! Ma, per quanto facciamo, saremo sempre insufficienti nella carità. Dobbiamo, allora, fare ogni giorno il bagno nell’acqua dell’umiltà e dire a chiunque incontriamo: “Scusami! Potevo fare di più! Potevo amarti di più!” Don Zeno Saltini, il coraggioso e generoso fondatore di Nomadelfia (la cittadella dove, secondo il desiderio di Don Zeno, unica legge doveva essere il comandamento dell’amore), volle che sulla sua tomba venissero scritte queste parole: “Qui riposa un uomo che poteva amare di più”… e aveva dato tutto! A noi non resta che chiedere scusa per avere, finora, amato tanto poco Dio e i fratelli. Angelo Card. Comastri

Il male lo si vince solo con la croce.

Solo il presente conta: l'eternita' e' fatta di oggi, Dio e' "Colui che e' ".

Misericordia e' vivere nel dolore degli altri.

La gioia viene dall'accertare il posto e lo stato che Dio ci ha dato.

La pace e' la mano di Dio che ci cura tutte le ferite.

Nella sofferenza si accende dentro di noi la luce di Cristo Signore

L'Eucaristia e' un sostegno sovrano per la nostra debolezza.

Con la morte, la vita e' mutata, non tolta.

La fedelta' e' il sostegno piu' puro dell'amore, e Dio ci e' sempre fedele.

E' una grande penitenza la carita'.

E' necessaria la croce, ad imitazione di Gesu' suo Figlio, per ottenere ascolto da Dio.

La Madonna e' madre del puro amore.

Poiche' Dio non ci vuole troppo sicuri, S. Pietro cadde.

La bellezza e' riflesso del cielo.

L'obbedienza porta all'umilta' cioe' a riconoscere Dio.

Il dolore e' stare con la Madonna ai piedi della Croce.

Noi veniamo da Dio; ma quanta fatica per arrivare a Lui.

Bisogna avere il calore nell'anima per accendere il fuoco divino.

Se si ama l'Amore, si finisce per vivere d'amore.

Dio benedica l'obbedienza. La Chiesa e' madre dei crocefissi.

Lo scoraggiamento e' una forma segreta di amor proprio che si dispera alla vista delle proprie miserie.

L'ordine e' una forma di carita'.

Ubbidire ai superiori e' ubbidire a Dio, che la loro autorita' viene da Lui.

Il Rosario e' una preghiera semplice, ma molto efficace per pregare la S. Vergine.

Dio ci ha dato l'abitudine per facilitarci la perseveranza.

La fede fa fare prodigi.

benedettabianchiporro.it/Ita.htm