Valtorta - Romani - 26 gennaio 1950 - lezione 29a

Condizione essenziale perché la venuta del Cristo dia i frutti per cui fu dal Padre voluta, è la buona volontà dell’uomo.

Dice lo Spirito Santo:
(…) La parola angelica della notte di Betlem (Lc 2,13-14) non è stata parola di gaudio e promessa soltanto. È stata lezione agli uomini presenti e futuri che quell’Innocente, accolto in una mangiatoia e destinato a morire su una croce, era, sì, il Principe della Pace, il Principe del secolo futuro, il Salvatore Jeosciua il Messia, il Promesso nell’ora stessa della condanna ai Primogenitori, il Redentore e Pontefice Ss. ed Eterno della vera e perfetta religione, ma che per essere tutto questo alle moltitudini dei discendenti di Adamo era necessario, da parte loro, la “buona volontà”.
Con essa non sarebbe rimasto inutile per i singoli il sacrificio di un Dio che si incarna e del Figlio dell’Uomo che muore su una croce. Con essa i singoli avrebbero avuto la pace, la vera pace. Pace del cuore sulla Terra, nel tempo dell’esilio. Pace dello spirito, e poscia dello spirito e della carne risorta, nel Regno del Cielo, pace di smisurato gaudio. Pace fra gli uomini, fra paesi e città e nazioni.

Condizione essenziale perché la venuta del Cristo dia i frutti per cui fu dal Padre voluta, è la buona volontà dell’uomo.

Nelle opposte voci del Bene e del Male, che Dio lascia pur che operi per saggiare gli uomini, e dal Male stesso trarre motivo di gloria eterna per i suoi figli adottivi, eroici nel vincere il Male e volere il Bene, la volontà libera dell’uomo ha modo di conquistare il posto che lo attira più fortemente.
Ogni azione dell’uomo trae origine dalla sua volontà. Se la sua volontà è buona, l’uomo farà azioni buone, o almeno desidererà fortemente di farle. Se la sua volontà è cattiva, l’uomo farà azioni cattive, o almeno desidererà fortemente di farle.
E qui, anima mia, ti ricordo una lontana parola dell’Eterno Amore che si incise con caratteri indelebili nel tuo spirito, e là splende, faro a tutta la tua vita ed alla tua via verso il tuo Amore: Iddio. “Il male non basta non farlo. Bisogna anche non desiderare di farlo” (Autobiografia prima edizione. pag. 155). Fu detto a te. Per condurti ove sei giunta e ove finirai.
Ma andrebbe detto a tutti. Predicato. Scritto nei libri e nelle chiese, e più nelle anime. Perché colui che oggi desidera di fare il male, domani lo farà veramente. Per questo il Verbo disse: “Colui che guarda una donna con desiderio è già adultero nel suo cuore” (Mt 5,27-28). Mentre colui che desidera oggi di fare il bene, e lo desidera ogni giorno, veramente è come se lo compisse, anche se, per malattia od altro ostacolo, gli è vietato di compierlo.
Un desiderio infocato dall’amore perché Dio sia amato, conosciuto, servito, perché un peccatore si ravveda, può conquistare più anime a Dio che non un attivo prodigarsi privo di puro amore, e quindi anche da sacrificio nascosto. Perché il desiderio infocato d’amore perché Dio sia amato e siano redente le anime, talmente si fonde all’eterno sospiro e desiderio del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, da fare della creatura umana “una cosa sola” (Gv 17,11-21) con Dio, cooperando alla gloria del Padre, alla redenzione del Figlio, alla santificazione dello Spirito Santo.
Gli uomini di buona volontà, che con le azioni o col desiderio martirizzante di compierle, talora più consumante della stessa azione, così vivono, possiedono la saggezza dello spirito e quindi praticano la legge della Carità e del Decalogo divino e pervengono alla gloria eterna.
Veri figli di Dio, viventi secondo lo spirito, pur obbligati a lottare contro gli assalti del male e della carne, restano fedeli all’ordine, all’armonia, all’amore verso Dio ed il prossimo e finiscono a fondersi alla Perfezione eterna, mentre coloro che volontariamente eleggono la sapienza della carne, nemica a Dio e alla sua Legge, dopo il transitorio e impuro trionfo terreno, conoscono la disperazione dei respinti da Dio e l’orrore dell’Abisso il cui re è Satana.»

Valtorta - Romani - 26 gennaio 1950 - lezione 29a
Suari
pace in terra agli uomini di buona volontà