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VACCINATI E LAPSI , COME COMPORTARSI ?

VACCINATI E LAPSI , COME COMPORTARSI ?
E’ oramai chiaro a tutti che l’ inganno del vaccino della salvezza, che avrebbe dato una ipotetica guarigione a tutti i cristiani è stata una caduta e una mancanza di fede grave nei confronti del nostro Dio parificabile all’ imposizione del sacrificio agli dèi fatto col ramoscello d’ olivo davanti a una statua di dèi romani al tempo dell ‘ Impero per dimostrare la fede nello Stato e all’ Imperatore , quindi al sistema politico basato sul paganesimo ecumenista che regalava e prometteva benessere e prosperità a tutti . Il suddito fedele doveva dimostrare con quell’ atto , non tanto la fede nella religione pagana , quanto la fedeltà e l’ obbedienza dovuta solo all ‘ Imperatore di turno e al “divinissimo e santissimo augusto”.
Non parliamo poi dell’ aspetto morale del vaccino che contiene , per la stessa ammissione delle ditte produttrici , cellule di feti abortiti e metalli che non centrano nulla con la medicina ….. La tal cosa, risaputa, già dovrebbe far inorridire qualsiasi cristiano praticante che si accorgesse e prendesse coscienza dell ‘errore fatto o indotto. Ma a discolpa della quasi totalità del gregge dei capri caduti in questa apostasia, bisogna però riconoscere che non tutti erano pienamente coscienti e che in questo sacrificio a satana e agli dèi dell’ Impero, sono stati indotti dalla stessa gerarchia ecclesiale comportatasi come una sentinella dormiente e solidale , apostata e collaboratrice della religione pagana . Molti erano pienamente coscienti dell’ apostasia , ma hanno temuto e sono stati intimoriti dalle conseguenze economiche della perdita di privilegi .
Ma dopo aver ceduto ed essere stati ingannati, come comportarsi per essere emendati e perseverare nella fede cristiana cattolica ? Abbiamo degli esempi eclatanti già nella tradizione della Chiesa fin dai tempi di Cipriano e Novaziano.
In sintesi, per poter continuare a comunicarsi ,senza commettere sacrilegio, bisogna confessare il proprio errore ; la propria colpa e mancanza grave a un vescovo o a un sacerdote , in casi emergenziali davanti a un diacono , quindi ottenere la penitenza adeguata . Fatto questo si vive in penitenza e timore di Dio per il resto della vita . Questo vale per il semplice cristiano e non per un membro del clero, che non può bastare la semplice ammissione di colpa, ma bisognerebbe adeguarsi alla tradizione che prevede l’ espulsione temporanea dalla comunione ecclesiale e la successiva riammissione ,dopo un periodo di penitenza pubblica . E’ chiaro che questa è una nostra opinione personale ,ma che trova riscontro nella Tradizione della Chiesa .