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EzioB
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LIBRO di AZARIA ♦ Capitolo 01 di 51 ♦ LIBRO DI AZARIA Ore 11 antimeridiane. Mi dice S. Azaria: «Vieni, sentiamo insieme la S. Messa. La liturgia di oggi, pur rivolgendosi a tutti, si rivolge in …Altro
LIBRO di AZARIA ♦ Capitolo 01 di 51
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LIBRO DI AZARIA
Ore 11 antimeridiane.

Mi dice S. Azaria:
«Vieni, sentiamo insieme la S. Messa. La liturgia di oggi, pur rivolgendosi a tutti, si rivolge in particolare proprio a voi, strumenti straordinari di Dio.
Mentre cantano gli uomini in Terra e cantano gli angeli in Cielo, contempliamo gli insegnamenti della S. Messa d'oggi, applicandoli a voi in particolare.
Senti? "O Dio che vedi come noi non confidiamo in nessuna azione nostra, concedici propizio d'essere difesi in ogni avversità dalla protezione del Dottore delle Genti".
Ecco. L'umiltà: una delle virtù essenziali negli strumenti straordinari, portati più di ogni altro a cadere in peccato di orgoglio per ciò che sono, confondendo la Fonte con la foce. Un fiume non deve essere glorioso e grato alla sua foce. Ma alla sua sorgente, non ti pare? Senza di essa, inesausta nel darsi, seccherebbe il fiume e non vi sarebbe la foce. Il fiume deve dunque riconoscere che è la Fonte quella che va lodata e ringraziata.
Nello spirito del giusto, e specie dello strumento straordinario, vi deve essere sempre riconoscimento che egli è foce perché Dio gli è fonte. Perciò mai superbia di dire la demoniaca parola: "Io sono", causa di ogni male, sempre.
Solo Dio è. Solo Lui può dire: "Io sono. Sono per Me stesso". Tutti gli altri sono perché Egli li fa essere. Gli strumenti sono perché Egli li fa tali. Per loro propria potenza nulla sono e nulla sarebbero, sempre.
Non confidare mai perciò in ogni vostra azione è prudente e santa abitudine.
Le azioni dell'uomo, fossero fatte per sua sola capacità, sarebbero sempre limitate e imperfette al sommo grado.
La conoscenza della Legge di Dio, la Grazia, i Sacramenti e i sacramentali aumentano la capacità dell'uomo di fare azioni sante e giuste. I doni gratuiti di Dio fanno sì che queste azioni raggiungano lo straordinario, superando le comuni facoltà dell'uomo e del credente, per raggiungere potenze al di sopra dell'ordinario. Ma di essi non si deve l'uomo vantare. Riceverli con l'anima umile, ubbidiente e adorante, non esigerli, non sciuparli col volerli aumentare di volume con gli stracci che porge il padre della Menzogna e della Superbia. E li porge con arte sottile e sorriso tentatore. Oh! non metta mai, lo strumento straordinario, sul metallo prezioso che Dio gli ha dato, luridi e poveri cenci per farlo apparire più grandioso! Ve lo immaginate un diamante, piccolo ma di luce purissima, ricoperto di involucri di semplice vetro? Sembrerà, sarà più grosso. Ma il vetro verdastro, messo a strati e strati sulla gemma, ne diminuirà la luce facendola apparire come di un vetro comune.
Sincerità. Essere ciò che si è, e nulla più.
Tu, anima che mi sei affidata, lo sai quante volte seduce il Tentatore, proponendo di fare commedie, di aggiungere orpelli, per stupire, per apparire più ancora! Il grande pericolo! Solo chi sa resistere ed essere ciò che Dio lo fa, e nulla più, conserva il dono e resta strumento. Con quanto tremore ti ho vista tentata ogni volta! E con che laude di gloria ho benedetto il Signore e ringraziato la Corte celeste per averti aiutata a resistere, ogni volta che ti ho vista uscire dalla prova stanca, sofferente, ma più matura, ma vincitrice!
L'angelo del Signore è come un giardiniere che cura una pianta preziosa. Dal nascere al maturare... Sempre vigile, tremando dei venti, dei geli, delle tempeste, dei parassiti, dei roditori. La sua completa pace di angelo, l'angelo la ritrova quando risale al Cielo col frutto colto dal ramo, levato alla Terra, con l'anima che si è salvata fino alla fine. Allora, con un ardore di gioia, va a ritrovare i fratelli, e dice: "L'anima mia si è salvata! È con noi nella pace! Gloria, gloria, gloria al Signore!".
Riconoscimento dunque umile, sempre costante, del vostro "nulla" e supplica continua ai beati cittadini dei Cieli di darvi il loro aiuto. La S. Comunione dei Santi invocata ad aiuto dei militanti, e specie da quelli che, per la loro particolare condizione, sono più esposti, è vero, al Sole Eterno, ma anche alle tempeste che scatena Satana e il mondo. Le tempeste si avventano sulle cime isolate...
Secondo ammaestramento della Liturgia d'oggi, specialmente per voi, strumenti straordinari, è nelle parole di Paolo, Dottore delle Genti, il quale "rapito fino al terzo cielo... udì parole arcane che non è lecito all'uomo di proferire".
Voi non siete rapiti al terzo cielo, ma udite parole arcane, che però vi sono date perché siano date. Siete dunque molto inferiori a Paolo. Eppure: udite le parole di colui che meritò di essere rapito tanto in alto da sentire i segreti, i misteri di Dio! Egli confessa di essere stato schiaffeggiato da un angelo di Satana e, giustificando il Signore di averlo permesso, illustra le ragioni di bontà per cui fu permesso l'assalto satanico: "Affinché la grandezza delle rivelazioni non mi facesse insuperbire, m'è stato dato lo stimolo della carne, un angelo di Satana che mi schiaffeggi". Riconosce di essere ancora uomo, ossia soggetto alle tentazioni sataniche. Non dice: "Io, che fui nel terzo cielo, sono un serafino intangibile". No. Umilmente dice di essere un uomo, circuito da Satana, e vede che questo serve a tenerlo umile nonostante la grandezza di ciò che egli ha ricevuto.
E vi insegna la medicina per essere liberati: "Tre volte ne pregai il Signore perché lo allontanasse da me".
Buono è umilmente dire "non mi indurre in tentazione, ma salvami dal Maligno". Lo disse il Ss. Signore Gesù, l'Innocente, il Figlio di Dio. Debbono dirlo tutte le creature che credono in Dio Uno e Trino, Santo, Buono, Padre degli uomini. Volere fare da sé per respingere Satana non è buona cosa. È presunzione. La presunzione è superbia. La superbia è maledetta da Dio.
Invocate, invocate il Signore Benedetto, il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, invocate i celesti cori dei santi e degli angeli. Contro l'astio di Satana non sono mai sufficienti le difese. Ed essi, la Trinità Benedetta e tutti gli abitanti dei Cieli, non chiedono che di aiutarvi in questa lotta senza tregua fra le potenze infere e la parte inferiore da una parte, la parte superiore e le Potenze celesti dall'altra.
E sentite, a conforto delle vostre constatazioni penose sulla vostra impotenza ad essere intoccabili da Satana, che per ira vi schiaffeggia, e lo fa proprio perché non può trascinarvi dove vorrebbe, sentite la risposta del Signore all'apostolo sconfortato per gli schiaffi del Male: "Ti basta la mia grazia, perché la mia potenza si fa sentire meglio nella debolezza".
Non bisogna pretendere tutto, anime elette allo straordinario. Avete il Cielo. Dovete sopportare l'Abisso che vi si presenta per terrorizzarvi. Ma voi lo sapete adesso: ciò è perché non insuperbiate.
In tal modo, conoscendo come siete nulla, conoscendolo il mondo che nulla siete, e vedendo che compite ministeri superiori e, secondo la dottrina di ciò che sentite per dare, vi rimodellate in perfezione, "meglio si fa sentire (meglio si manifesta) la potenza di Dio che soccorre la vostra debolezza".
Sù dunque, o care anime che sapete dei doni straordinari farvene grazia e santificazione! Cantate con l'apostolo: "Volentieri dunque mi glorierò delle mie infermità affinché abiti in me la potenza di Cristo".
Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo! Gloria a Gesù per cui tutto fu fatto. Gloria in eterno per le opere meravigliose di Dio!».
E il mio Azaria, che ha parlato con una dolcezza meravigliosa, mi saluta con un sorriso e tace...
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo
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Simona Serafini condivide questo
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