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gioiafelice
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La Corte costituzionale pretende il suicidio assistito della democrazia. A dirla tutta, non ci sarebbe bisogno di una legge, perché il vuoto normativo non c’è. E quello che c’è, è bene che ci sia. …Altro
La Corte costituzionale pretende il suicidio assistito della democrazia. A dirla tutta, non ci sarebbe bisogno di una legge, perché il vuoto normativo non c’è. E quello che c’è, è bene che ci sia. Non dovrebbero esserci, invece, questi giochetti poco coraggiosi della Corte costituzionale, i quali – per usare la terminologia della Corte stessa – mal si bilanciano con altri beni costituzionalmente rilevanti come la democrazia.

Che cosa dice il famoso articolo 580 del codice penale sfidato da Cappato? Recita così:

«Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima.
Le pene sono aumentate se la persona istigata o eccitata o aiutata si trova in una delle condizioni indicate nei numeri 1 e 2 dell’articolo precedente. Nondimeno, se la persona suddetta è minore degli anni quattordici o comunque è priva della capacità d’intendere o di volere, si applicano le disposizioni relative all'omicidio».


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Nota di Radio Spada: riportiamo con piacere questo intervento del nostro redattore, avvocato Massimo Micaletti, dedicato all’annoso caso Dj Fabo-Cappato e alle sue gravi implicazioni politiche, legislative e morali. Buona visione e buon ascolto!

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