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Vangelo di San Giovanni 9,1-17 con commento a cura di Marco Lucchesi. Testo con audio. Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i …Altro
Vangelo di San Giovanni 9,1-17 con commento a cura di Marco Lucchesi. Testo con audio.

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono:
«Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».
Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio.
Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».
Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse:
«Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato.
Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano:
«Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?».
Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia».
Ed egli diceva: «Sono io!».
Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?».
Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”.
Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista».
Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi.
Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo».
Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato».
Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?».
E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco:
«Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

COMMENTO

La domanda che i discepoli di GESÙ gli fanno riguardo alla causa della grave disgrazia di quel mendicante, cioè dell'essere egli nato cieco, ci rivela che era opinione comune che le malattie o le infermità fossero conseguenza del peccato. Ora, il fatto che quell'uomo fosse nato cieco creava delle perplessità riguardo a questa opinione :come poteva peccare prima di nascere? Credevano forse i discepoli alla Reincarnazione? Avrebbe egli peccato in un'altra vita? O aveva in sé dei germi di malvagità? Oppure, era per qualche peccato dei suoi genitori che quel figlio era nato cieco? (cfr Esodo 20,5 ). Si trattava certamente di povera gente se, per vivere, quell'uomo era costretto a chiedere l'elemosina. GESÙ smentisce nettamente quei sospetti dicendo che quell'uomo era stato predestinato da DIO ad una particolare missione e non dice subito quale, per cui i discepoli al momento rimangono nella loro curiosità insoddisfatta. Ma GESÙ deve mettersi subito all'opera .
EGLI sapeva quel che stava per fare :un'altra delle opere di DIO che certamente avrebbe attirato molte anime alla fede in LUI. Per questo GESÙ dice : "FINCHÉ SONO NEL MONDO, SONO LA LUCE DEL MONDO. Il tempo della sua venuta è un tempo di grazia per la terra .DIO si curva all'uomo per liberarlo da tutti i suoi mali :ed un tempo di grazia che GESÙ paragona al giorno, tempo di luce in cui si può operare. Quando GESÙ avrà lasciato la terra, si vivrà nel ricordo e nel desiderio di LUI, cercando il riverbero della SUA luce nei suoi Santi, ma il maligno suscitera 'persecuzioni, guerre e desolazione e sarà quello il tempo in cui nessuno potrà più operare. Tutto è presente agli occhi del SIGNORE;:il suo arresto, la sua morte, ma anche la devastazione di GERUSALEMME, la distruzione del tempio. Quella sarà la notte in cui tanti ciechi e tanti infermi non lo vedranno più stendere la mano su di loro. Sì, EGLI avrebbe dato ai suoi discepoli di compiere opere grandi, ma anch'essi non avrebbero potuto sfuggire alle persecuzioni ed alla morte, sospirando ogni giorno la seconda venuta trionfale del loro SIGNORE, proprio come facciamo noi ancora oggi,mentre cerchiamo di resistere nella lunga notte del maligno. E GESÙ, dopo aver spinto lo sguardo lontano, ora si ferma dinanzi a quel cieco che,con le orecchie tese, cerca di capire chi sia COLUI che ha detto parole così misteriose e chi siano coloro che lo circondano, perché sembra che proprio GLI siano lì tutti intorno. ..Intorno a lui povero mendicante. ... Forse stanno per dargli denaro. Ma no. ..EGLI sente la carezza di un dito che gli sfiora le palpebre e vi distende sopra della terra bagnata e poi ode quelle parole dette da lui : "VA' A LAVARTI NELLA PISCINA DI SILOE".
Il cieco è in piedi e sosta un momento, poi stende le mani. ...Bisogna pure che qualcuno lo accompagni . Qualcuno prende quelle mani e lo conduce. ... La piscina di SILOE (in ebraico SHILOAH )che significa INVIATO, luogo cioè dal quale l'acqua veniva incanalata e coinvogliata, si trovava sul lato meridionale dell'altura sulla quale sorgeva il tempio. (Questa piscina era stata fatta costruire dal Re EZECHIA (721 -693 A.C)per assicurare l'acqua a GERUSALEMME . Dalla fonte perenne di GHIBON, sulle falde orientali del monte di GERUSALEMME, EZECHIA fece scavare un tunnel di mezzo chilometro nella roccia, per convogliare le acque verso la piscina, detta appunto SHILOAH, nella parte sud del colle di SION ).C'è dunque un po' di strada da fare . Ed ecco quel piccolo corteo, formato dal cieco tenuto per mano e dai curiosi che vogliono vedere che cosa succederà e perché GESÙ ha dato quell'ordine. Le palpebre del cieco sono sporche di terra ed egli Va, così, incespicando, mentre in lui si accende una speranza che gli fa battere il cuore. "FINCHÉ SONO NEL MONDO, SONO LA LUCE DEL MONDO, AVEVA DETTO QUELL'UOMO . Il cieco non aveva mai visto la luce. Ecco, finalmente ci siamo : si sente già il mormorio delle acque; quelli che stanno lì presso la piscina si scostano al sopraggiungere di quella piccola folla e colui che tiene il cieco per mano continua a guidarlo ed a sospingerlo; qui, qui, stai attento il terreno è viscido; qui, prendi l'acqua ,stendi la mano. E per una, due,tre volte l'acqua della piscina di SILOE viene fatta scorrere sulle palpebre infangate del cieco,toglie via quell'impasto di terra e di saliva che il SIGNORE GESÙ vi aveva disteso sopra e finalmente il cieco apre gli occhi e vede...
Vede per prima cosa quell'acqua limpida, poi si volge a guardare le persone che lo circondano; è attonito, è quasi senza fiato, non riesce a dire parola; istintivamente afferra ancora la mano di chi lo ha condotto fin là e ora devono risalire, devono ritornare ma egli, il cieco che non è più cieco, non conosce la strada. Guarda il terreno davanti ai suoi piedi, incespica ancora, poi guarda in alto, verso il cielo, poi guarda quelli che lo seguono e lo circondano e tutti esclamano a voce alta, pieni di gioia : ci vede, ha acquistato la vista! . La gente si ferma sul lato della via, vuol sapere. ..Era cieco, GESÙ di NAZARETH gli ha messo del fango sugli occhi e gli ha detto di andare a lavarsi alla piscina di SILOE e ora ci vede; è quel mendicante cieco che tutti conoscono. Il corteo si ingrossa. ...entra nel tempio. C'è un gran vocio. ..Tutti vogliono vederlo : è quello che chiedeva l'elemosina? Sì. ..ma no, è impossibile, ma sì è proprio lui, il cieco nato, e ora ci vede. ...e' uno che gli somiglia. .." "NO, SONO IO, SONO PROPRIO IO CHE ERO CIECO ". Ma come è stato? com'è che ora ci vedi? E il cieco racconta. .. Bisogna andare dai farisei, far vedere anche a loro questo grande miracolo. ..Daranno gloria a DIO. ..loro, i dottori della LEGGE. ..Il cieco non più cieco li guarda con una indescrivibile espressione di gioia, ma loro invece lo guardano accigliati, con fare severo quasi inquisitorio. ..Come è stato? Quell'uomo racconta ancora quell 'evento meraviglioso. .. Ma COLUI che l'ha guarito ha commesso un grave peccato, ha trasgredito la LEGGE; oggi è Sabato, egli ha lavorato :ha impastato la saliva con la terra, ha fatto questo lavoro. .Chi trasgredisce il Sabato è un peccatore, non può venire da DIO. ..Alcuni si guardano sorpresi, disorientati. Un peccatore? Chi compie opere simili? Chiedono al cieco non più cieco che dica il suo parere su COLUI che lo ha guarito. "È UN PROFETA! ". No, la cosa non finisce qui". Si tratta di un evento troppo grave e ormai di pubblico dominio.
Simona Serafini
Ricordo per chi volesse ascoltare o leggere i precedenti Versi del Vangelo di San Giovanni che ho creato una raccolta apposita su Google Plus:
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