Pensieri di Santa Faustina Kowalska - MESE DI MARZO
1. La pazienza per ricavare l'esperienza. - Trovo sempre luce e forza d'animo nella preghiera. Vi sono talvolta, però, momenti tanto difficili e penosi per me, che talvolta mi domando come ciò possa accadere in una casa religiosa. Sono convinta che Dio permetta talvolta cose strane unicamente con lo scopo di far giungere un'anima a una migliore formazione. A questo devono servire le contraddizioni della vita.
O vita grigia e piena di accadimenti inconprensibili in cui esercito la pazienza per ricavarne l'esperienza, pur imparando ogni giorno qualche cosa, m'accorgo di saper sempre troppo poco. Non mi scoraggio; ringrazio Dio, piuttosto, di costringermi a conoscere me stessa.
2. Mi credi, adesso? - Dal giorno in cui sento la spinta a lavorare in favore della festa voluta da Gesù e per l'esecuzione dell'immagine, non trovo pace. Mi prende il timore d'essere un'illusa, anche se simile pensiero mi viene insinuato dall'esterno. Perfino il confessore sembra aver paura d'ascoltarmi. Ciò costituisce in particolare il mio tormento.
Quando m'accorsi di trovare poco aiuto negli uomini, ricorsi a Gesù. Conoscevo un'alunna caparbiamente renitente all'idea di confessarsi e d'accostarsi agli altri sacramenti. Dissi a Gesù: "Se sei veramente tu a parlarmi, ti prego che quell'alunna vada oggi stesso a confessarsi". Vidi con stupore quella ragazza chiedere immediatamente un sacerdote. Ne stupì anche la suora alla quale la fanciulla si rivolse, ma provvide su due piedi a chiamare un confessore. In quel momento, udii dentro di me queste parole: "Mi credi, adesso?". Una nuova forza penetrò dentro di me e fui meravigliata d'aver potuto dubitare.
3. Non premio i risultati, ma la costanza. - Una volta vidi in spirito le sofferenze che il prof. Sopocko avrebbe subito a cagione di quell'opera della misericordia che Dio intendeva portare avanti per suo mezzo. Fui presa da spavento. Dissi al Signore: "Forse che la causa per la quale il prof. Sopocko si batte non è tua? A me pare che gli ordini di agire e poi gli crei continuamente degli ostacoli". Gesù rispose: "Giorno e notte il mio sguardo è posato su di lui. Io non premio i risultati, ma la costanza e le fatiche che si sostengono per me. Le contrarietà moltiplicano i meriti".
La preghiera
4. Davanti al Signore. - Davanti al Signore esposto nell'adorazione, due suore stavano inginocchiate l'una accanto all'altra. Conobbi che solo la preghiera di una di esse era in grado di smuovere il cielo. Mi rallegrai che esistessero quaggiù anime tanto care a Dio.
Una volta, udii dentro di me queste parole: "Se tu non mi imbrigliassi le mani, farei scendere molti castighi sulla terra. Perfino quando la tua bocca tace, tu gridi a me con tanta forza che tutto il cielo si commuove. Non possio sfuggire alla tua preghiera, perché tu non mi insegui come un essere lontano, ma mi cerchi dentro di te dove realmente sono".
5. Pregare. - Con la preghiera si può affrontare qualsiasi genere di lotta. L'anima dovrà pregare in qualunque stato essa si trovi. Deve pregare l'anima pura e bella perché, in caso contrario, perderà la sua bellezza. Deve pregare l'anima che aspira alla santità, perché altrimenti non le sarà data. Deve pregare l'anima appena convertita, se non vuole fatalmente ricadere. Deve pregare l'anima immersa nei peccati per ottenere di venirne fuori. Non c'è anima esonerata dal pregare, perché è attraverso la preghiera che discendono le grazie. Quando preghiamo, dobbiamo adoperare l'intelligenza, la volontà e il sentimento.
6. Pregava con maggiore intensità. - Una sera, entrando in cappella, udii nell'anima queste parole: "Entrato in agonia, Gesù pregava con maggiore intensità". Conobbi allora quanta perseveranza occorre nel pregare e come, qualche volta, la nostra salvezza dipenda proprio da una preghiera tanto faticosa. Per perseverare nella preghiera l'anima deve armarsi di pazienza e coraggiosamente superare difficoltà interiori ed esteriori. Difficoltà interiori sono la stanchezza, lo scoraggiamento, l'aridità, le tentazioni; quelle esteriori provengono, invece, da ragioni di rapporti umani.
7. L'unico sollievo. - Vi sono momenti nella vita, in cui direi che l'anima non è più in grado d'affrontare il linguaggio degli uomini. Tutto l'affatica, nulla le dà pace; ha solo bisogno di pregare. Sta unicamente in questo il suo sollievo. Se si rivolgerà alle creature, non ne ricaverà che un'inquietudine maggiore.
8. Intercessione. - Ho conosciuto quante anime hanno bisogno che si preghi per loro. Sento che mi trasformo in preghiera per ottenere ad ogni anima la misericordia divina. Gesù mio, ti accolgo nel mio cuore come pegno di misericordia per altre anime. Gesù mi fece conoscere quanto egli gradisca una simile preghiera. La mia gioia è grande nel vedere che Dio ama in modo singolare coloro che noi amiamo. Ora mi rendo conto quale potenza abbia davanti a Dio la preghiera di intercessione.
9. La mia preghiera nella notte. - Non potevo pregare. Non potevo restare genuflessa. Rimasi però in cappella durante un'ora intera, unendomi in spirito a quelle anime che adorano Dio in modo perfetto. Improvvisamente vidi Gesù. Mi guardò con indicibile dolcezza, e disse: "La tua preghiera, anche così, mi è gradita immensamente".
La notte ormai non posso più dormire, perché non me lo permettono i dolori. Visito spiritualmente tutte le chiese e le cappelle e vi adoro il Santissimo Sacramento. Quando ritorno col pensiero nella nostra cappella del convento, prego per determinati sacerdoti, i quali predicano la misericordia di Dio e ne diffondono il culto. Prego inoltre per il Santo Padre, affinché affretti l'istituzione della festa del Salvatore Misericordioso. Infine, imploro la misericordia di Dio sui peccatori. Questa è, ora, la mia preghiera nella notte.
La passione del Salvatore
10. Meditare la passione. - Gesù mi disse: "Desidero che tu conosca in profondità tutto il mio amore per le anime e la mia misericordia. Comprenderai, meditando la mia passione e la mia morte. Vi sono poche anime che riflettono sulla mia passione con una vera partecipazione. È a queste anime che io dono il maggior numero delle mie grazie".
11. Un libro spalancato. - Gesù, ti ringrazio per il libro che spalanchi davanti agli occhi dell'anima mia. Questo libro è la tua passione sostenuta per amor mio. Da essa apprendo come si ama Dio e come si amano le anime. Il mio più grande desiderio è che tutte ti conoscano, sappiano che sei la loro felicità eterna; credano nella tua bontà e glorifichino la tua misericordia.
12. Gesù che state ora flagellando. - Quando medito la passione del Redentore, lo vedo spesso sotto l'aspetto che ebbe dopo la flagellazione. Mi domando da dove possa essere venuta tanta malvagità contro di lui. Fu il peccato che la produsse. O poveri peccatori, come vi incontrerete, nel giorno del giudizio, con questo Gesù che state ora flagellando? Vedo il sangue colare verso terra e la carne staccarsi via a brandelli; noto sul dorso ben visibili le sue ossa scarnificate. Gesù geme sommessamente e respira con affanno. Mi conforta il pensiero che, qui, il peccato s'incontra con la misericordia.
13. Contrizione. - Meditavo la crudele passione di Gesù. Compresi che le mie sofferenze sono nulla in paragone con le sue e che sono proprio le mie mancanze ad aver causato l'atrocità di quella sua passione. Di colpo, l'anima mia fu penetrata da una contrizione così grande, che bastò a farmi sentire come immersa nell'oceano della divina misericordia. Non ho parole per esprimere una simile esperienza. Mi sentivo come una goccia di acqua assorbita negli abissi di un mare senza fondo.
14. La sete. - Quando soffro nell'anima o pel corpo, mi sforzo di far tacere il mio dolore, ed è allora che acquisto il vigore interno che proviene dalla passione di Gesù. Questa sua passione mi è presente di continuo: il corpo stremato, il cuore squarciato, ma specialmente l'ingratitudine delle anime che si allontanano da lui. Una volta, alle tre del pomeriggio, vidi il Signore sulla croce. Mi guardò e disse: "Ho sete". Di colpo, vidi uscire dal suo fianco i due raggi che sono raffigurati sull'immagine della sua misericordia. Provai la sete di salvare molte anime.
15. Croci - Attorno alla croce di Gesù vidi una schiera di anime crocifisse alla stessa sua maniera. Un'altra schiera d'anime che non erano inchiodate sulla croce, la stringevano però con tutta forza nelle loro mani. Una terza schiera portava una croce e se la trascinava dietro con scontento. Gesù mi spiegò: "Le anime che somigliano a me nella sofferenza saranno simili a me nella gloria; le altre che mi assomigliano di meno avranno una minore somiglianza con me nella mia gloria. Nella tua meditazione, rifletti su questa visione che hai avuto".
16. La salvezza delle anime. - Una sera, vidi Gesù crocifisso. Acqua e sangue colavano dal suo fianco. Egli parlò: "Rifletti su ciò che fai tu per la salvezza delle anime". Risposi: "Quando guardo la tua passione, mi convinco di non fare proprio nulla per la salvezza delle anime". E Gesù a me: "Sappi che il tuo dovere quotidiano, accettato con assoluta sottomissione al mio volere, conduce in paradiso molte anime. Quando ti sembrerà che la fatica vada al di là delle tue forze, fissa il tuo sguardo su ciò che io ho sofferto. Ti solleverai così sopra ogni sofferenza, sopra il disprezzo ed i giudizi umani. La riflessione sulla mia passione t'aiuterà ad innalzarti al di sopra di ogni cosa".
17. Pregare con il sigillo della misericordia. - Gesù mi fece capire che l'anima deve mantenersi fedele alla preghiera malgrado i patimenti, le aridità e le tentazioni, perché da una simile preghiera dipende quasi sempre l'attuazione dei più grandi progetti di Dio. Se da parte nostra tale perseveranza fosse assente, creeremmo difficoltà a quanto Dio intende operare in noi e attorno a noi per mezzo nostro. Gesù mia guida, insegnami ad aprire fino in fondo la mia misericordia ed il mio amore a chiunque abbia bisogno della mia preghiera, affinché questa, al modo stesso delle opere, porti impresso il sigillo della tua misericordia.
Le ore tre pomeridiane
18. Un'ora di grande misericordia. - Parla Gesù: "Alle ore tre del pomeriggio implora la mia misericordia in modo speciale per i peccatori e, per un istante, immergiti nella mia passione. In particolare, ricorda l'abbandono in cui mi trovai alla mia morte. È questa un'ora di grande misericordia per il mondo, e io ti permetterò di capire la tristezza mortale che provai in quella solitudine interiore. In quest'ora, non negherò nulla alle anime che mi pregano in nome della mia passione".
19. In quell'ora, la misericordia vince la giustizia. - "Figlia mia, ogni qualvolta l'orologio segnerà le tre pomeridiane, immergerai te stessa nella mia misericordia per adorarla e per glorificarla, invocandone l'onnipotenza in favore del mondo intero. Lo farai specialmente per chi vive nel peccato, perché in quell'ora la mia misericordia venga spalancata ad ogni anima. In essa, otterrai tutto per te e per gli altri. In quell'ora, venne fatta grazia al mondo intero e la misericordia vince la giustizia. Al batter di quell'ora, cercherai di fare la Via Crucis, se te lo permetteranno i tuoi doveri. Se non puoi per questo, entra almeno per un istante in cappella e onora il mio cuore che, nel Santissimo Sacramento, è pieno di misericordia. Se nemmeno questo ti è possibile, raccogliti in preghiera dove ti trovi e volgi a me un brevissimo pensiero. Voglio il culto della mia misericordia da parte di tutte le creature".
La coroncina
20. Un venerdì dell'anno 1935. - Era sera. M'ero chiusa già nella mia cella. Vidi l'angelo esecutore dell'ira di Dio. Cominciai a supplicare Dio per il mondo con parole che udivo interiormente. Offrivo all'eterno Padre "Il corpo, il sangue, l'anima e la divinità del suo dilettissimo Figlio, in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo". Chiedevo misericordia per tutti "in nome della sua dolorosa passione".
Il giorno seguente, entrando in cappella, udii dentro di me queste parole: "Ogni volta che entrerai in cappella, recita fin dalla soglia la preghiera che ieri ti ho insegnato". Recitata che ebbi la preghiera, ricevetti la seguente istruzione: "Questa preghiera serve a placare il mio sdegno, la reciterai sulla corona del rosario che usi di solito. Incomincerai con un Padre Nostro, pronuncerai questa preghiera: "Eterno Padre, ti offro il corpo, il sangue, l'anima e la divinità del tuo dilettissimo Figlio e nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati e di quelli di tutto il mondo". Sui grani piccoli dell'Ave Maria, proseguirai dicendo per dieci volte consecutive: "Per la sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero". Come conclusione, reciterai tre volte questa invocazione: "Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi misericordia di noi e del mondo intero"".
21. Promesse. - "Recita ogni giorno con costanza la coroncina che ti ho insegnato. Chiunque la reciterà, troverà grande misericordia nell'ora della morte. I sacerdoti la propongano a chi è nel peccato come una tavola di salvezza. Il peccatore fosse pure anche il più incallito, qualora reciti questa coroncina anche per una volta sola, avrà il soccorso della mia misericordia. Desidero che tutto il mondo la conosca. Concederò grazie che l'uomo nemmeno può capire a tutti quelli che confidano nella mia misericordia. Abbraccerò con la mia misericordia in vita, e ancor più nell'ora della morte, le anime che reciteranno questa coroncina".
22. La prima anima salvata. - Mi trovavo in sanatorio a Pradnik. In piena notte, venni svegliata all'improvviso. Compresi che un'anima si trovava nella necessità urgente che qualcuno pregasse per lei. Mi recai in corsia e vidi una persona già entrata in agonia. All'improvviso, udii interiormente questa voce: "Recita la coroncina che ti ho insegnato". Corsi a prendere il rosario e, in ginocchio accanto all'agonizzante, recitai la coroncina con tutto il fervore di cui ero capace. A un tratto, l'agonizzante aprì gli occhi e mi guardò. La mia coroncina non era ancora terminata e già quella persona era spirata con una singolare serenità dipinta sul volto. Avevo chiesto ardentemente al Signore di mantenere la promessa fattami a proposito della coroncina, ed egli mi fece conoscere che, in quell'occasione, l'aveva mantenuta. Fu la prima anima salvata grazie a questa promessa del Signore.
Rientrata nella mia stanzetta, udii queste parole: "Nell'ora della morte, difenderò come mia gloria ogni anima che reciterà la coroncina. Se un'altra persona la reciterà presso un moribondo, otterrà per lui il medesimo perdono".
Quando si recita la coroncina al capezzale di un agonizzante, l'ira di Dio si placa e una misericordia a noi ignota avvolge l'anima, perché commuove profondamente l'Essere divino la rievocazione della passione dolorosa di suo Figlio.
23. Un grande aiuto per gli agonizzanti. - Vorrei che tutti comprendessero quanto è grande la misericordia del Signore, la quale è a tutti assolutamente necessaria, specialmente nell'ora decisiva della morte. La coroncina è un grande aiuto per gli agonizzanti. Prego spesso per le persone che mi vengono fatte conoscere interiormente e insisto nella preghiera finché non sento dentro di me d'avere ottenuto ciò che chiedo. Specialmente adesso, che mi trovo qui in questo ospedale, mi sento unita con i moribondi che, entrando in agonia, domandano la mia preghiera. Dio mi concede una singolare unione con chi è sul punto di morire. La mia preghiera non ha sempre la medesima lunghezza di tempo. In ogni caso, ho potuto assicurarmi che, se la spinta a pregare dura più a lungo, è segno che l'anima deve sostenere maggiori lotte per più tempo. Per le anime, le distanze non esistono. Mi succede di provare il medesimo fenomeno anche a distanza di centinaia di chilometri.
24. Un segno degli ultimi tempi. - Mentre recitavo la coroncina, udii improvvisamente questa voce: "Saranno grandi le grazie che concederò a coloro che pregheranno con questa coroncina. Scrivi che io voglio che l'intera umanità conosca la mia infinita misericordia. Questa richiesta è un segno degli ultimi tempi, dopo dei quali sopravverrà la mia giustizia. Finché c'è tempo, l'umanità ricorra alla fonte della mia misericordia, al sangue e all'acqua che per la salvezza di tutti è scaturito".
25. Vedendo la gloria del tuo nome, il mio cuore troverà la pace. - Dissi a Gesù: "Mi preme molto l'intera umanità e mi fa soffrire il fatto che non tutti ti conoscono e che quegli stessi che ti hanno conosciuto non ti corrispondono con l'amore che tu meriti. D'altra parte, vedo quanto terribilmente ti offendono i peccatori e vedo quanto siano oppressi e perseguitati i tuoi fedeli. Vedo inoltre molte anime che ciecamente si precipitano nel baratro spaventoso dell'inferno. Capisci, Gesù? Questo è il dolore che mi strazia e mi sconvolge. Io desidero che l'intera umanità ricorra fiduciosa alla tua misericordia. Solo allora, vedendo la gloria del tuo nome, il mio cuore troverà la pace". Il Signore mi rispose: "Figlia, gradisco il linguaggio del tuo cuore. Recitando la coroncina della mia misericordia, avvicinerai realmente a me il genere umano". Detto ciò, mi lasciò sola, e io compresi che nessun'anima tributa tanta gloria al suo creatore come quando si rivolge con fiducia alla divina misericordia.
26. Lo scopo della coroncina. - "Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho insegnato. Se lo faranno, io mi compiaccio d'accordar loro ciò che chiederanno. Se la reciteranno i più grandi peccatori, li colmerò di contrizione e di fiducia e farò in modo che il momento della loro morte sia sereno".
Sempre più mi rendo conto quanto ogni anima abbia bisogno della divina misericordia durante il corso di tutta la sua vita, ma specialmente nell'ora della morte. Lo scopo della coroncina è di placare la collera di Dio, come egli stesso mi fece sapere. Approfittiamo della misericordia, finché è tempo di misericordia.
27. La morte di un giovane uomo. - Questa sera vidi morire un uomo ancora giovane. La sua agonia fu straziante e prolungata. Incominciai per lui la coroncina. Giunta alla fine, l'agonia di quell'uomo continuava. Udii dentro di me: "Prosegui a recitare la coroncina". Tutto a un tratto, sperimentai la grande maestà di Dio e la sua giustizia. Tremavo di spavento per quel giovane, ma non cessavo di implorargli misericordia dal Signore. Mi tolsi dal petto la piccola croce consegnatami nel giorno in cui pronunciai i miei voti e la posai sul petto dell'agonizzante. Dicevo: "Gesù, guarda quest'anima con lo stesso amore con il quale guardasti me nel giorno dei miei voti religiosi e non dimenticare la promessa che facesti in favore di coloro che, mediante questa coroncina, invocheranno la tua misericordia sui morenti". Mentre pregavo in questo modo, il moribondo cessò di soffrire e spirò in pace. Non è mai il caso di stancarsi quando si prega per gli agonizzanti!
28. La siccità. - Il caldo era insopportabile da tempo. Desideravamo la pioggia inutilmente. Le piante assetate mi facevano pietà. Decisi di recitare la coroncina tanto a lungo, finché Dio non avesse fatto scendere la pioggia. Senza interruzione, ripetei quella preghiera per tre ore. Finalmente il cielo si coprì di nubi e la pioggia prese a cadere in abbondanza. Ricordai come il Signore avesse detto che, per mezzo di quella coroncina, si può ottenere tutto.
29. Il nubifragio. - Questa notte mi svegliò, con il suo fracasso, un nubifragio. Cadeva la pioggia, infuriava il vento, scoppiavano folgori in continuazione. Cominciai a pregare, chiedendo che l'uragano non facesse danni. Udii queste parole: "Recita la coroncina e passerà senza far danni". Recitai immediatamente la corona della misericordia e non feci nemmeno in tempo a terminarla, che l'uragano tutto a un tratto era cessato. Allora udii nuovamente quella voce: "Con questa coroncina, otterrai ogni cosa che non sia contraria al mio volere".
30. In una casa sconosciuta. - Oggi il Signore entrò nella mia stanza d'ospedale. Disse: "Ti porterò presso un peccatore agonizzante, e lì reciterai la coroncina. Devi ottenere per lui la fiducia nella mia misericordia, perché sta morendo disperato". Di colpo, mi trovai in un'abitazione sconosciuta. Un uomo attempato agonizzava e soffriva in modo atroce. La sua famiglia era nel pianto. Attorno a lui, scorsi demoni in grande numero. Avevo appena cominciato a pregare, quando essi si dispersero sibilando e lanciando minacce su di me. L'anima del morente si rasserenò. Riacquistò la pace e la fiducia. S'addormentò in Dio. Immediatamente, mi ritrovai nella mia stanza. Come possano avvenire queste cose, non lo so.
Pasqua di risurrezione
31. Pasqua 1937. - Vidi il Signore risorto. Era circonfuso di bellezza e di splendore. Il mio cuore ritrovò in questa visione la forza necessaria per continuare a lottare ed a soffrire.
Gesù risplendeva più del sole, in una veste di mirabile candore. Mi disse: "Sii felice!" e mi sommerse in una gioia indescrivibile.
Anch'io risorgerò come il Signore, ma prima devo vivere per lui. Se rimarrò unita alla sua croce, il Vangelo (annuncio di felicità) si manifesterà in me e attorno a me. Gesù completerà quanto mi manca. La sua grazia agisce senza mai sostare. La Trinità divina mi comunica in sovrabbondanza la sua vita. Mediante il dono dello Spirito Santo, le tre persone divine abitano in me. Quando Dio ama, lo fa con tutto se stesso e ci immerge nell'infinita potenza del suo essere.