Le Ore della Passione di Nostro Signore Gesu’ Cristo (LIBRO)

PREMESSA

Quando il Canonico Annibale Maria Di Francia pubblicò, con una sua prefazione, le Ore Della Passione di Luisa Piccarreta, intendeva certamente esaudire il desiderio della Piccarreta stessa; l'anima solitaria, come viene identificata nella prefazione.

L'Associazione del Divin Volere, dopo aver pubblicato le Ore Della Passione, presenta questa introduzione, certa di esaudire ancora il desiderio della Piccarreta per una maggior comprensione e meditazione dell'Orologio della Passione.

Questa Introduzione è la ristampa di quella del Canonico Annibale Maria Di Francia, pubblicata nella quarta edizione delle Ore Della Passione stampata dalla Tipografia Antoniana di Messina nel 1921.

Gli scritti sono riproposti in forma integrale, come pubblicati dal Canonico Annibale Maria Di Francia nel 1921, senza nulla modificare, nel rispetto dell'interpretazione e del giudizio della Chiesa, per non interferire nella causa di beatificazione in corso.

L'OROLOGIO DELLA PASSIONE

Scritto da Persona devota

La Divina Provvidenza che in ogni tempo suscita anime che La conoscano, che La amino e che la facciano conoscere ed amare dagli altri, ha suscitato un'anima, che si è consacrata alle pene del Divin Redentore.

La particolare ispirazione che ha avuta quest'anima è un nuovo e assai proficuo metodo sul come contemplare i patimenti di Nostro Signore Gesù Cristo; cioè, richiamarsi ad una ad una le ore ventiquattro, dalle 6 pomeridiane del giovedì Santo, fino allo ore 5 pomeridiane del Venerdì Santo, e contemplare, ora per ora, quello che Gesù Cristo ha sofferto successivamente in quelle 24 Ore.

Abbiamo detto nuovo questo metodo, non in quanto alla riduzione dei patimenti di Nostro Signore alle 24 ore, ma in quanto alla forma, ai sentimenti e agli scopi che formano un tutto nuovo.

Non è dunque nuovo il dividere nelle 24 ore la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, perché ciò è quello che si chiama Orologio della Passione che si trova in molti libri devoti, come la Filotea del Riva, il Giardino Spirituale, nonché le operette spirituali del Dottore della Chiesa S. Alfonso; sebbene nei diversi Autori esiste qualche piccola differenza tra gli orari e gli avvenimenti, e ciò perché talvolta un'ora non esaurisce un mistero, o perché lo esaurisce in minor tempo e ne comincia un altro.

Come ognuno vede, questa devozione dell'Orologio doloroso, tra tutte quelle che riguardano la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo e i dolori della Sua Santissima Madre, è tra le primarie, perché analizza e medita uno per uno tutti i patimenti esterni ed interni dell'adorabile Nostro Redentore Gesù.

È una specie di Via Crucis più intera e completa, perché prende Nostro Signore, non dalla condanna a morte nel Tribunale di Pilato, ma... da dove propriamente cominciò la dolorosa Passione, cioè dal licenziamento di Nostro Signore Gesù Cristo dalla Sua Santissima Madre (come è pia universale credenza) per andare a morire; al che segue il cenacolo, l'Orto, la cattura, ecc.

Ma quello che vi è di nuovo nell'Orologio della Passione dell'anima solitaria è in primo luogo che della ripartizione delle 24 ore non ha fatto un solo accenno, come fanno gli Autori sopra citati, contentandosi di dire a mo' di esempio: dalle 6 alle 7 del mattino Gesù è condotto a Pilato.

Dalle 7 alle 8 è condotto ad Erode, ma di quanto avvenne in ogni ora, la estatica anima solitaria fa una viva descrizione, e vi aggiunge considerazioni, affetti e riparazioni. In secondo luogo, questi affetti e queste

riparazioni sono cosi singolari, nuove ed intime, da non sembrare essere opera umana, ma celeste!

Tutto appare nuovo in queste sante meditazioni. Sebbene non si meditano che quei misteri su cui tanto si è scritto e meditato da svariati e santi Autori, non di meno, la divina ispirazione, che sempre opera cose nuove e varia in tante forme la sua grazia (multi formis gratia Dei), si manifesta per mezzo di quest'anima in un modo tutto singolare. Premettiamo che la pia persona che scrive non è una letterata, appena conosce il leggere e lo scrivere. Eppure i patimenti, i maltrattamenti, gli oltraggi, gli strazii dell'adorabile Redentore Gesù sono al vivo descritti, con termini che penetrano il cuore, lo commuovono, lo impressionano, lo attirano all'amore.

L'amore, e dobbiamo notarlo, sì, l'Amore divino, nella sua tenera espressione, è la nota predominante di quest'Orologio della Passione; l’Amore di quest'anima solitaria per Gesù Cristo. È una innamorata che si effonde nella più amorosa compassione per il suo Diletto.

Lo compatisce, Lo accarezza, Lo abbraccia, Lo bacia, Lo ribacia, Lo accompagna in tutti i singoli patimenti, con una sostituzione continua; cioè si mette essa, per quanto sta in lei, al posto dell'Amato Penante, come per ricevere tutto sopra di sé, come se in questa pia sostituzione volesse risparmiare il Sommo Bene ora per allora.

Per quest'anima contemplativa non c'è passato: essa riproduce le scene come presenti, e vi si immedesima.

Nell'eccesso della compassione e dell'amore, essa si spinge con tanto confidente trasporto verso il Diletto, che nell'abbracciarlo, nel baciarlo nel volto, nella bocca, nelle mani, nei piedi, nel Cuore, domanda anche essa baci amorosi da Gesù con tale confidenza, che in poche anime delle più amanti si riscontra il simile.

È la sposa dei Cantici che esclama: "Mi baci Egli col bacio delle Sue labbra". Non si può mettere in dubbio che, se a Nostro Signore piace molto il ricevere timore, non meno piace al Suo amatissimo Cuore la filiale e tenera fiducia. E come non averla con Colui che, potendo salvarci con lo spargere una sola stilla del Sangue Suo preziosissimo, tutto lo volle spargere in mezzo ai più inauditi tormenti e ai più ignominiosi oltraggi, per dimostrarci quanto ci ama?

Forse chiede assai un'anima quando chiede baci a quel Gesù che pur ci ha dato e ci dà sempre tutto Se stesso? E perché dovrebbero trattenerci da questa gran fiducia di amore i nostri peccati, quando ce ne siamo purificati con la Penitenza e con l'Amore? Forse non è vero che il padre del figliol prodigo, quando se lo vide ritornato, gli gettò le braccia al collo e lo colmò di baci?

E la pecorella sulle spalle del Buon Pastore, non sarà stata anch'essa accarezzata e supponiamo anche baciata?

Forse non è molto vero ciò che diceva quell'angelica innamorata di Gesù, S. Agnese: lo amo Colui che quanto più l'abbraccio e Lo tocco, tanto più divento pura e casta? Ah, la confidenza amorosa che parte da un cuore umile, si ruba il Cuore di Dio!

È in questo modo, che si diventa bambini, come insegnò Nostro Signore, quando, abbracciando ai Suo Seno amoroso un tenero fanciullino, disse: Di questi è il Regno dei Cieli.

Tale è la fiducia che traspira da ogni pagina di quest'Orologio della Passione. E l'anima che si mette in mano questo libro, e s'interna in questo pio esercizio con questa guida, a poco a poco si troverà partecipe dei sentimenti, della compassione, dell'amore, della confidenza di cui esso è pieno e riboccante.

Alle volte l'Anima solitaria, in questo libro, introduce a parlare Nostro Signore Gesù Cristo, e allora quelle parole che essa riferisce non sono più un particolare suo sentimento, ma un'ispirazione che si manifesta con quelle espressioni di cui l'anima è capace: poiché, ogni ispirazione e ogni rivelazione, che passa per il canale umano, ne sortisce a seconda della capacità, ovvero dell'intuito mistico dello stesso soggetto.

Di ciò la diversità di esprimersi delle anime contemplative sopra uno stesso argomento.

Ma se l'Anima Autrice di quest'Orologio doloroso, riesce nuova negli affetti, è nuovissima, e sarei per dire, unica, nelle riparazioni.

In verità la riparazione di tutte le offese che riceve Nostro Signore Gesù Cristo, è stata sempre il principale oggetto di tante anime amanti, di tanti libri di devozione, e talvolta di speciali rivelazioni.

Così, per esempio, abbiamo gli scritti di S. Margherita Maria Alacoque, che nella devozione del Cuore Santissimo di Gesù include delle speciali riparazioni. Più dirette ancora a questo scopo sono le devozioni del Nome SS di Gesù e del Suo Sacro Volto, di cui ebbe belle rivelazioni la Serva di Dio Suor Maria di S. Pietro, carmelitana.

Ordinariamente tutte queste riparazioni vengono formate di ossequi, di ammende e di preghiere.

Le riparazioni di quest'Orologio della Passione, che diamo alle stampe, sono invece una immedesimazione con le stesse riparazioni di Nostro Signore Gesù Cristo.

È un internarsi nei sentimenti del Cuore SS.mo di Gesù, nei suoi Divini patimenti; e con Gesù che patisce, che offre e ripara, l'anima compatisce, prega, offre, ripara.

E per che cosa ripara? Qui le riparazioni si estendono, si moltiplicano nell'infinito, e si adattano ad ogni specie di peccati, che possono avere relazione coi singoli patimenti di Nostro Signore.

Dalla prima all'ultima parola, si può dire, questa operetta, è una continua e svariata riparazione di tutti i peccati con tutte le loro specie, e non solamente delle colpe gravi ma anche delle più lievi; e non solamente dei peccati che venivano commessi contro la Persona adorabile di Gesù Cristo, quando era nelle mani dei suoi nemici,ma tutte le colpe presenti, passate e future in persona di tutti i peccatori, sia prescelti che eletti. L'Anima compaziente si tuffa, direi quasi, in ogni patimento di Nostro Signore, ne misura, per quanto può farlo essere umano, l'infinito abisso, e unendosi alle infinite intenzioni riparatrici dell'Uomo-Dio penante, offre a Lui, offre àl Padre, offre alla Divina Giustizia, riparazioni infinite per tutti e per tutto.

È appunto la grande, necessaria, universale riparazione che chiedono i nostri tempi, le moltiplicate iniquità delle presenti generazioni e il giusto e tremendo infuriare dei divini castighi!

DEL VALORE ED UTILITA DI QUESTA OPERA SULL'OROLOGIO DELLA PASSIONE E QUANTO TORNI GRADITA A NOSTRO SIGNORE

LE PROMESSE DI NOSTRO SIGNORE A CHI PRATICA

LE ORE DELLA PASSIONE

Con la più perfetta sottomissione al giudizio della Santa Chiesa, e non richiedendo altra fede che l'umana, giusto il sapiente Decreto di Papa Urbano VIII, trascriviamo qui alcune rivelazioni che Nostro Signore Gesù Cristo avrebbe fatto a quell'anima solitaria, cui ispirò questa operetta: rivelazioni che mostrerebbero quanto sia grato al Cuore adorabile di Gesù che se ne faccia profitto.

Riportiamo una lettera inviata dalla pia autrice al Rev. Can. di Francia:

"Molto Rev. Padre,

Ecco finalmente, Le rimetto le Ore scritte della Passione, e tutto a gloria di Nostro Signore. Le accludo pure un foglietto in cui si contengono gli affetti e le belle promesse di Gesù per chi fa queste Ore della Passione. lo credo che, se colui che le medita è peccatore, si convertirà, se è imperfetto diverrà perfetto, se è santo si farà più santo, se è tentato troverà la vittoria, se è sofferente troverà in queste Ore la forza, la medicina, il conforto; e se l'anima sua è debole e povera, troverà un cibo spirituale ed uno specchio dove si rimirerà di continuo per abbellirsi e farsi simile a Gesù nostro modello.

È tanto il compiacimento che ne prova Gesù benedetto dalla meditazione di queste Ore, che vorrebbe che di queste meditazioni vi fosse almeno una copia per ogni città o paese, e si praticassero; allora avverrebbe che in quelle riparazioni Gesù sentirebbe riprodursi la Sua stessa voce e le Sue preghiere, quali le levava al Padre Suo nelle 24 ore della Sua dolorosa Passione; e se ciò si facesse almeno in ogni paese o città da alquante anime, Gesù pare che mi faccia intendere che la Divina Giustizia rimarrebbe in parte placata, e verrebbero in parte arrestati e come smorzati i suoi flagelli in questi tristi tempi di strazi e di spargimento di sangue (ferveva la tremenda guerra Europea).

Faccia Lei, Reverendo Padre, appello a tutti. compia così l'operetta che il mio amabile Gesù mi ha fatto fare. Onde le dico pure che lo scopo di queste Ore della Passione, non tanto è di raccontare la storia della Passione, perché molti libri ci sono che trattano questo pietoso argomento, e non sarebbe stato necessario farne un altro; ma lo scopo è la riparazione, unendo insieme (si noti) i diversi punti della Passione di Nostro Signore con la diversità di tante "offese, e insieme a Gesù farne degna riparazione, rifacendolo quasi di tutto ciò che le creature tutte Gli debbono, e da ciò i diversi modi di riparare; in queste Ore, in alcuni tratti si benedice, in altri si compatisce, in altri si loda, in altri si conforta il penante Gesù, in altri si compensa, in altri si supplica, si prega, si domanda.

Perciò lascio a Lei, Reverendo Padre, di far conoscere con una prefazione, lo scopo di questi scritti".

Il foglietto di cui l'Autrice di quest'Orologio della Passione parla in principio della su trascritta lettera, contiene quanto Nostro Signore le abbia detto:

"Chi pensa sempre alla mia Passione, forma nel suo cuore come una sorgente salutare, la quale tanto più si accresce di volume, quanto più l'anima attende a ripensare e meditare la mia dolorosa Passione.

E siccome le acque che scorrono da una fonte sono acque comuni a tutti, così questa sorgente di salute, che si forma nel cuore di chi medita la mia Passione, serve alla mia gloria, al bene dell'anima che la produce, e al vantaggio di molte altre anime"
.

Altra volta, riferisce l'anima solitaria, averle cosi parlato il Signore:

"Mi è tanto gradito che uno vada ripensando costantemente alla mia dolorosa Passione, che lo soffrii nell'anima e nel corpo con tanto infinito Amore e dolore, e che meditandola se ne affligga e mi compatisca affettuosamente, che mi sento come rinfrancato di quanti strazii, ignominie e pene interne lo soffrii in tutto il corso del mio patire, dall'incarnazione all'ultimo respiro sulla Croce.

L'anima che spesso medita la mia Passione, mi viene ad apprestare continui e diversi conforti; cosicchè, se nel corso della mia Passione mi dettero funi e catene per legarmi, l'anima che considera e mi compatisce così legato, mi scioglie e mi dà la libertà; gli sgherri mi disprezzarono, mi sputarono e mi disonorarono; l'anima mi apprezza, mi pulisce da quegli sputi e mi onora; quelli mi spogliarono e mi flagellarono, l'anima mi risana e mi veste; quelli mi coronarono di spine trattandomi da re di burla, mi amareggiarono la bocca di fiele e mi crocifissero; l'anima, considerando tutte le mie pene, mi corona di gloria e mi onora per suo Re, mi riempie la bocca. di dolcezza dandomi il cibo più squisito qual'è la memoria delle mie stesse opere, e come se mi schiodasse dalla Croce, mi fa risorgere nel suo cuore; ed io per compenso di tanta amorosa meditazione e considerazione delle mie pene, le dò ogni volta una nuova vita di grazie; e questa consiste, che mentre essa mi attira a sé con la contemplazione e compassione dei miei patimenti, lo l'attiro a me; lo mi dò ad essa come cibo spirituale, mentre essa si forma un pascolo continuo delle mie piaghe, dei miei abbrobrii e delle lunghe e incomprese agonie del mio Cuore ed lo mi ristoro e mi cibo di tutta l'anima, assorbendola in me per amore. Si è perciò che assai gradita è a me la devota e frequente memoria della mia Passione".


Da questi termini generali del gradimento che prova il Cuore Santissimo di Gesù, quando si medita la Passione, veniamo ancora a termini più particolari circa questo Orologio della Passione.

L’Anima contemplativa domandò al diletto Signore:

"Dimmi, o mio Bene che cosa darai in compenso alle anime che faranno le Ore della Passione come Tu me le hai insegnate?"

Nostro Signore diede questa risposta:

Figlia mia, queste Ore non le riguarderò come cose vostre, ma come fatte da me; e a te e a quelli che le mediteranno, darò i miei meriti, e ve li applicherò come se lo stessi soffrendo la mia Passione ora per ora in quel tempo stesso che la meditate. Gli effetti che allora produceva la mia Passione quando lo la sopportavo, e che può produrre in ogni tempo, saranno rinnovati nelle anime che meditano queste Ore, e il tutto a seconda della disposizione maggiore o minore di ogni anima.

Maggior premio di questo non può meritarsi in questa vita. Nel paradiso poi queste anime me le porrò al mio Divino cospetto dinanzi al mio stesso Volto, e le saetterò con saette di Amore e di eterni contenti, per quante volte hanno meditato le Ore della mia Passione, ed esse, inebriate dal mio Amore, mi corrisponderanno col saettare il mio Cuore di tutta la capacità di amore che avrà l'anima beatificata; il che formerà un dolce incanto a tutti i celesti comprensori".


Gesù un'altra volta avrebbe detto all'anima solitaria:

"Le Ore della mia Passione furono piene di tutte le mie preghiere, di tutte le mie riparazioni e di tutto l'infinito mio Amore.

Questo pio esercizio di riparare meditando, è uscito proprio dal mio Cuore. Ah, quante volte in grazia di queste meditazioni, che si pratica-

no segretamente in tutta la Chiesa da tante anime a me care, non ho lo cambiato i flagelli in grazia su tutta la terra! Esse sono di un pezzo incalcolabile se il pio esercizio che tu hai praticato e scritto, sarà praticato da altri con amore, l'amor mio troverà il suo sfogo e conforto; e sappi, o figlia, che non è cosa indifferente che la creatura dia sollievo e sfogo all'Amore del Creatore».


Altra volta disse:

I1 mondo sta in continuo atto di rinnovare la mia Passione, e siccome la mia immensità involge tutte le creature dentro e fuori, così sono costretto dal loro contatto a ricevere chiodi, spine, flagelli, disprezzi, sputi e tutto il resto che soffrii nella mia Passione, ed anche di più.

Ora, quando un'anima fa queste Ore della Passione, avviene che dal contatto di quell'anima mi sento togliere i chiodi, frantumare le spine, raddolcire le piaghe, pulire gli sputi, lenirmi il dolore delle percosse, ungermi le piaghe: mi sento contraccambiare in bene il male che mi fanno gli altri, ed lo, vedendo che il contatto spirituale di quell'anima che medita le Ore della mia Passione mi apporta tanto sollievo, mi appoggio sempre più su quell'anima.

Oltre ciò, chi fa queste Ore della mia Passione, fa suoi i miei pensieri, fa sue le mie riparazioni, fa sue le mie preghiere, suoi i miei affetti, suoi i più intimi palpiti del mio Cuore; e siccome lo, quando volli redimere il mondo, mi presentai al mio eterno Padre dicendoGli: "Ecce ego mitte me": "Ecco qua ci sono lo, mandami o Padre sulla terra per patire e morire per gli uomini'; così l'anima che a me unita s'interna nella meditazione delle Ore della mia dolorosa Passione, e s'immedesima ai miei dolori, alle mie pene, al mio spirito penante, quasi elevandosi tra cielo e la terra, quest'anima con me esclama innanzi al Padre mio: Ecce ego mitte me; eccomi qua o Signore voglio anch'io con Gesù riparare per tutti, rispondere per tutti, patire e morire per tutti".


L’anima solitaria si effondeva in compassione ed in amore verso Gesù penante, dalle ore 17 del giovedì alle ore 17 del Venerdi Santo in cui si conclude con la sepoltura del Corpo adorabile di Gesù Signore Nostro; e avendo scritto questo Orologio della Passione, domandava con quella speciale fiducia che lo Sposo Celeste le ha donato, quanto gli fosse gradita questa operetta. Gesù le rispose:
"Per compenso che hai scritto le Ore della mia Passione, ad ogni parola che hai scritto darò un bacio alla tua anima, ed a ogni parola, ti accorderò un'anima».

L’anima contemplativa soggiunse:

“Signore, questo è quello che tu a me darai, ma questo stesso lo darai anche a chiunque medita queste ore? "Sì", rispose Nostro Signore, "e ad ognuno darò pure un'anima per ogni parola, Purché la mediti unita a me e alla mia stessa Volontà"'; poiché tutta la maggiore o minore efficacia di queste ore della mia Passione, sta nella maggiore o minore unione che si ha con me; e facendole con la mia Volontà, la creatura si nasconde con me nel mio Volere e mettendosi in azione il mio Volere, io posso fare tutti i beni che voglio, anche per una sola parola, e ciò tante volte quante volte si farà questa meditazione".

L’anima solitaria scrive pure:

"Un'altra volta stavo lamentandomi con Gesù che, dopo tanti sacrifici nello scrivere queste Ore della Passione, erano tanto poche le anime che le praticavano. "

E Gesù disse:

"Non ti lamentare, figlia, quand'anche un'anima sola le praticasse, tu sempre dovresti essere contenta. E forse che lo non avrei sofferto la mia dolorosa Passione e la Morte di Croce anche per la salvezza di un'anima sola? Cosi devi operare anche tu e giammai si deve omettere il bene perché pochi se ne avvalgono; tutto il male è di chi non profitta.

E come la Passione e Morte fece acquistare il merito alla mia Santissima Umanità come se tutti si salvassero, perché tale era la mia Volontà e il fine di ogni mio patire e della mia morte, così tu, a secondo che la tua volontà si sarà immedesimata con la mia Volontà, di volere e di fare bene a tutti, così ne resterai ricompensata per queste Ore che hai scritte della mia Passione. Tutto il male è di quelli che non le praticheranno, o per pretesti dell'inferma natura, o per diaboliche suggestioni".


Sulla preziosità di queste Ore della Passione Nostro Signore così le avrebbe pure detto:

"Queste Ore sono preziose a preferenza anche di altri esercizi, poiché non è altro questa meditazione che un rinnovare e dilatare continuo dei meriti di tutto ciò che lo feci e patii nel corso della mia vita mortale, e di quanto ho operato e opero continuamente nella SS.ma Eucaristia.

Quando ascolto queste Ore della mia Passione ascolto la mia stessa voce, le mie stesse preghiere, vedo la mia stessa Volontà in quell'anima, cioè di volere il bene di tutti, e di riparare per tutti, ed lo mi sento trasportato a dimorare in essa; e mentre essa in me medita e riproduce gli effetti dei miei patimenti, lo in essa opero e mi compiaccio di fare quello che fa essa stessa".


Concluse Nostro Signore con queste espressive parole, che risuonano nell'intimo di quell'anima contemplativa:
"Oh, quanto amerei che anche una sola anima in ogni città o paese si applicasse a queste Ore della mia Passione! Allora lo sentirei me stesso in ogni città o paese, e la mia Giustizia, in questi tempi grandemente sdegnata, ne resterebbe in parte placata!".

IN CHE MODO SI POSSONO FARE QUESTE ORE DELLA PASSIONE

* Un metodo è quello di meditare ogni giorno un'ORA, leggendola da soli o in famiglia o con altri. Così, nel giro di 24 giorni si completano le 24 ORE. Un buon orologio non si ferma mai; la vita non si ferma mai.

* Un altro metodo sarebbe quello di formare gruppi di varie persone - 4, 8, 12, persino 24 persone, che possono essere anche famiglie -, ognuna delle quali si compromette seriamente a fare una delle ORE, quella che le viene affidata, e questo per un certo periodo di tempo, prima di cambiare ORA. Un buon orologio segna tutte le ore, non salta nessuna...

* Un terzo metodo, poi, è quello di fare ogni giorno almeno un'ORA, quella che coincide proprio con il momento che capita della giornata; e comunque, arrivare a tale familiarità con le ORE DELLA PASSIONE e tanto assimilarle, da riuscire a seguirle mentalmente nel loro contenuto lungo tutta la giornata.

"Fare" un'ORA DELLA PASSIONE significa leggerla con attenzione, meditandola, contemplandola, facendola vita propria... Sì, perché non è la meditazione generica della passione, che ognuno fa come può, come si fa per esempio considerando i misteri dolorosi del S. Rosario; ma è un modo concreto e specifico, ispirato dall'amore di Gesù, d'immedesimarci innanzi tutto con la sua Volontà Divina e rivivere in continuazione, ininterrottamente, la sua vita interiore, tutto ciò che egli fece nel corso della sua passione.

Ogni ORA occupa poche pagine, qualcuna di più, qualcuna di meno. Una lettura calma e attenta occupa, in media, meno di un quarto d'ora; eccezionalmente può essere più lunga. Le ORE difficili da farsi nel tempo indicato, come sono in genere le ore notturne, possono essere spostate in altri momenti, per esempio prima di coricarsi.

È molto importante tuttavia che l'impegno preso venga compiuto ogni giorno. Quando una persona s'impegna a fare una certa ORA per un dato periodo di tempo, non deve preoccuparsi col pensiero: "Ma, sempre la stessa ORA?". Innanzi tutto, se si fa con l'attenzione e l'amore dovuto, mai la si trova uguale; poi, conviene esercitarsi nella costanza di farla sempre, non tenendo conto di altro che di tener compagnia a Nostro Signore. E dopo un certo tempo, quando si vede che l'OROLOGIO funziona bene, si può allora passare a fare altre ORE.

Si comprende, dunque, che non è qualcosa "da leggere" e basta, e nemmeno un esercizio di devozione o di pietà in più, ma si tratta dell'educazione ad una vita: la vita interiore personale di Gesù. In questo modo, arriverà il momento in cui, oltre a quello spazio di 15 o 20 minuti di lettura, riempirà la mente ed il cuore per tutto il resto dell'ora e della giornata, mentre si fanno altre cose o si tratta con altre persone. Allora sentiremo, un po' per volta, che in noi Gesù vive, non solo la nostra vita, ma proprio la sua vita.

Preparazione ad ogni Ora

O Signor mio Gesù Cristo, prostrato alla tua divina presenza, supplico l'amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell'anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh, dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre adesso medito l'Ora...(si dica l’ora che si sta pregando)

E per quelle che non posso meditare, ti offro la volontà che avrei di farle e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretto ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.

Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa intenzione, e fa che sia di profitto per me e per tutti, come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare.Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, ché per mezzo della preghiera mi chiami all'unione con te e, per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutto nella tua Volontà e nel tuo amore, e, stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio implorando l’aiuto della tua Santissima Madre e del mio Angelo Custode.

Si reciti un’Ave Maria alla Ss. Vergine, un Gloria al Padre al Santo Angelo Custode e un L’eterno riposo alle Anime Sante del Purgatorio, alle quali non si manchi di applicare queste potentissime orazioni e l’eventuali indulgenze

Offerta e Ringraziamento dopo ogni Ora

Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamato, in quest'ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuto. Mi pareva di sentirti, angosciato e dolente, pregare, riparare e patire e con le voci più commoventi ed eloquenti perorare la salvezza delle anime.

Ho cercato di seguirti in tutto, e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazione, sento il dovere di dirti "Grazie" e "sii benededetto!".Sì, o Gesù, grazie ti ripeto mille e mille volte, e ti benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti. Grazie e ti benedico per ogni goccia di sangue o lacrima che hai versato, per ogni respiro, per ogni palpito, per ogni passo, parola, sguardo, amarezza ed offesa che hai sopportato. In tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un "Grazie" e un "Ti benedico".

Deh, o Gesù, fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e di benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue benedizioni e grazie. Deh, o Gesù, stringimi al tuo cuore e con le tue mani santissime segna ogni particella del mio essere col tuo "Ti benedico", per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo d’amore verso di te. Perciò mi lascio in Te per seguirti in ciò che farai, anzi opererai tu stesso per me; ed io fin d’ora lascio i miei pensieri in Te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti “Ti amo”, e rifarti dell’amore che non ti danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che tolgono i tuoi nemici con gli insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per custodia. Dolce mio Amore, sebbene debba attendere alle mie occupazioni, resto nel Tuo Cuore; ho paura di uscire, tu mi terrai in Te, non è vero? I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme, in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con Te.

Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo Cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoTi, mi lasci subito tirare all’unione con te. Deh, mio Gesù, dammi il bacio del divino Amore, abbracciami e benedicimi; io ti bacio nel tuo dolcissimo Cuore e resto in te.

La benedizione di Dio Onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo discenda su di noi e rimanga sempre. Amen

Prima Ora
Dalle 5 alle 6 del pomeriggio
Gesù si congeda dalla sua Madre SS.


O celeste Mamma, l'ora del distacco già s'appressa ed io a te ne vengo. O Madre, dammi il tuo amore e le tue riparazioni, dammi il tuo dolore, perché insieme con te voglio seguire passo a passo l'adorato Gesù.

Ed ecco che Gesù viene, e tu, con l'animo traboccante d'amore, gli corri incontro, e nel vederlo così pallido e triste, il cuore ti si stringe per il dolore, le forze ti vengono meno e sei già per cadergli ai piedi.

O dolce Mamma mia, sai tu perché è venuto da te l'adorabile Gesù? Ah, egli è venuto per darti l'ultimo addio, per dirti l'ultima parola, per ricevere l'ultimo abbraccio!

O Mamma, a te mi stringo con tutta la tenerezza di cui è capace questo mio povero cuore, affinché stretto e avvinto a te, anch'io possa ricevere gli abbracci dell'adorato Gesù. Mi disdegnerai tu forse? O non è piuttosto un conforto per il tuo cuore avere un'anima a te vicina, che ne divida le pene, gli affetti, le riparazioni?O Gesù, in quest'ora così straziante per il tuo tenerissimo cuore, quale ammaestramento non ci dai tu di filiale ed amorosa ubbidienza verso la Mamma tua! Quale dolce armonia non passa fra te e Maria! Che incanto soave d'amore, che sale fino al trono dell'Eterno e si dilata a salvezza di tutte le creature della terra!

O celeste Mamma mia, sai tu che vuole da te l'adorato Gesù? Non altro che l'ultima benedizione. E' vero che da tutte le particelle del tuo essere altro non escono che benedizioni e lodi al tuo Creatore; ma Gesù, nel congedarsi da te, vuol sentire la dolce parola: "Ti benedico, o Figlio". E quel "Ti benedico" storna tutte le bestemmie dal suo udito e dolce e soave scende al suo cuore; e, quasi a mettere un riparo a tutte le offese delle creature, Gesù vuole il tuo "Ti benedico".

Anch'io mi unisco a te, o dolce Mamma: sulle ali dei venti voglio girare il cielo per chiedere al Padre, allo Spirito Santo, agli angeli tutti, un "Ti benedico" a Gesù, affinché, andando da lui, gli possa portare le loro benedizioni. E qui in terra voglio andare da tutte le creature e chiedere da ogni labbro, da ogni palpito, da ogni passo, da ogni respiro, da ogni sguardo, da ogni pensiero, benedizioni e lodi a Gesù; e se nessuno me le vorrà dare, intendo io darle per loro.

O dolce Mamma, dopo aver girato e rigirato, per chiedere alla Trinità Sacrosanta, agli angeli, alle creature tutte, alla luce del sole, al profumo dei fiori, alle onde del mare, ad ogni alito di vento, ad ogni favilla di fuoco, ad ogni foglia che si muove, al luccicar delle stelle, ad ogni movimento della natura, un "Ti benedico", me ne vengo a te ed insieme alle tue metto le mie benedizioni.Dolce Mamma mia, vedo che tu ne ricevi conforto e sollievo ed offri a Gesù tutte le mie benedizioni, in riparazione delle bestemmie e maledizioni che lui riceve dalle creature. Ma mentre offro tutto a te, sento la tua voce tremante che dice: "Figlio, benedici me pure!"O dolce mio Amore, Gesù, benedici ancora me insieme alla Mamma tua; benedici i miei pensieri, il mio cuore, le mie mani, le mie opere, i miei passi, e con la Madre tua benedici tutte le creature.

O Madre mia, nel mirare il volto dell'addolorato Gesù, pallido, triste, straziante, si risveglia in te il ricordo dei dolori che tra poco egli dovrà soffrire. Prevedi il suo volto coperto di sputi e lo benedici, il capo trapassato dalle spine, gli occhi bendati, il corpo straziato dai flagelli, le mani e i piedi forati dai chiodi, e dovunque egli è per andare tu lo segui con le tue benedizioni; ed insieme a te lo seguo anch'io. Quando Gesù sarà colpito dai flagelli, coronato di spine, schiaffeggiato, trapassato dai chiodi, dovunque troverà insieme al tuo, il mio "Ti benedico".

O Gesù, o Madre, vi compatisco; immenso è il vostro dolore in questi ultimi momenti; il cuore dell'uno pare che strappi il cuore dell'altro.

O Madre, strappa il mio cuore dalla terra e legalo forte a Gesù, affinché, stretto a lui, possa prendere parte ai tuoi dolori e, mentre vi stringete, vi abbracciate, vi gettate gli ultimi sguardi, gli ultimi baci, stando io in mezzo ai vostri due cuori, possa ricevere i vostri ultimi baci, gli ultimi vostri abbracci. Non vedete che io non posso stare senza di voi, malgrado la mia miseria e la mia freddezza?

Gesù, Mamma, tenetemi stretto a voi; datemi il vostro amore, il vostro Volere; saettate il povero mio cuore, stringetemi fra le vostre braccia; e insieme con te, o dolce Madre, voglio seguire passo passo l'adorato Gesù, con l'intenzione di dargli conforto, sollievo, amore e riparazione per tutti.

O Gesù, insieme alla Mamma tua ti bacio il piede sinistro, pregandoti di voler perdonare a me e a tutte le creature per quante volte non abbiamo camminato verso Dio.

Gloria al Padre e al Figlio ….

Bacio il tuo piede destro: perdona a me e a tutti per quante volte non abbiamo seguito la perfezione che tu volevi da noi.

Gloria al Padre…

Ti bacio la mano sinistra: comunicaci la tua purità.

Gloria al Padre….

Bacio la tua mano destra: benedicimi tutti i palpiti, pensieri, affetti, affinché, avvalorati dalla tua benedizione, tutti si santifichino; e con me benedici ancora tutte le creature e suggella la salvezza delle loro anime con la tua benedizione.

Gloria al Padre…

O Gesù, insieme alla Mamma tua ti abbraccio e, baciandoti il cuore, ti prego di mettere in mezzo ai vostri due cuore il mio, acciò si alimenti continuamente dei vostri amori, dei vostri dolori, dei vostri stessi affetti e desideri e della vostra stessa vita. Così sia.
Riflessioni e Pratiche
Gesu’, prima di dar principio all sua passione, va dalla sua Madre per chiederle la benedizione. In quest’atto Gesu’ c’insegna l’ubbidienza, non solo esterna, ma anche interna, che dobbiamo avere per corrispondere alle ispirazioni della grazia. Alle volte noi non siamo pronti ad eseguire una buona ispirazione, o perche’ trattenuti dall’amor proprio a cui si unisce la tentazione, o per rispetto umano, o per non fare santa violenza a noi stessi.

Ma il respingere la buona ispirazione di esercitare una virtu’, di compiere un atto virtuoso, di fare una buona opera, di praticare una devozione, fa ritirare il Signore che ci priva di nuove ispirazioni.Invece la pronta corrispondenza pia e prudente alle sante ispiraizoni, ci attira maggiori lumi e grazie.

Nei casi dubbi si ricorre prontamente e con retta intenzione, al gran mezzo della preghiera e al retto e probo consiglio. Cosi’ il buon Dio non lascia di illuminare l’anima ad eseguire la salutare ispirazione, e ad accrescergliele con sempre maggior profitto della medesima.

Le nostre azioni, i nostri atti, le nostre preghiere, le ore della Passione, dobbiamo farle con le stesse intenzioni di Gesu’, nella sua Volonta’, e sacrificando noi stessi come Lui, per la gloria del Padre e per il bene delle anime.

Dobbiamo metterci nella disposizione di sacrificarci in tutto per amore del nostro amabile Gesu’, uniformandoci al suo spirito, operando con gli stessi suoi sentimenti e abbandonandoci in Lui, non solo in tutti i dolori e contrarieta’ esterni, ma molto piu’ in tutto cio’ che potra’ disporre nel nostro interno; e cosi’, all’occasione, ci troveremo pronti ad accettare qualunque pena. Cosi’ facendo noi daremo al nostro Gesu’ piccoli sorsi dolci; se poi tutto cio’ lo faremo nella Volonta’ di Dio, che contiene tutte le dolcezze, tutti i contenti ed in modo immenso, noi daremo a Gesu’ dei larghi sorsi dolci, in modo da mitigare l’attossicamento che Gli arrecano le creature e consolare il suo Divin Cuore.

Prima di cominciare qualunque azione invochiamo sempre la benedizione di Dio, per fare che le nostre azioni abbiano il tocco della divinita’ e attirino su di noi, non solo, ma su tutte le creature, le sue benedizioni. Mio Gesu’, la tua benedizione mi preceda, mi accompagni e mi segua, affinche’ tutto cio’ che faccio porti l’impronta del tuo "ti benedico".


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Seconda Ora
Dalle 6 alle 7 del pomeriggio
Gesù si separa dalla sua Madre SS.
e si avvia al cenacolo


Mio adorabile Gesù, mentre insieme con te ho preso parte ai tuoi dolori e a quelli dell'afflitta Mamma, vedo che ti decidi a partire per andare dove il Volere del Padre ti chiama. E' tanto l'amore tra Figlio e Madre che vi rende inseparabili, per cui tu ti lasci nel cuore della Mamma e la Regina e dolce Mamma si depone nel tuo, altrimenti vi sarebbe stato impossibile il separarvi. Ma poi, benedicendovi a vicenda, tu le dai l'ultimo bacio per rafforzarla negli acerbi dolori che sta per sostenere, le dai l'ultimo addio e te ne parti.

Ma la pallidezza del tuo volto, le tue labbra tremanti, la tua voce soffocata, come se volessi dare in pianto nel dirle addio, ah, tutto mi dice quanto l'ami e quanto soffri nel laciarla!

Ma per adempiere la Volontà del Padre, coi vostri cuori fusi l'uno nell'altro, a tutto vi sottoponete, volendo riparare per quelli che, per non vincere le tenerezze dei parenti e amici, i vincoli e gli attacchi, non si curano di adempiere il Volere santo di Dio e di corrispondere allo stato di santità a cui Dio li chiama. Quale dolore non ti danno queste anime, nel respingere dal loro cuore l'amore che vuoi dar loro, per contentarsi dell'amore delle creature!

Amabile amor mio, mentre con te riparo, permettimi che rimanga con la tua Mamma per consolarla e sostenerla, mentre tu parti; poi accelererò i passi, per venire a raggiungerti. Ma con mio sommo dolore vedo che la mia angosciata Mamma trema, ed è tanto il dolore che, mentre fa per dire al Figlio addio, la voce le muore sulle labbra e non può articolare parola, quasi viene meno e nel suo deliquio d'amore dice: "Figlio mio, Figlio mio, ti benedico! Che amara separazione, crudele più di ogni morte!" Ma il dolore le impedisce ancora di parlare e la rende muta!

Sconsolata Regina, lasciami che ti sostenga, ti asciughi le lacrime e ti compatisca nel tuo amaro dolore! Mamma mia, io non ti lascerò sola; e tu prendimi con te, insegnami in questo periodo così doloroso per te e per Gesù ciò che devo fare, come devo difenderlo, come ripararlo e consolarlo e se devo mettere la mia vita per difendere la sua. No, non mi sposterò da sotto il tuo manto. Ai tuoi cenni volerò da Gesù e gli porgerò il tuo amore, i tuoi affetti, i tuoi baci insieme ai miei, e li metterò in ogni piaga, in ogni goccia del suo sangue, in ogni pena ed insulto, affinché, sentendo lui in ogni pena i baci e l'amore della Mamma, le sue pene restino raddolcite. Poi ritornerò sotto il tuo manto, portandoti i suoi baci per raddolcire il tuo cuore trafitto. Mamma mia, il cuore mi batte, voglio andare da Gesù. E mentre io bacio le tue mani materne, tu benedicimi come hai benedetto Gesù e permettimi che vada da lui.

Mio dolce Gesù, l'amore mi addita i tuoi passi e ti raggiungo, mentre percorri le vie di Gerusalemme insieme ai tuoi amati discepoli. Ti guardo e ti vedo ancora pallido. Sento la tua voce, dolce, sì, ma mesta, tanto da spezzare il cuore dei tuoi discepoli, che ne sono conturbati.

"E' l'ultima volta - tu dici - che percorro queste vie da me solo; domani le percorrerò legato, trascinato tra mille insulti". E additando i punti dove sarai più vituperato e straziato, segui a dire: "La mia vita sta per tramontare quaggiù, come sta per tramontare il sole, e domani a quest'ora non ci sarò più... Ma come sole risorgerò il terzo giorno".

Al tuo dire, gli apostoli divengono mesti e taciturni e non sanno che rispondere. Ma tu soggiungi: "Coraggio, non vi abbattete; io non vi lascio, sarò sempre con voi; però è necessario che io muoia per il bene di voi tutti".

Così dicendo, sei commosso, ma con voce tremula continui ad istruirli. E prima che ti chiuda nel cenacolo guardi il sole che tramonta, come sta per tramontare la tua vita, offri i tuoi passi per quelli che si trovano al tramonto della vita e dai loro la grazia di farla tramontare in te, riparando per quelli che, nonostante i dispiaceri e i disinganni della vita, si ostinano a non arrendersi a te.

Poi guardi di nuovo Gerusalemme, il centro dei tuoi prodigi e delle predilezioni del tuo cuore, che per contraccambio ti sta preparando la croce, aguzzando i chiodi per compiere il deicidio, e tu fremi, ti si schianta il cuore e piangi la sua distruzione.

Con ciò ripari per tante anime a te consacrate, che con tanta cura cercavi di formare come portenti del tuo amore, ed esse, ingrate ed in corrispondenti, ti fanno patire più amarezze. Voglio riparare insieme con te, per raddolcire lo schianto del tuo cuore.

Ma vedo che resti inorridito alla vista di Gerusalemme e, ritirando lo sguardo, entri nel cenacolo. Amor mio, stringimi al tuo cuore, affinché faccia mie le tue amarezze, per offrirle insieme con te, e tu guarda pietoso l'anima mia e, versando in essa il tuo amore, benedicimi.

Riflessioni e Pratiche
Gesu’ con prontezza si separa dalla sua Madre, sebbene il suo Cuore tenerissimo ne subisca uno schianto.

Siamo noi cosi’ pronti a sacrificare, per adempiere i divini voleri, anche gli affetti piu’ legittimi e santi?

(Esaminiamoci specialmente nei casi di allontanamento della Divina Presenza sensibile, o della sensibile devozione).

Gesu’ facendo gli ultimi passi, non li faceva a vuoto, in questi glorificava il Padre e chiedeva la salvezza delle anime. Nei nostri passi dobbiamo mettere le stesse intenzioni che metteva Gesu’, cioe’ di sacrificarci per la gloria del Padre e per il bene delle anime. Dobbiamo inoltre immaginarci di mettere i nostri passi in quelli di Gesu’ Cristo; e come Gesu’ Cristo non li metteva a vuoto, ma racchiudeva nei suoi tutti quelli delle creature, riparando tutti i passi cattivi, per dare al Padre la gloria dovuta, e vita a tutti i passi cattivi delle creature perche’ potessero camminare per la via del bene, cosi’ faremo ancora noi mettendo i nostri passi in quelli di Gesu’ Cristo con le sue stesse intenzioni.

Per la strada andiamo modesti, raccolti in modo da essere di esempio agli altri? Mentre l’afflitto Gesu’ camminava, rivolgeva di tanto in tanto qualche parola agli Apostoli, parlando loro della sua imminente Passione; e nei nostri discorsi che diciamo?

Facciamo noi, quando si offre l’occasione, argomento dei nostri discorsi la Passione del Divin Redentore?

L’amante Gesu’ vedendo gli Apostoli tristi e scoraggiati cercava di confortarli. Nei nostri discorsi mettiamo noi l’intenzione di sollevare Gesu’ Cristo, cerchiamo noi di farli nella Volonta’ di Dio con l’infondere negli altri lo Spirito di Gesu’ Cristo? Gesu’ va al cenacolo: i pensieri, gli affetti, i palpiti, le preghiere, le azioni, il cibo, il lavoro, dobbiamo racchiuderli nel Cuore di Gesu’ Cristo nell’atto di operare, e cosi’ facendo, le nostre azioni prenderanno l’attitudine divina. Ma essendo difficile poter tenere sempre quest’attitudine divina, perche’ l’anima difficilmente puo’ fondere continuamente in Lui i suoi atti, puo’ supplire allora con l’attitudine della sua buona volonta’, e Gesu’ lo gradira’ tanto; si fara’ vigile sentinella d’ogni suo pensiero, di ogni sua parola, d’ogni suo palpito; questi atti se li mettera’ in corteggio dentro e fuori di Se’ guardandoli con tanto amore, come frutto del buon volere della creatura. Quando poi l’anima, fondendosi in Lui, fa i suoi atti immediati con Gesu’, il buon Gesu’ si sente tanto tirato verso quest’anima, che fara’ insieme cio’ che ella fa, e trasmutera’ in divino l’operato della creatura. Tutto questo e’ effetto della Bonta’ di Dio, che fa conto di tutto e premia tutto, anche un piccolo atto nella Volonta’ di Dio, per fare che la creatura non resti defraudata in nulla.

O mia vita e mio tutto, i tuoi passi dirigano i miei, e mentre calpesto la terra, fa che i miei pensieri siano nel Cielo!


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Terza Ora
Dalle 7 alle 8 della sera
La Cena Legale


O Gesù, già arrivi al cenacolo insieme con gli amati discepoli e ti metti a cena con loro. Quale dolcezza, quale affabilità non mostri in tutta la tua persona, nell'abbassarti a prendere l'ultima volta il cibo materiale! Ivi tutto è amore in te; anche in questo tu non solo ripari i peccati di gola, ma impetri anche la santificazione del cibo e, come questo si converte in forza, così impetri per noi la santità anche nelle cose più basse e più comuni.

Gesù, vita mia, il tuo sguardo dolce e penetrante pare che scruti tutti gli apostoli, ed anche in quell'atto di prendere il cibo il tuo cuore rimane trafitto, nel vedere i tuoi cari apostoli deboli e fiacchi ancora, specie il perfido Giuda, che ha già messo piede nell'inferno. E tu, dal fondo del cuore, amaramente dici: "Qual'è l'utilità del mio sangue? Ecco un'anima da me tanto beneficata: è perduta!"

E con i tuoi occhi sfavillanti di luce lo guardi, come a volergli far comprendere il gran male compiuto. Ma la tua suprema carità ti fa sopportare questo dolore e non lo fai manifesto neppure ai tuoi amati discepoli.

E mentre soffri per Giuda, il tuo cuore si vorrebbe riempire di gioia nel vedere alla sinistra il tuo amato discepolo Giovanni, tanto che, non potendo contenere più l'amore, attirandolo dolcemente a te, gli fai posare il capo sul tuo cuore, facendogli provare il paradiso anticipato.

Ed è in quest'ora solenne che nei due discepoli vengono raffigurati i due popoli, il reprobo e l'eletto: il reprobo in Giuda, che sente già l'inferno nel cuore; l'eletto in Giovanni, che in te riposa e gode.

O dolce mio Bene, anch'io mi metto a ti vicino e insieme al tuo amato discepolo voglio poggiare il mio capo stanco sul tuo cuore adorabile e pregarti di farmi sentire, anche su questa terra, le delizie del cielo, onde rapito dalle dolci armonie del tuo cuore, la terra non sia per me più terra, ma cielo.

Ma in quelle armonie dolcissime e divine sento che ti sfuggono dolorosi palpiti: sono per le anime perdute! O Gesù, deh, non permettere che nuove anime si perdano; fa che il tuo palpito, scorrendo nel loro, li faccia sentire i palpiti della vita del cielo, come li sente il tuo amato discepolo Giovanni, e attratti dalla soavità e dolcezza del tuo amore, possano tutti arrendersi a te.

O Gesù, mentre rimango nel tuo cuore, dà anche a me il cibo, come lo desti agli apostoli: il cibo della tua Divina Volontà, il cibo dell'amore, il cibo della divina parola. Mai mi negare, o mio Gesù, questo cibo che tu tanto desideri di darmi, in modo da formare in me la tua stessa vita.

Dolce mio Bene, mentre me ne sto a te vicino, vedo che il cibo che tu prendi insieme ai tuoi cari discepoli non è altro che un agnello. E' questo l'agnello figurativo; e come in questo agnello non rimane umore vitale per la forza del fuoco, così tu, Agnello mistico, che tutto devi consumarti per le creature per forza di amore, neppure una goccia di sangue serberai per te, versandolo tutto per amore nostro.

Sicché, o Gesù, niente tu fai che non raffiguri al vivo la tua dolorosissima passione, che hai sempre presente nella mente, nel cuore, in tutto; e ciò m'insegna che, se anch'io avessi innanzi alla mente e nel cuore il pensiero della tua passione, mai mi negheresti il cibo dell'amor tuo. Quanto te ne ringrazio!

O mio Gesù, nessun atto ti sfugge che non abbia me presente e che non intenda farmi un bene speciale. perciò ti prego che la tua passione sia sempre nella mia mente nel mio cuore, nei miei sguardi, nelle mie opere e nei miei passi, affinché dovunque mi volga, dentro e fuori di me, trovi te sempre a me presente; e dammi la grazia che mai dimentichi ciò che hai sofferto e patito per me. Sia questa sia la mia calamita, che attirando tutto il mio essere in te, non mi faccia più allontanare da te.
Riflessioni e Pratiche

Prima di prendere il cibo, uniamo le nostre intenzioni a quelle del nostro amabile e buon Gesu’, immaginandoci di avere nella nostra bocca la bocca di Gesu’, e muoviamo la nostra lingua e le nostre guance insieme con le sue. Cosi’ facendo, non solo attireremo in noi la vita di Gesu’ Cristo, ma ci uniremo con Lui, per dare al Padre la gloria, la lode, l’amore, il ringraziamento, la riparazione completa dovuta dalle creature, e che il buon Gesu’ faceva in quest’atto di prendere il cibo. Immaginiamoci anche di stare a tavola vicino a Gesu’ Cristo, ed ora di darGli uno sguardo, ora do pregarLo di dividere con noi un boccone, ora di baciare un lembo del suo manto, ora di contemplare il muoversi delle sue labbra, dei suoi celesti occhi, ora di notare il subitaneo annuvolarsi del suo amabilissimo Volto, quando prevede tante umane ingratitudini!

Come l’amante Gesu’ durante la cena parlava della sua Passione, cosi’ noi, prendendo il cibo, faremo qualche riflessione sul modo come abbiamo fatto le ore della Passione. Gli Angeli pendono dalle nostre labbra per raccogliere le nostre preghiere, le nostre riparazioni, e portarle innanzi al Padre per mitigare, in qualche modo, il suo giusto sdegno per le tante offese che riceve dalle creature, come le portavano quando Gesu’ stava sulla terra. E noi, quando preghiamo, possiamo dire che gli Angeli sono stati contenti, che siamo stati raccolti, riverenti, in modo da poter essi portare in Cielo con gioia, le nostre preghiere come portavano quelle del nostro Gesu’, ovvero ne sono stati contristati?

Mentre l’afflitto Gesu’ prendeva il cibo, restava trafitto alla vista della perdita di Giuda, e in Giuda vedeva tutte le anime che dovevano andare perdute; ed essendo la perdita delle anime il più grande dei suoi dolori, non potendo contenerlo, tirò a Se’ Giovanni per averne ristoro. Cosi’ noi Gli staremo come Giovanni sempre d’appresso, compatendoLo nei suoi dolori, sollevandoLo e dandoGli riposo nel nostro cuore; faremo nostra la sua pena, ci immedesimeremo in Lui, e cosi’ sentiremo i palpiti di quel Cuore Divino, trafitto dalla perdita delle anime. E noi Gli daremo i nostri palpiti per togliere quelle trafitture, e al posto di quelle trafitture gli metteremo le anime che vogliono andare perdute, perche’ si convertano e si salvino.

Ogni palpito del Cuore di Gesu’ e’ un "ti amo" che si ripercuote in tutti i palpiti delle creature, che vorrebbe racchiudere tutte nel suo Cuore per avere in ricambio il palpito di esse; ma l’amante Gesu’ da molti non lo ha, e percio’ il suo palpito resta come soffocato ed amareggiato. E noi preghiamo che Gesu’ segni il nostro palpito col suo "ti amo" affinché anche il nostro cuore possa fare la vita del suo Cuore, che ripercuotendosi nel palpito delle creature, le costringa a dire "Ti amo, Gesu’!" Anzi ci fonderemo in Lui, e l’amabile Gesu’ ci fara’ sentire il suo "ti amo" che riempie Cielo e Terra, circola nei Santi, scende in Purgatorio; tutti i cuori delle creature sono toccati da questo "ti amo", gli stessi elementi sentono nuova vita, in modo che tutti ne provano gli effetti. Gesu’ anche nel suo respiro si sente come soffocare per la perdita delle anime; e noi Gli daremo il nostro respiro d’amore a suo sollievo e, prendendo il suo respiro, toccheremo le anime che si distaccano dalle sue braccia per dar loro la vita del respiro divino; affinche’ invece di fuggire, possano ritornarGli, e stringersi piu’ a Lui.

E quando ci troviamo in pena e sentiamo che quasi il nostro respiro non esce libero, pensiamo allora a Gesu’, che nel suo respiro contiene il respiro di tutte le creature: anch’Egli, come le anime vanno perdute, si sente togliere un respiro; e noi mettiamo allora il nostro respiro dolente a affannato nel respiro di Gesu’ per sollevarLo, e con la nostra pena corriamo appresso al peccatore per costringerlo a rinchiudersi nel Cuore di Gesu’.

Amato mio Bene, il mio respiro sia grido continuo ad ogni respiro di creatura, e la costringa a rinchiudersi nel tuo respiro.

La prima parola che l’amante Gesu’ disse sulla Croce, fu la parola di perdono, per scusare innanzi al Padre tutte le anime, cambiar la giustizia in misericordia. E noi Gli daremo i nostri atti per scusare il peccatore, affinche’ intenerito dalle nostre scuse, nessun’anima possa andare all’inferno. Ci uniremo con Lui a fare la sentinella ai cuori delle creature, affinche’ nessuno l’offenda. Lo faremo sfogare nell’amore, accettando di buon animo tutto cio’ che disporra’ di noi, freddezze, durezze, oscurita’, oppressioni, tentazioni, distrazioni, calunnie, malattie ed altro per rinfrancarlo di cio’ che riceve dalle creature. Non è col solo amore che Gesu’ si sfoga con le anime, ma molte volte, quando sente il freddo delle creature, se ne va all’anima e le fa sentire il suo freddo per sfogare con lei; e se l’anima l’accetta, Gesu’ si sentira’ rinfrancato di tutte le freddezze delle creature, e questo freddo sara’ di sentinella al cuore altrui per fare amare l’amante Gesu’.

Altre volte, Gesu’ sente la durezza dei cuori nel suo, e non potendola contenere, vuole sfogare e viene da noi; tocca il suo Cuore col nostro facendoci parte della sua pena; e noi facendo nostra la sua pena, la metteremo intorno al cuore del peccatore per sciogliere la sua durezza e ricondurlo a Lui.

Amato mio Bene, Tu soffri tanto per la perdita della anime, ed io per compassione, metto a tua disposizione l’essere mio; prendero’ su di me le tue pene e le pene dei peccatori, e lascero’ Te sollevato, e il peccatore avvinto a Te.

O mio Gesu’, deh, fa che tutto il mio essere si sciolga in amore, affinche’ possa essere di continuo sollievo per raddolcire tutte le tue amarezze.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Quarta Ora
Dalle 8 alle 9 della sera
La Cena Eucaristica


Dolce Amor mio, incontentabile sempre nel tuo amore, vedo che mentre finisci la cena legale insieme coi tuoi cari discepoli ti alzi da tavola e, unito con loro, innalzi l'inno di ringraziamento al Padre per avervi dato il cibo, volendo riparare con ciò tutte le mancanze di ringraziamento delle creature, e per i tanti mezzi che ci dà per il mantenimento della vita corporale. Perciò tu, o Gesù, in ciò che fai, tocchi o vedi, hai sempre sul labbro la parola "Grazie ti siano rese, o Padre". Anch'io, Gesù, unito a te, prendo la parola dalle tue stesse labbra e dirò sempre ed in tutto: "Grazie per me e per tutti", per continuare la riparazione per le mancanze di ringraziamento.

La lavanda dei piedi

Ma, o mio Gesù, il tuo amore pare che non ha posa. Vedo che fai sedere di nuovo i tuoi amati discepoli; prendi un catino di acqua, ti cingi di bianca tovaglia e ti prostri ai piedi degli apostoli, in gesto così umile da attirare l'attenzione di tutto il cielo e farlo rimanere estatico. Gli stessi apostoli rimangono quasi senza moto, nel vederti prostrato ai loro piedi. Ma dimmi, Amor mio, che vuoi? Che intendi con quest'atto così umile? Umiltà non mai vista e che mai si vedrà!

"Ah, figlio mio, voglio tutte le anime e, prostrato ai loro piedi, come povero mendico, le chiedo, le importuno e, piangendo, tramo loro insidie d'amore per averle!

Voglio, prostrato ai loro piedi, con questo catino d'acqua mescolata con le mie lacrime lavarle da qualunque imperfezione e prepararle a ricevere me nel SS. Sacramento.

Mi sta tanto a cuore quest'atto di ricevermi nell'Eucaristia, che non voglio affidare questo ufficio agli angeli e neppure alla mia cara Mamma, ma io stesso voglio purificarne anche le fibre più intime, per disporle a ricevere il frutto del Sacramento; e negli apostoli intendevo preparare tutte le anime.

Intendo riparare tutte le opere sante e l'amministrazione dei Sacramenti, soprattutto fatta dai sacerdoti con spirito di superbia, vuote di spirito divino e di disinteresse. Ah, quante opere buone mi giungono più per farmi disonore che per darmi onore! Più per amareggiarmi che per compiacermi! Più per darmi morte che per darmi vita! Queste sono le offese che più mi contristano. Ah, sì, figlio mio, numera tutte le offese più intime che mi si fanno e riparami con le mie stesse riparazioni; consola il mio cuore amareggiato".


O mio afflitto Bene, faccio mai la tua vita ed insieme con te intendo ripararti tutte queste offese. Voglio entrare nei più intimi nascondigli del tuo cuore divino e riparare col tuo stesso cuore le offese più intime e segrete che ricevi dai tuoi più cari. Voglio, o mio Gesù, seguirti in tutto ed insieme con te voglio girare per tutte le anime che ti devono ricevere nell'Eucaristia ed entrare nei loro cuori, ed insieme alle tue metto le mie mani per purificarle.

Deh, o Gesù, con queste tue lacrime ed acqua, con cui lavasti i piedi degli apostoli, laviamo le anime che ti devono ricevere, purifichiamo i loro cuori, infiammiamoli, scuotiamone la povere di cui sono imbrattati, affinché ricevendoti, tu possa trovare in loro le tue compiacenze anziché le tue amarezze.

Ma, affettuoso mio Bene, mentre stai tutto intento a lavare i piedi degli apostoli, ti guardo e vedo un altro dolore che trafigge il tuo Cuore SS.mo. Questi apostoli ti rappresentano tutti i futuri figli della Chiesa e ciascuno di loro la serie di ciascuno dei tuoi dolori. In chi le debolezze, in chi gli inganni; in questo le ipocrisie, in quello l'amore smodato agli interessi; in San Pietro le mancanze di proposito e tutte le offese dei capi della Chiesa; in San Giovanni stesso (che anche lui si addormentò nell’orto, dopo che riposò sul tuo Cuore, e poi fuggì) le offese dei tuoi più fidi; in Giuda tutti gli apostati, con tutta la serie dei gravi mali che da questi si commettono.

Ah, il tuo Cuore è soffocato dal dolore e dall'amore, tanto che, non potendo reggere, ti soffermi ai piedi di ciascun apostolo e dai in pianto, e preghi e ripari per ciascuna di queste offese, ed impetri per tutti il rimedio opportuno.

Mio Gesù, anch'io mi unisco a te; faccio mie le tue preghiere, le tue riparazioni e i tuoi rimedi opportuni per ciascun'anima. Voglio mescolare le mie lacrime alle tue, affinché tu mai sia solo, ma sempre mi abbia con te per dividere insieme le tue pene.

Ma mentre t'inoltri, dolce Amor mio, nel lavare i piedi degli apostoli, vedo che già sei ai piedi di Giuda. Ti sento il respiro affannoso. Vedo che non solo piangi, ma singhiozzi, e mentre lavi quei piedi, te li baci, ti li stringi al cuore e, non potendo parlare con la voce perché soffocata dal pianto, lo guardi con quegli occhi gonfi di lacrime e gli dici col cuore:

"Figlio mio, deh, ti prego con le voci delle lacrime, non andare all'inferno! Dammi la tua anima, che prostrato ai tuoi piedi ti chiedo. Dì, che vuoi? Che pretendi? Tutto ti darò, purché non ti perda. Deh, risparmia questo dolore a me, tuo Dio!"

E ritorni a stringerti quei piedi al tuo cuore. Ma vedendo la durezza di Giuda, il tuo cuore è messo alle strette, il tuo cuore ti soffoca e stai in atto di venir meno. Cuor mio e Vita mia, permettimi che ti sostenga fra le mie braccia. Capisco che questi sono i tuoi stratagemmi amorosi, che usi con ciascun peccatore ostinato.

Deh, ti prego, Cuor mio, mentre ti compatisco e ti riparo le offese che ricevi dalle anime che si ostinano a non volersi convertire, giriamo insieme la terra e dove stanno peccatori ostinati diamo loro le tue lacrime per ammollirli, i tuoi baci e le tue strette d'amore per incatenarli a te, in modo da non poter sfuggire, e così rinfrancarti del dolore della perdita di Giuda.

Istituzione dell'Eucaristia
Mio Gesù, gioia e delizia mia, vedo che il tuo amore corre e rapidamente corre. Ti alzi, dolente come sei, e quasi corri all'altare dov'è preparato il pane ed il vino per la consacrazione. Ti vedo, cuor mio, che prendi un aspetto tutto nuovo e non mai visto: la tua Divina Persona prende un aspetto tenero, amoroso, affettuoso; i tuoi occhi sfolgorano luce, più che se fossero soli; il tuo volto roseo è splendente; le tue labbra sorridenti e bruciante d'amore; le tue mani creatrici si mettono in atteggiamento di creare. Ti vedo, Amor mio, tutto trasformato; la Divinità pare come se traboccasse fuori dell'umanità.

Cuor mio e Vita mia, Gesù, questo tuo aspetto non mai visto chiama l'attenzione di tutti gli apostoli; sono presi da un dolce incanto e non osano neppure fiatare. La dolce Mamma corre in spirito ai piedi dell'altare, a mirare i portenti del tuo amore. Gli angeli scendono dal cielo e si domandano fra loro: "Che c'è? Che c'è? Sono vere follie, veri eccessi! Un Dio che crea, non il cielo o la terra, ma sé stesso... E dove? Dentro la materia corruttibile di poco pane e poco vino".

Ma mentre sono tutti intorno a te, oh Amore insaziabile, vedo che prendi il pane fra le mani, lo offri al Padre, e sento la tua voce dolcissima che dice:

"Padre santo, grazie ti sian rese, ché sempre esaudisci il Figlio tuo. Padre santo, concorri con me. Tu, un giorno, mi mandasti dal cielo in terra ad incarnarmi nel seno della Mamma mia, per venire a salvare i nostri figli; ora permettimi che m'incarni in ciascun'Ostia, per continuare la loro salvezza ed essere vita di ciascuno dei miei figli. Vedi, o Padre? Poche ore restano della mia vita: chi avrà il cuore di lasciare i miei figli orfani e soli? Molti sono i loro nemici, le tenebre, le passioni, le debolezze cui vanno soggetti. Chi li aiuterà? Deh, ti supplico, che rimanga in ciascun'Ostia, per essere vita di ognuno e quindi mettere in fuga i nemici, ed essere loro luce, fortezza ed aiuto in tutto. Altrimenti, dove andranno? Chi li aiuterà? Le nostre opere sono eterne, il mio amore è irresistibile: non posso né voglio lasciare i miei figli".

Il Padre s'intenerisce alla voce tenera ed affettuosa del Figlio. Scende dal cielo; è già sull'altare ed unito con lo Spirito Santo a concorrere col Figlio... E Gesù, con voce sonora e commovente, pronuncia le parole della Consacrazione e, senza lasciare sé stesso, crei te stesso Sacramentalmente in quel pane e vino.

Poi comunichi i tuoi apostoli; e credo che la nostra celeste Mamma non restò priva dal riceverti. Ah, Gesù, i cieli s'inchinano e tutti t'inviano un atto di adorazione nel tuo nuovo stato di profondo annichilamento.

Ma, o dolce Gesù, mentre il tuo amore resta contentato e soddisfatto, non avendo altro che fare, vedo, o mio Bene, su questo altare, nelle tue mani tutte le Ostie consacrate che si perpetueranno fino alla fine dei secoli; ed in ciascuna Ostia schierata tutta la tua dolorosa passione, perché le creature, agli eccessi del tuo amore, ti preparano eccessi d'ingratitudine e di enormi delitti. Ed io, Cuore del mio cuore, voglio trovarmi sempre insieme con te in ogni Tabernacolo, in tutte le pissidi ed in ciascuna Ostia consacrata che si troverà fino alla fine del mondo, ad emettere i miei atti di riparazione, a seconda delle offese che ricevi.

O Gesu’, Ti contemplo nell’Ostia Santa e come se Ti vedessi nella Tua adorabile Persona, bacio la Tua fronte maestosa, ma baciandoti sento le punture delle tue spine. O mio Gesù, in quest'Ostia santa quante creature non ti risparmiano le spine: esse si portano innanzi a te e, invece di mandarti l'omaggio dei loro buoni pensieri, ti mandano i loro pensieri cattivi, e tu di nuovo abbassi la testa come nella passione e ricevi e tolleri le spine di questi pensieri cattivi. O mio Amore, mi avvicino a te per dividere le tue pene; metto tutti i miei pensieri nella tua mente, per respingere queste spine che tanto ti addolorano, ed ogni mio pensiero scorra in ogni tuo pensiero, per farti l'atto di riparazione per ogni pensiero cattivo e così consolare la tua mesta mente.

Gesù, mio Bene, bacio i tuoi occhi belli. Vedo il tuo sguardo amoroso rivolto a quelli che si portano alla tua presenza, ansiosi di avere il ricambio dei loro sguardi d'amore. Ma quanti vengono innanzi a te e, invece di guardare e cercare Te, guardano cose che li distraggono e privano Te del gusto che provi nello scambio degli sguardi d'amore! Tu piangi, ed io, baciandoti, sento le mie labbra bagnate dalle tue lacrime. Mio Gesù, non piangere; voglio mettere i miei occhi nei tuoi, per dividere insieme queste tue pene e piangere con Te; e volendo riparare tutti gli sguardi distratti delle creature, ti offro i miei sguardi sempre fissi in Te.

Gesù, mio Amore, bacio le tue santissime orecchie e Ti vedo intento ad ascoltare ciò che vogliono da Te le creature per consolarle. Ma queste invece, Ti fanno giungere alle orecchie preghiere malamente recitate, piene di diffidenza, preghiere fatte per abitudine, ed il tuo udito in quest'Ostia santa è molestato più che nella stessa Passione. O mio Gesù, voglio prendere tutte le armonie del cielo e metterle nelle tue orecchie per ripararti, e voglio mettere le mie orecchie nelle tue, non solo per dividere insieme queste pene, ma per offrirti il mio atto continuo di riparazione e consolarti.

Gesù, mia Vita, bacio il tuo Santissimo Volto; lo vedo insanguinato, livido e gonfio. Le creature, o Gesù, vengono innanzi a questa Ostia santa e con le loro posizioni indecenti e con i loro discorsi cattivi, invece di darti onore Ti mandano schiaffi e sputi. E Tu, come nella Passione, in tutta pace e pazienza le ricevi e tutto sopporti! O Gesù, voglio mettere il mio volto vicino al tuo, non solo per baciarti e ricevere gl’insulti che Ti vengono dalle creature, ma per dividere con Te tutte le tue pene; e con le mie mani intendo accarezzarti, toglierti gli sputi e stringerti forte al mio cuore; e del mio essere fare tanti minutissimi brani e metterli innanzi a Te, come tante anime che Ti adorano, e tutti i miei movimenti intendo che siano continue prostrazioni, per ripararti i disonori che ricevi da tutte le creature.

Gesù mio, bacio la tua Santissima bocca; veggo che nello scendere sacramentato nei cuori delle creature sei costretto a poggiarti su molte lingue mordaci, impure, cattive. Oh, come ne resti amareggiato! Ti senti come attossicare da queste lingue, e peggio quando scendi nei loro cuori! O Gesù, se fosse possibile, vorrei trovarmi nella bocca di ciascuna creatura, per mutare in lodi tutte le offese che da esse ricevi.

Affaticato mio Bene, bacio la tua Santissima testa. La vedo stanca, sfinita e tutta occupata nel tuo lavorio d'amore; dimmi, che fai? E tu: "Figlio mio, in quest'Ostia lavoro da mane a sera, formando catene d'amore; e come le anime vengono da Me, io le incateno al mio Cuore; ma sai tu che Mi fanno esse? Molte, a via di sforzi, si svincolano e mettono le mie amorose catene in frantumi; e siccome queste catene sono legate al mio Cuore, io ne resto torturato e vado in delirio. Esse poi, nello spezzare le mie catene, mandano a vuoto il mio lavorio, cercando le catene delle creature; e questo lo fanno anche alla mia presenza, servendosi di Me per raggiungere i loro intenti. Ciò Mi addolora tanto, che Mi dà febbre violenta, da farmi venir meno e delirare". Quanto Ti compatisco, o Gesù! Il tuo amore è messo alle strette, ed io, per rinfrancarti delle offese che ricevi da queste anime, Ti prego di incatenare il mio cuore con queste catene, da esse spezzate, per poterti dare per loro il mio ricambio di amore.

Mio Gesù, mio Frecciero divino, bacio il tuo petto. E' tale e tanto il fuoco che in esso contieni, che per dare un po' di sfogo alle tue fiamme e volendo fare un po' di sosta nel tuo lavoro, Ti metti a giocare con le anime che vengono a te, tirando loro frecce d'amore, che escono dal tuo petto. Il tuo gioco è formare frecce, dardi, saette; e quando queste colpiscono le anime, Tu vai in festa. Ma molti, o Gesù, te le respingono, mandandoti per ricambio frecce di freddezza, dardi di tiepidezza e saette d'ingratitudini; e Tu ne resti così afflitto, da piangere amaramente! O Gesù, ecco il mio petto, pronto a ricevere non solo le tue frecce destinate a me, ma anche quelle che Ti respingono le altre anime, e così non più resterai sconfitto nel tuo gioco d'amore; e voglio pure ripararti le freddezze, le tiepidezze e le ingratitudini che da esse ricevi.

O Gesù, bacio la tua mano sinistra e intendo riparare tutti i tocchi illeciti o riprovevoli, fatti alla tua presenza, e Ti prego di tenermi sempre stretto al tuo Cuore.

Gloria al Padre e al Figlio ecc…

O Gesù, bacio la tua mano destra e intendo riparare tutti i sacrilegi, specie le Messe malamente celebrate! Quante volte, Amor mio, Tu sei costretto a scendere dal Cielo in mani e petti indegni e, sebbene senti nausea di trovarti in quelle mani, l'amor Ti costringe a rimanervi; anzi, in certi tuoi ministri, Tu trovi i rinnovatori tua Passione, che coi loro enormi delitti e sacrilegi rinnovano il Deicidio! Gesù, mi fa spavento a pensar ciò! Ma purtroppo, come nella passione stavi nelle mani dei Giudei, Tu Te ne stai in quelle mani indegne, quale agnellino mansueto, aspettando di nuovo la tua morte e anche la loro conversione. O Gesù, quanto soffri! Tu vorresti una mano amante per liberarti da quelle mani sanguinarie. O Gesù, quando Ti troverai in tali mani, Ti prego di chiamarmi a Te vicino, e per ripararti, Ti coprirò con la purità degli Angeli, Ti profumerò con le tue virtù per attutire la nausea che provi nel trovarti in quelle mani, ed il mio cuore Te l'offrirò per scampo e rifugio. E mentre resterai in me, io Ti pregherò per i Sacerdoti, acciocché tutti siano degni tuoi Ministri. Cosi’ sia.

Gloria al Padre….

O Gesù, bacio il tuo piede sinistro ed intendo ripararti per quelli che Ti ricevono per abitudine e senza le dovute disposizioni.

Gloria al Padre….

O Gesù, bacio il tuo piede destro e intendo riparare per quelli che Ti ricevono per oltraggiarti. Deh, Ti prego, quando ardiranno di fare cio’, di rinnovare il miracolo che operasti a Longino; e come lo risanasti e lo convertisti al tocco del Sangue che sgorgò dal tuo cuore, trapassato dalla sua lancia, così, al tuo tocco sacramentale converti le offese in amore e gli offensori in amanti!

Gloria al Padre….

O Gesù, bacio il tuo dolcissimo Cuore, nel quale si riversano tutte le offese, ed io di tutto intendo ripararti, darti per tutti un contraccambio d'amore e sempre insieme con Te dividere le tue pene!

Gloria al Padre…..

O celeste Frecciero, se qualche offesa sfugge alla mia riparazione, Ti prego d'imprigionarmi nel tuo cuore e nella tua Volontà, affinché tutto ripari. Pregherò la dolce Mamma che mi tenga sempre insieme con Lei, al fine di riparare tutto e per tutti; Ti baceremo insieme e facendoti riparo, Ti allontaneremo le onde delle amarezze che ricevi dalle creature. Deh, o Gesù, ricordati che anch'io sono una povera peccatrice, rinchiudimi nel tuo Cuore, e con le catene del tuo amore non solo imprigionami, ma lega uno per uno i miei pensieri, gli affetti, i desideri; incatena le mie mani e i miei piedi al tuo Cuore, perché io non abbia altre mani e altri piedi che i tuoi!

Sicché, Amor mio, il mio carcere sarà il tuo Cuore, le mie catene saranno formate dall'amore, le tue fiamme saranno il mio cibo; il tuo respiro sarà il mio, i cancelli che m'impediranno di uscire sara’ la tua Santissima Volontà; e così non vedrò che fiamme, non toccherò che fuoco, che, mentre mi daranno vita, mi daranno morte, come quella che subisci Tu nell'Ostia santa. Ti darò la mia vita, e cosi’ mentre io resterò prigioniero in Te, tu resterai sprigionato in me. Non è questo il tuo intento nel carcerarti nell'Ostia, per essere scarcerato dalle anime che Ti ricevono, prendendo vita in loro? Ed ora, in segno d'amore, benedicimi, da’ il mistico bacio d’amore all’anima mia, mentre io mi rimango a stretto e abbracciato.

Gloria al Padre….

O dolce Cuor mio, vedo che, dopo che hai istituito il SS. Sacramento e hai visto l'enorme ingratitudine e le offese delle creature agli eccessi del tuo amore, sebbene ne resti ferito ed amareggiato, pure non indietreggi, anzi vuoi affogare tutto nell'immensità del tuo amore.

Ti vedo, o Gesù, che amministri te stesso ai tuoi apostoli e dopo soggiungi che ciò che hai fatto tu lo devono far loro, dando loro la potestà di consacrare, e perciò li ordini sacerdoti, ed istituisci altri Sacramenti. Sicché a tutto ci pensi e tutto ripari: le prediche fatte malamente, i Sacramenti amministrati e ricevuti senza disposizione e perciò senza effetti, le vocazioni sbagliate dei sacerdoti, da parte loro e da parte di chi li ordina, non usando tutti i mezzi per conoscere le vere vocazioni. Ah, niente ti sfugge, o Gesù, ed io intendo seguirti e ripararti tutte queste offese.

Onde, dopo che hai dato adempimento a tutto, prendi i tuoi apostoli e t'incammini all'Orto di Getsemani, per dar principio alla tua dolorosa Passione. Ti seguirò in tutto per tenerti fedele compagnia e mentre tu tristemente procedi, io intendo ripararTi per quelle anime che escono dalla chiesa con la mente divagata e disfatta, e pregarTi affinché tu dia luce e grazie a queste anime, che mentre praticano le cose sante, non ne ricavano nessun profitto, perché non se ne servono bene.

Riflessioni e Pratiche

Gesù é nascosto nell’Ostia per dare vita a tutti; nel suo nascondimento abbraccia tutti i secoli e dà luce a tutti. Così noi, nascondendoci in Lui, con le nostre preghiere e riparazioni daremo luce e vita a tutti, ed anche agli stessi eretici ed infedeli, perché Gesù non esclude nessuno.

Che fare in questo nascondimento? Per farci simili a Gesù Cristo dobbiamo nascondere tutto in Lui, cioè pensieri, sguardi, parole, palpiti, affetti, desideri, passi ed opere, e fin le stesse preghiere nasconderle nelle preghiere di Gesù. E come l’amante Gesù nell’Eucaristia abbraccia tutti i secoli, così li abbracceremo insieme, stretti a Lui saremo pensiero di ogni mente, parola di ogni lingua, desiderio d’ogni cuore, passo d’ogni piede, opera d’ogni braccio, Così facendo storneremo dal Cuore di Gesù il male che vorrebbero farGli tutte le creature; cercando di sostituire a tutto questo male, tutto il bene che ci sarà possibile di fare; e in tal modo pressare Gesù di dare a tutte le anime salvezza, santità, amore.

La vita nostra, per corrispondere a quella di Gesù, dev’essere tutta uniformata alla sua. L’anima deve con l’intenzione, trovarsi in tutti i Tabernacoli del mondo, per farGli continua compagnia e darGli sollievo e riparazione continua, e con questa intenzione fare tutte le azioni della giornata. Il primo tabernacolo é in noi, nel nostro cuore; bisogna quindi prestare grande attenzione a tutto ciò che il buon Gesù vuole fare in noi. Molte volte Gesù stando nel nostro cuore, ci fa sentire il bisogno della preghiera. Ah, é Gesù, che vuol pregare e ci vuole con Lui, quasi immedesimandosi con la nostra voce, coi nostri affetti, con tutto il nostro cuore, per fare che la nostra preghiera sia una sola con la sua! E così per fare onore alla preghiera di Gesù, staremo attenti a prestarGli tutto il nostro essere in modo che l’amante Gesù innalzi al Cielo la sua preghiera per parlare al Padre e per rinnovare nel mondo gli effetti della sua stessa preghiera.

Bisogna stare attenti a tutti i nostri moti interni, perché il buon Gesù ora ci fa soffrire, ora ci vuole alla preghiera, ora ci mette in uno stato di animo, ora in un altro per poter ripetere in noi la sua stessa vita.

Supponiamo che Gesù ci metta nell’occasione di esercitare la pazienza. Egli riceve tali e tante offese dalle creature, che si sente spinto a mettere mano ai flagelli per colpire le creature; ed ecco che dà a noi l’occasione di esercitare la pazienza, e noi dobbiamo farGli onore sopportando tutto con pace, come lo sopporta Gesù; e la nostra pazienza Gli strapperà di mano i flagelli che da Lui attirano le altre creature, perché in noi Egli eserciterà la stessa sua Divina Paziena. E come la pazienza così di tutte le altre virtù. L’amante Gesù, nel Sacramento, esercita tutte le virtù, e noi da Lui attingeremo la fortezza, la mansuetudine, la pazienza, la tolleranza, l’umiltà, l’ubbidienza.

Il buon Gesù dà a noi le sue carni in cibo, e noi per alimento Gli daremo l’amore, la volontà, i desideri, i pensieri, gli affetti; così gareggeremo con l’amore di Gesù. Non faremo entrare nulla in noi che non sia Lui, sicché tutto ciò che faremo, tutto deve servire per alimento al nostro amato Gesù. Il pensiero nostro deve alimentare il pensiero divino, cioè pensare che Gesù é nascosto in noi e vuole l’alimento del nostro pensiero; così pensando santamente alimentiamo il pensiero divino; la parola, i palpiti, gli affetti, i desideri, i passi, le opere, tutto deve servire per alimentare Gesù, dobbiamo mettere l’intenzione di alimentare in Gesù le creature.

O dolce Amor mio, Tu in quest’ora transustanziasti Te stesso nel pane e nel vino. Deh, fa, o Gesù, che tutto ciò che dico e faccio, sia una continua consacrazione di Te in me e nelle anime.

Dolce mia Vita, quando vieni in me, fa che ogni mio palpito, ogni desiderio, ogni affetto, pensiero, parola, possano sentire la potenza della consacrazione sacramentale, in mondo che, consacrato tutto il mio piccolo essere, divenga tante ostie per dare Te alle anime.

O Gesù, dolce Amor mio, sia io la tua piccola ostia per racchiudere in me, come Ostia vivente, tutto Te stesso.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

LE TRE ORE DEL GETSEMANI

Orazione preparatoria

O mio divino Redentore Gesù, conducimi, deh, con Te, insieme ai tuoi tre cari Apostoli, per assistere alla tua agonia nell'Orto degli Ulivi! Ammonito dal dolce rimprovero che Tu facesti a Pietro e gli altri due dormienti discepoli, io voglio vegliare almeno un'ora con Te nel Getsemani, voglio sentire almeno una trafittura del tuo Cuore agonizzante, un alito del tuo affannoso respiro.

Voglio fissare il mio sguardo sul tuo Divin Volto e contemplare come impallidisce, come si turba, come soffre, come si curva fino alla polvere!...

Già vedo, o penante mio Gesù, come la tua Persona vacilla, e cade, or da un lato, or dall'altro, come le tue amorose mani irrigidite s'intrecciano; comincio a sentire i gemiti, le grida di amore e di incomprensibile dolore che levi al Cielo!

O mio Gesù, agonizzante nel tetro Orto del Getsemani, fa scorrere su di me, in quest'ora che Ti terrò compagnia, un rivolo, uno spruzzo di quell'adorabilissimo Sangue che scorre come torrenti da tutte le tue adorabili membra!

Oh! lavacro preziosissimo del mio Sommo Bene che per me agonizza, deh! che io ti succhi, ti beva fino all'ultima stilla, e con succhi e beva un sorso almeno dell'amaro calice del Diletto, e senta dentro di me le pene del suo Divin Cuore, anzi senta spezzarmi il cuore per il pentimento di aver offeso il mio Signore, che per me si riduce all'agonia di morte!

Ah, mio Gesù, dammi grazia, dammi aiuto di penare, sospirare e piangere con Te, almeno un'Ora sola nell'Orto degli ulivi!

O addolorata Madre Maria, fammi sentire la compassione del tuo trafitto Cuore per Gesù agonizzante nel Getsemani. Cosi sia!

Quinta Ora
Dalle 9 alle 10 della notte
La Prima ora di Agonia
nell'Orto di Getsemani


Mio afflitto Gesù, come da corrente elettrica mi sento attirato dal tuo amore in quest'Orto. Vengo a farti compagnia. Comprendo che tu, calamita potente del mio ferito cuore, mi chiami, ed io corro, pensando tra me: che sono queste attrattive d'amore che sento in me? Ah, forse il mio perseguitato Gesù si trova in tale stato di amarezza, che sente il bisogno della mia compagnia. Ed io volo.

Macché! Mi sento raccapricciare nell'entrare in quest'Orto. L'oscurità della notte, l'intensità del freddo, il lento muoversi delle foglie, che come flebili voci annunziano pene, tristezze e morte per il mio addolorato Gesù; il dolce scintillio delle stelle che, come occhi piangenti, sono tutte intente a guardare, facendo eco alle lacrime di Gesù, rimproverano a me le mie ingratitudini. Ed io tremo ed a tentoni lo vado cercando e lo chiamo: "Gesù, dove sei? Mi chiami e non ti fai vedere? Mi chiami e ti nascondi?"

Tutto è terrore, tutto è spavento e silenzio profondo. Ma faccio per tendere l'orecchio; sento un respiro affannoso ed è proprio Gesù che trovo. Ma che cambiamento funesto! Non è più il dolce Gesù della Cena Eucaristica, cui splendeva sul volto una bellezza smagliante e rapitrice, ma è triste, di una tristezza mortale, da sfigurare la sua natia beltà. Già agonizza, e mi sento turbato pensando che forse non ascolterò più la sua voce, perché pare che muoia. Perciò mi abbraccio ai suoi piedi; mi faccio più ardito, mi avvicino alle sue braccia, gli metto la mia mano alla fronte per sostenerlo e sottovoce lo chiamo: "Gesù, Gesù!"

E lui, scosso dalla mia voce, mi guarda e mi dice: "Figlio, sei qui? Ti stavo aspettando, ed era questa la tristezza che più mi opprimeva, il totale abbandono di tutti; e aspettavo te per farti essere spettatore delle mie pene e farti bere insieme con me il calice delle amarezze che tra poco il mio Padre celeste mi manderà per mezzo dell'angelo. Lo sorseggeremo insieme, perché non sarà calice di conforto, ma di amarezze intense, e sento il bisogno che qualche anima amante ne beva qualche goccia almeno. Perciò ti ho chiamato, perché tu lo accetti e divida con me le mie pene e mi assicuri di non lasciarmi solo in tanto abbandono!"

"Ah, sì, mio affannato Gesù, berremo insieme il calice delle tue amarezze, soffriremo le tue pene e non mi sposterò mai dal tuo fianco!"


E l'afflitto Gesù, assicurato da me, entra in agonia mortale, soffre pene mai viste né intese. Ed io, non potendo reggere e volendo compatirlo e sollevarlo, gli dico:

"Dimmi, perché sei così mesto ed afflitto e solo, in quest'Orto e in questa notte? E' l'ultima notte della tua vita sulla terra; poche ore ti rimangono per dar principio alla tua passione. Credevo di trovare almeno la celeste Mamma, la cara Maddalena, i fidi apostoli, ed invece ti trovo solo sole, in preda ad una mestizia che ti dà morte spietata, senza farti morire. Oh mio Bene e mio Tutto, non mi rispondi? Parlami! Ma pare che ti manca la parola, tanta è la tristezza che ti opprime. Ma, oh mio Gesù, quel tuo sguardo, pieno di luce, sì, ma afflitto ed indagatore, che pare che cerchi aiuto, il tuo volto pallido, le tue labbra riarse dall'amore, la tua Divina Persona, che da capo a piè trema tutta, il tuo cuore, che forte forte ti batte - e quei battiti cercano anime e ti danno un affanno da sembrare che da un momento all'altro tu spiri -, mi dicono che tu sei solo e perciò vuoi la mia compagnia.

Eccomi, o Gesù, tutto a te, insieme con te; anzi, non mi dà il cuore di vederti gettato per terra. Ti prendo fra le mie braccia, ti stringo al mio cuore; voglio numerare uno per uno i tuoi affanni, una per una le offese che ti si fanno avanti, per darti per tutto sollievo, per tutto riparazione e per tutto darti almeno un mio compatimento.

Ma, o mio Gesù, mentre ti tengo fra le mie braccia, le tue sofferenze si accrescono. Sento, Vita mia, scorrere nelle tue vene un fuoco e sento che il sangue ti bolle e vuole rompere le vene per uscire fuori. Dimmi, Amor mio, che hai? Non vedo flagelli, né spine, né chiodi, né croce; eppure, poggiando la testa sul tuo Cuore, sento che spine crudeli ti trafiggono la testa, che flagelli spietati non ti risparmiano nessuna particella dentro e fuori della tua Divina Persona, e che le tue mani sono paralizzate e contorte più che dai chiodi. Dimmi, dolce mio Bene, chi è che ha tanto potere anche nel tuo interno, che ti tormenta e ti fa subire tante morti per quanti tormenti ti dà?"


Ah, pare che Gesù benedetto schiuda le sue labbra fioche e moribonde e mi dica: "Figlio mio, vuoi sapere chi è che mi tormenta più degli stessi carnefici? Anzi, quelli sono nulla a paragone di questo! E' l'amore eterno, che, volendo il primato in tutto, mi sta facendo soffrire tutto insieme e nelle parti più intime ciò che i carnefici mi faranno soffrire a poco a poco. Ah, figlio mio, è l'amore, che tutto prevale su di me ed in me: l'amore mi è chiodo, l'amore mi è flagello, l'amore mi è corona di spine, l'amore mi è tutto; l'amore è la mia passione perenne, mentre quella degli uomini è del tempo. Ah, figlio mio, entra nel mio cuore, vieni a perderti nel mio amore e solo nel mio amore comprenderai quanto ho sofferto e quanto ti ho amato, ed imparerai ad amarmi e a soffrire solo per amore."

O mio Gesù, giacché tu mi chiami dentro del tuo cuore per farmi vedere ciò che l'amore ti ha fatto soffrire, io vi entro, ma mentre vi entro vedo i portenti dell'amore, che non di spine materiali ti corona la testa, ma di spine di fuoco; che ti flagella, non con flagelli di funi, ma con flagelli di fuoco; che ti crocifigge con chiodi, non di ferro, ma di fuoco. Tutto è fuoco, che penetra fin nelle ossa e nelle stesse midolla e, distillando tutta la tua SS. Umanità in fuoco, ti dà pene mortali, certo più della stessa Passione, e prepara col tuo Sangue un bagno d'amore a tutte le anime che vorranno lavarsi da qualunque macchia ed acquistare il diritto di figlio dell'amore.

Oh Amore senza termine, io mi sento indietreggiare dinanzi a tanta immensità d'amore e vedo che per poter entrare nell'amore e comprenderlo, dovrei essere tutto amore! O mio Gesù, non lo sono! Ma giacché tu vuoi la mia compagnia e vuoi che entri in te, ti prego di farmi diventare tutto amore.

Perciò ti supplico di coronare la mia testa e ogni mio pensiero con la corona dell'amore. Ti scongiuro, o Gesù, di flagellare col flagello dell'amore la mia anima, il mio corpo, le mie potenze, i miei sentimenti, i desideri, gli affetti, insomma, tutto, ed in tutto resti flagellato e suggellato dall'amore. Fa, oh Amore interminabile, che non ci sia cosa in me che non prenda vita dall'amore.

O Gesù, centro di tutti gli amori, Ti supplico d'inchiodare le mie mani, i miei piedi, coi chiodi dell'amore, affinché tutto inchiodato dall'amore, amore diventi, l'amore intenda, di amore mi vesta, d'amore mi nutra, l'amore mi tenga tutto inchiodato in te, affinché nessuna cosa dentro e fuori di me abbia ardire di torcermi e distogliermi dall'amore, o Gesù!

Riflessioni e Pratiche
Gesù Cristo, in quest’ora, abbandonato dall’Eterno suo Padre soffrì tale incendio d’infuocato amore, da poter distruggere tutti i peccati anche immaginabili e possibili, da poter infiammare del suo amore tutte le creature anche di milioni e milioni di mondi, tutti i reprobi dell’inferno se non fossero eternamente ostinati nella loro malvagità. Entriamo in Gesù, e dopo di esserci penetrati in tutto il suo interno nelle sue più intime fibre, in quei palpiti di fuoco, nella sua intelligenza, che era come incendiata, prendiamo questo amore, e rivestiamoci dentro e fuori, del fuoco che incendiava Gesù. Poi uscendo fuori da Lui e, riversandoci nella sua Volontà, vi troveremo tutte le creature; diamo ad ognuna l’amore di Gesù e ritoccando i loro cuori, le loro menti, con questo amore cerchiamo di trasformarle tutte in amore; e poi, coi desideri, coi palpiti, coi pensieri di Gesù, formiamo Gesù in ogni cuore di creatura. Indi Gli porteremo tutte le creature che tengono Gesù nel proprio cuore e le metteremo intorno a Lui dicendoGli: O Gesù, Ti portiamo tutte le creature con altrettanti Gesù nel Cuore per darTi ristoro e conforto; non abbiamo altri modi per poter dare ristoro al tuo amore che portarTi ogni creatura nel Cuore! Ciò facendo daremo i veri sollievi a Gesù, che sono tante le fiamme che Lo bruciano che va ripetendo: "Son bruciato e non vi é chi prenda il mio amore, deh! DateMi ristoro, prendete il mio amore e dateMi amore".

Per conformarci in tutto a Gesù, dobbiamo rientrare in noi stessi applicando a noi queste riflessioni: in tutto ciò che facciamo, possiamo dire che é un continuo flusso di amore che corre tra noi e Dio? La nostra vita é un continuo flusso d’amore che riceviamo da Dio; se pensiamo, é un continuo flusso d’amore che riceviamo da Dio; se pensiamo, é un flusso di amore; se operiamo, é un flusso d’amore; la parola é amore, il palpito é amore; tutto riceviamo da Dio, ma tutte queste nostre azioni corrono verso Dio con amore? Gesù trova in noi il dolce incanto del suo Amore che corre a Lui, affinché rapito da questo incanto, sovrabbondi con noi di più abbondante amore?

Se in tutto ciò che abbiamo fatto, non abbiamo messo l’intenzione di correre insieme nell’amore di Gesù, entreremo in noi stessi e Gli chiederemo perdono di averGli fatto perdere il dolce incanto del suo amore verso di noi.

Ci facciamo lavorare dalle mani divine come si fece lavorare l’Umanità di Gesù Cristo? Tutto ciò che succede in noi, che non sia il peccato, dobbiamo prenderlo come lavorio divino; facendo il contrario neghiamo la gloria al Padre, facciamo sfuggire la vita divina e perdiamo la santità. Tutto ciò che sentiamo in noi, ispirazioni, mortificazioni, grazie, non é altro che lavorio d’amore. E noi le prendiamo in quel modo da Dio voluto? Diamo la libertà di far lavorare Gesù, oppure, col prendere il tutto in senso umano e come cose indifferenti, respigiamo il lavorio divino e lo costringiamo a piegarsi le mani? Ci abbandoniamo nelle sue braccia come morti per ricevere tutti quei colpi che il Signore disporrà per la nostra santificazione?

Amor mio e mio tutto, il tuo amore m’inondi dappertutto e mi bruci tutto ciò che non é tuo e fa che il mio corra sempre verso di Te, per bruciare tutto ciò che possa contristare il tuo Cuore.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Sesta Ora
Dalle 10 alle 11 della notte
La Seconda Ora di Agonia
nell'Orto di Getsemani


O mio dolce Gesù, è già passata un'ora che ti trovi in quest'Orto. L'amore ha preso il primato in tutto, facendoti soffrire tutto insieme tutto ciò che i carnefici ti faranno soffrire in tutto il corso della tua amarissima Passione; anzi, supplisce e giunge a farti soffrire ciò che loro non possono farti, nelle parti più interne della tua Divina Persona.

O mio Gesù, già ti vedo vacillante nei passi, eppure vuoi camminare. Dimmi, o mio Bene, dove vuoi andare? Ah, ho capito: a trovare i tuoi amati discepoli. Anch'io voglio accompagnarti, affinché, se tu vacilli, io ti sostenga.

Ma, o mio Gesù, un'altra amarezza per il tuo cuore: già essi dormono, e tu, sempre pietoso, li chiami, li svegli e con amore tutto paterno li ammonisci e raccomandi loro la veglia e la preghiera. E ritorni nell'Orto; ma ti porti un'altra trafittura nel cuore. In quella trafittura vedo, oh Amor mio, tutte le trafitture delle anime a te consacrate che, o per tentazione, o per stato d'animo, o per mancanza di mortificazione, invece di stringersi a te, di vegliare e pregare, si abbandonano a sé stesse e, sonnacchiose, invece di progredire nell'amore e nell'unione con te, indietreggiano. Quanto ti compatisco, oh Amante appassionato, e ti riparo tutte le ingratitudini dei tuoi più fidi. Sono queste le offese che più contristano il tuo cuore adorabile ed è tale e tanta la loro amarezza che ti fanno dare in delirio.

Ma, oh Amore senza confini, il tuo amore, che già ti bolle nelle vene, vince tutto e tutto dimentica. Ti vedo prostrato a terra e preghi, ti offri, ripari ed in tutto cerchi di glorificare il Padre per le offese fatte a lui dalle creature. Anch'io, o mio Gesù, mi prostro con te ed insieme con te intendo fare ciò che fai tu.

Ma, o Gesù, delizia del mio cuore, vedo che a turbe a turbe tutti i peccati, le nostre miserie, le nostre debolezze, i delitti più enormi, le ingratitudini più nere, ti si fanno incontro, ti si gettano addosso, ti schiacciano, ti feriscono, ti mordono, e tu, che fai? Il sangue, che ti bolle nelle vene, fa fronte a tutte queste offese, rompe le vene ed a larghi rivi esce fuori, ti bagna tutto, scorre a terra, e dai sangue per offese, vita per morte. Ah, Amore, a che stato ti vedo ridotto! Già tu spiri. Oh, mio Bene, dolce mia Vita, deh, non morire! Solleva la faccia da questa terra che hai bagnata col tuo SS. sangue! Vieni fra le mie braccia! Fa che io muoia in vece tua!

Ma sento la voce tremola e moribonda del mio dolce Gesù, che dice: "Padre, se è possibile, passi da me questo calice; però non la mia, ma la tua Volontà sia fatta."

E' già la seconda volta che sento ciò dal mio dolce Gesù. Ma che cosa mi fai intendere con questo "Padre, se è possibile, passi da me questo calice"? O Gesù, ti si fanno avanti tutte le ribellioni delle creature; quel "Fiat Voluntas tua", quel "Sia fatta la tua Volontà", che doveva essere la vita di ogni creatura, lo vedi respinto da quasi tutte ed invece di trovare la vita trovano la morte; e tu, volendo dare la vita a tutti e fare una solenne riparazione al Padre per le ribellioni delle creature, per ben tre volte ripeti: "Padre, se è possibile, passi da me questo calice, cioè, che le anime, sottraendosi dalla nostra Volontà, vadano perdute. Questo calice per me è molto amaro; però, non la mia volontà, ma la Tua sua fatta".

Ma mentre dici questo, è tale e tanta la tua amarezza, che ti riduci agli estremi, agonizzi e stai in atto di dare l'ultimo anelito.

O mio Gesù, mio Bene, giacché sei nelle mie braccia, voglio anch'io unirmi con te, voglio ripararti e compatirti tutte le mancanze e i peccati che si fanno contro il tuo SS. Volere ed insieme pregarti che in tutto io faccia sempre la tua SS. Volontà. La tua Volontà sia il mio respiro, la mia aria; la tua Volontà sia il mio palpito, il mio cuore, il mio pensiero, la mia vita e la mia morte.

Ma deh, non morire! Dove andrò senza di te? A chi mi rivolgerò? Chi mi darà più aiuto? Tutto finirà per me! Deh, non mi lasciare, tienimi come vuoi, come più ti piace, ma tienimi con te, sempre con te! Non sia mai che anche per un istante resti separato da te! Lasciami piuttosto raddolcirti, ripararti e compatirti per tutti, perché vedo che tutti i peccati, di qualunque specie siano, ti pesano sopra.

Perciò, Amor mio, bacio la tua SS. testa. Ma che vedo? Tutti i pensieri cattivi, e tu senti ribrezzo per loro. Alla tua sacratissima testa ogni pensiero cattivo è una spina che ti punge acerbamente. Ah, non ha che farci la corona di spine che i giudei ti metteranno! Quante corone di spine ti mettono sul capo adorabile i pensieri cattivi delle creature, tanto che il sangue ti gronda dappertutto, dalla fronte e da dentro i capelli! Gesù, ti compatisco e vorrei metterti altrettante corone di gloria; e per raddolcirti ti offro tutte le intelligenze angeliche e la tua stessa intelligenza, per darti un compatimento e una riparazione per tutti.

O Gesù, bacio i tuoi occhi pietosi e in essi vedo tutti gli sguardi cattivi delle creature, che fanno scorrere sul tuo volto lacrime di sangue. Ti compatisco e vorrei raddolcire la tua vista, col metterti davanti tutte le delizie che si possono trovare in cielo e in terra.

Gesù, mio Bene, bacio le tue santissime orecchie. Ma che sento? Sento in esse l'eco delle bestemmie orrende, le grida di vendetta e di maldicenza. Non vi è voce che non risuoni nel tuo castissimo udito. Oh Amore insaziabile, ti compatisco e voglio consolarti col far risuonare in esso tutte le armonie del cielo, la voce dolcissima della cara Mamma, gli infuocati accenti della Maddalena e di tutte le anime amanti.

Gesù, Vita mia, un bacio più fervido voglio stampare sul tuo volto, la cui bellezza non ha pari. Ah, questo è quel volto innanzi al quale gli Angeli cupidamente desiderano fissare, per la tanta bellezza che li rapisce. Eppure, le creature lo insozzano con sputi, lo percuotono con schiaffi e lo calpestano sotto i piedi. Amor mio, che ardire! Vorrei tanto gridare da metterle in fuga! Ti compatisco e per riparare tutti questi insulti vado dalla Trinità Sacrosanta a chiedere il bacio del Padre e dello Spirito Santo, le inimitabili carezze delle loro mani creatrici; vado pure dalla celeste Mamma, affinché mi dia i suoi baci, le carezze delle sue mani materne, le sue adorazioni profonde; vado poi da tutte le anime a te consacrate e tutto ti offro, per ripararti le offese che si fanno al tuo SS. volto.

Dolce mio Bene, bacio la tua dolcissima bocca, amareggiata da orribili bestemmie, dalla nausea delle ubriachezze e golosità, dai discorsi osceni, dalle preghiere malfatte, dagli insegnamenti cattivi, da tutto ciò che di male fa l'uomo con la lingua. Gesù, ti compatisco e voglio addolcire la tua bocca con l'offrirti tutte le lodi angeliche e il buon uso che fa la lingua di tanti santi cristiani.

Oppresso Amor mio, bacio il tuo collo e lo vedo carico di funi e catene, per gli attacchi e i peccati delle creature. Ti compatisco e per sollevarti ti offro l'unione indissolubile delle Divine Persone, ed io, fondendomi in questa unione, ti stendo le mie braccia e, formando dolce catena d'amore al tuo collo, voglio allontanarti le funi degli attacchi che quasi ti soffocano e per raddolcirti ti stringo forte al cuore.

Fortezza divina, bacio le tue SS. spalle. Le vedo lacerate e quasi a brandelli strappate le carni dagli scandali e dai cattivi esempi delle creature. Ti compatisco e, per sollevarti, ti offro i tuoi SS. esempi, gli esempi della Regina Mamma e quelli di tutti i santi; ed io, o mio Gesù, facendo scorrere i miei baci su ciascuna di queste piaghe, voglio racchiudervi le anime che a via di scandali ti sono state strappate dal cuore e così rinsaldare le carni alla tua SS. umanità.

Mio affannato Gesù, bacio il tuo petto, che vedo ferito dalle freddezze, tiepidezze, incorrispondenze ed ingratitudini delle creature. Ti compatisco e per raddolcirti ti offro l'amore vicendevole del Padre, di te e dello Spirito Santo, la corrispondenza perfetta delle Divine Persone, ed io, o mio Gesù, immergendomi nel tuo amore, voglio farti riparo per poter respingere i nuovi colpi che le creature ti lanciano coi loro peccati; e prendendo il tuo amore voglio ferirle con questo, perché non ardiscano più di offenderti, e voglio versarlo sul tuo petto, per raddolcirti e risanarti.

Mio Gesù, bacio le tue mani creatrici. Vedo tutte le azioni cattive delle creature che, come altrettanti chiodi, trafiggono le tue SS. mani; sicché, non con tre chiodi, come sulla croce, tu resti trafitto, ma con tanti chiodi per quante opere cattive commettono le creature. Ti compatisco e per raddolcirti ti offro tutte le opere sante, il coraggio dei martiri nel dare il sangue e la vita per amor tuo. Vorrei insomma, o Gesù mio, offrirti tutte le opere buone per toglierti i tanti chiodi delle opere cattive.

O Gesù, bacio i tuoi piedi santissimi, sempre instancabili nel cercare anime; in essi racchiudi tutti i passi delle creature, ma molte di queste te le senti sfuggire e tu vorresti afferrarle. Ad ogni loro passo cattivo ti senti mettere un chiodo e tu vuoi servirti dei loro stessi chiodi per inchiodarle al tuo amore; ed è tale e tanto il dolore che senti e lo sforzo che fai per inchiodarle al tuo amore, che tremi tutto. Mio Dio e mio Bene, ti compatisco e per consolarti ti offro i passi di tutte le anime fedeli, che espongono la loro vita per salvare le anime.

O Gesù, bacio il tuo cuore. Tu continui ad agonizzare, non per quello che ti faranno soffrire i giudei, ma per il dolore che ti arrecano tutte le offese delle creature.

In queste ore tu vuoi dare il primato all'amore; il secondo posto a tutti i peccati, per i quali tu espii, ripari, glorifichi il Padre e plachi la Divina Giustizia; e il terzo ai giudei. Cosi' mostri che la passione che ti faranno soffrire i giudei non sarà altro che la rappresentazione della doppia amarissima passione che ti fanno soffrire l'amore e il peccato. Ed è perciò che io vedo nel tuo cuore tutto riconcentrato: la lancia dell'amore, la lancia del peccato, ed aspetti la terza, la lancia dei giudei; ed il tuo cuore, soffocato dall'amore, soffre moti violenti, affetti impazienti d'amore, desideri che ti consumano e palpiti infocati, che vorrebbero dar vita ad ogni cuore.

Ed è proprio qui, nel cuore, dove senti tutto il dolore che ti arrecano le creature, le quali, coi loro desideri cattivi, affetti disordinati, palpiti profanati, invece di volere il tuo amore, cercano altri amori. Gesù, quanto soffri! Ti vedo venir meno, sommerso dalle onde delle nostre iniquità. Ti compatisco e voglio raddolcire l'amarezza del tuo cuore, triplicatamente trafitto, con l'offrirti le dolcezze eternali e l'amore dolcissimo della cara Mamma Maria e quello di tutti i tuoi veri amanti.

Ed ora, o mio Gesù, fa che da questo tuo cuore prenda vita il povero mio cuore, affinché non viva più che col solo tuo cuore; ed in ogni offesa che riceverai, fa’ che io sia sempre pronto ad offrirti un sollievo, un conforto, una riparazione, un atto di amore non mai interrotto.

Riflessioni e Pratiche
Nella seconda ora del Getsemani innanzi a Gesù si presentano tutti i peccati di tutti i tempi passati, presenti e futuri, ed Egli si addossa sopra di Sé tutti questi peccati, per dar al Padre la gloria completa. Gesù Cristo quindi espio, pregò, e nel suo Cuore provò tutti i nostri stati d’animo senza mai smettere la preghiera. E noi, in qualunque stato di anima ci troviamo, freddi, duri, tentati, preghiamo sempre? Siamo noi costanti nella preghiera? Diamo a Gesù le pene dell’anima nostra come riparazione e come sollievo per poterLo tutto ricopiare in noi, pensando che ogni stato di animo é una pena di Lui? Come pena di Gesù, dobbiamo metterla intorno a Lui per compatirLo e sollevarLo e se fosse possibile dobbiamo dirGli: Tu hai sofferto troppo, prendi riposo, soffriremo noi in vece tua.

Ci abbattiamo, oppure stiamo con coraggio ai piedi di Gesù dandoGli tutto ciò che soffriamo per fare che Gesù trovi in noi la sua stessa Umanità? Cioé siamo noi di Umanità a Gesù? L’Umanità di Gesù che faceva? Glorificava il Padre suo, espiava, impetrava la salvezza delle anime, e noi, in tutto ciò che facciamo, racchiudiamo in noi queste tre intenzioni di Gesù, in modo da poter dire: racchiudiamo in noi tutta l’Umanità di Gesù Cristo?

Nelle nostre oscurità, mettiamo l’intenzione di far splendere negli altri la luce della verità? E quando preghiamo con fervore, mettiamo l’intenzione di sciogliere il ghiaccio di tanti cuori induriti nella colpa?

Mio Gesù, per compatirTi e poterti sollevare dall’abbattimento totale in cui Ti trovi, m’innalzo fino al Cielo e faccio mai la Tua stessa Divinità, e mettendola intorno a Te, voglio allontanarTi tutte le offese delle creature. Voglio offrirTi la Tua bellezza per allontanare da Te la bruttezza del peccato; la Tua santità per allontanare l’orrore di tutte quelle anime che Ti fanno provare tanto ribrezzo, perché morte alla grazia; la tua pace per allontanare da Te le discordie, le ribellioni e i turbamenti di tutte le creature; le tue armonie per rinfrancare l’udito tuo dalle onde di tante voci cattive. Mio Gesù, intendo offrirTi tanti atti divini riparatori per quante offese Ti assaltano, come se volessero darTi morte, ed io ciò tuoi stessi atti voglio darTi vita; e poi, o mio Gesù, voglio gettare un’onda della Tua Divinità su tutte le creature, affinché, al tuo contatto divino, non più ardiscano offenderTi.

Così solo o Gesù, potrò compatirTi per tutte le offese che ricevi dalle creature.

O Gesù, doce mia vita, le mie preghiere e le mie pene s’innalzino sempre verso il Cielo per far piovere su di tutti la luce della grazia e assorbire in me la tua stessa vita.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Settima Ora
Dalle 11 a mezzanotte
La Terza Ora di Agonia
nell'Orto di Getsemani


Dolce mio Bene, il cuore piu’ non mi regge; Ti guardo e vedo che continui ad agonizzare. Il sangue a rivi Ti scorre da tutto il corpo ed in tanta copia che, non reggendo piu’ in piedi, ne sei caduto in un lago. O mio Amore, mi si spezza il cuore nel vederti cosi’ debole e sfinito! Il tuo adorabile Volto e le tue mani creatrici poggiano in terra e s’imbrattano di sangue; parmi che ai fiumi d’iniquita’, che le creauture Ti mandano, Tu voglia dare fiumi di sangue per fare che queste colpe restino affogate in esso e cosi’ con esso dare a ciascuno il rescritto del tup perdono. Ma deh, o mio Gesu’, sollevati, e’ troppo cio’ che soffri; basti fin qui al tuo Amore!

E mentre pare che il mio amabile Gesu’ muoia nel proprio Sangue, l’Amore Gli da nuova vita. Lo vedo muoversi stentatamente; si alza, e cosi’ intriso di sangue e di fango, par che voglia camminare, e, non avendo forza, a stento si trascina. Dolce mia Vita, lascia che Ti porti fra le mie braccia. Vai forse dai cari discepoli? Ma quale non e’ il dolore del tuo adorabile Cuore nel trovarli di nuovo addormentati!

E Tu, con voce tremula e fioca, li chiami: "Figli miei, non dormite! L’ora e’ vicina. Non vedete come Mi sono ridotto? Deh, aiutatemi, non Mi abbandonate in queste ore estreme!"

E quasi vacillante stai per cadere vicino a loro, mentre Giovanni stende le braccia per sorreggerti. Sei tanto irriconoscibile che, se non fosse stato per la soavita’ e dolcezza della tua voce, non Ti avrebbero riconosciuto. Poi, raccomandando loro la veglia e la preghiera, ritorni nell’Orto, ma con una seconda trafittura nel Cuore. In questa trafittura vedo, mio Bene, tutte le colpe di quelle anime che, nonostante le manifestazioni dei tuoi favori in doni, baci e carezze, nelle notti della prova, dimenticando il tuo Amore e i tuoi doni, sono rimaste come assopite e assonnate, perdendo cosi’ lo spirito di continua preghiera e di veglia.

Mio Gesu’, e’ pur vero che dopo aver visto Te, dopo aver gustato i tuoi doni, rimanerne privi e resistere ci vuole gran forza; solo un miracolo puo’ fare che tali anime reggano alla prova.

Percio’, mentre Ti compatisco per queste anime, le cui negligenze, leggerezze e offese sono le piu’ amare al tuo Cuore, Ti prego che, qualora esse giungessero a dare un solo passo che possa minimamente dispiacerti, Tu le circondi di tanta Grazia da arrestarle, perche’ non perdano lo spirito di continua preghiera!

Mio dolce Gesu’, mentre ritorni nell’Orto, pare che Tu non ne possa piu’; alzi al Cielo la faccia intrisa di Sangue e di terra e ripeti la terza volta: "Padre, se e’ possibile, passi da Me questo calice. Padre Santo, aiutami! Ho bisogno di conforto! E’ vero che per le colpe addossatemi sono nauseante, ributtante, l’ultimo fra gli uomini innanzi alla tua Maesta’ infinita; la tua giustizia e’ sdegnata verso di Me; ma guardami, o Padre, sono sempre tuo Figlio, che formo una sola cosa con Te. Deh, aiuto, pieta’ o Padre! Non mi lasciare senza conforto!"

Poi mi pare di sentire, o dolce mio bene, che chiami in aiuto la cara Mamma: "Dolce Mamma, stringimi fra le tue braccia come Mi stringevi Bambino! Dammi quel latte che succhiai da Te, per ristorarmi e raddolcire le amarezze della mia agonia. Dammi il tuo Cuore, che formava tutto il mio contento. Mamma mia, Maddalena, cari Apostoli, voi tutti che Mi amate, aiutatemi, confortatemi! Non mi lasciate solo in questi momenti estremi; fate tutti corona a Me dintorno; datemi per conforto la vostra compagnia, il vostro amore!"

Gesu’ Amor mio, che puo’ resistere nel vederti in questi estremi? Qual cuore sara’ mai cosi’ duro, che non si pezzi nel vederi cosi’ affogato nel Sangue? Chi non versera’ a torrenti lacrime amare nel sentire gli accenti tuoi dolorosi che cercano aiuto e conforto?

Mio Gesu’, consolati, gia’ vedo che il Padre Ti spedisce un Angelo per conforto e aiuto, onde uscire da questo stato di agonia e poterti dare in mano ai giudei; e mentre starai con l’Angelo, io girerò Cielo e terra. Tu mi permetterai di prendere questo Sangue che hai versato, affinche’ possa darlo a tutti gli uomini come pegno della salvezza di ciascuno e portarti per conforto ed in ricambio, i loro affetti, palpiti, pensieri, passi ed opere.

Celeste Mamma mia, vengo a Te per andare insieme a tutte le anime dando loro il Sangue di Gesu’. Dolce Mamma. Gesu’ vuole conforto, e il maggior conforto che Gli posiamo dare è portargli anime.

Maddalena, accompagnaci! Angeli tutti, venite a vedere come e’ ridotto Gesu’! Egli vuole da tutti conforto, ed e’ tale e tanto l’abbattimento in cui si trova, che non rifiuta nessuno.

Mio Gesu’, mentre bevi il calice pieno di intense amarezze che il Celeste Padre Ti ha mandato, sento che piu’ sospiri, gemi, deliri e con voce soffocata dici: "Anime, anime, venite, sollevatemi! Prendete posto nella mia Umanita’; vi voglio, vi sospiro! Deh, non siate sorde alle mie voci, non rendete vani i miei desideri ardenti, il mio Sangue, il mio Amore, le mie pene! Venie, anime, venite!"

Delirante Gesu’, ogni tuo gemito e sospiro e’ una ferita al mio cuore che non mi da’ pace; per cui faccio mio il tuo Sangue, il tuo Volere, l’ardente tuo zelo, il tuo Amore e, girando cielo e terra, voglio andare per tutte le anime, per dar loro il tuo Sangue come pegno della loro salvezza e portarle a Te, per calmare le tue smanie, i tuoi deliri e raddolcire le amarezze della tua agonia. E mentre cio’ faro’, Tu accompagnami col tuo sguardo.

Mamma mia, vengo da te perche’ Gesu’ vuole anime, vuole conforto. Dunque, dammi la tua mano materna e giriamo insieme per tutto il mondo in cerca di anime. Racchiudiamo nel suo Sangue gli affetti, i desideri, i pensieri, le opere, i passi di tutte le creature, e gettiamo nelle loro anime le fiamme del suo Cuore affinche’ si arrendano, e cosi’, chiuse nel suo Sangue e trasformate nelle sue fiamme, le condurremo intorno a Gesu’, per raddolcire le pene della sua amarissima agonia.

Angelo mio custode, precedici tu; va’ disponendo le anime che devono ricevere questo Sangue, affinche’ nessuna goccia resti senza il suo copioso effetto. Mamma mia, presto giriamo! Vedo lo sguardo di Gesu’ che ci segue; sento i suoi singhiozzi ripetuti, che ci spingono ad affrettare il nostro compito.

Ed ecco, Mamma, ai primi passi gia’ siamo alla porta delle case dove giacciono gli infermi. Quante membra straziate; quanti, sotto l’atrocita’ degli spasimi, prorompono in bestemmie e tentano di togliersi la vita. Altri sono abbandonati da tutti e non hanno che presti loro una parola di conforto, I piu’ necessari soccorsi, e percio’ maggiormente imprecano e si disperano. Ah, Mamma, sento i singhiozzi di Gesu’ che si vede ricambiate in offese le sue piu’ care predilezioni d’amore che fan patire le anime per renderle simili a Se. Deh, diamo loro il suo Sangue, affinche’ somministri ad esse gli aiuti necessari e con la sua luce faccia comprendere il bene che c’e’ nel patire e la somiglianza che acquistano di Gesu’; e Tu, Mamma mia, mettiti vicino a loro, e come madre affettuosa, tocca con le tue mani materne le loro membra addolorate, lenisci i loro dolori, prendile fra le tue braccia e dal tuo Cuore versa torrenti di grazie su tutte le loro pene: fa’ compagnia agli abbandonati, consola gli afflitti; a chi manca di mezzi necessari disponi Tu anime generose per soccorrerli, a chi si trova sotto l’atrocita’ degli spasimi impetra tregua e riposo, onde rinfrancati, possano con piu’ pazienza sopportare quanto Gesu’ dispone per loro.

Giriamo ancora ed entriamo nelle stanze dei moribondi. Mamma mia, che terrore! Quante anime stanno per cadere nell’inferno! Quanti, dopo una vita di peccato, vogliono dare l’ultimo dolore a quel Cuore ripetutamente trafitto, coronando l’ultimo anelito con un atto di disperazione. Molti demoni stanno intorno ad essi gettando nei loro cuori terrore e spavento dei divini giudizi e cosi’ dar l’ultimo assalto per condurli all’inferno; vorrebbero sprigionare le fiamme infernali per avvolgerli in esse e cosi’ non dar luogo alla speranza. Altri, allacciati ai vincoli della terra non sanno rassegnarsi a dare l’ultimo passo; deh, o Mamma, i momenti sono estremi, essi hanno molto bisogno di aiuto; non vedi come tremano, come si dibattono tra gli spasimi dell’agonia, come chiedono aiuto e pieta’? Gia’ la terra e’ sparita per loro! Mamma Santa, metti la tua mano materna sulla loro gelida fronte, accogli Tu gli ultimi loro aneliti; diamo a ciascun moribondo il Sangue di Gesu’ e cosi’, mettendo in fuga i demoni, li disponga tutti a ricevere gli ultimi Sacramenti e ad una buona e santa morte. Per conforto diamo loro le agonie di Gesu’, i suoi baci, le sue lacrime, le sue piaghe; rompiamo i lacci che li tengono avvinti, facciamo sentire a tutti la parola del perdono e gettiamo tale fiducia nel cuore, da farli slanciare nelle braccia di Gesu’. Quando Gesu’ li giudichera’ li trovera’ coperti col suo sangue, abbandonati nelle sue braccia e a tutti dara’ il suo perdono.

Giriamo ancora, o Mamma; il tuo sguardo materno guardi con amore la terra e si muova a compassione di tante povere creature che hanno bisogno di questo sangue. Mamma mia, mi sento spingere dallo sguardo indagatore di Gesu’ a correre, perche’ vuole anime; sento i suoi gemiti nel fondo del mio cuore che mi ripetono: "Figlia mia, aiutami, dammi le anime!"

Ma vedi, o mamma, come la terra e’ piena di anime che stanno per cadere nel peccato e Gesu’ erompe in pianto nel vedere il suo sangue subire nuove profanazioni. Ci vorrebbe un miracolo che ne impedisse la caduta; percio’ diamo loro il sangue di Gesu’ onde troviamo in Esso la forza e la grazia per non cadere nel peccato.

Un altro passo ancora, o Mamma, ed ecco anime gia’ cadute nella colpa, le quali vorrebbero una mano per rialzarsi. Gesu’ le ama, ma le guarda inorridito perche’ infangate, e la sua agonia si fa piu’ intensa. Diamo loro il sangue di Gesu’, onde trovino la mano che le rialzi. Vedi o Mamma, sono anime che hanno bisogno di questo sangue, anime morte alla grazia; Oh, com’e’ deplorevole il loro stato! Il Cielo le guarda e piange con dolore, la terra le mira con ribrezzo, tutti gli elementi sono contro di loro e le vorrebbero distruggere, perche’ nemiche del Creatore. Deh, o Mamma, il Sangue di Gesu’ contiene la vita, diamolo dunque, affinche’ al tocco di esso, queste anime risorgano e risorgano piu’ belle da far sorridere tutto il cielo e tutta la terra.

Giriamo ancora, o Mamma; vedi, ci sono anime che portano l’impronta della perdizione, anime che peccano e fuggono da Gesu’, che l’offendono e disperano del suo perdono; sono queste I nuovi Giuda sparsi sulla terra e che trafiggono quel Cuore tanto amareggiato. Diamo loro il Sangue di Gesu’, affinche’ questo sangue cancelli l’impronta della perdizione e vi imprima quella della salvezza; vi getti nei loro cuori tale fiducia e amore dopo la colpa, da farle correre ai piedi di Gesu’ e stringersi a quei piedi divini, per non distaccarsene piu’.

Vedi, o Mamma, vi sono anime che corrono all’impazzata verso la perdizione e non vi e’ chi arresti la loro corsa. Deh, mettiamo questo sangue avanti ai loro piedi, affinche’ al tocco e alla luce di esso, alle sue voci supplichevoli che le vuole salve, possano indietreggiare e mettersi sulla via della salvezza!

Continuiamo, o Mamma, a girare: vedi, vi sono anime buone, anime innocenti in cui Gesu’ trova le sue compiacenze ed il riposo nella creazione, ma le creature vanno intorno a loro con tante insidie e scandali, per strappare questa innocenza e cambiare le compiacenze ed il riposo di Gesu’ in pianto e amarezze, come se non avessero altra mira se non quella di dare continui dolori a quel Cuore divino. Suggelliamo e circondiamo dunque la loro innocenza col sangue di Gesu’ come un muro di difesa, affinche’ non entri in esse la colpa; con esso metti in fuga chi vorrebbe contaminarle e conservale illibate e pure, affinche’ Gesu’ trovi il suo riposo nella creazione e tutte le sue compiacenze e, per amor loro, si muova a pieta’ di tante altre povere creature. Mamma mia, mettiamo queste anime nel sangue di Gesu’, leghiamole e rileghiamole col santo Voler di Dio, portiamole nelle sue braccia e, con le dolci catene del suo amore, leghiamole al suo Cuore per raddolcire le amarezze della sua mortale agonia.

Ma senti, o Mamma, questo sangue grida e vuole altre anime ancora; corriamo insieme e portiamo nelle regioni degli eretici e degli infedeli. Quanto dolore non sente Gesu’ in queste regioni: Egli che e’ vita di tutti, non ha in contraccambio neppure un piccolo atto d’amore, non e’ conosciuto dalle sue stesse creature. Deh, o Mamma, diamo loro questo sangue, affinche’ fughi le tenebre dell’ignoranza e dell’eresia; fa compredere che hanno un’anima e che apri ad esse il Cielo. Poi mettiamole tutte nel sangue di Gesu’, conduciamole intorno a lui come tanti figli orfani ed esiliati che trovano il loro Padre, e cosi’ Gesu’ si sentira’ confortato nella sua amarissima agonia.

Ma Gesu’ sembra che non sia ancora contento, perche’ vuole altre anime ancora. Le anime moribonde di queste regioni se le sente strappare dalle sue braccia per andare a cadere nell’inferno. Gia’ queste anime stanno per spirare e precipitare nell’abisso; nessuno e’ vicino a loro per salvarle; il tempo manca, i momenti sono estremi, si perderanno certo! No, Mamma, questo sangue non sara’ sparso inutilmente per esse, percio’ voliamo subito da loro, versiamo il sangue di Gesu’ sul loro capo onde serva loro di battesimo ed infonda in esse fede, speranza ed amore. Mettiti, o Mamma, vicino a loro, supplisci a tutto quello che loro manca, anzi fatti vedere; sul tuo volto splende la bellezza di Gesu’, i tuoi modi sono tutti simili ai suoi e cosi’ vedendo Te, con certezza potranno conoscere Gesu’. Poi stringile al tuo cuore materno, infondi in esse la vita di Gesu’ che Tu possiedi, di’ che come loro madre le vuoi felici per sempre con Te in Cielo e cosi’, mentre spirano, ricevile nelle tue braccia e fa che dalle tue passino in quelle di Gesu’; e se Gesu’, secondo i diritti di Giustizia, mostrera’ di non volerle ricevere, ricordagli l’amore con cui te le affido sotto la croce, reclama i tuoi diritti di madre, cosi’ che al tuo amore ed alle tue preghiere, Egli non sapra’ resistere, e mentre accontenterà il tuo Cuore, accontenterà anche i suoi ardenti desideri.

Ed ora, o Mamma, prendiamo questo Sangue e diamolo a tutti: agli afflitti, perche’ ne ricevano conforto; ai poveri, perche’ soffrano rassegnati la loro poverta’; ai tentati, perche’ ottengano la vittoria; agli increduli, perche’ trionfi in loro la virtu’ della Fede; ai bestemmiatori, perche’ cambino le bestemmie in benedizioni; ai Sacerdoti, cosi che comprendano la loro missione e siano degni ministri di Gesu’. Con questo sangue tocca le loro labbra, affinche’ non dicano parole che non siano di gloria a Dio; tocca i loro piedi, affinche’ li mettano in volo per andare in cerca di anime da condurre a Gesu’.

Diamo questo sangue ai reggitori dei popoli, perche’ siano uniti fra loro e sentano mitezza ed amore verso i propri sudditi.

Voliamo ora nel Purgatorio e diamolo anche alle anime purganti, perche’ esse tanto piangono e reclamano questo Sangue per la lor liberazione. Non senti, o Mamma, i loro gemiti, le smanie d’amore, le torture, come continuamente si sentono attratte verso il Sommo Bene? Vedi come Gesu’ stesso vuol purgarle piu’ subito per averle per Se’; le attira col suo amore, ed esse ne contraccambiano continui slanci verso di Lui; e mentre si trovano alla sua presenza, non potendo ancora sostenere la purita’ dello sguardo divino, sono costrette ad indietreggiare ed a piombare di nuovo nelle fiamme!

Mamma mia, scendiamo in questo carcere profondo e versando su di esse questo sangue, portiamo loro la luce, quietiamo le loro smanie d’amore, smorziamo il fuoco che le brucia, purifichiamo le loro macchie, e cosi’, libere da ogni pena, voleranno tra le braccia del Sommo Bene. Diamo questo Sangue alle anime piu’ abbandonate, affinche’ trovino in esse tutti i suffragi che le creature le negano; a tutte, o Mamma, diamo questo Sangue, ne’ priviamo nessuna, affinche’ tutte in virtu’ d’esso trovino sollievo e liberazione. Fa’ da Regina in queste regioni di pianto e di lamenti, stendi le tue mani materne e, ad una ad una, mettile fuori da queste fiamme ardenti, e fa’ che tutte prendano il volo verso il Cielo. Ed ora facciamo anche noi un volo verso il Cielo, mettiamoci alle porte eternali e permetti, o Mamma, che dia anche a Te questo Sangue per tua gloria maggiore. Questo Sangue T’inondi di nuova luce e di nuovi contenti e fa’ che questa luce scenda a beneficio di tutte le creature, per dare a tutti grazie di salvezza.

Mamma mia, da’ anche a me questo Sangue; Tu conosci quanto ne ho bisogno. Con le tue stesse mani materne ritoccami tutto con questo Sangue, e ritoccandomi, purifica le mie macchie, sana le mie piaghe, arricchisci la mia povertà; fa’ che questo Sangue circoli nelle mie vene e mi ridoni tutta la vita di Gesu’. Scenda nel mio cuore e me lo trasformi nel Cuore stesso di Lui, mi abbellisca tanto, che Gesu’ possa trovare tutti i suoi contenti in me. Infine, o Mamma, entriamo nelle regioni celesti e diamo questo sangue a tutti i Santi, a tutti gli Angeli, affinche’ possano ricevere gloria maggiore, prorompere in ringraziamenti a Gesu’ e pregare per noi, onde in virtu’ di questo Sangue li possiamo raggiungere. E dopo aver dato a tutti questo Sangue, portiamoci di nuovo a Gesu’. Angeli, Santi, venite con noi; ah, Lui sospira le anime, vuol farle rientrare tutte nella sua Umanita’ per dare a tutte i frutti del suo Sangue; mettiamole intorno a Lui e si sentira’ ritornare la vita e ricompensare dell’amarissima agonia che ha patito. Ed ora, Mamma Santa, chiamiamo tutti gli elementi a fargli compagnia, affinche’ anche loro diano onore a Gesu’.

O luce del sole, vieni a diradare le tenebre di questa notte per dare conforto a Gesu’. O stelle, coi vostri tremuli raggi, scendete giu’ dal cielo, venite a dar conforto a Gesu’. Fiori della terra, venite con i vostri profumi;, uccelli, venite con i vostri gorgheggi; elementi tutti della terra, venite a confortare Gesu’. Vieni, o mare, a rinfrescare e lavare Gesu’. Egli e’ il nostro Creatore, la nostra vita, il nostro tutto; venite tutti a confortarlo, a prestargli omaggio come a nostro Sovrano Signore. Ma ahi, che Gesu’ non cerca luce, stelle, fiori, uccelli; Egli vuole anime, anime!

Ecco, o dolce mio Bene, tutti insieme con me: Ti e’ vicina la cara Mamma, riposati pure fra le sue braccia; ne avra’ conforto anch’Essa, stringendoti al seno, perche’ molta parte ha preso alla tua dolorosa agonia; e’ qui anche Maddalena, e’ qui Maria, e tutte le anime amanti di tutti i secoli. Deh, o Gesu’, accettale, e di’ a tutte una parola di perdono e di amore, legale tutte nel tuo amore, affinche’ nessun’anima piu’ Ti sfugga!

Ma ahi, a me sembra che Tu dica: "O figlio, quante anime a forza Mi sfuggono e piombano nell’eterna rovina! Come potra’ dunque calmarsi il mio dolore se un’anima sola Io amo tanto, quanto amo tutte le anime insieme?"

Agonizzante Gesu’, pare che stia per spegnersi la tua vita. Gia’ sento il rantolo dell’agonia, i tuoi begli occhi eclissati dalla tua vicina morte, tutte le tue membra abbandonate e spesso mi sembra che non respiri più. Mi sento scoppiare il cuore dal dolore. Ti abbraccio e Ti sento gelido; Ti scuoto e non dai segno di vita! Gesu’, sei morto? Afflitta Mamma, Angeli del Cielo, venite a piangere Gesu’ e non permettete chi io continui a vivere senza di Lui. Ah, non posso! Me lo stringo piu’ forte e sento che da’ un altro respiro, e poi di nuovo non da’ segni di vita! Lo chiamo: "Gesu’, Gesu’, Vita mia, non morire!" Ma gia’ sento lo strepito dei tuoi nemici che vengono a prenderti; chi Ti difendera’ nello stato in cui Ti trovi? Ma ecco che scotendoti come se risorgessi da morte a vita, mi guardi e mi dici: "O anima, sei qui? Sei stata dunque spettatrice delle mie pene e delle tante morti che ho subito? Or sappi che in queste tre ore d’amarissima agonia nell’Orto, ho racchiuso in Me tutte le vite delle creature ed ho sofferto tutte le loro pene e la stessa loro morte, dando a ciascuna la mia stessa vita. Le mie agonie sosterranno le loro, le mie amarezze e la mia morte si cambieranno per loro in fonte di dolcezza e di vita. Quanto mi costano le anime! Ne fossi almeno contraccambiato! Tu hai visto che mentre morivo ritornavo a respirare; erano le morti delle creature che sentivo in Me."

Mio affannato Gesu’, giacche’ hai voluto racchiudere in Te anche la mia vita e quindi anche la mia morte, Ti prego, per questa tua amarissima agonia, di venirmi ad assistere nel punto della mia morte. Io ti ho dato il mio cuore per rifugio e riposo, le mie braccia per sostenerti e tutto il mio essere a tua disposizione; ed Oh, quanto volentieri mi darei nelle mani dei tuoi nemici per poter morire io in vece tua! Vieni, o Vita del mio cuore, in quel punto a ridarmi cio’ che Ti ho dato: la tua compagnia, il tuo Cuore per letto e riposo, le tue braccia per sostegno, il tuo respiro affannoso per alleviare i miei affanni, in modo che io respirando, respirerò per mezzo del tuo respiro, che come aria purificatrice mi purifichera’ da qualunque macchia e mi disporra’ all’ingresso della eterna beatitudine.

Anzi, mio dolce, Gesu’, darai allora all’anima mia la tua stessa SS.ma Umanita’, in modo che Tu guardandomi, mi guardi attraverso Te stesso, e guardando Te stesso, non trovi nulla di che giudicarmi; e poi mi bagnerai nel tuo Sangue, mi vestirai con la candida veste della tua SS. Volonta’, mi fregerai col tuo Amore e, dandomi l’ultimo bacio, mi farai spiccare il volo dalla terra al Cielo. E cio’ che voglio per me, fallo a tutti gli agonizzanti; stringili tutti nel tuo amplesso d’amore, e dando loro il bacio dell’unione con Te, salvali tutti e non permettere che alcuno si perda!

Afflitto mio Bene, Ti offro quest’Ora santa in memoria della tua Passione e Morte, per disarmare la giusta collera di Dio per i tanti peccati, per il trionfo della S. Chiesa, per la conversione di tutti i peccatori, per la pace dei popoli, specialmente dell’Italia nostra, per la nostra santificazione ed in suffragio delle anime purganti.

Ma vedo che i tuoi nemici sono vicini e Tu vuoi lasciarmi per andare loro incontro. Gesu’, permettimi che offra tutti i santi baci della tua Santissima Madre, lascia che Ti baci quelle labbra che Giuda or ora ardira’ baciare col suo bacio infernale; che Ti asciughi il Volto bagnato di sangue, su cui ora pioveranno schiaffi e sputi; mi stringo forte al tuo Cuore, non Ti lascio, ma Ti seguo e Tu mi benedici e mi assisti. Cosi’ sia.

Riflessioni e Pratiche
Gesù in questa terz’ora del Getsemani chiese dal Cielo aiuto, ed erano tante le sue pene, che chiese conforto anche ai suoi discepoli, E noi, in qualunque circostanza dolore, sventure, chiediamo sempre aiuto dal Cielo? E se anche ci rivolgiamo alle creature, facciamo ciò ordinatamente, presso chi può santamente confortarci? Siamo rassegnati almeno, se non abbiamo quei conforti che speravamo, servendoci della noncuranza delle creature per abbandonarci di più nelle braccia di Gesù? Gesù fu confortato da un Angelo, e noi, possiamo dire che siamo l’angelo di Gesù con lo starci intorno a Lui per confortarLo e prendere parte alle sue amarezze? Ma per poter fare da vero Angelo a Gesù, é necessario prendere le pene come mandateci da Lui, perciò come pene divine; solo allora possiamo osare di confortare un Dio tanto amareggiato; altrimenti se le pene le prendiamo in senso umano, non possiamo servicene per confortare quest’Uomo-Dio, e quindi non possiamo fare da Angeli.

Nelle pene che Gesù c’invia, pare ci mandi il calice dove noi dobbiamo mettere il frutto delle stesse, e queste pene, sofferte con amore e rassegnazione, si convertiranno in dolcissimo nettare per Gesù. In ogni pena diremo: Gesù ci chiama a fare l’angelo intorno a Lui, vuole i nostri conforti, e percio ci fa parte delle sue pene.

Amore mio Gesù, nelle mie pene cerco il tuo Cuore per riposo e nelle tue intendo di darTi riparo con le mie pene, per scambiarcele insieme, ed io sia il tuo angelo consolatore.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Ottava Ora
Da mezzanotte all’1
La Cattura di Gesu’


O mio Gesu’, siamo gia’ a mezzanotte; senti che i nemici si avvicinano, e Tu, rassettandoti e rasciugandoti il Sangue, rafforzato dai conforti ricevuti, vai di nuovo dai tuoi discepoli. Li chiami, li ammonisci e Te li porti insieme con Te, e vai incontro ai nemici, volendo riparare con la tua prontezza la mia lentezza, svogliatezza e pigrizia nell’operare e nel patire per amor tuo.

Ma, o dolce Gesu’, mio Bene, che scena commovente vedo! Incontri per primo il perfido Giuda, il quale, avvicinandosi a Te e gettandoti le braccia al collo, Ti saluta e ti bacia; e Tu, Amore svisceratissimo, non disdegni di baciare quelle labbra infernali, lo abbracci e te lo stringi al Cuore, volendolo strappare all’inferno e dandogli segni di nuovo amore. Mio Gesu’, com’e’ possibile non amarti? E’ tanta la tenerezza del tuo Amore che dovrebbe strappare ogni cuore ad amarti, eppure non Ti amano! E Tu, o mio Gesu’ in questo bacio di Giuda, sopportandolo, ripari i tradimenti, le finzioni, gli inganni sotto l’aspetto di amicizia e di santita’, specialmente dei sacerdoti. Il tuo bacio, poi, manifesta che a nessun peccatore, purche’ venga a Te umiliato, rifiuteresti il tuo perdono.

Tenerissimo mio Gesu’, gia’ Ti dai in mano ai nemici, dando loro potere di farti soffrire cio’ che loro vogliono. Anch’io, o mio Gesu’, mi do nelle tue mani, affinche’ liberamente Tu possa fare di me cio’ che piu’ Ti piace; ed insieme con Te voglio seguire la tua Volonta’, le tue riparazioni e soffrire le tue pene. Voglio stare sempre a Te dintorno, per fare che non ci sia offesa che io non ripari, amarezza che io non raddolcisca, sputi e schiaffi che Tu non ricevi che non siano seguiti da un mio bacio e carezza. Nelle cadute che farai, le mie mani saranno sempre pronte ad aiutarti per alzarti. Sicche’ sempre con Te voglio stare, o mio Gesu’, nemmeno un minuto voglio lasciarti solo; e per essere piu’ sicuro, mettimi dentro di Te ed io staro’ nella tua mente, nei tuoi sguardi, nel tuo Cuore e in tutto Te stesso, per fare che cio’ che fai Tu possa farlo anch’io. Cosi’ potrò tenerti fedele compagnia e nulla potra’ sfuggirmi delle tue pene, per darti per tutto il mio ricambio d’amore.

Dolce mio Bene, staro’ al tuo fianco per difenderti, per imparare i tuoi insegnamenti, per numerare una ad una tutte le tue parole. Ah, come mi scende dolce la parola che rivolgesti a Giuda: "Amico, a che sei venuto?", e sento che anche a me rivolgi la stessa parola, non chiamandomi amico, ma col dolce nome di figlio: "Figlio, a che sei venuto?", per sentirti rispondere: "Gesu’, ad amarti". "A che sei venuto?", mi ripeti se mi sveglio al mattino; "A che sei venuto?", se prego; "A che sei venuto?", mi ripeti dall’Ostia santa, se vengo a riceverti nel mio cuore.

Che bel richiamo per me e per tutti! Ma quanti al tuo "A che sei venuto?", rispondono: "Vengo per offenderti!" Altri, fingendo di non sentirti, si danno ad ogni sorta di peccati e rispondono al tuo "A che sei venuto?", con l’andare all’inferno! Quanto Ti compatisco, o mio Gesu’! Vorrei prendere le stesse funi con cui stanno per legarti I tuoi nemici, per legare queste anime e risparmiarti questo dolore.

Ma di nuovo sento la tua voce tenerissima che dice, mentre vai incontro ai tuoi nemici: "Chi cercate?", e quelli rispondono: "Gesu’ Nazareno"; e Tu a loro: "Io sono". Con questa sola parola Tu dici tutto e Ti dai a conoscere per quello che sei, tanto che i tuoi nemici tremano e cadono come morti a terra; e Tu, Amore che non ha pari, ripetendo di nuovo: "Io sono", li richiami a vita, e da Te stesso Ti dai in potere dei nemici. Ed essi, perfidi ed ingrati, invece di cadere umili e palpitanti ai tuoi piedi e chiederti perdono, abusando della tua bonta’ e disprezzando grazie e prodigi, Ti mettono le mani addosso e con funi e catene Ti legano, Ti stringono, Ti gettano per terra, ti mettono sotto i piedi, Ti strappano, i capelli, e Tu con pazienza inaudita taci, soffri e ripari le offese di coloro che, malgrado i miracoli, non si arrendono alla tua Grazia e si ostinano di più.

Con le funi e catene impetri dal Padre la grazia di spezzare le catene delle nostre colpe e ci leghi con la dolce catena dell’Amore. E correggi amorosamente Pietro, che vuole difenderti persino tagliando l’orecchio a Malco; intendi riparare con cio’ le opere buone non fatte con santa prudenza o che per troppo zelo cadono nella colpa.

Mio pazientissimo Gesu’, Queste funi e catene pare che mettono qualcosa di piu’ bello alla tua Divina Persona: la tua fronte si fa piu’ maestosa, tanto da attirare l’attenzione dei tuoi stessi nemici, i tuoi occhi sfolgorano di piu’ luce, il tuo Volto divino si atteggia ad una pace e dolcezza suprema, da innamorare i tuoi stessi carnefici; coi tuoi accenti soavi e penetranti, sebbene pochi, li fai tremare, tanto che, se ardiscono di offenderti, e’ perche’ Tu stesso glielo permetti.

Oh Amore incatenato e legato, potrai mai permettere che Tu sia legato per me, facendo piu’ sfoggio d’amore verso di me, ed io, piccolo fliglio tuo, stia senza catene? No, no, anzi legami con le tue stesse funi e catene, con le tue mani SS.

Percio’ Ti prego di legare, mentre bacio la tua fronte divina, tutti i miei pensieri, gli occhi, le orecchie, la lingua, il cuore, i miei affetti e tutto me stesso ed insieme lega tutte le creature, affinche’ sentendo le dolcezze delle tue amorose catene, non più ardiscano di offenderti.

Dolce mio Bene, siamo già all’una. La mente incomincia ad assopirsi; faro’ il piu’ possibile per mantenermi sveglio, ma se il sonno mi sorprende, mi lascio in Te per seguire cio’ che fai Tu, anzi lo farai Tu stesso per me. In Te lascio i miei pensieri, a difenderti dai tuoi nemici, il mio respiro per corteggio e compagnia, il mio palpito per dirti sempre che Ti amo ed a rifarti dell’amore che gli altri non Ti danno, le gocce del mio sangue a ripararti ed a restituirti l’onore e la stima che Ti toglieranno con gli insulti, sputi e schiaffi. Mio Gesù, baciami, abbracciami e benedicimi e fammi dormire nel tuo adorabile Cuore e dai tuoi palpiti accelerati dall’Amore o dal dolore spesso potrò svegliarmi, e cosi’ mai interrompere la nostra compagnia; cosi’ restiamo intesi, o Gesu’!

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ prontamente si diede nelle mani dei nemici guardando nei suoi nemici la Volonta’ del Padre.

Negli inganni delle creture, nei tradimenti, siamo noi pronti a perdonare come ha perdonato Gesu"? Tutto il male che riceviamo dalle creature, lo prendiamo tutto dalle mani di Dio? Siamo noi pronti a fare tutto quello che Gesu’ vuole da noi? Nelle croci, negli strapazzi, possiamo dire che la nostra pazienza imiti quella di Gesu’?

Incatenato mio Gesu’, le tue catene leghino il mio cuore e melo tengano fermo per farlo pronto a soffrire ciò che vuoi Tu.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Nona Ora
Dall’1 alle2 di notte
Gesu’, sbalzato da una rupe, cade nel torrente Cedron


Amato mio Bene, la mia povera mente tra la veglia ed il sonno Ti segue. Come posso darmi in preda del sonno, se vedo che tutti Ti lasciano e fuggono da Te? Gli stessi Apostoli, il fervente Pietro, che poco fa ha detto di voler dare la vita per Te, il prediletto discepolo che con tanto amore hai fatto riposare sul tuo Cuore, ah, tutti Ti abbandonano e Ti lasciano in balia dei tuoi crudeli nemici!

Mio Gesu’, sei solo! I tuoi purissimi occhi guardano d’intorno per vedere se almeno uno dei tuoi beneficati Ti segua per attestarti il suo amore e per difenderti; e mentre scorgi che nessuno, nessuno Ti e’ rimasto fedele, il Cuore Ti si stringe e dai in dirotto di pianto. E Tu senti piu’ dolore per l’abbandono dei tuoi fidi, che per quello che Ti stanno facendo gli stessi nemici. Mio Gesu’, non piangere, o piuttosto fa che pianga io insieme con Te. E l’amabile Gesu’ par che dica: "Ah, figlio, piangiamo insieme la sorte di tante anime a Me consacrate, che per piccole prove, per incidenti della vita, non piu’ si prendono cura di Me e Mi lasciano solo; per tante altre, timide e vili, che per mancanza di coraggio e di fiducia Mi abbandonano; per tanti e tanti che, non trovando il loro tornaconto nelle cose sante, non si curano di Me; per tanti sacerdoti che predicano, che celebrano, che confessano per amore d’interesse e di propria gloria; costoro fan vedere che sono intorno a Me, ma Io rimango sempre solo! Ah figlio, quanto mi e’ duro questo abbandono! Non solo mi piangono gli occhi, ma Mi sanguina il Cuore! Deh, ti prego di riparare il mio acerbo dolore col promettermi di non lasciarmi mai solo."

Si, o mio Gesu’, lo prometto, aiutato dalla tua grazia immedesimandomi alla tua Divina Volonta’. Ma mentre, o Gesu’, Tu piangi l’abbandono dei tuoi cari, i nemici non Ti risparmiano alcun oltraggio che Ti possano fare; stretto e legato come stai, o mio Bene, tanto che da te stesso neppure puoi fare un passo, Ti calpestano, ti trascinano per quelle vie piene di pietre e di spine, cosi che non c’e’ movimento che non ti faccia urtare nelle pietre e pungerti nelle spine. Ah, mio Gesu’, veggo che mentre Ti trascinano, Tu lasci dietro di te il Sangue tuo prezioso, i dorati capelli che dal capo Ti strappano! Mia Vita e mio Tutto, permettimi che li raccolga, affinche’ possa legare tutti i passi delle creature, le quali anche di notte non Ti risparmiano, anzi si servono della notte per offenderti maggiormente: chi per ritrovi, chi per piaceri, chi per teatri, chi per compiere furti sacrileghi! Mio Gesu’, mi unisco a Te per riparare tutte queste offese.

Ma, o mio Gesu’ siamo gia’ al torrente Cedron, ed i perfidi Giudei si dispongono a gettarti dentro, Ti fanno urtare contro un sasso che ivi e’, con tanto impeto, da farti versare dalla bocca Sangue preziosissimo di cui lasciasti segnato quel sasso! Poi, tirandoti, Ti menano giù in fondo a quelle acque putride, in modo che esse ti entrano nelle orecchie, nella bocca, nelle narici. Oh, amore inarrivabile, Tu resti inondato e come ammantato da quelle acque putride, nauseanti e fredde, e in questo modo mi rappresenti al vivo lo stato lacrimevole delle creature quando commettono il peccato! Oh, come restano coperte e dentro e fuori di un manto di luridezze, da fare schifo al Cielo e a chiunque possa vederle, attirandosi cosi’ i fulmini della divina Giustizia! Oh, Vita della mia vita, puo’ darsi mai amore piu’ grande? Per toglierci questo manto di luridezze Tu permetti che i nemici Ti buttino in questo torrente e tutto soffri per riparare i sacrilegi e le freddezze delle anime che Ti ricevono sacrilegamente e che Ti costringono di piu’ che il torrente a farti entrare nei loro cuori, e farti sentire tutta la nausea di esse! Tu permetti ancora che queste acque Ti penetrino fin nelle viscere; tanto che i nemici, temendo che rimanessi affogato, per riserbarti a maggiori tormenti, ti tirano su; ma fai tanto schifo, che essi stessi sentono nausea di toccarti.

Mio tenero Gesu’, sei gia’ fuori del torrente. Il cuore non mi regge di vederti cosi’ bagnato da queste acque nauseanti; vedo che Tu tremi da capo a pie’ per il freddo; guardi d’intorno cercando cogli occhi cio’ che non fai con la voce, uno almeno che Ti riasciughi, Ti pulisca e Ti riscaldi; ma invano, nessuno si muove a pieta’ di Te, i nemici Ti beffano e Ti deridono, i tuoi Ti hanno abbandonato, la dolce Mamma e’ lontana, perche’ cosi’ il Padre dispone!

Eccomi, o Gesu’, vieni nelle mie braccia, voglio tanto piangere da formarti un bagno per lavarti, pulirti ed aggiustarti, con le mie mani, i tuoi capelli tutti scarmigliati. Mio amore, voglio chiuderti nel mio cuore per riscaldarti col calore dei miei affetti, voglio profumarti coi miei desideri santi, voglio riparare tutte queste offese e mettere la mia vita insieme alla tua per salvare tutte le anime. Il mio cuore voglio offrirtelo come luogo di riposo, per poterti rinfrancare in qualche modo delle pene sofferte fin qui e poi riprenderemo insieme la via della tua Passione.

Riflessioni e Pratiche
In quest’ora Gesu’ si diede in balia dei suoi nemici i quali giunsero fino a gettarLo nel torrente Cedron; ma l’amante Gesu’ li guardava tutti con amore, sopportando tutto per amor loro.

E noi ci diamo in balia della Volonta’ di Dio?

Nelle nostre debolezze e cadute siamo pronti a rialzarci per gettarci nelle braccia di Gesu’? Il tormentato Gesu’ fu gettato nel torrente Cedron provando soffocazioni, nausea e ribrezzo; e noi aborriamo qualunque macchia e ombra di peccato? Siamo noi pronti a dare un ricetto a Gesu’ nel nostro cuore, per non farGli sentire la nausea che le altre anime Gli danno col peccato e per compensarLo di quella che Gli abbiamo dati tante volte noi stessi?

Mio tormentato Gesu’, non mi risparmiare in nulla e fa che possa essere oggetto delle tue mire divine ed amorose!


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Decima Ora
Dalle 2 alle 3 di notte
Gesu’ e’ presentato ad Anna


Gesu’, sii sempre con me; dolce Mamma, seguiamo insieme Gesu’. Mio Gesu’, Sentinella divina, vegliandomi Tu nel Cuore e non volendo restare solo senza di me, mi desti e mi fai trovere insieme con Te nella casa di Anna.

Gia’ Ti trovi a quel punto in cui Anna T’interroga sulla tua dottrina e sui tuoi discepoli, e Tu, o Gesu’, per difendere la gloria del Padre, apri la tua sacratissima bocca e con voce sonora e dignitosa rispondi: "Io ho parlato in pubblico, e tutti quelli che qui stanno Mi hanno ascoltato."

Ai tuoi accenti dignitosi tutti si sentono tremare, ma la perfidia e’ tanta, che un servo, volendo fare onore ad Anna, si avvicina a Te, e con mano ferrata, Ti dà unto schiaffo, ma tanto forte da farti barcollare ed illividire il tuo SS. Volto.

Ora capisco, dolce Vita mia, perchè mi hai destato. Tu avevi ragione; chi doveva sostenerti, in questo momento in cui stai per cadere? I tuoi nemici erompono in risate sataniche, fischi e battimani, applaudendo ad un atto cosi’ ingiusto, e Tu, barcollando, non hai a chi appoggiarti. Mio Gesu’, Ti abbraccio, anzi, voglio farti muro col mio essere e Ti offro la mai guancia con coraggio, pronto a sopportare qualsiasi pena per amor tuo. Ti compatisco per questo oltraggio ed insieme con Te Ti riparo le timidezze di tante anime che facilmente si scoraggiano, Ti riparo per tutti quelli che per timore non dicono la verita’, per le mancanze di rispetto dovuto ai Sacerdoti e per le mormorazioni.

Ma vedo, afflitto Gesu’ mio, che Anna Ti manda a Caifa; i tuoi nemici Ti precipitano per le scale, e Tu, Amor mio, in questa dolorosa caduta ripari per quelli che di nottetempo precipitano nella colpa col favore delle tenebre, e chiami alla luce della Fede gli eretici e gli infedeli.

Anch’io voglio seguirti in queste riparazioni e, finche’ giungi a Caifa, Ti mando i miei sospiri per difenderti dai tuoi nemici; e mentre io dormirò, continua a farmi da sentinella, destandomi quando ne avrai bisogno. Percio’ dammi il tuo bacio e la tua benedizione ed io Ti bacio il Cuore ed in Esso continuo il mio sonno.

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ presentato innazi ad Anna e’ da questi interrogato sulla sua dottrina e sui suoi discepoli; per glorificare il Padre, risponde circa la sua dottrina, ma non tocca i discepoli per non mancare alla Carità. E noi quando si tratta di glorificare il Signore, siamo intrepidi e coraggiosi, oppure ci facciamo vincere dal rispetto umano? Dobbiamo sempre dire la verita’, fosse pure innanzi a persone di riguardo. Nel nostro dire cerchiamo sempre la gloria di Dio? Per esaltare la gloria di Dio sopportiamo tutto con pazienza come Gesu’? Evitiamo sempre di parlare male del prossimo, e lo scusiamo se sentiamo che altri ne sparla? Gesu’ vigila il nostro cuore, e noi vigiliamo il Cuore di Gesu’, affinche’ nessuna offesa riceva che non sia da noi riparata? Vigiliamo noi stessi in tutto, affinche’ ogni nostro pensiero, sguardo, parola, affetto, palpito, desiderio, siano tante sentinelle intorno a Gesu’, per vigilare il suo Cuore e ripararLo da tutte le offese? E per poter far cio’ preghiamo Gesu’ che vigili ogni nostro atto e ci aiuti Egli stesso a vigilare il nostro cuore? Ogni atto che facciamo in Dio e’ una vita divina che prendiamo in noi; e siccome noi siamo molto ristretti, e Dio è immenso, non possiamo rinchiudere un Dio nel nostro semplice atto, quindi moltiplichiamoli quanto piu’ e’ possibile, per poter cosi’ almeno allargare la nostra capacita’ di intendere e di amare. E quando il nostro Gesu’ ci chiama, siamo pronti a rispondere? La chiamata di Dio si puo’ far sentire in tanti modi: con le ispirazioni, con la lettura dei libri buoni, con l’esempio; si puo’ far sentire sensibilmente con le attrattive della grazia, ed anche con le stesse intemperie dell’aria.

Mio dolce Gesu’, la tua voce risuoni sempre nel mio cuore; e tutto cio’ che mi circonda, dentro e fuori, sia la voce continua che mi chiama sempre ad amarTi, e l’armonia della tua voce divina mi impedisca di sentire qualunque altra voce umana dissipatrice.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Undicesima Ora
Dalle 3 alle 4 del mattino
Gesu’ in casa di Caifa


Afflitto ed abbandonato mio Bene, mentre dorme la mie debole natura nel tuo addolorato Cuore, il mio sonno spesso viene interrotto dalle strette d’amore e di dolore del tuo Cuore Divino. Tra la veglia ed il sonno sento gli urti che Ti danno e mi sveglio e dico: Povero mio Gesu’, abbandonato da tutti! Non c’e’ chi di Te prenda difesa; ma da dentro il tuo Cuore io Ti offro la mia vita, per farti da appoggio nell’atto che Ti fanno urtare. E mi assopisco di nuovo; ma un’altra stretta d’amore del tuo Cuore Divino mi sveglia e mi sento assordare le orecchie dagli insulti che Ti fanno, dai bisbigli, dalle grida e dal correre di gente.

Amor mio, come mai sono tutti contro di Te? Che hai fatto, che come tanti lupi arrabbiati Ti vogliono sbranare? Mi sento gelare il sangue nel sentire i preparativi dei tuoi nemici, ed io tremo e sono angosciato, pensando come fare per difenderti.

Ma il mio afflitto Gesu’, tenendomi nel suo Cuore, mi stringe piu’ forte e mi dice: "Figlio mio, non ho fatto nulla di male, e ho fatto tutto: ho il delitto dell’amore, che contiene tutti i sacrifici, l’amore di costo immensurabile. Siamo ancora al principio; tu sta’ nel mio Cuore, osserva tutto, amami, taci e impara. Fa che il tuo sangue gelato scorra nelle mie vene per dare ristoro al mio Sangue, che va tutto in fiamme; fa che il tuo tremito scorra nelle mie membra, affinche’, immedesimato in Me, possa raffermarti e riscaldarti, per sentire parte delle mie pene, ed insieme possa acquistare forza nel vedermi tanto soffrire. Questa sara’ la piu’ bella difesa che Mi farai; siimi fedele ed attento".

Dolce Amor mio, e’ tale e tanto lo strepito dei tuoi nemici, che non mi lasciano prendere piu’ sonno. Gli urti si fanno piu’ violenti; sento il rumore delle catene con cui Ti hanno legato, e tanto stretto, che ti fanno uscire dai polsi vivo sangue, con cui Tu segni quelle vie. Ricordati che il mio sangue e’ nel Tuo, e come Tu lo versi, il mio Te lo bacia, lo adora e lo ripara. Il tuo Sangue sia luce a tutti quelli che di notte Ti offendono e calamita per attirare tutti i cuori intorno a Te.

Amor mio e Tutto mio mentre Ti trascinano, l’aria pare assordare di grida e di fischi. Gia’ arrivi davanti a Caifa; Tu sei tutto mansueto, modesto, umile; la tua dolcezza e pazienza e’ tanta da terrorizzare gli stessi nemici, e Caifa, tutto furore, vorrebbe divorarti. Ah, come si distinguono bene l’Innocenza ed il peccato!

Amor mio, Tu sei dinanzi a Caifa come il piu’ colpevole, in atto di essere condannato. Gia’ Caifa domanda ai testimoni quali sono i tuoi delitti. Ah, avrebbe fatto meglio domandando qual e’ il tuo Amore! E chi Ti accusa di una cosa e chi di un’altra, spropositando e contraddicendosi fra di loro; e come Ti accusano, i soldati che Ti stanno accanto Ti tirano i capelli, Ti scaricano sul Volto SS. orribili schiaffi da far rimbombare tutta la sala, Ti torcono le labbra, Ti battono, e Tu taci, soffri, e se li guardi, la luce dei tuoi occhi scende nei loro cuori, e non potendo sopportarla, si allontanano da Te, ma altri subentrano, per fare di Te maggiore scempio.

Ma in tante accuse ed oltraggi, Ti vedo tendere l’orecchio e il tuo Cuore batte forte, in atto di scoppiare per il dolore. Dimmi, afflitto mio Bene, che c’e’ di nuovo? Perche’ di quello che Ti stanno facendo i nemici, vedo che e’ tanto il tuo Amore, che ansioso lo aspetti e lo offri per la nostra salvezza; ed il tuo Cuore ripara con tutta calma le calunnie, gli odi, le false testimonianze, il male che si fa agli innocenti con premeditazione, e ripari per quelli che Ti offendono per istigazione dei capi e le offese degli ecclesiastici. E mentre unito a Te seguo le tue stesse riparazioni, sento in Te un cambiamento di un nuovo dolore, non mai inteso finora. Dimmi, dimmi, che c’e’? Fammi parte di tutto, o Gesu’.

"Figlio, vuoi saperlo? Sento la voce di Pietro, che dice di non conoscermi; poi ha giurato e poi ancora ha spergiurato e anatemizza di non conoscermi. O Pietro, come! Non mi conosci? Non ti ricordi di quanti beni ti ho colmato? Ah, se gli altri Mi fanno morire di pene, tu Mi fai morire di dolore! Ah, quanto male hai fatto col seguirmi da lontano, esponendoti poi alle occasioni!"

Negato mio Bene, come si conoscono subito le offese dei tuoi piu’ cari! O Gesu’, voglio far scorrere il mio palpito nel tuo per raddolcire lo spasimo atroce che soffri, ed il mio palpito nel tuo Ti giura fedelta’ e amore, e ripete e giura mille e mille volte di conoscerti.

Ma il tuo Amore non si calma ancora e cerchi di guardare Pietro. Ai tuoi sguardi amorosi, grondanti lacrime per la tua negazione, Pietro s’intenerisce e piange e si allontana; e Tu, avendolo messo in salvo, Ti calmi, e cosi’ ripari le offese dei Papi e dei capi della Chiesa, specialmente di quelli che si espongono alle occasioni.

Intanto, i tuoi nemici continuano ad accusarti, e vedendo Caifa che niente rispondi alle loro accuse, Ti dice: "Ti scongiuro per il Dio vivente, dimmi, veramente sei Tu il vero Figlio di Dio?"

E Tu, Amor mio, avendo sempre sul tuo labbro la parola della verita’, atteggiandoti a Maesta’ suprema, con voce sonora e soave, tanto che tutti restano colpiti e gli stessi demoni sprofondano nell’abisso, rispondi: "Tu lo dici: si, Io sono il vero Figlio di Dio, ed un giorno scendero’ sulle nubi del Cielo a giudicare tutte le nazioni".

Alle tue parole creatrici, tutti fanno silenzio, si sentono rabbrividire e spaventare; ma Caifa, dopo pochi attimi di spavento, riavendosi e tutto furibondo, piu’ che belva feroce, dice a tutti: "Che bisogno abbiamo piu’ di testimoni? Ha detto gia’ una grande bestemmia! Che piu’ aspettiamo per condannarlo? E’ gia’ reo di morte!"

E per dare piu’ forza alle sue sacrileghe parole, si straccia le vesti con tanta rabbia e furore che tutti, come se fossero uno solo, si avventano contro di Te, mio Bene, e chi Ti da’ pugni sulla testa, chi Ti tira i capelli, chi Ti da’ schiaffi, chi Ti sputa sul Volto, chi Ti calpesta sotto i piedi. Sono tali e tanti i tormenti che Ti danno, che la terra trema e i Cieli ne restano scossi.

Amor mio e Vita mia, Gesu’, come Ti tormentano, cosi’ il mio povero cuore e’ lacerato dal dolore. Deh, permettimi che esca dal tuo addolorato Cuore e che in vece tua affronti tutti questi oltraggi. Ah, se mi fosse possibile vorrei trafugarti dalle mani dei tuoi nemici; ma Tu non vuoi, poiche’ lo richiede la salvezza di tutti, ed io son costretto a rassegnarmi. Ma dolce Amor mio, lasciami che Ti rassetti, che Ti aggiusti i capelli, che Ti tolga gli sputi, che Ti rasciughi il Sangue e mi chiuda nel tuo Cuore, perche’ vedo che Caifa, stanco, vuole ritirarsi, consegnandoti in mano ai soldati.

Percio’ Ti adoro e Ti benedico, e Tu benedicimi e dammi il bacio del tuo Amore; ed io mi chiudo nella fornace del tuo Cuore divino per prendere sonno. Metto sul tuo Cuore la mia bocca, affinche’ respirando, Ti baci, e dalla diversita’ dei tuoi palpiti piu’ o meno sofferenti possa avvertire se Tu soffri o riposi. Percio’, facendoti ala con le mie braccia per tenerti difeso, ti abbraccio, mi stringo forte al tuo Cuore e prendo sonno.

Riflessioni e Pratiche
Gesu’ presentato a Caifa, e’ accusato ingiustamente e sottoposto a torture inaudite; interrogato, Egli dice sempre la verita’.

E noi, quando il Signore permette che ci calunnino e ci accusino ingiustamente, cerchiamo solo Iddio che conosce la nostra innocenza? Oppure mendichiamo la stima e l’onore delle creature? Sul nostro labbro spunta sempre la verita’? Siamo noi nemici di qualunque artifizio e bugia? Sopportiamo con pazienza i dileggi e le confusioni che ci danno le creature? Siamo pronti a dare la vita per la loro salvezza?

O mio dolce Gesu’, quanto diverso da Te io sono! Deh, fa che il mio labbro dica sempre la verita’ in modo da ferire il cuore di chi mi ascolta per condurre tutti a Te!


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Dodicesima Ora
Dalle 4 alle 5 del mattino
Gesu’ in balia dei soldati


Vita mia dolcissima, Gesu’, mentre dormivo stretto al tuo Cuore, spesso mi sentivo pungere dalle spine che pungono il tuo SS. Cuore e, volendo svegliarmi insieme con Te, perche’ Tu abbia uno almeno che noti tutte le tue pene e Ti compatisca, mi stringo piu’ forte al tuo Cuore; e sentendo piu’ al vivo le tue punture, mi sveglio. Ma che vedo, che sento? Vorrei nasconderti nel mio cuore, per espormi in vece tua a ricevere su di me pene cosi’ dolorose, insulti ed umiliazioni cosi’ incredibili; ma solo il tuo Amore poteva sostenere tanti oltraggi. Mio pazientissimo Gesu’, che cosa potevi sperare da gente cosi’ inumana?

Gia’ vedo che si prendono gioco di Te, Ti coprono il Volto di densi sputi, la luce dei tuoi begli occhi resta coperta di sputi, e Tu, mandando fiumi di lacrime per la nostra salvezza, spingi dai tuoi occhi quegli sputi e i tuoi nemici, non essendo il loro cuore capace di vedere la luce dei tuoi occhi, tornano di nuovo a coprirli di sputi. Altri, facendosi piu’ bravi nel male, Ti aprono la dolcissima bocca e Te la riempiono di sputi fetenti, tanto che loro stessi ne sentono la nausea. E siccome quegli sputi in parte scendono e mostrano in parte la maesta’ del tuo Volto e la tua sovrumana dolcezza, si sentono rabbrividire e si vergognano di se’ stessi; e per sentirsi piu’ liberi Ti bendano gli occhi con uno straccio vilissimo, in modo da potersi del tutto sfrenare sulla tua adorabile Persona, sicche’ Ti battono senza pieta’, Ti trascinano, Ti pestano sotto i piedi e ripetono i pugni, gli schiaffi sul tuo Volto e sulla testa, graffiandoti e tirandoti per i capelli, e Ti sbalzano da un punto all’altro.

Gesu’, Amor mio, il mio cuore non regge vedendoti in tante pene. Tu vuoi che noti tutto, ma io mi sento che vorrei coprirmi gli occhi per non vedere scene cosi’ dolorose, che fanno strappare il cuore da ogni petto, ma l’amore per Te mi costringe a guardare che ne e’ di Te.

E vedo che non fiati, che non dici una parola per difenderti, che stai in mano a questi soldati come uno straccio e possono fare di Te quello che vogliono; e vedendoli saltare sopra di Te, temo che Tu muoia sotto i loro piedi.

Mio Bene e mio Tutto, e’ tanto il dolore che sento per le tue pene, che vorrei dare grida cosi’ forti da farmi sentire su nel Cielo e chiamare il Padre, lo Spirito Santo e gli Angeli tutti, e qui in terra, da un punto all’altro, chiamare per prima la dolce Mamma e tutte le anime che Ti amano, in modo che formando cerchio attorno a Te, impediamo a questi insolenti soldati di avvicinarsi a Te per insultarti e tormentarti ancora; ed insieme con Te ripariamo tutte le specie di peccati notturni, soprattutto quelli commessi dai settari sulla tua Sacramentale Persona durante la notte, e tutte le offese delle anime che non si mantengono fedeli nella notte della prova.

Ma vedo, insultato mio Bene, che i soldati, stanchi ed ubriachi, vorrebbero riposarsi, ed il povero mio cuore, oppresso e lacerato da tante tue pene, non vuol restare solo insieme con Te, sente il bisogno di un’altra compagnia. Deh, dolce Mamma mia, sii Tu la mia inseparabile compagna; abbracciamo insieme Gesu’ per consolarlo! O Gesu’, insieme con la Mamma Ti bacio e benedico e con Lei prendero’ il sonno dell’amore sul tuo adorabile Cuore.

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ in quest’ora e’ in mezzo ai soldati con animo imperturbabile, con costanza ferrea; da quel Dio che e’, soffre tutti gli strapazzi che i soldati Gli fanno, e li guarda con tanto amore, da sembrare che li inviti a darGli piu’ pene. E noi, nelle ripetute sofferenze, siamo costanti, oppure ci lamentiamo, ci infastidiamo, perdiamo la pace, quella pace del cuore necessaria per fare che Gesu’ possa trovare in noi una felice dimora?

La fermezza e’ quella virtu’ che fa conoscere se Dio regna veramente in noi; se e’ vera virtu’ la nostra, saremo fermi nella prova, con una fermezza, non a periodi, ma sempre uguale a se’ stessa; ed e’ questa sola fermezza che da’ la pace. Come piu’ ci rendiamo fermi nel bene, nel patire e nell’operare, cosi’ veniamo ad allargare il campo intorno a noi, dove Gesu’ allargherà le sue grazie. Sicche’, se noi saremo incostanti, piccolo sara’ il nostro campo, e Gesu’ poco o nulla potra’ spaziarsi. Se invece noi saremo fermi e costanti, trovando Gesu’ il campo molto esteso, trovera’ in noi il suo appoggio e sostegno e dove distendere le sue grazie.

Se vogliamo che il nostro amato Gesu’ riposi in noi, circondiamoLo della stessa fermezza con cui operava per la salvezza delle anime nostre. Egli cosi’ difeso stara’ nel nostro cuore in dolce riposo. Gesu’ guardava con amore quelli che lo maltrattavano; e noi guardiamo con lo stesso amore quelli che ci offendono? E l’amore che mostriamo loro e’ tanto, da far che sia voce cosi’ potente per i loro cuori, da convertirli a Gesu’?

Mio Gesu’ Amore senza confine, dammi questo amore e fa che ogni pena chiami anime a Te.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Tredicesima Ora
Dalle 5 alle 6 del mattino
Gesu’ nella prigione


Mio Prigioniero Gesu’, mi son destato e non Ti trovo. Il cuore mi batte forte forte, smania di amore. Dimmi, dove sei? Angelo mio, portami nella casa di Caifa. Ma giro e rigiro, frugo dappertutto e non Ti trovo. Amor mio, presto, con le tue mani muovi le catene con cui tieni legato il mio cuore al Tuo e tirami a Te affinche’ possa prendere il volo per venirmi a gettare nelle tue braccia. E Tu, Gesu’, Amor mio, ferito dalla mia voce e volendo la mia compagnia, gia’ mi attiri e vedo che Ti hanno messo in prigione. Il mio cuore esulta di gioia nel trovarti, ma sento che e’ ferito dal dolore, vedendo lo stato in cui Ti hanno ridotto.

Ti vedo con le mani legate all’indietro ad una colonna, coi piedi legati e stretti; vedo il tuo Volto Santissimo contuso, gonfio e sanguinante per gli orribili schiaffi ricevuti. I tuoi purissimi occhi lividi, la tua pupilla stanca e mesta per la veglia, I tuoi capelli tutti in disordine, la tua SS. Persona tutta pesta e, per giunta, non puoi aiutarti a pulirti, perche’ sei legato.

Ed io, o mio Gesu’, in un singhiozzo di pianto, abbracciandomi ai tuoi piedi, dico: "Ahime, come sei ridotto, o Gesu’!"

E Gesu’, guardandomi, mi risponde: "Vieni, o figlio mio, e sta attento a tutto cio’ che Mi vedi fare, per farlo insieme con Me cosi’ poter continuare la mia Vita in te."

Ed ecco, con mio stupore vedo che invece di occuparti delle tue pene, con un amore indescrivibile pensi a glorificare il Padre, per rifarlo di cio’ che noi siamo obbligati, e chiami tutte le anime intorno a Te, per prendere tutti i loro mali su di Te e dare loro tutti i tuoi beni. E siccome siamo all’albeggiare del giorno, sento la tua voce dolcissima che dice:

"Padre Santo, grazie Ti rendo di tutto cio’ che ho sofferto e di quello che Mi resta da soffrire. E come quest’alba chiama il giorno ed il giorno fa sorgere il sole, cosi’ l’alba della Grazia spunti in tutti i cuori e, facendosi giorno, Io, Sole Divino possa sorgere in tutti i cuori e regnare su tutti. Vedi queste anime, o Padre? Ed Io voglio risponderti per tutti, per i loro pensieri, parole opere e passi, a costo di Sangue e di morte."

Gesu’ mio, Amore senza confini, a Te mi unisco e anch’io Ti ringrazio di quanto mi hai fatto soffrire e per quello che mi rimane da soffrire e Ti prego di far spuntare in tutti i cuori l’alba della Grazia, perche’ Tu, Sole Divino, possa risorgere in tutti i cuori e regnare su tutti.

Ma vedo ancora, mio dolce Gesu’, che Tu ripari tutte le primizie dei pensieri, degli affetti e delle parole che al principio del giorno non sono offerti a Te per onorarti, e che richiami a Te, come in consegna, i pensieri, gli affetti e le parole delle creature, per riparare e dare al Padre la gloria che Gli devono.

Gesu’ mio, Maestro Divino, giacche’ in questa prigione abbiamo un’ora libera e siamo soli, non solo voglio fare cio’ che fai Tu, ma ripulirti, aggiustarti i capelli e fondermi tutto in Te. Mi avvicino percio’ all tua sacratissima testa e, riordinandoti i capelli, voglio riparare per tante menti stravolte e piene di terra, che non hanno un pensiero per Te; e fondendomi nella tua mente, voglio riunire in Te tutti i pensieri delle creature e fonderli nei tuoi pensieri, per trovare sufficiente riparazione per tutti i pensieri cattivi, per tanti lumi ed ispirazioni soffocati. Vorrei fare di tutti i pensieri uno solo con i tuoi, per darti vera riparazione e perfetta gloria.

Mio afflitto Gesu’, bacio i tuoi occhi mesti e pregni di lacrime. Avendo le mani legate alla colonna, non puoi asciugarli ne’ toglierti gli sputi con cui Ti hanno imbrattato; e siccome la posizione in cui Ti hanno legato e’ straziante, non puoi chiudere i tuoi occhi stanchi per prendere riposo. Amor mio, quanto volentieri vorrei che le mie braccia Ti facessero da letto per darti riposo; e voglio asciugarti gli occhi, e chiederti perdono e ripararti per quante volte non abbiamo avuto la mira di piacerti e di guardarti per vedere che volevi da noi, che cosa dovevamo fare e dove volevi che andassimo. Voglio fondere i miei occhi nei tuoi, e anche quelli di tutte le creature, per poter riparare con gli stessi occhi tuoi tutto il male che abbiamo fatto con la vista.

Mio pietoso Gesu’, bacio le tue SS. Orecchie, stanche dagli insulti di tutta la notte e molto piu’ dall’eco di tutte le offese delle creature, che si ripercuote nel tuo udito. Ti chiedo perdono e Ti riparo per quante volte ci hai chiamato e siamo stati sordi o abbiamo fatto finta di non ascoltarti, e Tu, stanco mio Bene, hai ripetuto le tue chiamate, ma in vano! Voglio fondere il mio udito nel tuo e anche quello di tutte le creature, per farti una continua e complete riparazione.

Innamorato Gesu’, adoro e bacio il tuo SS. Volto, tutto illividito dagli schiaffi. Ti chiedo perdono e Ti riparo per quante volte Tu ci hai chiamato ad offrirti riparazione, e noi, unendoci ai tuoi nemici, Ti abbiamo dato schiaffi e sputi. Mio Gesu’, voglio fondere il mio volto nel Tuo, per restituirti la tua naturale bellezza, dandoti piena riparazione per tutti i disprezzi che si fanno alla tua adorabile Maesta’.

Amareggiato mio bene, bacio la tua dolcissima bocca, addolorata dai pugni e riarsa dall’amore. Voglio fondere la mia lingua nella tua, e anche la lingua di tutte le creature, per riparare con la tua stessa lingua tutti i peccati e i discorsi cattivi che si fanno; e voglio, assetato mio Gesu’, unire tutte le voci in una sola con la Tua, per fare che, quando stiamo per offenderti, scorrendo la tua voce in quelle di tutte le creature, possa soffocare le voci del peccato e cambiarle in voci di lode e di amore.

Incatenato mio Gesu’, bacio il tuo collo, oppresso da pesanti catene e da funi, che scorrendoti dal petto fin dietro le spalle e passando dalle braccia, Ti tengono stretto stretto legato alla colonna. Le tue mani gia’ sono gonfie ed annerite dalla strettezza delle legature e da piu’ parti sprizzano sangue. Deh, permettimi che Ti sciolga, mio legato Gesu’, e se ami di essere legato, che Ti leghi con le catene dell’amore, che essendo dolci, invece di farti soffrire, Ti raddolciranno. E mentre Ti sciolgo, voglio fondermi nel tuo collo, nel tuo petto, nelle tue spalle, nelle tue mani, nei tuoi piedi, per poter riparare insieme con Te tutti gli attacchi e cosi’ dare a tutti le catene del tuo Amore; per poter riparare con Te tutte le freddezze e cosi’ riempire il petto di tutte le creature del tuo fuoco, che’ vedo che ne contieni tanto che non puoi contenerlo; e per poter riparare con Te tutti i piaceri illeciti e l’amore alle comodita’ per dare a tutti lo spirito di sacrificio e l’amore al patire.

E voglio fondermi nelle tue mani, per riparare tutte le opere cattive, il bene fatto malamente e con presunzione, e dare a tutti il profumo delle tue opere; e fondermi nei tuoi piedi, per chiudere tutti i passi delle creature e cosi’ ripararli e dare a tutti i tuoi passi, per farli camminare santamente.

Infine, dolce mia Vita, permettimi che, fondendomi nel tuo Cuore, racchiuda tutti gli affetti, i palpiti e i desideri, per ripararli insieme con Te e per dare a tutti i tuoi affetti, palpiti e desideri, affinche’ nessuno piu’ Ti offenda.

Ma sento il rumore dello scricchiolio della chiave; sono i tuoi nemici che vengono a scarcerarti. Ed io tremo, Gesu’, mi sento agghiacciare; Tu sarai di nuovo nelle mani dei tuoi nemici: che ne sara’ di Te? Mi pare di sentire ancora lo scricchiolio delle chiavi dei tabernacoli. Quante mani profanatrici non vengono ad aprirli, e forse per farti scendere in cuori sacrileghi? In quante mani indegne sei costretto a trovarti! Mio prigioniero Gesu’, voglio trovarmi in tutte le tue prigioni d’amore, per essere spettatore quando i tuoi ministri Ti sprigionano e per farti compagnia e ripararti le offese che puoi ricevere.

Vedo che i tuoi nemici sono vicini, mentre Tu saluti il sole nascente nell’ultimo dei tuoi giorni; e loro, sciogliendoti, nel vederti tutto maesta’ e che li guardi con tanto amore, per ricambio Ti scaricano sul Volto schiaffi si’ forti da farlo arrossare col tuo preziosissimo Sangue.

Gesu’ Amor mio, prima di uscire dalla prigione, nel mio dolore Ti prego di benedirmi per ricevere forza per seguirti nel resto della tua Passione.

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ in prigione, legato ad una colonna ed immobilizzato, e’ imbrattato di sputi e di fango. Egli cerca l’anima nostra perche’ Gli faccia compagnia. E noi siamo contenti di stare solo con Gesu’, oppure cerchiamo la compagnia delle creature? L’unico nostro respiro, l’unico nostro palpito non e’ Gesu’ solo?

L’amante Gesu’, per averci somiglianti a Lui, lega le anime nostre con le aridita’, con le oppressioni, coi dolori e con qualunque altra specie di mortificazione; e noi siamo contenti di farci legare da Gesu’ in quella prigione in cui il suo amore ci mette, cioe’ oscurita’, oppressioni ed altro?

Gesu’ e’ in prigione; sentiamo in noi tutti la forza e la prontezza d’imprigionarci in Gesu’ per amor suo? L’afflitto Gesu’ sospirava l’anima nostra per essere slegato e sostenuto nella dolorosa posizione in cui si trovava; e noi sospiriamo che solo Gesu’ venga a farci compagnia, a scioglierci dalle catene di ogni passione e farci legare con catene piu’ forti nel suo Cuore? E le nostre pene le mettiamo in corteggio intorno al penante Gesu’ per allontanarGli gli sputi e il fango che i peccatori Gli mandano? Gesu’ in prigione prega, e la nostra preghiera e’ costante con Gesu’?

Incatenato mio Gesu’, Tu Ti sei fatto prigioniero per amor mio, ed io Ti prego d’imprigionare in Te la mente, la lingua, il cuore, e tutto me stesso, perche’ io non abbia liberta’ alcuna e Tu abbia assoluta padronanza su di me.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Quattordicesima Ora
Dalle 6 alle 7 del mattino
Gesu’ di nuovo innanzi a Caifa,
che conferma la condanna a morte e lo invia a Pilato


Mio addolorato Gesu’, gia’ sei fuori della prigione; sei tanto sfinito che vacilli ad ogni passo. Voglio mettermi al tuo fianco per sorreggerti, quando vedro’ che starai per cadere.

Ma vedo che i soldati Ti portano innanzi a Caifa, e Tu, O mio Gesu’, ricompari in mezzo a loro come Sole, e sebbene sfigurato, spandi luce dappertutto. Gia’ vedo che Caifa gongola di gioia, nel vederti si’ malamente ridotto. Ai riflessi della tua Luce si acceca maggiormente e nel suo furore Ti domanda di nuovo: "Sicche’ Tu sei veramente il vero Figlio di Dio?"

E Tu, Amor mio, con una maesta’ suprema, con una grazia del tuo dire e col tuo solito accento dolce e commuovente, da rapire i cuori, rispondi: "Si, Io sono il vero Figlio di Dio."

E i tuoi nemici, sebbene sentano in se’ tutta la forza della tua parola, soffocando tutto, senza voler sapere altro, ad unanime voce, gridano: "E’ reo di morte, e’ reo di morte!"

Caifa conferma la sentenza di morte e T’invia a Pilato. E Tu, mio condannato Gesu’, accetti questa sentenza con tanto amore e rassegnazione, quasi da strapparla all’iniquo Pontefice, e ripari tutti i peccati fatti deliberatamente e con tutta malizia, e per quelli che invece di affliggersi nel male, ne gongolano ed esultano per lo stesso peccato, e questo li porta alla cecita’ ed a soffocare qualsiasi lume e grazia. Vita mia, Gesu’, le tue riparazioni e preghiere fanno eco nel mio cuore, e riparo e prego insieme con Te.

Dolce mio Amore, vedo che i soldati, avendo perduto quel poco di stima di Te, vedendoti sentenziato a morte, Ti prendono, aggiungono funi e catene, Ti stringono tanto forte da togliere quasi il moto alla tua Divina Persona e, spingendoti e trascinandoti, Ti mettono fuori del palazzo di Caifa.

Turbe di popolo Ti attendono, ma nessuno per difenderti; e Tu, mio Sole Divino, esci in mezzo a loro, volendo con la tua luce ravvolgere tutti. E come muovi i primi passi, volendo racchiudere tutti i passi delle creature nei tuoi, preghi e ripari per coloro che muovono i primi passi ad operare con fini cattivi: chi per vendicarsi, chi per rubare, chi per tradire, chi per uccidere ed altro. Oh, come Ti feriscono il Cuore tutte queste colpe! E per impedire tanto male, preghi, ripari ed offri tutto Te stesso.

Ma, mentre Ti seguo, vedo che Tu, mio sole Gesu’, al momento dal palazzo di Caifa, T’incontri con la bella Maria, nostra dolce Mamma. I vostri sguardi a vicenda s’incontrano e si feriscono e, benche’ ne restiate sollevati nel vedervi, nascono pure nuovi dolori: Tu, nel vedere la bella Mamma trafitta, pallida e ammantata di lutto, e la cara Mamma nel vedere Te, Sole Divino, eclissato e coperto di tanti obbrobri, piangente ed ammantato di Sangue. Ma non potete godere a lungo lo scambio di sguardi, e col dolore di non potervi dire neppure una parola, i vostri Cuori si dicono tutto, e fuso l’uno nell’altro, cessate di guardarvi, perche’ i soldati Ti spingono; e cosi’, calpestato e trascinato, giungi a Pilato.

Mio Gesu’, mi unisco alla trafitta Mamma nel seguirti, per fondermi in Te insieme con Lei e, dandomi un tuo sguardo di amore, benedicimi.

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ esce alla luce del giorno ed e’ portato innanzi a Caifa, e con animo fermo conferma che Egli e’ il Figlio di Dio.

E noi quando usciamo ci facciamo dirigere da Gesu’: il nostro contegno e’ di esempio agli altri, e i nostri passi, come calamita, chiamano le anime intorno a Gesu’? Tutta la vita di Gesu’ e’ un richiamo continuo di anime. Se noi ci uniformeremo alla sua Volonta’, cioe’ se i nostri piedi come camminano chiamano le anime, se i nostri palpiti, faendo eco ai palpiti divini, si armonizzano insieme e chiedono anime, e cosi’ di tutto il resto, noi, a seconda che operiamo cosi’ formeremo in noi la stessa Umanita’ di Gesu’. Sicche’, ogni richiamo di anime in piu’, che facciamo, e’ un’impronta di piu’ che dal nostro Gesu’ riceviamo. La nostra vita e’ sempre uguale, oppure la cambiamo in peggio a seconda degl’incontri che ci vengono?

Mio Gesu’, santita’ che non ha pari, Tu mi guidi, fa che anche il mio portamento esterno manifesti tutta la tua vita divina.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Quindicesima Ora
Dalle 7 alle 8 del mattino
Gesu’ innanzi a Pilato;
Pilato lo manda ad Erode


Legato mio Bene, Gesu’, i tuoi nemici, insieme ai sacerdoti, Ti presentano a Pilato e, affettando santita’ e scrupolosita’, siccome devono festeggiare la Pasqua, restano fuori dell’atrio. E Tu, Amor mio, vedendo il fondo della loro malizia, ripari tutte le ipocrisie del corpo religioso; anch’io riparo insieme con Te. Ma mentre Tu Ti occupi del loro bene, loro invece incominciano ad accusarti presso Pilato, vomitando tutto il veleno che hanno contro di Te.

Pilato, mostrandosi insoddisfatto delle accuse che Ti fanno, per poterti con ragione condannare, Ti chiama in disparte e da solo Ti esamina e Ti domanda: "Sei Tu il Re dei Giudei?"

E Tu, Gesu’, mio vero Re, rispondi: "Il mio Regno non e’ di questo mondo; altrimenti, migliaia di legioni di Angeli Mi difenderebbero".

E Pilato, commosso dalla soavita’ e dignita’ del tuo dire, sorpreso Ti dice: "Come, Re sei Tu?"

E Tu: "Tu lo dici, Io lo sono e son venuto nel mondo ad insegnare la Verita’".

E Pilato, senza voler sapere altro, convinto della tua innocenza, esce alla terrazza e dice: "Io non trovo colpa alcuna in quest’Uomo".

I giudei, arrabbiati, Ti accusano di tante altre cose, e Tu taci e non Ti difendi, e ripari le debolezze dei giudici quando si trovano di fronte ai prepotenti, ripari le loro ingiustizie e preghi per gli innocenti oppressi ed abbandonati.

Onde Pilato, vedendo il furore dei tuoi nemici e per sbarazzarsi di Te, T’invia ad Erode.

Gesu’ innanzi ad Erode
Mio Re Divino, voglio ripetere le tue preghiere e riparazioni ed accompagnarti fino ad Erode.

Vedo che i nemici, infuriati, vorrebbero divorarti e Ti conducono fra insulti, scherni e derisioni, e cosi’ Ti fanno giungere innanzi ad Erode, il quale, gonfiandosi, Ti fa molte domande. Tu non rispondi e nemmeno lo guardi; ed Erode, irritato perche’ non si vede soddisfatto nelle sue curiosita’ e sentendosi umiliato dal tuo lungo silenzio, dichiara a tutti che Tu sei un pazzo e senza senno, e come tale ordina che Tu venga trattato. E per burlarti, Ti fa vestire di bianca veste e Ti consegna in mano ai soldati, affinche’ Ti facciano il peggio che possono.

Mio innocente Gesu’, nessuno trova colpa in Te; solo i giudei, perche’ la loro affettata religiosita’ non merita che splenda la luce della Verita’ nelle loro menti.

Gesu’ mio, Sapienza infinita, quanto Ti costa l’essere stato dichiarato pazzo! I soldati, abusando di Te, Ti gettano per terra, Ti calpestano, T’imbrattano di sputi, Ti vilipendono, Ti battono con bastoni, e sono tanti i colpi, che Ti senti morire. Sono tali e tante le pene, gli obbrobri, le umiliazioni che Ti fanno, che gli Angeli piangono e si coprono il volto con le loro ali per non vederle.

Mio pazzo Gesu’, anch’io voglio chiamarti pazzo, ma pazzo d’amore. Ed e’ tanta la tua pazzia di amore, che invece di adontarti, preghi e ripari per le ambizioni dei re e dei capi che ambiscono regni per la rovina dei popoli, per tante stragi che fanno e tanto sangue che fanno spargere per loro capriccio, per le colpe che si commettono nelle corti e palazzi e nelle milizie.

Mio, Gesu’, com’e’ tenero vederti in mezzo a tanti oltraggi pregare e riparare! La tua voce risuona nel mio cuore e seguo cio’ che fai Tu. Ed ora lascia che mi metta a Te vicino, che prenda parte alle tue pene e Ti consoli col mio amore, ed allontanandoti i nemici, Ti prenda fra le mie braccia per ristorarti e baciarti la fronte.

Le tue voci si ripercuotono nel mio cuore e seguo ciò che fai Tu. Ed ora lascia, o Gesù, che mi metta a Te vicino, prenda parte alle tue pene e Ti consoli col mio amore; e per allontanarTi i nemici e ristorarTi Ti prenda fra le mie braccia. Bacio, o Gesù mio, la tua fronte, e Ti prego: per amor di queste pene purifica i miei pensieri. Bacio i tuoi begli occhi sfavillanti di luce: questa tua luce mi circondi dovunque e penetri nei miei pensieri, nei miei sguardi, nelle mie parole, nel mio cuore, in modo da farmi nuotare interamente in essa. Bacio le tue orecchie, e Tu santifica le mie. Bacio il tuo Volto, innamorarmi della tua bellezza e con me, tutte le creature, per rifarli di tutti gli insulti e scherni che ricevi nel palazzo di Erode. Bacio la tua bocca: dammi la grazia di non dir mai parole che potrebbero offendere la tua SS. Persona e metto l'intenzione di riparare tutte le offese che Ti fanno gli altri. Intendo stenderli le braccia e stringerli forte al cuore, pregandoti di voler imprimere la tua immagine nella mia mente, nel mio cuore, nelle mie opere, in tutto. Ti bacio la mano destra e concedi tutte le grazie efficaci per la conversione nei peccatori e dà a me ed a tutti il frutto salutare di tutte le tue santissime opere. Ti bacio la tua mano sinistra: imprimi in me le tue virtù e specialmente la carità. Ti bacio il piede sinistro: dammi la conoscenza di me stesso. Ti bacio il piede destro: dammi la grazia di ubbidire con prontezza. Bacio infine il tuo Cuore purissimo: consumami fra le ardentissime fiamme del tuo Amore! Dolce mio Amore, vedo che quei cattivi non Ti danno tregua ed Erode T'invia a Pilato. Se dolorosa è stata la venuta, più tragico sarà il ritorno, perché vedo che i Giudei sono più arrabbiati di prima ed a qualunque costo sono risoluti di farli morire; perciò, prima che Tu esca dal palazzo di Erode, voglio stringerli al mio cuore per attestarli il mio amore in mezzo a tante pene; e Tu fortificami col tuo mistico bacio e con la tua benedizione ed io Ti seguirò fino innanzi a Pilato.

Dolce Amor mio, vedo che non Ti danno pace ed Erode T’invia a Pilato. Se doloroso e’ stato il venire, piu’ tragico sara’ il ritorno, perche’ vedo che i giudei sono piu’ arrabbiati di prima ed a qualunque costo sono risoluti a farti morire.

Percio’, prima che Tu esca dal palazzo di Erode, voglio baciarti per attestarti il mio amore in mezzo a tante pene, e Tu fortificami col tuo bacio e con la tua benedizione, per poterti seguire dinanzi a Pilato.

Riflessioni e Pratiche

Gesu’ presentato a Pilato, in mezzo a tanti insulti e disprezzi, e’ sempre dolce, non disdegna nessuno, e in tutti cerca di far splendere la luce della verita’. E noi ci sentiamo uguali con tutti? Cerchiamo di vincere il nostro cattivo naturale, se qualche persona non ci simpatizza? Trattando con le creature, cerchiamo sempre di far conoscere Gesu’ e far risplendere in loro la luce della verita’?

O Gesu’, dolce mia vita, metti sulle mie labbra la tua parola e fa che parli sempre con la tua lingua.

Gesu’ innanzi ad Erode tace vestito da pazzo, e soffre pene inaudite; e noi quando siamo calunniati, scherniti, insultati, derisi, pensiamo che il Signore vuole darci una somiglianza divina? Nelle nostre pene, nei disprezzi e in tutto cio’ che il nostro cuore potra’ sentire, pensiamo che e’ Gesu’ che col suo tocco ci da dolore, che col suo tocco ci trasforma in Se’ e ci da’ la sua somiglianza? E tornando a noi il patire, pensiamo che Gesu’ rimirandoci non e’ contento di noi, e quindi ci da’ un’altra stretta per poterci del tutto rassomigliare a Lui? Ad esempio di Gesu’, possiamo dire che abbiamo il dominio di noi stessi? Che invece di rispondere alle contrarieta’ preferiamo tacere? Ci facciamo mai vincere dalle curiosita’? In ogni pena che si puo’ soffrire, bisogna metter la intenzione che essa e’ una vita che si da’ a Gesu’, per impetrare anime; e mettendo le anime nella Volonta’ di Dio, il nostro dolore fa cerchio, e racchiudiamo in esso Dio e le anime per congiungerle a Gesu’.

Amor mio a mio Tutto, prendi Tu solo il dominio di questo mio cuore e tienilo nelle tue mani, affinche’ negli incontri possa ricopiare in me la tua grande pazienza.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Sedicesima Ora
Dalle 8 alle 9 del mattino
Gesu’ e’ riportato a Pilato e posposto a Barabba.
Gesu’ e’ flagellato


Mio tormentato Gesu’, il mio povero cuore Ti segue tra ansie e pene e, nel vederti vestito da pazzo, conoscendo Chi sei Tu, Sapienza infinita che dai il senno a tutti, vo’ in delirio e dico: Come! Gesu’ pazzo? Gesu’ malfattore? E se cio’ non bastasse, ora sarai posposto al piu’ grande malfattore, a Barabba!

Mio Gesu’, Santita’ che non ha pari, sei gia’ di nuovo dinanzi a Pilato. Egli, nel vederti cosi’ malamente ridotto e vestito da pazzo e che neppure Erode Ti ha condannato, resta piu’ indignato contro i Giudei e si convince maggiormente della tua innocenza e di non condannarti. Ma volendo pure dare qualche soddisfazione ai Giudei, quasi per smorzare l’odio, il furore, la rabbia e la sete ardente che hanno del tuo Sangue, Ti propone alla loro scelta insieme con Barabba; ma i Giudei gridano: "Non vogliamo libero Gesu’, ma Barabba! Gesù nazareno sia crocifisso!". O eccesso dell’umana ingratitudine! Un popolo da Te tanto beneficato, ora ti pospone ad un malfattore e ti condanna alla Croce!

E allora Pilato, non sapendo che fare per calmarli, Ti condanna alla flagellazione.

Mio posposto Gesu’, mi si spezza il cuore nel vedere che, mentre i Giudei si occupano di Te per farti morire, Tu invece, racchiuso in Te stesso, pensi a dare la Vita a tutti; e tendendo l’orecchio, Ti sento dire: "Padre Santo, guarda il Figlio tuo vestito da pazzo; questo Ti ripari la pazzia di tante creature cadute nel peccato. Questa veste bianca sia dinanzi a Te come discolpa per tante anime che si vestono della lugubre veste della colpa. Vedi, O Padre, l’odio, il furore, la rabbia che hanno contro di Me, che quasi fa loro perdere la luce della ragione, per la sete del mio Sangue? Ed Io voglio ripararti tutti gli odi, le vendette, l’ira, gli omicidi, ed impetrare a tutti la luce della ragione.

Guardami ancora, Padre mio: si puo’ fare insulto maggiore? Mi hanno posposto al piu’ grande malfattore; ed Io voglio ripararti tutte le posposizioni che si fanno. Ah, tutto il mondo e’ pieno di posposizioni: chi Ci pospone ad un vile interesse, che agli onori, chi alle vanita’, chi ai piaceri, chi ai propri attacchi, chi alle dignita’, chi alle crapule e perfino allo stesso peccato. Ad unanimita’ tutte le creature, anche ad ogni piccola sciocchezza, Ci pospongono; ed Io sono pronto ad accettare di essere posposto a Barabba, per riparare le posposizioni che Ci fanno le creature."


Gesu’ mio, mi sento morire di dolore e di confusione nel vedere il tuo grande Amore in mezzo a tante pene e l'eroismo delle tue virtu’ in mezzo a tante pene ed insulti. Le tue parole e riparazioni si ripercuotono nel mio povero cuore come tante ferite e, nel mio strazio, ripeto le tue preghiere e le tue riparazioni. Neppure un istante voglio distaccarmi da Te, altrimenti molte cose mi sfuggiranno di cio’ che fai Tu. Ed ecco, che vedo? Che i soldati Ti conducono ad una colonna per flagellarti. Amor mio, Ti seguo, e Tu guardami col tuo sguardo d’amore e dammi la forza per assistere all tua dolorosa carneficina.

Gesu’ flagellato
Mio purissimo Gesu’, gia’ sei vicino alla colonna. I soldati, inferociti, Ti sciolgono per legarti ad essa; ma non basta, Ti spogliano delle tue vesti per fare crudele carneficina del tuo SS. Corpo. Amor mio, Vita mia, mi sento venir meno per il dolore di vederti nudo. Tu tremi da capo a piedi, ed il tuo Volto SS. Si tinge di verginale rossore; ed e’ tanta la tua confusione e lo sfinimento che, non reggendoti in piedi, stai per cadere ai piedi della colonna, ma i soldati Ti sostengono, non per aiutarti ma per poterti legare, e non Ti fanno cadere.

Gia’ prendono le funi e Ti legano le braccia, tanto stretto che subito si gonfiano e il sangue sprizza dalla punta delle dita. Poi, dall’anello della colonna passano le funi e catene intorno alla tua SS. Persona, fino ai piedi, e Ti legano alla colonna, tanto stretto da non poter fare nemmeno un movimento, per poter cosi’ sfrenarsi liberamente su di Te.

Mio spogliato Gesu’, permettimi che mi sfoghi, altrimenti non posso piu’ continuare a vederti tanto soffrire. Come, Tu che vesti le cose create, il Sole di luce, il cielo di stelle, le piante di foglie, gli uccelli di piume, Tu spogliato!? Che ardire!

Ma il mio amante Gesu’, con la luce che tramanda dagli occhi, mi dice: "Taci, O figlio; era necessario che fossi spohliato, per riparare per tanti che si spogliano di ogni pudore, di candore e d’innocenza, che si spohliano di ogni bene e virtu’ e della mia Grazia e si vestono di ogni brutalita’, vivendo a modo di bruti. Nel mio verginale rossore volli riparare tante disonesta’, mollezze e piaceri brutali. Percio’ fa attenzione a cio’ che faccio e prega e ripara con Me e quietati."

Flagellato Gesu’, il tuo Amore passa di eccesso in eccesso. Vedo che i carnefici prendono le funi e Ti battono senza pieta’, tanto da illividire tutto il tuo SS. Corpo, ed e’ tanta la ferocia, il furore nel batterti, che sono gia’ stanchi; ma altri due sottentrano, prendono verghe spinose e Ti battono tanto che subito dal tuo Corpo SS. incomincia a scorrere a rivi il Sangue; poi lo pestano tutto, formano dei solchi e lo riempiono di piaghe. Ma non basta, altri due sottentrano ancora, e con catene di ferro uncinate continuano la dolorosa carneficina. Ai primi colpi, quelle carni peste e piagate si squarciano di piu’ e cadono a brandelli per terra, restano scoperte le ossa, il sangue diluvia, tanto da formarsi un lago di sangue intorno alla colonna.

Mio Gesu’, denudato Amor mio, mentre Tu sei sotto questa tempesta di colpi, io mi abbraccio ai tuoi piedi per poter prendere parte alle tue pene e restare tutto coperto dal tuo preziosissimo Sangue.

Gesù, flagellami la mente e metti in fuga tutti i pensieri che potrebbero allontanarmi da Te. Flagellami gli occhi, e se si volgeranno a guardare cose di terra, fa che un colpo dei tuoi flagelli li attiri a mirare soltanto Te. II rumore dei tuoi flagelli giunga alle mie orecchie, o Gesù! Gesù mio,quando mi vedrai intento ad ascoltare cose che mi distraggono da Te, fa che un colpo dei tuoi flagelli mi tiri ad ascoltare solo la tua

voce. 0 Gesù, flagellami il volto, e se qualche atto di compiacenza o di stima propria potesse impressionarmi, i colpi dei tuoi flagelli mi stacchino dalla terra e mi spingano a guardare soltanto il cielo. 0 Gesù, flagella la mia lingua e le mie labbra, e se ardissero pronunciare parola che non sia amore, gloria tua, fa che i tuoi flagelli, battendomi, mi gettino fuoco e fiamme da farmi bruciare d'amore.

O Gesù, flagellami le mani, affinché nessun movimento io faccia, né opera io compia, che non sia segnata dal suggello del tuo amore. 0 Gesù i tuoi flagelli colpiscano i miei piedi, che Ti prego di legare stretti a tuoi, affinché io resti impedito di far qualunque passo che non sia per Te, e tiri gli altri ad amarTi. 0 Gesù, flagellami il cuore con le sue tendenze, i suoi affetti e desideri, affinché ogni colpo che riceverò sia una ferita al mio cuore, e questi colpi facciano rinascere in me la vita d'amore

Ma ogni colpo che ricevi e’ una ferita al mio cuore, molto piu’ che tendendo l’orecchio sento i tuoi gemiti, ma non sono uditi, perche’ la tempesta di colpi assorda l’aria dintorno; e in quei gemiti Tu dici: "Voi, tutti che Mi amate, venite ad imparare l’eroismo del vero amore! Venire a smorzare nel mio Sangue la sete delle vostre passioni, la sete ti tante ambizioni, di tanti fumi e piaceri, ti tante sensualita’! In questo mio Sangue troverete il rimedio a tutti i vostri mali."

I tuoi gemiti continuano a dire: "Guardami, O Padre, tutto piagato sotto questa tempesta di copli; ma non basta, voglio formare tante piaghe nel mio Corpo da dare sufficienti stanze ne Cielo della mia Umanita’ a tutte le anime, in modo da formare in Me stesso la loro salvezza, e poi farle passare nel Cielo della Divinita’. Padre mio, ogni colpo di questi flagelli ripari innanzi a Te ogni specie di peccato ad uno ad uno, e come colpiscono Me cosi’ scusino quelli che li commettono. Questi colpi colpiscano i cuori delle creature e parlino loro del mio Amore, tanto da forzarle ad arrendersi a Me."

E mentre cio’ dici, e’ tanto grande il tuo Amore, anche se con sommo dolore, che quasi aizzi i carnefici a batterti di piu’. Mio scarnificato Gesu’, il tuo Amore mi schiaccia, mi sento impazzire. Il tuo Amore non e’ stanco, mentre invece i carnefici sono sfiniti di forze e non possono piu’ continuare la dolorosa carneficina.

Gia’ ti tagliano le funi e Tu cadi quasi morto nel tuo stesso Sangue; e nel vedere i brandelli delle tue carni Ti senti morire di dolore vedendo in quelle carni separate da Te le anime riprovate, ed e’ tanto il tuo dolore, che stai boccheggiando nel tuo proprio Sangue.

Gesu’ mio, lasciami che Ti prenda fra le braccia per ristorarti un po’ col mio amore. Ti bacio, e col mio bacio chiudo in Te tutte le anime, cosi’ nessuno si perdera’, e Tu benedicimi.

Riflessioni e Pratiche

Dalle 8 alle 9 Gesu’ e’ spogliato nudo e sottoposto a crudeli battiture. E noi siamo spogliati di tutto? Gesu’ e’ legato alla colonna, e noi ci facciamo legare dall’amore? Gesu’ e’ legato alla colonna mentre noi, coi nostri peccati e attachi, alle volte anche a cose indifferenti, o buone in se’ stesse, aggiungiamo le nostre funi, non contenti delle funi con cui Lo hanno legato i Giudei. Intanto Gesu’ col suo sguardo pietoso ci chiama per farsi slegare; non vediamo in quello sguardo che c’e’ anche un rimprovero per noi, avendo contribuito anche noi a legarLo? Per sollevare l’afflitto Gesu’ dobbiamo togliere prima le nostre catene per poter giungere poi a togliere le catene delle altre creature; queste nostre piccole catene molte volte non sono altro che piccoli attacchi alla nostra volonta’, al nostro amor proprio un po’ risentito, alle nostre piccole vanita’ che, formando intreccio, legano dolorosamente l’amabile Gesu’.

Talvolta poi, Gesu’, preso d’amore per la nostra povera anima, vuol toglierci Lui queste catene per non farci ripetere da noi il doloroso legamento. Ah, quanto ci lamentiamo perche’ non vogliamo stare legati con Gesu’, Lo costringiamo, quasi contristato, a ritirarsi da noi.

Il nostro straziato Gesu’, mentre soffre, ripara tutti i peccati contro la modestia, e noi siamo puri nella mente, nello sguardo, nelle parole, negli affetti, in modo da non aggiungere altri colpi su quel Corpo innocente? Siamo sempre legati a Gesu’, in modo da trovarci pronti a difenderLo quando le creature Lo colpiscono con le loro offese?

Mio incatenato Gesu’, le tue catene siano le mie in modo che io senta sempre Te in me, e Tu sempre me in Te.


Offerta e Ringraziamento dopo ogni ora

Diciassettesima Ora
Dalle 9 alle 10 del mattino
Gesu’ e’ coronato di spine.
Presentato al Popolo: "Ecco l’Uomo!"
Gesu’ e’ condannato a morte.


Gesu’ mio, Amore infinito, piu’ Ti guardo e piu’ comprendo quanto soffri. Gia’ sei tutto lacerato, non c’e’ parte sana in Te. I carnefici, inferociti nel vedere che in tante pene li guardi con tanto amore nel vedere che il tuo sguardo amoroso, formando un dolce incanto, quasi come tante voci prega e supplica piu’ pene e nuove pene, sebbene siano inumani, ma pur forzati dal tuo Amore, Ti mettono in piedi; Tu, non reggendoti, cadi di nuovo nel tuo proprio Sangue, e questi, irritati, con calci e spinte Ti fanno giungere nel posto dove T’incoroneranno di spine.

Amor mio, se Tu non mi sorreggi col tuo sguardo di amore, io non posso continuare vedendoti soffrire. Sento gia’ il brivido nelle ossa, il cuore mi batte, mi sento morire, Gesu’ Gesu’ aiutami!

Ed il mio amabile Gesu’ mi dice: "Figlio mio, coraggio, non perdere nulla di quanto ho sofferto; sii attento ai miei insegnamenti. Io devo rifare l’uomo in tutto. La colpa gli ha tolto la corona e lo ha coronato di obbrobri e di confusione, sicche’ dinanzi alla mia Maesta’ non puo’ comparire; la colpa lo ha disonorato, facendogli perdere qualsiasi diritto agli onori ed alla gloria. Percio’ voglio essere coronato di spine, per mettere sulla fronte dell’uomo la corona e restituirgli tutti I diritti a qualsiasi onore e gloria. Le mie spine saranno, innanzi al mio Padre, riparazioni e voci di discolpa per tanti peccati di pensiero, specialmente di superbia, e ad ogni mente creata saranno voci di luce e di supplica perche’ non Mi offendano. Percio’ tu unisciti a Me e prega e ripara insieme con Me."

Coronato Gesu’, i tuoi nemici incrudeliti Ti fanno sedere, Ti mettono uno straccio di porpora, prendono la corona di spine e con furia infernale Te la mettono sul capo adorabile. Poi, a colpi di bastone Ti fanno penetrare le spine nella fronte, e parte Ti giungono negli occhi, nelle orecchie, nel cranio e fin dietro la nuca. Amor mio, che strazio, che pene inenarrabili! Quante morti crudeli subisci!

Gia’ il Sangue Ti scorre sul Volto, in modo che non si vede che Sangue; ma sotto quelle spine e quel Sangue si vede il tuo Volto SS. raggiante di dolcezza, di pace e di amore. E i carnefici, volendo finire la tragedia, Ti bendano gli occhi, Ti mettono per scettro una canna in mano ed incominciano le loro burle. Ti salutano Re dei Giudei, Ti battono la corona, Ti danno schiaffi e Ti dicono: "Indovina chi Ti ha percosso!"

E Tu taci e rispondi col riparare l’ambizione di chi aspira ai regni, alle dignita’, agli onori, e per coloro che trovandosi in tali posti di autorita’ e non comportandosi bene formano la rovina dei popoli e delle anime a loro affidate, e I loro cattivi esempi sono causa di spinta al male e di perdita di anime.

Con questa canna che stringi in mano Tu ripari tante opere buone, ma vuote di spirito interno e fatte anche con intenzioni cattive. Negli insulti e bende Tu ripari per quelli che mettono in ridicolo le cose piu’ sante, screditandole e profanandole, e ripari per quelli che si bendano la vista dell’intelligenza per non vedere la luce della verita’. Con questa tua benda impetri per noi che ci siano tolte le bende delle passioni, delle ricchezze e dei piaceri.

Mio Re Gesu’, i tuoi nemici continuano i loro insulti; il Sangue che scorre dal tuo SS. capo è tanto, che giungendoti fino alla bocca T’impedisce di farmi sentire chiaramente la tua dolcissima voce, e quindi non passo fare ciò che fai Tu. Perciò vengo nelle tue braccia, voglio sostenere il tuo capo trafitto e addolorato, voglio mettere la testa sotto queste spine per sentire le loro punture.

Ma mentre dico ciò, il mio Gesù mi chiama col suo sguardo di amore ed io subito mi abbraccio al suo Cuore e cerco di sostenere la sua testa. Oh, come’è bello stare con Gesù anche in mezzo a mille tormenti! E Lui mi dice: "Figlio mio, queste spine dicono che voglio essere costituito Re di ogni cuore; a Me spetta ogni dominio. Tu prendi queste spine e pungi il tuo cuore, fanne uscire tutto ciò che a Me non appartiene e poi lascia dentro una spine, come suggello che Io sono il tuo Re e per impedire che nessun’altra cosa entri in te. Poi gira per tutti i cuori e, pungendoli, fanne uscire tutti i fumi di superbia e il marciume che contengono, e costituiscimi Re di tutti".

Amor mio, il cuore mi si stringe nel lasciarti; perciò Ti prego di assordarmi le orecchie con le tue spine, perché senta solo la tua voce; coprimi gli occhi con le tue spine, per poter guardare Te solo; riempimi con le tue spine la bocca, in modo che la mia lingua resti muta a tutto ciò che possa offenderti e sia libera per lodarti e benedirti in tutto. O mio Re Gesù, circondami di spine, affinché mi custodiscano, mi difendano e mi tengano in Te tutto intento. Ed ora voglio asciugarti il Sangue e baciarti, perché vedo che i tuoi nemici Ti conducono a Pilato, il quale Ti condannerà a morte. Amor mio, aiutami a continuare la tua Via dolorosa e benedicimi.

Gesù di nuovo innanzi a Pilato, che Lo mostra al popolo
Mio coronato Gesù, il povero mio cuore, ferito dal tuo amore e trafitto dalle tue pene, non può vivere senza di e, perciò Ti cerco e Ti trovo di nuovo innanzi a Pilato.

Ma quale spettacolo commovente! I Cieli inorridiscono, e l’inferno trema di paura e di rabbia! Vita del mio cuore, il mio sguardo non può sostenere la tua vista senza sentirmi morire; ma la forza rapitrice del tuo amore mi costringe a guardarti per farmi ben comprendere le tue pene; ed io, fra lagrime e sospiri, Ti contemplo.

Mio Gesù, sei nudo, ed invece di vesti, Ti vedo vestito di sangue, le carni squarciate, le ossa denudate, il tuo Volto SS. irriconoscibile; le spine infisse nella tua SS. testa Ti giungono negli occhi, nel Volto, ed io non vedo che sangue, che scorrendo fino a terra, forma un sanguigno ruscello dietro i tuoi piedi.

Mio Gesù, non ti riconosco più per come sei ridotto! Il tuo stato è giunto agli eccessi più profondi delle umiliazioni e degli spasimi! Ah, io non posso più sostenere la tua vista sì dolorosa, mi sento morire; vorrei strapparti dalla presenza di Pilato per chiuderti nel mio cuore e darti riposo; vorrei sanare le tue piaghe col mio amore, e col tuo Sangue vorrei allagare tutto il mondo per chiudervi tutte le anime e condurle a Te, come conquista delle tue pene!

E Tu, o paziente Gesù, a stento par che mi guardi attraverso le spine, e mi dici: "Figlio mio, vieni fra queste mie braccia legate, poggia il tuo capo sul mio seno e vedrai dolori più intensi ed acerbi, perchè quello che vedi al di fuori della mia Umanità non è altro che lo sbocco delle mie pene interne. Fa attenzione ai palpiti del mio cuore, e sentirai che riparo le ingiustizie di chi comanda, le oppressioni de’ poveri, degl’innocenti posposti ai rei, la superbia di quelli che per sostenere le dignità, le cariche, le ricchezze, non si curano di rompere qualunque legge e di far male al prossime, chiudendo gli occhi alla luce della verità. Con queste spine voglio frantumare lo spirito di superbia delle loro signorie, e coi fori che formano nella mia testa, voglio farmi via nelle loro menti, per riordinare in esse tutte le cose secondo la luce della verità. Con lo starmi così umiliato innanzi a questo ingiusto giudice, voglio fare a tutti comprendere che la sola virtù è quella che costituisce l’uomo re di sé stesso, e insegno a chi comanda, che la sola virtù, unita al retto sapere, è sola degna e capace di governare e di reggere gli altri: mentre tutte le altre dignità, senza la virtù, sono cose pericolose e da deplorarsi. Figlio mio, fa eco alle mie riparazioni e segui a far attenzione alle mie pene".

Amor mio, vedo che Pilato, nel vederti sì malamente ridotto, si sente rabbrividire e, tutto impressionato, esclama: "Possibile tanta crudeltà in petti umani? Ah, non era questa la mia volontà nel condannarlo alle battiture!" E volendo liberarti dalle mani dei tuoi nemici per poter trovare ragioni più convenienti, tutto dimesso, distogliendo il suo sguardo, perché non può sostenere la tua vista troppo dolorosa, torna ad interrogarti: "Ma dimmi, che hai fatto? La tua gente mi Ti ha dato nelle mani, dimmi, sei Tu re? Qual è il tuo regno?"

Alle domande tempestose di Pilato, Tu, o mio Gesù, non rispondi, e racchiuso in Te stesso pensi a salvare la povera anima mia a costo di tante pene!

E Pilato, poiché non rispondi, soggiunge: "Non sai Tu che sta in mio potere il liberarti o il condannarti?" Ma Tu, o Amor mio, volendo fare splendere nella mente di Pilato la luce della verità, rispondi: "Non avresti alcun potere su di Me se non ti venisse dall’alto; però quelli che Mi hanno dato nelle tue mani hanno commesso un peccato più grave del tuo." Allora Pilato, quasi mosso dalle dolcezza della tua voce, irrisoluto come sta, col cuore in tempesta, credendo che i cuori dei Giudei fossero più pietosi, si decise di mostrarti dalla loggia, sperando che si muovessero a compassiione nel vederti sì straziato, e così poterti liberare.

Addolorato Gesù, il cuore mi vien meno nel vederti seguir Pilato; a stento cammini e curvo sotto quel la orribile corona di spine, il Sangue segna i tuoi passi, e come esci fuori, senti la folla tumultuante che, ansiosa, aspetta la tua condanna. Pilato imponendo silenzio, per richiamare l’attenzione di tutti e farsi da tutti ascoltare, prende con ribrezzo i due lembi della porpora che Ti copre il petto e le spalle, la solleva, per farti da tutti vedere come sei ridotto, e ad alta volce dice: "Ecce Homo! Guardatelo, non ha più figura di uomo, osservate le sue piaghe, non più si riconosce; se male ha fatto, ha già sofferto abbastanza, anzi troppo; io son già pentito d’averlo fatto tanto soffrire, lasciamolo perciò libero."

Gesù, Amor mio, lascia che ti sostenga, perché vedo che non reggendoti in piedi sotto il peso di tante pene, vacilli. Ah, in questo momento solenne si decide la tua sorte: alle parole di Pilato si fa …