8 Febbraio. SANTA GIUSEPPINA BAKHITA. Giuseppina nasce nel 1869 e vive a Olgossa, in Sudan, con i genitori. Viene rapita all’età di 7 anni per essere venduta come schiava. Trasferita a Khartoum, viene …Altro
8 Febbraio.
SANTA GIUSEPPINA BAKHITA.

Giuseppina nasce nel 1869 e vive a Olgossa, in Sudan, con i genitori.
Viene rapita all’età di 7 anni per essere venduta come schiava.
Trasferita a Khartoum, viene arabizzata e le viene imposto il nome di Bakhita (fortunata).
La giovane schiava cambia padrone 5 volte e sperimenta indicibili sofferenze fisiche e morali: frustrate, ferite aperte su cui viene strofinato il sale, maltrattamenti e angherie.
Viene riscattata dal Console Italiano a Khartum, Callisto Legnani che la offre all’amico veneziano Augusto Michieli.
Questi la lascia libera e, nel 1890, durante il Battesimo Bakhita riceve il nome di Giuseppina, ricevendo anche la Cresima.
Il 7 Dicembre entra come novizia tra le figlie di Santa Maddalena di Canossa e, nel 1896, fa la sua professione religiosa.
Nel 1902 entra in Convento a Schio (VI), dove presta servizio prima come cuoca, poi in Sacrestia e quindi come portinaia.
Muore a Schio l’8 Febbraio 1947.
Elevata agli onori degli Altari il 1° Ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si festeggia il giorno della sua nascita al Cielo, l'8 Febbraio.
Un giovane chiese a Bakhita: «Cosa farebbe se incontrasse i suoi rapitori?».
Senza un attimo di esitazione rispose: «Se incontrassi quei negrieri che mi hanno rapita, ma anche quelli che mi hanno torturata, m’inginocchierei a baciare loro le mani, perché se non fosse accaduto ciò, non sarei ora Cristiana e Religiosa».
Giuseppina viveva alla lettera quanto scritto da San Paolo: «Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio» (Rom 8,28); ella guardava e vedeva le misteriose vie della Provvidenza di Dio e in tutto lodava la Sua Misericordia.
Con la sua testimonianza di Fede, semplice e coerente, fu vera evangelizzatrice.
Con la sua umiltà, il suo costante sorriso e la preghiera intensa, per tutti coloro che aveva lasciato in Africa e per quanti incontrava nel suo cammino, specialmente i piccoli, i poveri, i sofferenti, dimostrava il suo profondo desiderio di far conoscere a tutti il Signore.
Avrebbe voluto tornare in Africa per realizzare meglio questo suo desiderio, ma è la sua vita santa a renderla ancora oggi stimolo di conversione per la sua gente.
Bakhita, infatti, è la prima Santa del Sudan e la prima donna africana a salire sugli Altari senza essere Martire.
Da schiava aveva conosciuto innumerevoli ed inimmaginabili sofferenze, ma la libertà che Giuseppina cercava e viveva era quella dello Spirito, che le faceva ripetere in continuazione: «Come vòl el Paron» cioè «Come desidera il Signore».
Un Sacerdote, per metterla alla prova, un giorno le chiese: «Se nostro Signore non la volesse in Paradiso, che cosa farebbe?».
Lei tranquillamente rispose: «Mi metta dove vuole.
Quando sono con Lui e dove vuole Lui, io sto bene dappertutto. Lui è il padrone, io sono la Sua povera creatura».
Di fronte al Mondo di oggi, che proclama la libertà di far quel che si vuole, ma che non è mai soddisfatto ed è sempre alla ricerca del potere, del possesso, dei piaceri, Bakhita, l’ex schiava, fa comprendere che chi si allontana da Dio si rende schiavo del proprio “io” e delle proprie passioni, mentre nell’obbedienza a Dio tutta la vita diventa un canto d’amore, di libertà, di gioia.

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