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gioiafelice
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L’amore bruciante di Padre Pio per le anime del Purgatorio. Una vita a contatto con l'invisibile La certezza riguardo all'esistenza del Purgatorio e del Paradiso non era un puro atto di fede per il …Altro
L’amore bruciante di Padre Pio per le anime del Purgatorio.

Una vita a contatto con l'invisibile

La certezza riguardo all'esistenza del Purgatorio e del Paradiso non era un puro atto di fede per il Padre, che ne aveva più volte avuto diretta visione. Una sera del 1958, mentre si trovava con alcuni fi-gli spirituali nell'orto, dopo la funzione della bene-dizione con il Santissimo, il signor Mioni di Monte-grotto gli si rivolse con una secca osservazione:
«Padre, a me non importa niente la durata del mio Purgatorio, tanto già so che poi finisce e sono sicu-ro del Paradiso». E il frate: «Tu non sai che cosa sia. Tu non sai quanto sia duro». Il Mioni ripeté la sua idea e Padre Pio replicò con ancor più forza: «Fi-glio mio, dici così perché non sai quanto sia terribi-le». Don Nello Castello, che era presente, ha testi-moniato con commozione «di aver compreso in
quel momento che Padre Pio non parlava per sen-tito dire, ma per esperienza».

Si trattava in sostanza di quanto aveva efficace-mente descritto santa Caterina da Genova, la «mi-stica del Purgatorio», nel suo Trattato: «Le anime purganti provano tali tormenti che lingua umana non può descrivere, né alcuna intelligenza com-prendere, eccetto che Dio li faccia conoscere per grazia speciale». Tanto che Padre Pio suggeriva ai suoi seguaci, come ha rivelato Cleonice Morcaldi, una strada precisa: «Se non vuoi fare dopo la mor-te il Purgatorio, fallo prima di morire, accettando tutto dal Signore e offrendolo con amore a lui; anzi con rendimento di grazie per la possibilità che ti dà di farlo con poco il Purgatorio».
In ogni caso, il frate non perdeva occasione per intercedere in favore delle anime del Purgatorio, sia durante la Messa che in altri momenti. Per esempio, ogni volta che saliva per la scala interna del convento, si fermava sul pianerottolo dove era-no appesi alla parete una cassettina di legno e un quadro sul quale erano stampate diverse intenzio-ni per suffragare le anime dei morti. Egli prendeva sempre dalla cassettina un dischetto, con il numero indicante la corrispondente intenzione, e recitava devotamente la preghiera dell'Eterno riposo.

E bisogna riconoscere che le anime purganti non erano indifferenti a tali orazioni, secondo quanto èstato raccontato dai due frati che, vedendo Padre Pio alzarsi da tavola mentre erano a pranzo, lo se-guirono incuriositi fino al portone d'ingresso del convento. Qui giunto, il Padre si fermò e iniziò a parlare con qualcuno che ai confratelli risultava però invisibile. Sorpresi per quanto stava accaden-do, costoro si avvicinarono, chiedendosi se non gli avesse dato di volta il cervello. Ma Padre Pio, con un sorriso, spiegò: «Oh, non vi preoccupate! Sto parlando con alcune anime che, nel loro cammino dal Purgatorio verso il Cielo, si son fermate qui per ringraziarmi, perché questa mattina le ho ricordate durante la santa Messa».

Non di rado, anzi, gli venivano chieste in prima persona le preghiere di suffragio, come accadde quando si trovava a Sant'Elia a Pianisi nel 1907. Così padre Marcellino Iasenzaniro ha riportato il racconto fatto dallo stesso Padre Pio: «Una notte dopo la preghiera del Mattutino, mentre gli altri scesero al fuoco comune per scaldarsi un po' prima di ritornare a letto, rimasi in coro. A un certo punto sentii dei rumori, come di candelieri toccati, prove-nienti dall'altare maggiore. Subito pensai che qual-che confratello fosse passato dal coro in chiesa; ma, continuando quei rumori, mi affacciai dal parapet-to e chiesi: "Chi è?". Rispose una voce: "Sono un novizio, che sconto il Purgatorio facendo la pulizia dell'altare maggiore che ho trascurato durante la mia vita. Pregate per me". Non riflettendo del tutto su quelle sue parole, dissi senza indugio: "Va bene, ma adesso vai a riposare". E non si sentì più nulla. Dopo qualche istante però mi resi conto di ciò che era realmente accaduto e fui preso da forte paura. Allora quasi fuggii dal coro, per raggiungere i con-fratelli e restare un po' in loro compagnia. Attra-versai in fretta il corridoio, ma appena cominciai a scendere le scale per andare al fuoco comune mi trovai dinanzi un giovane frate sconosciuto. Sentii dentro di me che era il novizio che mi aveva parla-to. Questi disse solo "Grazie", e sparì!».

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