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Irapuato
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Pedofilia: l'Associazione Meter denuncia migliaia di siti Internet.

newstv2000 20.2.2013 Scoperto in internet dall'associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, uno dei maggiori archivi pedopornografici. Scene raccapriccianti in cui sono coinvolti neonati e animali. Per il sacerdote, da più di 25 anni impegnato contro la pedofilia, "ci troviamo difronte ad un crimine e ad uno scempio che non possiamo più tollerare".
R. – È tra i più terribili, perché è il collettore di migliaia e migliaia di copie di video e - ahimè - anche con diverse decine di video con neonati che vengono legati, appesi, violentati, e ahimè anche da donne: questa è la cosa più drammatica. Poi il legame tra l’orrore pedopornografico, pedocriminale: ci sono soggetti che hanno perso non soltanto la dignità di essere uomini, ma il livello è così alto che indigna! Poi noi non troviamo più le parole per descrivere, perché – giustamente – noi non possiamo far vedere questo materiale, perché è contro la legge italiana la diffusione del materiale stesso. Ma è anche vero che sono situazioni di cui non possiamo tacere. È una società anche un po’ indifferente: in fondo in fondo sembra che sia una normalità il fatto che accada tutto questo ai bambini, ai minori. E allora il nostro appello è che si prenda coscienza! Se è bastato – perdonate se faccio questo esempio, ma anche nel rispetto dei bambini che muoiono nel mar Mediterraneo o nell’Egeo – una foto di Aylan che ha fatto il giro del mondo e ha sollevato i potenti della Terra per affrontare questa situazione difficile, e allora che dire di questi video! Di questi bambini, che non hanno un nome, che non sappiamo chi sono…
D. – Ma che ne è di questi bambini?
R. – Il problema è che non sappiamo nulla: né un nome né un cognome, di dove sono, da dove provengono. Forse li riconosciamo per una carnagione più o meno chiara o scura, con i tratti somatici occidentali o asiatici… Allora comprendiamo che è difficile l’individuazione. Ma è importante invece l’individuazione, ma soprattutto è anche importante individuare i soggetti che scambiano questo materiale, o che eventualmente – volesse Dio si potessero trovare! – lo producono. È una guerra ampia, grande, globale, che però richiede – e faccio un appello corale, perché qui non è un problema di appello di scandalo, ma corale – una presa di coscienza internazionale. Io desidererei che i grandi del mondo, e non soltanto loro, ma anche le semplici famiglie o chi lavora per la tutela dei bambini, alzi un po’ la voce. Che si attivino dei sistemi di individuazione maggiori, e una collaborazione internazionale di polizia. Perché sennò c’è il rischio di dire: “Beh, allora non facciamo il monitoraggio!”. Perché qual è il senso dell’attenzione della vigilanza, quando poi di fatto tutto si riduce soltanto all’indifferenza e al non affrontare il problema?
D. – Quando avete scoperto questo archivio pedopornografico?
R. – Lo abbiamo scoperto due giorni fa. Abbiamo anche segnalato alla Polizia neozelandese il server dove è allocato, perché partiva da là.
D. – Ma è già stato chiuso?
R. – No, ancora oggi è aperto: questa è la cosa che più ci impressiona! Dobbiamo far sì che le Forze di polizia internazionali attivino una serie di individuazioni possibili dei soggetti che hanno caricato il materiale e – perché no – che lo hanno scambiato, divulgato, e anche comprato, oltre al fatto che – speriamo – si possa trovare chi ha prodotto il materiale.
D. – Ma è vero che ci sono anche riferimenti alla Bibbia satanista?
R. – C’è caricata tutta la Bibbia satanista. Oltre a questa ci sono anche i simboli e i particolari video – parliamoci chiaro – di veri e propri sacrifici. Dobbiamo necessariamente attivare un impegno perché questi bambini, che già sono stati violati, abbiano almeno la giustizia e la consolazione di questa società. Io, dopo 25 anni di attività e di contrasto alla pedofilia e la pedopornografia, non so più che dire!

it.radiovaticana.va/…/1200963