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zagormau
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Chi sa sopportare le proprie malattie con serenità, ha già la base per una guarigione più sollecita. OCCORRE DIFFONDERE IL BENE 26 Novembre 1977 Figli, sia pace ai vostri cuori e grazia alle anime …Altro
Chi sa sopportare le proprie malattie con serenità, ha già la base per una guarigione più sollecita.

OCCORRE DIFFONDERE IL BENE

26 Novembre 1977

Figli, sia pace ai vostri cuori e grazia alle anime vostre, perché possiate continuare a fare del bene e ad arricchire il vostro patrimonio spirituale.
Questo luogo viene santificato dalla presenza di Gesù e mia, ma io desidero portare la mia pace in tutte le corsie, e non solo di quest'ospedale, ma di tutti gli ospedali dove mi si volesse invocare con la recita del rosario quotidiano.
Si teme molte volte di annoiare o di recare disturbo agli ammalati, ma in realtà è perché ci si lascia dominare dal rispetto umano, e non si pensa che io posso dare aiuto, conforto e salute non solo ai malati, ma anche a coloro che hanno cura di essi e agli stessi medici, che illumino e guido nella loro professione e nell'esercizio della loro missione.
Figli, si preghi molto negli ospedali, perché la pazienza renda capaci di sopportare ed offrire le proprie sofferenze. La virtù della pazienza è la virtù dei forti. Chi sa sopportare le proprie malattie con serenità, ha già la base per una guarigione più sollecita. Ma chi deve dare questa pazienza che rende sereni e forti? È Dio, che, essendosi fatto uomo, ha dimostrato come soffrire, ed il ricorso a Lui, che è sempre vivo nel mondo, è il mezzo più efficace per superarsi.
Figli, il male fisico, che domina negli ospedali, è spesse volte superato dal male morale e dal male spirituale, che provengono dal rifiuto della fede e dal rifiuto di Dio. Ecco perché è necessaria la preghiera! Occorre risvegliare nelle anime quelle verità della fede che aiutano a vivere e che preparano all'incontro con Dio.
Purtroppo, i malati moralmente e spiritualmente sono molto più numerosi lungo le vie del mondo che negli ospedali: è tutto un accettare il male e diffonderlo, come si diffondono le malattie infettive. Oh, non dite che manca la speranza nelle parole che io vi comunico! Basterebbe aprire gli occhi per vedere! Ma in che cosa ripongo la speranza? Nell'aiuto che viene agli uomini per mezzo della preghiera.
Vi sono diverse categorie di persone nella società, ed io ve le sottolineo. Vi sono coloro che fanno il male; vi sono coloro che, con la loro tolleranza, lo permettono; e vi sono coloro che di proposito lo diffondono. A queste categorie, che lavorano al servizio del principe di questo mondo, dovete anteporre la vostra categoria di anime oranti, sempre disposte a fare il bene, ad appoggiarlo e a diffonderlo. Il sommo Bene è colui che governa il mondo e che, con una sempre rinnovata creazione, lo conserva.
Che vuol dire fare del bene? Vuol dire lavorare con Dio, e dare alle proprie azioni quella stessa intenzione che Dio ebbe quando creò il mondo. Quale fu questa meravigliosa intenzione? Comunicare alle anime da Lui create, il suo amore, e dare loro, attraverso la creazione, il mezzo per godere della sua felicità. Così dovete compiere il bene. Le vostre azioni comuni e il vostro lavoro siano atti d'amore in dono a Dio e ai fratelli. E chi non lavora di mente o di mani, dia la propria opera con la preghiera e con la sofferenza. È questo il bene! Tutto ciò che viene fatto con altri fini, diminuisce la perfezione di questo bene, che è il solo degno di essere rimunerato dal Padre.
Ma ascoltatemi, figli: il bene va appoggiato! Quante volte anime volonterose trovano una pietra d'inciampo anche da parte di coloro che sono pure battezzati e che si dicono forse praticanti! Quante volte parole di critica, sorrisi di commiserazione, per non dire altre cose più cattive, servono ad intralciare il cammino di anime semplici verso il vero bene, e a far deviare dalla pratica cristiana coloro che forse hanno vissuto un'infanzia e una giovinezza nella dirittura morale e nella semplicità della fede!
Occorre dare coraggio, vincendo il rispetto umano e mostrando la propria fede con sicurezza e con sincerità. È doloroso, ma è vero: molte volte, ciò che si crede umiltà è semplicemente timidezza, di cui gli audaci si servono per portare avanti i loro principi sbagliati.
Dice Gesù: "Non spegnete il lucignolo che fumiga!". Di questi lucignoli che aspettano un aiuto da voi, ve ne sono molti. La vostra personalità completa, cioè la vostra onestà e dirittura, sia un aiuto valido per i deboli, per coloro che non hanno il coraggio delle proprie azioni e che temono di essere derisi e di far brutta figura.
Il bene, figli, occorre diffonderlo, perché, se non si opera in questo senso, viene nella notte colui che semina il male. Viene nella notte del peccato e nelle tenebre dell'errore, e soffoca il bene.
Figli, siate forti e siate costanti. Ricordate che la fede va testimoniata, se non si vuol correre il rischio di sentirsi dire dal sommo Giudice: "Non ti conosco". Sarebbe un ben amaro incontro quello dei cristiani con Gesù, se dovesse dire: "Non mi avete accettato, io vi rifiuto"!
Figli, sappiate capirmi, e sappiate che a questa preghiera che avete fatto con tanto fervore, sono legate numerose grazie di ogni genere. Prometto una pronta guarigione ai malati che hanno onorato la mia presenza, pregando in questa cappella. Benedico tutte le religiose presenti e coloro che prestano servizio nell'ospedale. Benedico le infermiere e gli infermieri, e dico loro: siate angeli di bontà, io camminerò con voi nelle corsie. Benedico i medici, specie coloro che si raccomandano al mio aiuto. Darò luce per scoprire e curare le malattie più nascoste. E infine vi abbraccio tutti, invitandovi a fare della vostra vita un dono di amore a Dio e ai fratelli.

MARIA MADRE E MAESTRA 22. Mamma Carmela.

Cenacolo della Divina Misericordia