Che bella storia. Una santa testimonianza. Ciciniello era uno scugnizzo napoletano, molto piccolo di statura che viveva nel rione Sanità e durante il giorno sostava davanti all’ospedale San Gennaro …Altro
Che bella storia. Una santa testimonianza.

Ciciniello era uno scugnizzo napoletano, molto piccolo di statura che viveva nel rione Sanità e durante il giorno sostava davanti all’ospedale San Gennaro dei poveri, chiedeva un po' di elemosina facendo umili servizi: aiutava a portare la spesa, aiutava le persone anziane ad attraversare la strada. Tutti lo conoscevano e gli volevano bene, anche perché era devoto della Madonna. Quando aveva fatto il suo dovere con umili servizi e riceveva una monetina, ringraziava con la frase “A Maronna t'accumpagna!”. Ciciniello quando voleva riposare si metteva vicino la Chiesa di San Gennaro dei poveri, suo quartiere generale, e pregava il santo Rosario. Non aveva parenti, i genitori erano morti sotto i bombardamenti e l’unico fratello era andato in America a fare fortuna. A modo suo era felice e ringraziava il Signore che gli dava sostentamento e tanta gioia nel cuore. D’ inverno il parroco della chiesa di san Gennaro lo invitava a dormire in un letto e gli offriva un piatto caldo. Ciciniello ringraziava e rispondeva: “a' Maronna me deve fa' a' grazià e' fatte campà centò annì”. Un giorno Ciciniello si ammalò e fu ricoverato all’ospedale San Gennaro dei poveri. Una brutta bronchite si era trasformata in polmonite. Non c’era nessun napoletano del rione sanità che trovandosi in ospedale non l’andasse a trovare. Orgoglioso diceva agli infermieri: “Sono tutti amici mie ca' me song fatto in chisti anni”. Un giorno, Ciciniello era più grave del solito, chiese al dottore di mandare un infermiere a leggere la passione di Gesù. Il medico rimaste stupito della richiesta e per non contraddirlo rispose di sì. Quando si avvicinava l’ora santa della morte di Gesù una signora fu vista sedersi al suo capezzale con il Vangelo in mano e con voce molto affabile si mise a leggere il passio di san Giovanni. L’infermiera notò questa presenza e rimase stupita dal fatto che non era ancora l’orario della visita ai pazienti. Dopo qualche ora Ciciniello era in fin di vita e i medici dissero che non c’era più nulla da fare. L’infermiera che lo aveva preso in cura gli prese la mano per confortarlo e Ciciniello con un sorriso, guardando la sedia accanto al lettino disse: “chesta vota e a' Madonna ca' me accompagna, è ca’ e nun me ha lassato sul nu' minuto”. Morì con il sorriso sulle labbra e l’infermiere sentì un forte profumo di rose. Ancora oggi dopo tanti anni, a Napoli nel rione Sanità, si dice: “aia' fa' a' fine e' Ciciniello”. Per indicare una morte santa.
De humilitate
generalmente si scrive il nome dell'autore per non essere accusato di plagio, un cattolico dovrebbe saperlo
Goffredo Samory
Grazie. Una bellissima e santa storia.
IvanC
Grazie per avermi condiviso questa bella storia e per avermi fatto conoscere questa santa persona