FRANCIA: “FORNIREMO BRIGATA DI SOLDATI UCRAINI”. RUSSIA: “PARIGI PRONTA A ENTRARE IN GUERRA”

7 Giugno 2024
Marco Paganelli
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“Formeremo una brigata francese composta da soldati ucraini”. Il presidente Emmanuel Macron ha annunciato l’iniziativa al termine dell’incontro con l’omologo, Volodymyr Zelensky. Macron ha aggiunto che fornirà al suo alleato persino caccia di quarta generazione Mirage 2000.

La reazione di Mosca

Dichiarazione che è stata interpretata dalla Russia come una considerevole escalation del conflitto: “Consideriamo queste dichiarazioni come molto, molto provocatorie, in quanto alimentano le tensioni sul continente europeo e non favoriscono nulla di positivo”, ha tuonato il portavoce Dmitry Peskov, ponendo in risalto che la “Francia dichiara di essere pronta a entrare nel conflitto”.

Attacco a Lugansk

Il via alle restrizioni sancito da sempre più governi occidentali, in merito all’uso delle proprie armi nel teatro di crisi, ha permesso a Kiev di colpire ancora Lugansk.

L’ingresso di un edificio di cinque piani è stato preso di mira stamane, lasciando molte persone sotto le macerie, dai vettori americani a lunga gittata Atacms. Gli stessi erano stati impiegati, pochi giorni fa, ai danni di obiettivi sul territorio, internazionalmente controllato dalla Russia.

La nuova strategia

Putin ha chiarito che potrebbe fornire dispositivi bellici a terzi, in modo che i suoi partner li lancino, come rappresaglia, ai danni della Nato. La risposta asimmetrica, ventilata dal Capo dello Stato, potrebbe includere anche le esercitazioni militari, programmate per le prossime settimane nel Mar dei Caraibi.

Navi russe a Cuba

Le navi raggiungeranno pure Cuba tra il 12 e il 17 giugno. Le mosse saranno monitorate dagli Stati Uniti a causa della vicinanza dell’area ai confini, gestiti da Washington, lontani soli 140 chilometri. Il mondo rischia di tornare così al lontano 1962, quando l’Unione Sovietica aveva dislocato testate nucleari sull’isola per non consentire la sua invasione da parte dell’impero del dollaro. L’amministrazione, allora guidata da John Fitzgerald Kennedy, aveva imposto come reazione un pesante blocco navale volto a impedire l’arrivo di aiuti a Fidel Castro. Lo stallo era durato da ottobre a novembre di quell’anno quando, grazie ad un’intesa, le superpotenze erano scese a più miti consigli, scongiurando il peggio.