16 Aprile. SANTA BERNADETTE SOUBIROUS. Tutto quel che sappiamo sulle Apparizioni e sul Messaggio di Lourdes ci viene da Bernardette. Soltanto lei ha visto la Santissima Vergine Maria e quindi tutto …Altro
16 Aprile.
SANTA BERNADETTE
SOUBIROUS.

Tutto quel che sappiamo sulle Apparizioni e sul Messaggio di Lourdes ci viene da Bernardette.
Soltanto lei ha visto la Santissima Vergine Maria e quindi tutto dipende dalla sua testimonianza.
Si possono distinguere tre periodi nella sua vita: gli anni silenziosi dell’infanzia; una vita “pubblica”, durante il periodo delle Apparizioni; una vita “nascosta” come religiosa a Nevers.

"GLI ANNI SILENZIOSI".
Quando si parla delle “Apparizioni di Lourdes”, spesso Bernadette è presentata come una ragazza povera, malata e ignorante, che viveva in miseria nel Cachot a Lourdes.
Per certi versi tutto è esatto, ma non è sempre stato così.
Quando Bernadette nacque al Mulino di Boly, il 7 Gennaio 1844, era la primogenita di Francesco Soubirous e di Luisa Castérot, sposati per amore vero.
Bernadette cresce in una famiglia unita, nella quale ci si ama e si prega insieme.
Trascorrono così 10 anni di grande serenità, gli anni decisivi della sua infanzia, che le daranno una stabilità e un equilibrio sorprendenti.
Il successivo precipitare nella miseria non cancellerà in lei questa ricchezza umana.
È risaputo che Bernadette, a 14 anni, era alta appena un metro e quaranta e soffriva di crisi d’asma; ma ella aveva una natura vivace, spontanea, volonterosa, generosa, incapace di mentire.
Bernadette aveva però anche il suo amor proprio, cosa che affermerà Madre Vauzou, a Nevers, dicendo che ella aveva un carattere ruvido e molto suscettibile.
Bernadette, però, si dispiaceva dei suoi difetti, ma con impegno li combatteva, mostrando una forte personalità.
Per lei non vi era possibilità di frequentare la scuola, poiché doveva servire nell’osteria di zia Bernarde, o aiutare in casa.
Per cui, non frequentando lezioni e spiegazioni sul Catechismo, la sua mente si ribellava a recepire, o ad assimilare concetti astratti; per cui, a 14 anni, non sapendo né leggere, nè scrivere, viene esclusa dalla Prima Comunione e lei, di questo, pur reagendo positivamente, ne soffre tanto.
Nel Settembre 1857 Bernadette viene mandata a Bartrès, mentre il 21 Gennaio 1858, ritorna a Lourdes, dove lei vuol fare la Prima Comunione, che finalmente gli verrà somministrata il 3 Giugno 1858.

"LA VITA PUBBLICA".
Proprio in questo periodo. Tra le occupazioni della vita ordinaria, come il cercare legna secca, hanno inizio le Apparizioni, in cui Bernadette affronta un così importante e misterioso evento soprannaturale.
Un rumore «come un colpo di vento», una Luce, una imprevista Presenza appare ai suoi occhi.
La sua reazione dimostra subito il suo buon senso e la notevole capacità di discernimento; credendo di sbagliarsi, cerca concretamente di rendersi conto, guardandosi intorno e poi rivolgendosi alle compagne, per accertarsi delle impressioni ricevute; così chiede loro: «Voi avete visto qualcosa?».
Non ricevendo alcuna conferma, istintivamente si rivolge a Dio con la Preghiera.
Subito dopo, corre in Chiesa e chiede consiglio nella Confessione a Don Pomian, riferendo così: «Ho visto qualcosa di bianco che aveva la forma di una Signora».
In seguito, interrogata dal Commissario Jacomet, con una prudenza, con una convinzione e altrettanta sorprendente sicurezza, per una ragazza come lei, tra l’altro senza istruzione, risponde: «Aquero (cioè "Quella") Io non ho detto essere la Madonna.
Signore, lei ha cambiato tutto».
Lei, quindi, con distacco e con una libertà straordinaria, liberamente racconta quel che ha visto: «Sono incaricata di dirvelo, non di farvelo credere».
Bernadette parla delle Apparizioni con precisione, senza mai aggiungere né togliere nulla; una sola volta, atterrita dalla ruvidezza del Rev. Peyramale, aggiunge una sua considerazione: «Signor parroco, anche se piccolina, la Signora chiede sempre una Cappella».
Il 25 Marzo del 1858, alla Sedicesima Apparizione, la Santissima Vergine Maria, disse qualcosa di particolare, mai detta prima di allora: “Que soy era Immaculada Councepciou”, ossia “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Bernadette, non sapendo cosa volessero dire quelle parole e, per non dimenticarle, mentre correva a riferirle a Padre Peyramale, suo Confessore, continuava a ripetersele in mente.
Nella sua Dichiarazione sulle Apparizioni, Monsignor Laurence così sottolinea: «La semplicità, il candore, la modestia di questa ragazza, che racconta tutto senza ostentazione, con una ingenuità toccante e senza esitare, alle tante domande che le sono state rivolte, dà risposte nette, precise, fondate su una forte convinzione».
Insensibile alle minacce, come pure ai vantaggi, «La sincerità di Bernadette è inattaccabile: lei non ha voluto ingannare nessuno».
Anche il Vescovo, stupefatto dell’insieme, si chiede semmai non si fosse auto-ingannata, rimanendo vittima di un’allucinazione; a tali dubbi, però, nel Vescovo prevale il ricordo della calma di Bernadette, il suo buon senso, l’assenza di ogni esaltazione e anche il fatto che le Apparizioni non dipendono da Bernadette, in quanto queste avvengono quando Bernadette meno se le aspetta, tanto che, durante la Quindicina, per ben due volte, quando Bernadette si reca alla Grotta, la Signora non si presenta.
In conclusione, Bernadette ha dovuto rispondere ai tanti curiosi, agli ammiratori e a giornalisti, comparendo anche dinanzi a Commissioni d’Inchiesta, Civili e Religiose.
Sottratta dalla nullità e proiettata a dover diventare un “noto personaggio pubblico”, ora deve affrontare tutti coloro che la investono per sapere, per conoscere la verità e su quanto ha visto.
Si può immaginare quanta pazienza ella abbia avuto per resistere e per tenere salda e genuina la sua testimonianza.
Innanzi a tale notevole notorietà e cambiamento della sua vita, ella non accetta nulla, attestando, oltretutto, che povera era e tale desidera rimanere.
Lei non si metterà a benedire le Corone dei Rosari che le presentano, dicendo: «Io non indosso la Stola»; tanto meno farà commercio di Medaglie, sottolineando che lei non è una commerciante.
Quando le mostrano delle Immaginette con il suo ritratto, con una certa ironia, disinteressata della sua notorietà, esclama: «Con dieci soldi, è tutto quel che valgo!»
Ormai per Bernadette non è più possibile vivere nel Cachot, quindi, per proteggerla da tale imbarazzante situazione, il parroco Peyramale e il Sindaco Lacadé si accordano per farla accogliere, come una “indigente malata”, nell’Ospizio retto dalle Suore di Nevers, dove vi arriva il 15 Luglio 1860.
Qui, a sedici anni, Bernadette inizia a imparare a leggere e a scrivere.
Si possono ancora vedere, nella chiesa di Bartrès, le sue «aste» tracciate.
Successivamente, scriverà spesso delle lettere alla famiglia e anche al Papa!
Abitando ancora a Lourdes, fa spesso visita alla famiglia che, nel frattempo, si è trasferita nella «casa paterna».
La sua vita trascorre nella preghiera, nell’assistere alcuni ammalati, ma, soprattutto, nel cercare la propria strada.
Per Volontà Divina, con il Suo Aiuto, senza alcuna dote o forzatura, finalmente Bernadette può entrare presso le Suore di Nevers, convinta anche che, da quel momento, “a Lourdes, la sua missione era finita; per cui ora dovrà annullarsi, per lasciare il posto alla Santissima Vergine Maria”.

"LA VITA NASCOSTA A NEVERS".
Lei stessa, in merito alla sua nuova vita di Convento, volle usare questa espressione: «Sono venuta qui per nascondermi».
A Lourdes, infatti, lei era Bernadette, la veggente; a Nevers, ora diventa Suor Marie Bernarde.
Spesso si è parlato della severità delle suore verso di lei, ma occorre capire che Bernadette a Lourdes era troppo conosciuta, per cui occorreva sottrarla alla curiosità; ora occorreva proteggerla e, assieme a lei, proteggere anche la Congregazione.
Bernadette farà il racconto delle Apparizioni dinanzi alla Comunità delle Suore, riunite, il giorno successivo al suo arrivo; poi non dovrà più parlarne.
La si tratterrà nella Casa Madre mentre lei aspirava a poter accudire i malati.
Nel giorno della Professione, per lei non è prevista nessuna occupazione: allora il Vescovo le assegnerà «l’incarico di pregare».
«Pregare per i peccatori» le aveva detto la Signora, per cui lei sarà fedele al Messaggio ricevuto, scrivendo in seguito così al Papa: «Le mie armi sono la Preghiera e il Sacrificio».
Le continue malattie che la coinvolgeranno faranno di lei un fattivo “Pilastro dell’Infermeria”; a tutto ciò si aggiunsero le interminabili sessioni degli interrogatori al parlatorio, in cui lei diceva: «Questi poveri Vescovi, farebbero meglio a rimanere a casa loro».
Lourdes ormai per lei era lontanissima, per cui non sarebbe più accaduto di poter ritornare alla Grotta di Massabielle; tuttavia Bernadette tutti i giorni, spiritualmente, vi compiva il suo pellegrinaggio.
Bernadette non parla più di Lourdes, ma ne vive continuamente il Messaggio ricevuto, lo conferma il suo Confessore, Padre Douce.
Di fatto, dopo essere stata aiuto infermiera, pian piano lei entra nella realtà della malata, facendone la sua principale occupazione, accettando tutte le croci, per i peccatori, in un atto di amore perfetto; così lei giustificava anche le sue sofferenze per loro: «Dopo tutto, sono nostri fratelli».
Durante le lunghe notti insonni, unendosi alle Sante Messe che vengono celebrate in tutto il Mondo, Bernadette, nell’immenso combattimento delle tenebre e della luce, si offre come una «crocifissa vivente», associata, nel Mistero della Redenzione, alla Santissima Vergine Maria, “L’Immacolata Concezione”, con gli occhi fissi sul Crocifisso, confidando che «qui attingo la mia forza».
Muore a Nevers il 16 Aprile 1879, a 35 anni.
Le sue ultime parole furono: “Santa Maria, Madre di Dio, pregate per me, povera peccatrice”; poi disse: “Ho sete” (le stesse parole pronunciate da Gesù sulla Croce).
La Chiesa la proclamerà Santa l’8 Dicembre 1933, non per essere stata favorita dalle Apparizioni, ma per la maniera con cui vi ha risposto alla sua chiamata, alla sua importante Missione.
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo