25 Novembre. SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA. Nonostante la sua dubbia identità storica, Santa Caterina di Alessandria è una delle Sante più celebri in Occidente, il cui culto è cresciuto a tal punto …Altro
25 Novembre.
SANTA CATERINA
DI ALESSANDRIA.

Nonostante la sua dubbia identità storica, Santa Caterina di Alessandria è una delle Sante più celebri in Occidente, il cui culto è cresciuto a tal punto da divenire, durante il tardo Medioevo, uno dei più popolari nell’Europa Occidentale.
L’immensa popolarità di Santa Caterina d’Alessandria, a partire dal periodo medievale, è attestata nell’Arte e nella Letteratura in molte Nazioni e innumerevoli sono le Abbazie, le Chiese e i Conventi a Lei dedicati in tutta Europa.
Si suppone che Caterina sia stata martirizzata ad Alessandria d’Egitto, agli inizi del IV secolo, ma la Passio Greca, che narra il suo Martirio, è molto più tarda, poiché risale alla seconda metà del X secolo.
Più di seicento anni separano dunque i presunti eventi biografici riferiti a Caterina, dalla tradizione manoscritta che ce li tramanda.
Per il suo carattere composito, inoltre, la Passio Greca si è prestata a essere rielaborata con amplificazioni, con omissioni, o con l’aggiunta di nuovi episodi, come mostra il grande numero di versioni, conservatesi nella tradizione latina, a partire dall’XI secolo.
Infine, come nel caso di altre Passiones di Sante Martiri Vergini del IV secolo, anche il racconto di origine greca su Santa Caterina d’Alessandria contiene elementi che appartengono più al mito che alla storia, più allo stereotipo agiografico, che alla testimonianza storiografica; pertanto, il materiale apologetico, contenuto nella leggenda di Santa Caterina, rimane avvolto nel più grande e suggestivo mistero.
Nelle sue linee essenziali, il racconto leggendario costituitosi intorno all’originaria Passio Greca parla di Caterina, come di una fanciulla di rara bellezza, che ad Alessandria fu dedita allo studio della filosofia e delle arti liberali.
Dopo la morte del padre, la giovane si convertì al Cristianesimo, rifiutandosi di continuare a offrire sacrifici agli idoli pagani.
L’Imperatore Massenzio, affascinato dalla sua bellezza e dalla sua eloquenza, la sottopose a una disputa con i più saggi filosofi dell’Egitto, che a loro volta si convertirono.
Furioso per l’esito della disputa, che mettendolo sotto scacco lo esponeva al ridicolo, Massenzio offrì a Caterina la salvezza, a condizione che si fosse concessa a lui e avesse rinunciato alla sua religione, ma la giovane rifiutò anche in questo caso e venne imprigionata senza cibo, né acqua, per dodici giorni.
Durante la prigionia, però, Caterina ricevette la visita inattesa dell’Imperatrice (di cui nella vulgata non è detto il nome), accompagnata da Porfirio, Capitano della Guardia Imperiale.
Caterina li convertì entrambi al Cristianesimo, insieme a duecento soldati di Porfirio.
Nonostante il digiuno, poiché nutrita da un Angelo, la ragazza si mantenne fresca come una rosa.
Massenzio, allora, con sadica insistenza, decise di sottoporla alla tortura della duplice ruota dentata, che sarebbe diventato poi il suo attributo iconografico, ma la ruota non la sfiorò nemmeno, poiché un Angelo del Signore la spezzò con una spada.
L’Imperatore ordinò così che Caterina fosse decapitata.
Una volta giunta sul luogo dell’esecuzione, Caterina pregò Dio prima di morire, avanzandogli due precise richieste: la prima, la più importante, fu che il suo corpo venisse sepolto e non smembrato in Reliquie; la seconda, che chiunque avesse pregato il Signore per suo tramite vedesse esaudita la sua richiesta.
La fanciulla venne pertanto decapitata e dalla sua ferita uscì latte invece che sangue.
Gli Angeli, infine, trasportarono il suo corpo nel Monastero del Monte Sinai e, presto, dalla sua tomba cominciarono a stillare latte e olio, che guarivano da molti mali.
Secondo la tradizione, verso la metà dell’XI secolo le sue Spoglie furono miracolosamente trasferite a Rouen dal Santo Monaco sinaita Simeone e deposte nell’Abbazia Benedettina della Santissima Trinità, che poco più tardi prese il nome della Santa.
A questa prima versione della leggenda si aggiunse nel Medioevo l’episodio del "matrimonio mistico" con Gesù Bambino che, apparso in grembo alla Vergine, le infilava l’anello nuziale.
Santa Caterina entrò così nei Calendari Liturgici Cistercensi, Cluniacensi e, più tardi, in quelli degli Ordini Mendicanti.
Per le sue vittoriose dispute, di tipo culturale e religioso, o esplicitamente filosofico, fu accolta come particolare Protettrice degli studenti di filosofia, di teologia e degli universitari in genere.
Santa Caterina è anche Patrona dello “Studio dei legisti” (la moderna Giurisprudenza) dell'Università di Padova e dell'Università di Siena.
Nel XIII secolo Santa Caterina d’Alessandria venne proclamata infine Patrona anche dell’Università della Sorbona di Parigi, i cui Teologi e Filosofi la celebravano con una processione alla chiesa annessa al Priorato di Sainte-Catherine-de-la-Couture.
La presenza di Santa Caterina d’Alessandria d’Egitto, nella cultura e nella sensibilità popolare italiana, è documentata dalle molteplici versioni della sua vita e del suo Martirio, composte nei dialetti ligure, veronese, toscano, abruzzese, lombardo e da una vasta produzione di letteratura drammatica, come canti, laudari, forme di dibattiti dottrinali, di tipo apologetico, legati al Battesimo della Santa, ai dibattiti processuali e al suo Martirio, nonché di testi teatrali e di Sacre Rappresentazioni, che circolavano in particolar modo nell’Italia Centrale.
Santa Caterina fu molto venerata negli ambienti colti, rivestendo un rilevante ruolo nella Tradizione Cristiana, nella vita degli Ordini Religiosi, primi fra tutti i Benedettini, ma anche nella storia delle università e degli studi.
La Sorbona la elesse Patrona e, in una chiesa a lei intitolata, la veneravano gli studenti dell’Università Parigina.
Gli Ordini Mendicanti, caratterizzati da una spiccata attenzione alla Scienza e alla Cultura nelle varie discipline, la scelsero come Patrona degli Studi e dei Centri Culturali, diffondendone il Culto in tutta Europa.
In questa particolare devozione, si distinsero gli Agostiniani, di cui esistono molte Opere, che ne documentano la devozione profonda.
Il 25 Novembre era considerato, nelle Case di Studio Religiose, il giorno solenne della Festa degli Studi, in cui la Santa era celebrata anche con “accademie” (sul modello della più antica “theologica disputatio”, che si teneva in tale ricorrenza), nelle quali professori e studenti, alla presenza di un pubblico qualificato, davano saggio del loro sapere nei vari ambiti della Cultura.
La storia, unita alle caratteristiche personali e cultuali della Santa, fu molto presente nella cultura popolare, rendendola protagonista di narrazioni, di sacre rappresentazioni e di canti popolari, che ne diffusero ulteriormente la conoscenza e la fama.
La sua Festività, in molte regioni d’Europa, assunse caratteristica di celebrazione per la gioventù, con riti e manifestazioni proprie; Caterina fu Patrona delle ragazze nubili, dei naviganti e di alcune categorie di artigiani, come i costruttori di ruote e le sartine, che in alcuni luoghi del Nord Italia sono dette proprio “caterinette”.
I suggestivi spunti, contenuti nei testi agiografici, furono recepiti e variamente illustrati da una vastissima iconografia, dedicata alla giovane d’Alessandria, sempre caratterizzata da attributi iconografici, come: La Corona, Il Libro della Donna Sapiente, La Ruota e la Palma del Martirio.