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Il dito nella polvere. 12PORTE - 14 marzo 2013: È una delle pagine del Vangelo tra le più controverse: pensate che molti Padri della Chiesa non l'hanno commentata, semplicemente perché non la trovavano …Altro
Il dito nella polvere.

12PORTE - 14 marzo 2013: È una delle pagine del Vangelo tra le più controverse: pensate che molti Padri della Chiesa non l'hanno commentata, semplicemente perché non la trovavano nei codici ufficiali. Venne infatti ritenuta così audace che per generazioni si dubitò che fosse autentica. È la pagina della peccatrice, colta in flagranza di adulterio, dunque condannata alla lapidazione secondo la legge mosaica e trascinata davanti a Gesù, nel tempio, per avere un suo parere. Se ne avesse avvallato la condanna a morte, conformemente alla legge, Gesù avrebbe sfidato l'autorità di Roma, l'unica che aveva in quel momento il potere di vita e di morte. Se l'avesse lasciata andare, avrebbe sfidato la Legge mosaica, e perso di colpo la sua autorevolezza di maestro ispirato da Dio. Ma Gesù non è un rabbi. Egli silenziosamente si china per terra e comincia a scrivere con il dito nella polvere del suolo. Con buona pace di tutti i curiosi, il Vangelo non dice cosa scrivesse, come dire che non è quello che conta: è importante invece il gesto da lui compiuto. Quel dito, il dito di Dio, è lo stesso che un tempo scrisse la legge sulle tavole di pietra. Ora Dio rivela pienamente il suo volto: per scrivere Gesù si piega a terra, si mescola quasi alla polvere. La legge data da Dio per mezzo di Mosè fu sicuramente un dono per Israele: era la possibilità di riconoscere il bene e il male e di poter camminare nella via del Signore. La legge però ha un limite: è scritta sulla pietra, resta fuori di noi, come uno specchio. Attraverso i comandamenti è possibile individuare oggettivamente chi ha peccato e chi no.La legge ha il potere di denunciare, di identificare il peccatore, ma non ha la forza di cambiarlo. Ora il dito di Dio si sporca di terra. È un richiamo forte al mistero della incarnazione. Il Verbo di Dio si è fatto carne, è venuto in mezzo a noi. Attraverso Mosè è possibile identificare il peccatore, attraverso Cristo si può invece purificare il cuore e rinnovare la vita. C'è quasi da non crederci: Gesù si rivolge alla peccatrice e la chiama "Donna", proprio come Adamo aveva fatto con Eva. È proprio un nuovo inizio, una nuova creazione. È la nuova ed eterna alleanza. Ma attenzione: il perdono che Dio offre, per mezzo del suo Figlio fatto uomo, non è un colpo di spugna, un far finta di niente, un "volemose bene, amici come prima...". "Non peccare più!": questa è la sentenza. Perdonare il peccatore, non significa giustificare il suo peccato. Anzi chiamare bene il male o male il bene è proprio quella bestemmia contro lo Spirito per la quale non c'è perdono. Da questo momento che ogni cristiano impara una legge fondamentale che risulta incomprensibile agli uomini senza fede: Detestare il peccato, ma amare il peccatore.