Crociato
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Avvenire nemico della verità

Avvenire si lascia buggerare da una “disinteressata” scopertta archeologica ebraica…

Avvenire dà spazio (e credito) a una notizia proveniente da Israele: il governo starebbe per aprire al pubblico la presunta tomba di Maria Salomé, presentata come la levatrice di Gesù, ovvero come una delle due donne che, secondo i Vangeli apocrifi, sarebbero state chiamate a Betlemme per aiutare Maria Vergine a partorire Gesù. L’articolo è colpevole perché non sottolinea il fatto, banale, ma non scontato, che i Vangeli apocrifi si chiamano appunto così perché la Chiesa non li ha inseriti nel Canone biblico, non li ha cioè riconosciuti come autentici ed affidabili. Non fanno dunque parte dei testi rivelati e un fedele non deve in nessun modo dar loro credito. Oltre a ciò Avvenire sbaglia perché anche semplicemente ragionando si giunge alla conclusione che Maria Vergine non aveva nessun bisogno di una levatrice, poiché il parto di Gesù è stato un parto virginale (Maria Santissima ha conservato in modo perfetto la verginità prima, durante e dopo il parto); ora un parto virginale è un parto miracoloso sul piano medico-fisiologico, e infatti la nascita di Gesù è un miracolo in ogni senso. Dunque Maria Vergine non aveva bisogno di alcuna assistenza, né di alcun aiuto e la cosa è dimostrata dal fatto che il Vangelo ce la mostra che accudisce e depone nella mangiatoia Gesù da se stessa, rimanendo anche in piedi (“E partorì il suo figlio primogenito, e lo fasciò con dei panni, e lo pose nella mangiatoia, poiché non vi era posto per loro nell’albergo”), tutte cose impossibili a una donna immediatamente dopo un parto normale.
In terzo luogo Avvenire sbaglia a non vedere la “carità pelosa” di Israele che fa questi proclami, annuncia queste presunte scoperte e apre singolari musei non certo per amore della Chiesa e della fede cristiana, ma piuttosto perché sa bene che avvalorare l’idea di una nascita di Gesù con l’aiuto di una levatrice va contro il dogma della verginità di Maria SS. : “timeo Danaos et dona ferentes”.
Anche a Pasqua da molti anni giunge regolarmente la notizia di qualche archeologo ebreo che ha “scoperto” qualcosa che, se guardato a fondo, nega implicitamente qualche dogma, qualche dato rivelato.

Matteo D'amico