IL VOMITO DEL CANE

La scure di Elia

Ci stavamo facendo uno scrupolo di aver etichettato come pornografo il cosiddetto “prefetto della dottrina”. Ci eravamo finora trattenuti dal dichiararlo un maniaco sessuale – cosa che già la faccia, peraltro, denuncia. Ci ripugnava doverci occupare di certe volgarità e bassezze, così come siamo del tutto alieni dal prender gusto a parlare di oscenità clericali. L’attualità, tuttavia, ci obbliga a trattarne almeno il minimo indispensabile per evitare l’accusa di aver taciuto e, soprattutto, per confortare le anime dei buoni cattolici. La consapevolezza del rischio di far pubblicità al peccato e di allargare così lo scandalo è superata dall’imperativo morale di riprovare l’ignominiosa condizione in cui un problematico papa ha del tutto affossato la Santa Sede, con grave disdoro per tutta la Chiesa.

Tutto si spiega

L’immondo individuo che occupa il secondo posto dopo il Sommo Pontefice, come di recente si è saputo, non è semplicemente un istigatore al peccato grave per via dell’opuscolo dedicato alla libidine procurata con la bocca, ma un vero e proprio apostolo del tantrismo mascherato da prelato vaticano. In una pubblicazione del 1998, infatti, egli pretende di mescolare mistica e lussuria in una sintesi tanto assurda quanto blasfema. In un delirio di perversione intellettuale e morale, l’orgasmo viene paragonato all’estasi, con un clamoroso capovolgimento della santità nel suo contrario. Senza alcun pudore riguardo ai dettagli osceni e senza il minimo rispetto per l’intimità del lettore, l’autore non si trattiene dall’ostentare i propri disturbi mentali e sessuali (non infrequenti, purtroppo, neppure in altri membri della Curia Romana, a cominciare dal Sostituto).

[...] Decine di ragazzini chiamati per lo più dai paesi della Valtellina per fare i chierichetti al Papa e discernere un’eventuale vocazione sacerdotale hanno scoperto una realtà ben diversa dalle loro aspettative: un mondo di perversione organizzato in modo piramidale secondo le più bieche leggi del nonnismo. Protetti e privilegiati dai superiori, i più grandi sfogavano la loro libidine sui più giovani, che a loro volta si rifacevano sui più piccoli.

[...] È ora che tutta la verità venga a galla e sia fatta giustizia alle numerose vittime, alcune delle quali – ciò che è peggio – han perso la fede e non vogliono più aver nulla a che fare con la Chiesa. Perciò facciamo appello a giornalisti e investigatori onesti perché si occupino del caso, così da dimostrare l’assoluta malafede di quanti attualmente amministrano la Santa Sede e da indurli a ritirarsi.

[...] Naturalmente non dobbiamo assolutamente permettere che le turpitudini altrui ci sporchino l’anima di sentimenti e desideri cattivi: rabbia, violenza, orgoglio, rancore… L’aver potuto conservare la fede e la grazia, in un marasma del genere, è un dono immenso di cui dobbiamo ringraziare il Signore ogni giorno con la faccia a terra.

[...] Con umiltà sempre crescente, coltiviamo una profonda gratitudine e un’imbattibile fiducia in Dio, così da poter resistere ad ogni insidia di quegli esseri irragionevoli che, nell’ignoranza crassa di ciò che bestemmiano, si dimostrano così esperti di peccati e lordure.

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