01:39:09
jamacor
429
La Divina Commedia in concerto. La Divina Commedia in concerto L’allestimento in forma di concerto, pensato per una maggiore e più capillare diffusione dello spettacolo, adatta a tutte le fasce di …Altro
La Divina Commedia in concerto.

La Divina Commedia in concerto
L’allestimento in forma di concerto, pensato per una maggiore e più capillare diffusione dello spettacolo, adatta a tutte le fasce di pubblico, conserva le peculiarità artistiche dell’Opera integrale, in forma più essenziale ma di medesimo impatto attraverso l’esecuzione di tutte le Arie presenti nello spettacolo. Può essere realizzato con Orchestra e Coro dal vivo o per mezzo delle stesse basi musicali incise e utilizzate nel Kolossal e nella versione Teatrale.

, nella Papale Basilica di San Giovanni in Laterano, la Filarmonica Gaetano Luporini di San Gennaro e l'Orchestra d'archi dell'Istituto musicale L. Boccherini di Lucca, diretti da Giampaolo Lazzeri.

Giovanni De Filippi: Dante,
Mariangela Aruanno: Beatrice
Lalo Cibelli: Virgilio
Giorgio Adamo: Pier delle Vigne / Arnaut
Manuela Zanier: Francesca
Alberto Lupo Janelli:Ulisse / Manfredi / Guido
Paolo Bianca: Ugolino/Tommaso
Daniela Bulleri: Pia de' Tolomei
Paola Cecchi: Matelda
Gianni Proietti: Bernardo
Mariangela Topa: Piccarda

Coro della Diocesi di Roma

Sinossi
PRIMO ATTO – PROLOGO E INFERNO


Una fitta selva, generata dalla caduta di Lucifero, avvolge e imprigiona un uomo, Dante, che canta il suo desiderio di andare oltre l’oscurità che lo circonda. Da uno spiraglio di luce egli intravede l’amata Beatrice e ode la sua voce che, cantando quell’ “Amore che muove il sole e le stelle” gli infonde coraggio. In suo aiuto giunge anche Virgilio, l’ammirato poeta latino, inviato dal Cielo e dalla stessa Beatrice a proporgli un viaggio assolutamente unico che lo porterà a ritrovare la libertà e l’amore. Dante accetta e la grande avventura comincia. Dopo aver superato la Porta dell’Inferno, i due incontrano Caronte, il traghettatore infernale, che nella sua aria brillante ma dalle dure parole, preannuncia ai dannati la pena che li attende per aver vissuto senza aver saputo amare. Dentro la città infernale, Dante incontra nei vari gironi Francesca, Pier delle Vigne, Ulisse e il conte Ugolino, che in vita hanno rinnegato o frainteso l’Amore. Francesca canta la storia del suo grande e sfortunato amore in un’aria passionale e drammatica; Pier delle Vigne racconta di sé e dell’ingiustizia subita esprimendo il suo dolore sulle note del rock; Ulisse narra della sua spasmodica sete di conoscenza, mentre sullo sfondo le anime dei suoi compagni d’avventura, danzando, mimano il loro viaggio verso le Colonne d’Ercole. Il Poeta ascolta le loro storie, e duettando con ciascuno di essi partecipa della loro eterna sofferenza riconoscendosi nelle debolezze che li hanno condotti in quel luogo terribile. Dante ha infine la più terribile delle visioni: quella di Lucifero, ma immediatamente dopo il paesaggio infernale scompare. Nel concertato finale ritroviamo i dannati incontrati nella prima e terrificante parte del viaggio che cantano ancora quell’amore che in vita hanno tradito e che ora li incatena impedendo loro di “riveder le stelle”. Dante, invece, può di nuovo cantare la speranza di un volo verso la libertà.

SECONDO ATTO – PURGATORIO E PARADISO

Dante si trova ora sulla spiaggia dell’Antipurgatorio e canta la speranza rinnovata e il desiderio di continuare a salire la Montagna, attraverso i cerchi del Purgatorio, fino ai confini del Cielo. Anche qui il viaggio è scandito da incontri, come quello con Pia de’ Tolomei. Nel suo canto non c’è più il dolore che caratterizzava le anime incontrate nell’Inferno, ma evoca serenità e speranza di felicità senza fine. Giunto a metà del suo viaggio ultraterreno, Dante si lascia andare al canto di nostalgia del viaggiatore e dell’esule fin quando giunge ai piedi della Montagna che tanto aveva desiderato cominciare a salire. Ma qui giunge per Virgilio il momento di fermarsi: egli non può più accompagnare Dante che si avvicina al Paradiso. Nel suo struggente addio, egli lo dichiara ora “libero” e “signore di se stesso”. Giunto in cima al Monte del Purgatorio, egli si trova ancora in una foresta, simile alla selva nella quale aveva iniziato il viaggio, ma è una foresta piena di luce così come, grazie al viaggio compiuto, è diverso l’uomo Dante. E, finalmente, Beatrice gli va incontro. Sorprendentemente, ella lo rimprovera accusandolo di aver tradito il suo amore, ma egli, dopo aver riconosciuto la sua colpa, conclude insieme all’amata il viaggio. Introducendolo finalmente in Paradiso, Beatrice in duetto con Dante canta la bellezza dell’Amore. Nei Cieli, anche Piccarda, Tommaso e Bernardo descrivono il Paradiso e si uniscono a loro. Successivamente nel “Vergine Madre” Bernardo invita Dante a guardare negli occhi di Maria per avere la visione dell’Amore assoluto. La gioia di Dante esplode nel concertato finale, dove ogni personaggio canta l’ “Amor che move il sole e l’altre stelle”.

www.ladivinacommediaopera.it