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Maria Valtorta - Quaderni - 26 giugno 1943: Essere disturbati nella orazione non è un motivo di angustia basta che non siate voi volontariamente che ve ne staccate Dice Gesù: «Spogliatevi non solo da …Altro
Maria Valtorta - Quaderni - 26 giugno 1943: Essere disturbati nella orazione non è un motivo di angustia basta che non siate voi volontariamente che ve ne staccate

Dice Gesù:


«Spogliatevi non solo da ciò che costituisce peso di umanità pura, ma anche da quello che è affanno spirituale. Ora ti spiego cosa è questo, perché tu non interpreti male la mia espressione.

Affanno spirituale non è quel tendere sano, con tutte le forze intellettive, a Dio. Affanno spirituale è quell’ansia che prende talvolta anche le anime più avanzate nella santità e che consiste nella paura di non fare a tempo a fare tutto quello, spiritualmente parlando, che si vorrebbe fare, tutto quello che sembra che Iddio voglia dall’anima, paura di staccarsi dall’orazione nella tema di non potere gustare quel limpido ruscello di dolcezza che Io vi invio, paura di non poterlo più ritrovare.

Queste paure sono ancora un resto di umanità che si infiltra nella spiritualità e le nuoce.

Bisogna seguire la via dello spirito con fermezza e con calma. Nessuna ansia, nessuna paura. Sono Io che creo il tempo. Non ne avrò dunque quanto ne occorre per ogni anima che si affida a Me?

Sono Io che faccio fluire in voi l’onda della grazia; so quindi regolare il flusso della medesima e mandarvi le mie luci nei momenti più propizi.

SE SIETE DISTURBATI NELL’ORAZIONE NON È UN MOTIVO DI ANGUSTIA. BASTA CHE NON SIATE VOI, VOLONTARIAMENTE, PER MOTIVI UMANI E PERSONALI, CHE VE NE STACCATE.

IN QUESTO CASO È CERTO CHE LA FONTE SI INARIDISCE O SI SVIA SU ALTRE ANIME APERTE ALL’ORAZIONE.


Ma se il vostro disturbo è causato da carità di prossimo, NON INARIDISCE IN VOI LA SORGENTE DI LUCE E NON LA SVIA, MA ANZI LA AUMENTA E LA ATTIRA, PERCHÉ CHI HA LA CARITÀ HA DIO E CHI HA DIO HA LE SUE LUCI.

Perciò tu non essere mai affannata. Prega, ascolta, medita, soffri, lavora, riposa sempre con calma, fidandoti di Me. Io sono un Ospite perfetto. So conversare e so tacere a seconda che vedo colui che mi ospita in condizione di potermi o non potermi ascoltare. Che diresti tu di un invitato che ti si mettesse alle coste e non ti lasciasse pensare alle necessità della casa, specie in giorno di invito? Diresti che non conosce le prime regole dell’educazione e le più comuni necessità di una padrona di casa. Ma Io sono, Gesù. Perciò so tutto.

Quando il tuo prossimo ti toglie all’orazione e al conversare con Me, non me ne ho a male e tu non ti devi innervosire.

Sii paziente e caritatevole. Io sarò paziente e silenzioso.

POI, A CARITÀ FATTA, TI PARLERÒ PIÙ LUMINOSAMENTE DI PRIMA.

SE INVECE TI AFFANNI O TI INNERVOSISCI, LA LUCE SI OFFUSCA COME SE UNA NUBE SI FRAPPONESSE FRA IL TUO SOLE E LA TUA ANIMA.


Fidati, fidati, fidati del tuo Gesù. Per quanto tu mi possa amare, non mi ami che in misura infinitamente piccola rispetto a quanto ti amo Io. Dunque fidati. Il mio Pane, che è non solo Eucaristia che nutre, ma anche parola che istruisce, non ti mancherà mai se tu resti buona e fiduciosa.»