27 Settembre. SAN VINCENZO DE' PAOLI. In un piccolo paese della Guascogna, in Francia, da una famiglia di contadini, il 24 Aprile 1581, viene alla luce Vincent de Paul. Nonostante la sua adolescenza …Altro
27 Settembre.
SAN VINCENZO
DE' PAOLI.

In un piccolo paese della Guascogna, in Francia, da una famiglia di contadini, il 24 Aprile 1581, viene alla luce Vincent de Paul.
Nonostante la sua adolescenza trascorra nei campi, il suo acume viene notato da un benefattore, che gli offre la possibilità di studiare, tanto che nel 1600, a soli 19 anni di età, è ordinato Sacerdote, mentre la Laurea in Teologia arriverà nel 1604.
Vincenzo, nel frattempo, apre una scuola privata, ma contrae molti debiti; inoltre, durante un viaggio in nave, da Marsiglia a Narbona, la sua nave viene assalita dai pirati; Vincenzo è fatto prigioniero e venduto come schiavo a Tunisi.
Riuscirà a riconquistare la libertà e a tornare in Francia due anni più tardi, grazie al suo terzo padrone, che nel frattempo si era convertito al Cristianesimo.
Nel 1612 a Vincenzo viene finalmente affidata la Parrocchia di Clichy, alla periferia di Parigi. Questo incarico gli consente di conoscere il Cardinale Pierre de Bérulle che sarà per molto tempo il suo Padre Spirituale.
Questo periodo della sua vita è ispirato soprattutto dalla recente conoscenza con Francesco di Sales, vescovo, teologo, predicatore e fondatore dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria, che seppe fare dell’Amore verso Dio e della dolcezza nell’espressione del proprio Credo la sua arma più potente.
Questo incontro indirizzò, in modo ancora più significativo, la vita e l’opera di Vincenzo, in una prospettiva di carità e di servizio verso gli altri, gettando le basi per la fondazione delle “Figlie della Carità”, nonché delle “Confraternite della Carità”, la vera eredità di amore e compassione verso il prossimo, lasciata da San Vincenzo de Paoli.
Inizia quindi la sua attività di Catechista, ma l’anno successivo diventa Precettore dei figli dei marchesi di Gondi, dove rimane quattro anni.
È qui che Vincenzo si rende per la prima volta conto dell’enorme divario esistente tra ricchi e poveri, non solo da un punto di vista materiale e sociale, ma anche dal punto di vista culturale e morale.
Le sue preoccupazioni sono condivise dalla marchesa Gondi, che gli mette a disposizione un’ingente somma di denaro, affinché venga istituita una Missione di Predicazione quinquennale tra i contadini delle sue terre.
Vincenzo però non trova altri Sacerdoti che lo affianchino in questo incarico e rinuncia, abbandonando temporaneamente il castello, per andare a lavorare nella Parrocchia di campagna di Chatillon-le-Dombez.
Ma qui il contatto con le miserie dei contadini lo scuote ancora più nel profondo del suo animo.
Come primo atto da Parroco, Vincenzo si prende carico di una famiglia ammalata, che non ha di che mangiare: organizza, allora, una catena di solidarietà tra i parrocchiani, che riesce alla perfezione.
Si rende conto, però, che finita questa elemosina, la famiglia sprofonderà nuovamente nell’indigenza: si rende necessaria, pertanto, un’organizzazione più efficiente, a lungo termine, che serva questa e le altre famiglie bisognose del territorio.
Il 20 Agosto 1617 prende vita, così, la prima “Cellula della Carità Vincenziana”.
A occuparsene, come la società impone, sono tutte donne, che si chiameranno “Serve dei Poveri”.
L’Associazione cresce a livello esponenziale e, in tempi record, ottiene l’approvazione del Vescovo di Lione.
Vincenzo ha capito che è l’amore a muovere tutte le cose e ha scelto di dedicarsi interamente a questo: trasmettere agli altri almeno un po’ di quell’amore con cui sente di essere profondamente amato da Dio.
Vincenzo torna al Castello di Gondi, ma, questa volta, per occuparsi solo della promozione umana e materiale dei contadini.
Poi si trasferisce a Parigi, perché è nelle città che le differenze sociali tra chi ha tutto e chi non ha niente sono maggiori: sente che è qui che deve intervenire.
Nella capitale presto molte nobildonne, ansiose di fare beneficenza e di contribuire economicamente alle sue opere, cercano “Monsieur Vincent”: nascono così le “Dame della Carità”, che nelle loro fila annoverano addirittura la futura Regina di Polonia.
L’opera più importante che riescono a realizzare, nel 1634, è l’apertura di un Ospedale cittadino.
Ma le Dame non bastano: sia come numero sia perché, data la loro posizione sociale, non possono attendere alle occupazioni più umili.
Nel 1633, allora, Vincenzo fonda una “Congregazione Femminile”, che risulta essere innovativa per l’epoca: le Figlie della Carità, che non saranno “monache”, lontane dal Mondo e dedite alla contemplazione, bensì “suore”, sorelle degli ultimi, che vivono accanto a loro nel Mondo e che si occupano quotidianamente di loro.
In definitiva, sarà così che anche le consacrate, per la prima volta, prendono parte all’Apostolato attivo.
Ancora oggi, le “Figlie della Carità” sono la “famiglia religiosa femminile” più grande della Chiesa.
Ma l’opera di Vincenzo non si limita solo alle suore.
Già dal 1618 aveva iniziato a predicare la Parola di Dio nei villaggi e molti Sacerdoti si erano uniti a lui: ne era nata una nuova comunità, che godeva del supporto economico della famiglia Gondi; tra le regole, la necessità di fare vita comune, rinunciare alle cariche ecclesiastiche più ambite, occuparsi dell’assistenza spirituale dei galeotti e dell’insegnamento del Catechismo.
Si tratta della “Congregazione della Missione”, più tardi detta dei Lazzaristi, dal Priorato di San Lazzaro, in cui aveva sede.
Vincenzo si rende conto che spesso all’ignoranza dei contadini si associa una cattiva preparazione dei Sacerdoti, di coloro che dovrebbero occuparsi di tale ceto sociale: così si impegna anche nella formazione del Clero, promuovendo gli “esercizi spirituali” e dando vita alle “Conferenze del Martedì”, incontri in cui i Sacerdoti raccontano le proprie esperienze di Apostolato attivo e, nel contempo, stimolano vicendevolmente le loro Vocazioni alla Santità.
Vincenzo, a 79 anni, muore a Parigi, il 27 Settembre 1660.
Non lascia nessun’opera scritta: il suo originale capolavoro è stato “la Carità”; una Carità che è amore, che non distingue tra quello verso Dio e quello verso il prossimo.
Una spiritualità, quella vincenziana, che si fonda sulla duplice scoperta di Cristo e dei poveri, sulla coincidenza tra Preghiera e Azione, un impegno che è nel Mondo e per il Mondo, che si concretizza nell’Evangelizzazione, come anche nella promozione umana.
I suoi figli religiosi, perciò, si rifanno solo alle “Regulae”, che incarnano le caratteristiche dello “spirito vincenziano”, che si identificano nella semplicità, nell’umiltà, nella mansuetudine, nella mortificazione e nello zelo per la salvezza delle anime.
Vincenzo de‘ Paoli viene Canonizzato da Papa Clemente XII, nel 1737, mentre, nel 1885, Papa Leone XIII lo proclama Patrono di tutte le Associazioni Cattoliche di Carità.
Quante volte San Vincenzo ripeteva: "Non mi basta amare Dio, se anche il mio prossimo non Lo ama!”
Semplici parole, le sue, che confermano quale fosse la sua grande opera di Evangelizzazione e di Apostolato.
____________
PREGHIERA
“O Dio, Nostro Padre, Che per evangelizzare i poveri e per promuovere il decoro dell'Ordine Ecclesiastico, arricchisti il Beato Vincenzo di nobili Virtù Apostoliche, concedi a noi di imitare e venerare la sua pietà e i suoi meriti, così da imitarne gli esempi della sua paziente carità, sempre benefica e sempre pronta a scusare, a sopportare e ad amare, così come il Tuo Figlio Gesù ha insegnato con il Suo Vangelo.
Amen.”
(Gloria al Padre … )
_____________