Preghiera a san Giuseppe e meditazione. O dolce uomo, scelto da Dio per essere suo vicario in terra verso il Figlio suo Unigenito Gesù Cristo. Giuseppe, tempio dello Spirito Santo, il tuo Cuore Castissimo …Altro
Preghiera a san Giuseppe e meditazione.

O dolce uomo, scelto da Dio per essere suo vicario in terra verso il Figlio suo Unigenito Gesù Cristo. Giuseppe, tempio dello Spirito Santo, il tuo Cuore Castissimo fu per Lui, dimora scelta e adorna di gemme preziose che sono le tue virtù. Il tuo corpo è l' incensiere dello Spirito Santo , dove l'incenso che viene bruciato , simboleggia la virtù della tua purezza che sale fino a Dio. Come il popolo ebraico , bruciava l'incenso davanti al santo dei santi, come segno di preghiera continua e accetta a Dio, così il tuo corpo e la tua anima, erano preghiera continua davanti al Signore Dio. Sì o glorioso san Giuseppe, la tua persona , profumava come l'incenso che brucia; il profumo dell'incenso sono l'eroicità delle tue virtù. O sposo della Vergine Maria, la Santissima Trinità , ti ha scelto ed elevato a grande santità , infatti dopo Maria santissima, ci sei tu, tra la gloria dei santi. San Giuseppe, noi confidiamo in te!
( Medici Fabrizio )

«Come incenso salga a Te la mia preghiera» (Sal 140,2)

L'incenso è una gommoresina odorosa che, bruciando, profuma l'aria, la purifica, la rende gradevole all'olfatto e, nei sacri riti, predispone lo spirito all'incontro con Dio.

Questa resina preziosa è prodotta da un arbusto che cresce spontaneamente in Asia e in Africa. L'incenso sgorga sotto forma di gocce dalle incisioni che vengono praticate sulle piante che lo producono, e solidifica al contatto con l'aria. La prima secrezione della pianta non ha alcun valore e viene gettata via, la seconda è ritenuta mediocre e, soltanto la terza dà il prezioso incenso, conosciuto fin dall'antichità da popoli di lingue e culture diverse.

Usato in molte e differenti occasioni, l'incenso è legato ad una ricca simbologia profana e religiosa.

Alcuni popoli orientali che praticavano il culto dei morti, credevano che il fumo dell'incenso, salendo verso il cielo, guidasse le anime dei defunti nell'al di là.

Presso i pagani, l'incenso veniva bruciato davanti alle immagini degli dei e davanti all'imperatore ad essi equiparato.

Nei primi secoli del cristianesimo, numerosi cristiani furono martirizzati per essersi rifiutati di compiere questo gesto idolàtrico. In seguito, per distinguere il culto cristiano da quello pagano, fu soppresso l'uso dell'incenso dalla liturgia e venne ripristinato soltanto dopo l'editto di Costantino e la fine del paganesimo.

Nel Culto d'Israele

Diamo ora un rapido sguardo alla presenza dell'incenso nella liturgia dell'Antico Testamento, iniziando dalla narrazione biblica in cui Mosè ricevette dal Signore l’ordine di costruire un altare speciale riservato all’incenso e legato al culto divino.

“Farai un altare sul quale bruciare l’incenso: lo farai di legno di acacia (...). Rivestirai d’oro puro il suo piano, i suoi lati, i suoi corni e gli farai intorno un bordo d’oro (...). Porrai l’altare davanti al velo che nasconde l’arca della Testimonianza, di fronte al coperchio che è sopra la testimonianza, dove io ti darò convegno. Aronne brucerà su di esso l’incenso aromatico: lo brucerà ogni mattina quando riordinerà le lampade e lo brucerà anche al tramonto, quando Aronne riempirà le lampade: incenso perenne davanti al Signore per le vostre generazioni (...). È cosa santissima per il Signore” (Es 30,1-10).

L’incenso, veniva posto anche sopra le oblazioni bruciate sull’altare come memoriale: “profumo soave per il Signore” (Cfr Lv 2).

Più tardi, nel Tempio di Gerusalemme, nella ricorrenza annuale della grande Espiazione ( in ebraico: Yom Kippur), il sommo sacerdote, oltrepassava il velo del Tempio ed entrava con l’incensiere nel Santo dei Santi, per bruciarvi “due manciate di incenso odoroso polverizzato”, allora, una nube densa e profumata, avvolgeva ogni parte del luogo santissimo in cui era custodita l’Arca dell’Alleanza (Cfr Lv16,12-13).

La resina profumata dell’incenso, era fra i balsami pregiati che componevano l’olio dell’unzione sacra, usato per la consacrazione del santuario, del Sommo Sacerdote Aronne e dei suoi figli (Cfr Es 30,22ss). In Israele, si incensavano le persone, gli oggetti, e i luoghi riservati al culto del Dio Unico. Tutti coloro che partecipavano al culto divino, erano invitati ad effondere un soave profumo spirituale: “Ascoltate, figli santi...Come incenso spandete un buon profumo” (Sir 39,13-14).