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Allocuzione dell’Abbé Pagès al convegno sulla deislamizzazione dell’Europa Béziers 04.03.2017 Sia lodato Gesù Cristo! Cari amici, vi saluto e mi felicito con tutti voi che siete qui convenuti, …Altro
Allocuzione dell’Abbé Pagès al convegno sulla deislamizzazione dell’Europa Béziers 04.03.2017

Sia lodato Gesù Cristo!

Cari amici,

vi saluto e mi felicito con tutti voi che siete qui convenuti, cristiani o no,
e avete il coraggio e il merito, così rari al giorno d’oggi, di rifiutare la riduzione in
schiavitù programmata per noi dall’islam! Vi saluto e vi ringrazio!

In questo giorno solenne del battesimo del nostro progetto di deislamizzazione dell’Europa,
permettetemi di rivolgermi a voi come cittadino francese e come cristiano.

In quanto cristiano, ho in effetti delle buone ragioni per preoccuparmi dell’islamizzazione dell’Europa,
perché l’islam vuole essere il nemico giurato della fede cristiana, considerata come il peggiore abominio
che vi sia, il solo peccato che Allah non può perdonare (Sura 4.48), cosicché tutta la sua ragion
d’essere sta nel distruggere la Chiesa e nel prenderne il posto (Sura 2.193).
In quanto francese, ho inoltre delle buone ragioni per essere preoccupato a motivo del discorso
della Repubblica che si ritiene neutrale in materia di religione, perché, se ci troviamo oggi
islamizzati, è proprio a causa della politica di scristianizzazione imposta dalla religione
della Repubblica, religione massonica, per la quale, come ben sapete, non vi è alcuna verità,
per cui tutte le religioni si equivalgono. L’islam sarebbe dunque altrettanto vero, o assurdo,
del cristianesimo, e non c’è ragione di trattarli diversamente… a meno che, forse, non si voglia
considerare il fatto che l’islam, siccome genera un popolo di sottomessi all’Arbitrio, non può
lasciare indifferente un potere che è tanto più totalitario quanto più rifiuta la Regalità di
Cristo (Lc 19.14), per la quale appunto ha combattuto santa Giovanna d’Arco, che, alla domanda
del giudice se Dio non amasse gli Inglesi – che lei assicurava di aver ricevuto la missione di
ricacciare fuori della Francia –, rispondeva: «Sì, Dio ama gli Inglesi, ma a casa loro!».
La connivenza anticristiana tra l’islam e il laicismo, questa perversione dell’insegnamento
di Cristo che disgiunge l’ordine naturale da quello soprannaturale (Lc 20.25) e che è respinta
anche dall’islam, è stata molto ben espressa in una famosa frase dal sindaco di Strasburgo:
«Nelle nostre mense noi serviamo carne halal per rispetto della diversità, ma non pesce il venerdì,
per rispetto della laicità» (11 aprile 2011). Qui si vede magnificamente realizzata la parola di Cristo:
«Chi non è con Me è contro di Me» (Mt 12.30).
Poiché, purtroppo, persino nella Chiesa, l’accoglienza dell’islam è spesso diventata una virtù
e la sua denuncia un peccato, vorrei dimostrare che la deislamizzazione è al contrario un’esigenza
tanto vitale quanto urgente della carità.

Almeno, è così che i nostri Padri l’hanno intesa. Il Regno dei Franchi, rimasto cattolico in mezzo
a nazioni diventate tutte eretiche, e a causa di ciò politicamente divise, respinse
l’espansione dell’islam, di cui la battaglia di Poitiers segnò l’arresto. La Spagna,
la Provenza e la Borgogna erano diventate ariane, l’Africa del Nord donatista, l’Egitto monofisita,
la Siria e la Palestina nestoriane, e caddero tutte sotto il potere dell’islam. È una lezione
della storia: una Chiesa malata, un popolo apostata, passano facilmente all’islam. Furono dei papi
e dei santi, in conformità con il Vangelo (Lc 22.36; Mt 18.6), ad ispirare la Reconquista,
le crociate, le battaglie decisive di Lepanto, di Belgrado, di Vienna… Se la Chiesa non avesse suscitato
e sostenuto quelle battaglie contro l’invasione musulmana, oggi saremmo tutti musulmani. Ed è ciò che
saranno i nostri figli e i nostri bambini, se ascoltiamo la voce di quei vigliacchi e di quei traditori
che vogliono convincerci che l’islamizzazione dell’Europa è una fatalità! E questo perché l’ordine
di Allah di sottomettere a lui la terra intera s’impone a tutti i musulmani (Sura 5.33; 9.29 44),
in cambio di «una ricompensa immensa, che siano uccisi o vittoriosi» (Sura 4.74). Tale è la parola
immutabile di Allah, le cui «abitudini non cambiano» (Sura 33.62; 35.43; 48.23)… Attualmente
i Paesi europei che resistono meglio all’islamizzazione sono dei Paesi che hanno ancora una forte
identità cristiana, che sia la Grecia, la Serbia, l’Ungheria, la Polonia o la Russia, e questo dopo
la follia assassina della Rivoluzione che voleva uccidere la Chiesa e fare tabula rasa del passato.
Come se la Storia non avesse importanza! Come se il Cristo non contasse nulla! Ma senza memoria,
non c’è identità! Uno schiavo non ha identità. È un oggetto. E l’islam, così come il mondialismo,
giacché entrambi negano persino la Legge naturale, vogliono fare di noi degli schiavi! Chi di Allah
e chi del Denaro! Quanto tempo sarà ancora necessario agli Europei per rigettare la propaganda
anticristiana e smettere di disprezzare il Cristo?! Non si possono servire due padroni. Non volere la Luce,
significa volere le Tenebre. Respingere il Cristo, significa accogliere l’Anticristo.

Nella parabola del loglio (Mt 13.24-30) Gesù ci ha avvertito della venuta dell’islam. Ha profetizzato
che dopo la predicazione del Vangelo nel campo del mondo, che genera il buon grano dei Figli di Dio,
sarebbe venuto il Diavolo a procurarsi una progenie maledetta seminandovi il loglio, questa pianta
detta anche zizzania (tutto uno programma!), che somiglia al grano, perché l’islam si fa passare per
l’unica e vera religione, e che è velenosa, perché l’islam insegna l’odio in nome di Allah:
«Allah ama coloro che arrivano fino ad uccidere per lui» (Sura 61.4). Agli operai che propongono
di sradicare questa erbaccia, il padrone proibisce di farlo, per timore che possano strappare
assieme ad essa anche il buon grano… perché ci sono delle brave persone dappertutto, e anche i musulmani
sono chiamati alla salvezza. Se alcuni vogliono mentire a se stessi distinguendo tra un islam buono e
uno cattivo, tra l’islam e l’islamismo, per noi la distinzione si pone tra musulmani ed islam. Io amo
tutti i musulmani in quanto sono come me degli esseri umani, ma odio l’islam con tutto il mio cuore.
Sradicare l’islam senza ferire i musulmani è la sfida che ci propone il Cristo, affinché
la nostra azione sia irreprensibile e noi non perdiamo la nostra anima. Perché il Demonio
non soltanto vuole farci soffrire imponendoci la presenza dell’islam – sebbene Dio la utilizzi
certamente come castigo per farci risollevare dalla decadenza nella quale siamo sprofondati -,
ma vuole soprattutto che, rispondendo al male con il male, diventiamo anche noi cattivi e così ci
danniamo insieme con lui… Il cammino della salvezza è stretto: passa tra il pericolo di avallare
l’islam e quello di odiare i musulmani.

L’Apostolo san Giovanni non viene meno al comandamento di amare i nostri nemici (Mt 5.44)
quando ci proibisce di accogliere in casa nostra coloro che rifiutano la nostra fede
e la nostra cultura (2 Gv 1.10; 1 Cor 6.14-18; Gal 1.8-9; Gd 1.23), poiché farlo non sarebbe
vantaggioso né per loro né per noi. Ed è ciò che san Giovanni Paolo II insegnava con queste parole:
«Quanto alle istanze culturali di cui gli immigrati sono portatori, nella misura in cui non
si pongono in antitesi ai valori etici universali, insiti nella legge naturale, ed ai diritti
umani fondamentali, vanno rispettate e accolte»
(Messaggio per la XXXIV giornata mondiale della pace, 2001, n°13) .
Ora, per l’appunto, l’islam è incompatibile con i valori etici universali,
come ha riconosciuto la Corte europea dei diritti dell’uomo, dichiarando che
la sharia è incompatibile con i principi fondamentali delle nostre società. È per questo
che nessuno può rimproverarci di volere la deislamizzazione dei nostri Paesi! È per questo
che abbiamo fondate ragioni per esigere dai pubblici poteri la sospensione immediata di qualsivoglia
aiuto fornito alla diffusione dell’islam, sotto qualsiasi forma! Sulla base della incompatibilità
della sharia con i valori etici universali, è possibile segnalare il proprio nominativo
all’accettazione per formare dei gruppi incaricati di esigere, rispettivamente: 1. l’interdizione
di ogni genere di letteratura che insegni i principi della sharia; 2. lo scioglimento di ogni
organizzazione legata ai Fratelli musulmani, quale la U.O.I.F
(Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia); 3. l’esame dei finanziamenti passati
alle moschee e alle associazioni musulmane cosiddette culturali; 4. la sospensione della costruzione
delle moschee; 5. la soppressione delle prestazioni sociali e familiari alle famiglie con
figli di jihadisti; 6. la soppressione dell’acquisizione automatica della nazionalità francese per lo jus
soli; 7. la soppressione della doppia nazionalità; 8. la deislamizzazione dei programmi d’insegnamento;
9. la restrizione della concessione dei visti per i paesi musulmani; 10. la sospensione di ogni
aiuto militare ai gruppi o agli Stati musulmani; 11. l’annullamento del regime fiscale preferenziale
accordato agli acquirenti del Qatar e dell’Arabia Saudita; 12. la proibizione della macellazione
halal… In breve, si tratta di riconoscere all’islam lo status di nemico del genere umano che esso
stesso rivendica: «Tra noi e voi è sorta inimicizia e odio [che continueranno] ininterrotti,
finché non crederete in Allah, l’Unico» (Sura 60.4).

Ma perché la deislamizzazione sia perfetta, deve raggiungere le anime, deve strappare finanche
le radici dell’islam, deve cioè arrivare fino alle motivazioni che i musulmani hanno per
essere musulmani, e perciò deve mostrare loro le contraddizioni, le menzogne e le calunnie sulle
quali l’islam è stato edificato, affinché possano liberamente scegliere se restare musulmani
o disconoscere l’islam, se rimanere in Europa o lasciarla. Bisogna che sappiano che noi non abbiamo
nulla contro di loro, ma soltanto contro il male di cui essi sono al contempo le vittime e gli agenti.
In attesa del giorno felice in cui la Nazione saprà metterli di fronte a questa scelta, noi abbiamo
la responsabilità di gettare luce sull’islam presso i musulmani che incontriamo e presso tutti coloro
che vogliono convincersi che «l’islam, non è questo». A tale scopo, il Collettivo San Michele Arcangelo,
che ringraziamo per aver dato origine a questo incontro, organizza delle giornate di formazione
dovunque venga invitato, ed io stesso ho scritto un libro intitolato «Interrogare l’islam,
1501 domande da porre ai musulmani».

Poiché solo la Verità rende liberi (Gv 8.32), non bisogna mai accettare che si parli bene dell’islam,
per quanto di poco si tratti. Nessun albero cattivo dà buoni frutti! Deislamizzare significa denunciare,
per esempio, la confusione così frequente tra l’islam e il bene che si può trovare in alcuni musulmani.
Questo bene non proviene mai dall’islam, ma dalla natura umana, che è stata creata buona, e perciò
quei musulmani che fanno il bene preferiscono ascoltare la voce della loro coscienza anziché Allah.
Se, d’altra parte, si definiscono musulmani moderati, è proprio perché, comprendendo che l’islam è cattivo,
essi pensano di doverlo moderare, correggere. E siccome osano in tal modo criticare Allah, vengono uccisi
come rinnegati dai musulmani che vogliono essere, loro, dei musulmani veri, cioè non moderati.
Questo amalgama tra natura e religione serve anche a criminalizzare la critica all’islam in nome
dell’antirazzismo, come se essere musulmani fosse un fatto di natura e non già di cultura…
In senso inverso, viene utilizzato per denigrare la fede cristiana a causa di certe azioni cattive
commesse dai cristiani. E a quelli che vorrebbero farci credere che l’islam avrebbe la capacità
di produrre qualcosa di buono e a tale scopo ci presentano, per esempio, delle miniature
persiane del XIVsecolo, bisogna rispondere che un popolo islamizzato non può mai produrre nulla
di bello grazie all’islam, ma sempre malgrado l’islam, tanto è vero che, rifiutando l’Incarnazione,
che è la manifestazione visibile della Verità, l’islam ne rifiuta anche per forza di cose la rappresentazione.

In comunione con Asia Bibi e con tutti i non musulmani che vivono continuamente nella paura di
essere accusati e condannati a morte per blasfemia, noi proclamiamo alto e forte che siamo anche
noi dei bestemmiatori! Infatti, per il solo fatto che rifiutiamo di convertirci all’islam,
confessiamo implicitamente, e inevitabilmente, che riteniamo Maometto un impostore… in caso contrario,
ci convertiremmo! Invitiamo, quindi, i non musulmani a prendere coscienza che, agli occhi di Allah,
essi meritano tutti la morte! «Se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli
ovunque li troviate!» (Sura 4.89).

Lapostasie-à-Notre-Dame-dAiguebelle1Bassorilievo (Abbazia di Aiguebelle, Francia)

Dal canto loro, i cristiani dovrebbero porre fine alle preghiere in comune – in ogni caso vietate,
che sono fonte di confusione, di relativismo e di apostasia – e agli incontri islamo-cristiani
che conferiscono all’islam la legittimità e la rispettabilità di cui ha tanto bisogno. Non si discute
con un’ideologia che insegna l’odio verso l’altro, l’uccisione degli apostati, l’inferiorità ontologica
della donna e dei non musulmani, la poligamia, il ripudio, la schiavitù, la pedo-criminalità,
le mutilazioni corporali… Non è mantenendo la confusione intellettuale che si aiuteranno
i musulmani e i non musulmani a capire che l’islam è una impostura, e tanto più demoniaca in quanto
si ritiene divina. Si smetta dunque di ritenere l’islam qualcosa di sacro, al di sopra di
ogni sospetto, perché coperto con la maschera della religione, ciò che esso non è affatto, perché
non ri-lega a Dio! Ed è per questo che l’islam nulla rigetta così fortemente quanto l’associazionsimo,
termine con il quale esso designa proprio la religione di Dio, che è venuto ad associarci a Lui
e tra di noi, gli uni agli altri… Chi può venire DOPO il Cristo, se non l’Anticristo?

Ma si può eliminare bene solo ciò che si sostituisce. Charles de Foucauld, nel 1906,
diceva con riferimento agli Algerini: «Se non riusciremo a farli cristiani,
non saranno mai Francesi, perché i loro dogmi si oppongono a ciò, e ci cacceranno». Ed è quello
che è accaduto cinquant’anni dopo, sotto gli auspici della Terza Repubblica, massonica, che aveva
impedito l’evangelizzazione delle nostre colonie, perché combattere la falsità dell’islam porta
a riconoscere la verità del cristianesimo. Ma ciò che Charles de Foucauld non aveva potuto prevedere
è che, dopo aver cacciato i Francesi dall’Algeria, i musulmani sarebbero arrivati un giorno
in Europa e l’avrebbero islamizzata. Qui si realizza quest’altra parola di Gesù:
«Chi non raccoglie con Me, disperde» (Mt 12.30). Perciò, ve lo dico cari amici, se l’Occidente
non ritorna a Cristo, Lui che ha dato la Sua vita per nostro amore e ha ricevuto «ogni potere
in Cielo e sulla terra» (Mt 28.20), noi non saremo in grado di competere con i musulmani, che,
da parte loro, non sono così folli da barattare i beni di questo mondo con il paradiso che è
stato loro promesso! Perché, proprio un secolo fa, la Vergine, al cui intervento la cristianità
ha riconosciuto di dovere le sue vittorie sull’islam, ha mostrato l’Inferno in un luogo chiamato Fatima,
se non per dire ai musulmani – per i quali la ragione ultima del loro voler essere musulmani
è proprio quella di sfuggire all’Inferno – che i cristiani credono anch’essi all’Inferno, e dunque
alla vita eterna? Se l’Occidente non ritroverà la propria fede e le armi spirituali che essa offre,
non potrà competere con quelli che mettono in gioco la propria eternità… La posta in gioco della
nostra vita trova compimento nell’eternità… Ed è per questo che vale la pena di battersi
per salvarla! Vi ringrazio.