Gocce di luce, luglio-agosto 2014

GOCCE DI LUCE – luglio e agosto 2014 “La Chiesa diffonde una teologia dotta nei suoi risvolti storici e psicologici, svuotata però del mio Spirito”

02 07 14 “Dovrò intervenire Io, vostro Signore, direttamente e scacciare satana dalla terra, ma ciò comporterà tempi più lunghi e sofferenza protratta”

“Mia piccola Maria, tu vivi, figlia mia, un Getsemani di solitudine nel quale il demonio interviene con i suoi fastidi: un orto di solitudine che sarà compreso solo dopo questa terra. Stasera nel vangelo due indemoniati, preda di legioni di diavoli, mi vengono incontro gridando: “Che cosa abbiamo in comune con te, Figlio di Dio?”. E, preso dalla compassione per questi figli, Ii liberavo, permettendo che i diavoli andassero a dimorare nella mandria dei porci che era lì nei pressi. Ma, entrati nei maiali, si gettarono in mare morendo. Forse che gli abitanti del luogo, i mandriani, ne tessero le lodi, ne fossero riconoscenti per la liberazione di due persone? Oh, no! Pieni di livore e risentimento, mi gridarono contro, dato che le esigenze dei propri beni materiali, le esigenze del proprio io, erano superiori al bene della salvezza dell’uomo.
Questo mondo è posseduto dal demonio; le creature, più di quanto voi sappiate, pur rivestite di normalità, sono possedute, vessate, tormentate, sono sue prigioniere; e cosa fa la Chiesa? Combatte poco, lasciando il compito a pochi e isolati esorcisti. Si parla in chiesa del demonio, della sua azione, dell’occulto nel quale egli agisce, dell’inferno, educando e mettendo in guardia i fedeli? Poco o niente. Pongono sopra un velo pietoso per non essere tacciati di medioevalismo, per mantenere la buona facciata a livello mondiale, e il beneplacito del popolo nella propria parvenza di modernità e cultura, considerando che certi concetti siano superati, che le Verità della fede, che sono eterne, stabili, non cambiabili, siano relegate al passato, e variabili nella sua evoluzione ai tempi.
Qual’ è il compito primario della Chiesa, dei sacerdoti? E’ combattere il male per la salvezza dell’uomo. E chi è che fomenta il male? E’ il demonio. E come mai non si agisce? Perché l’interesse ai beni materiali, le esigenze del proprio io sono superiori alla liberazione delle persone. Per far sì che ci sia liberazione in primis il sacerdote non viva più per sé stesso e per i propri interessi, ma divenga, e non solo a parole, nell’essere Gesù Cristo: dia totale spazio alla presenza di Dio, che nel sacerdote attua, con il suo potere e con la sua santità, la liberazione.
Il diavolo prende potere dal peccato: ovunque lo propaga, lo diffonde con i mezzi di comunicazione, lo rende comune, banale, ne avvelena la crescita già negli innocenti; ne è inquinata la natura, il cibo, il vestiario, i luoghi, e non ve ne avvedete. Dovete temere? Sì, dovete temere poiché egli vi può distruggere. Solo facendo ricorso a Dio, che vi è di scudo, di protezione, di salvezza, con una vita santa e unitiva alla preghiera e ai sacramenti voi siete ben difesi e potete sconfiggerlo.
State lontani da tutto ciò che concorre all’occulto, fosse pure per gioco, perché il nemico vi si introduce e poi diviene difficile cacciarlo, e annullare la sua azione. Come mai tanti esorcismi hanno percorsi sempre più dilungati per la liberazione? Perché non c’è una Chiesa forte che combatta, non ci sono cristiani che partecipano uniti a questa battaglia. Si rimane passivi, indifferenti, pensando che non sia un proprio problema. Si rimarrà allora prigionieri? No, dovrò intervenire Io, vostro Signore, direttamente e scacciare satana dalla terra, ma ciò comporterà tempi più lunghi e sofferenza protratta che, nell’intercessione, nell’orazione comunitaria, verrebbe di certo abbreviata.
Oggi, è giorno dedicato al mio preziosissimo Sangue, di cui il sacerdote non fa neppure menzione: se tutti i sacerdoti, i cristiani, elevassero ogni giorno orazioni, meditazioni, suppliche al mio divin Sangue, se benedicessero in nome e per i meriti del mio Preziosissimo Sangue luoghi, case, persone, ecc. ; se consacrassero le creature al mio divin Sangue, quale grido di liberazione si eleverebbe da tutta la terra! Ti benedico”.

06 07 14 “Solo coloro che sono umili sanno accogliere la vecchiaia, la malattia, il tempo di purificazione”

“Mia piccola Maria, vai a confessarti per lavare le ombre depositate sulla tua anima. Stasera nel vangelo Iddio ricerca l’umiltà; cerca con il lumicino gli umili in questa notte oscura sulla terra. Non ricerca i dotti, le celebrità, le potenze, non perché esserlo è peccato, ma perché l’uomo se ne appropria, ne diviene prigioniero: se ne fa suo dono e vi entra l’orgoglio e la superbia. Nella povertà dei piccoli c’è il vuoto di sé, e nel vuoto il Padre Santissimo ricolma dei suoi beni e compie le sue opere. Questo luogo dove ti ho portato è segno del tramonto della vita dell’uomo, tempo di grazia, la vecchiaia e la malattia, tempo di purificazione, che non è dato a tutti.
Queste anime che qui vedi, che pur hanno peccato, si aggrappano alla fune della mia Misericordia, ed io le abbraccio per condurle in Cielo. Solo coloro che sono umili sanno accogliere la vecchiaia, la malattia, il tempo di purificazione, che diviene trasformazione verso l’essere spirituale che Io voglio, e tanto più ci si fa umili ed abbandonati, tanto più Io li vedo non nella loro tarda età ma come piccole creature.
Siete stanchi, figli miei? Siete oppressi? Io sono la Veronica che vi asciuga il volto nella pena; Io il Cireneo che vi sostiene la croce, Io la Madre Addolorata che vi accompagna: Io vi conduco in una via che è consolazione, sostegno e grazia. In tutte le età Io ci sono, ma particolarmente nella vecchiaia sono accanto alle mie creature per condurle tutte nella mia Casa. Ti benedico”.

07 07 14 “Tutti quelli che non pregano, che non inneggiano, dando lodi all’Altissimo, anzi si voltano dietro, questi sono paralizzati dal nemico”

“Mia piccola Maria, stasera nel vangelo vi viene ricordato il miracolo del muto la cui parola era paralizzata dal nemico. E’al mio intervento che egli si libera e ritrova la favella. Ma Io vi dico: “Tutti quelli che non pregano, che non inneggiano, dando lodi all’Altissimo, anzi vi si voltano dietro, questi sono paralizzati dal nemico. Ancor prima della bocca la loro paralisi è nel pensiero, è nel cuore, ove il demonio ha legato le sue catene; e di questa situazione essi stessi ne sono responsabili, dato che si sono dati alla sua prigione. Io sono Colui che libera: sono il Liberatore: libero dalla schiavitù dell’Egitto e dalle sue idolatrie. Io libero dalla desolazione e dallo smarrimento del deserto; conduco alla libertà della Terra promessa, la vera libertà dell’uomo.
Il vangelo vi sprona: “Pregate il Signore delle messi perché porti operai alla sua messe. Invocatemi! Io non sono solo il Signore che libera ma anche il Signore che fa nascere ogni forma di vita. Se i seminari spesso sono vuoti, le vocazioni scarse, e i monasteri e i conventi rimbombano nell’eco delle loro sale vuote è perché si sono fatti sterili: è entrato l’immobilismo, la paralisi del nemico che non permette l’incontro con la fecondità dell’amore di Dio. La preghiera che si attua è spesso solo vocale e di programma: non nasce dal cuore, cuore che mi è lontano; e la loro vita non mi rispecchia, e senza adesione di vita, preghiera e cuore: non viene lo Spirito che rende gravidi della sua ricchezza. Tornino a Me che libero da ogni paralisi, da ogni prigionia, da ogni sterilità, e rendo la bocca muta fonte di preci e lodi per il Signore Iddio: il cuore da freddo e oscuro ad amante, le mani da vuote e inermi a operose nella carità. Io dono abbondanza di fecondità nel Grembo della Chiesa, e ricolmo di Spirito e vita consacrata. Ti benedico “.

11 07 14 “Come mai la Chiesa, le famiglie, sono così divise?”

“Mia piccola Maria, vedi com’è piccola la Particola dell’Eucaristia? Eppure Io sono in ogni particella di Essa, in ogni sua minima parte, e in Essa Io contengo e risano la moltitudine delle creature e delle situazioni. Quindi non circoscrivere a pochi l’offerta della tua comunione, non aver paura di donarla per molti.
B. è nei disegni di Dio, centro d’irradiazione e d’insegnamento per la vita consacrata e sacerdotale, fondata sulla divina Misericordia e sul Cuore Immacolato di Maria. La clinica dell’anima è fondata su tre cardini: divina Misericordia, Cuore Immacolato di Maria, combattimento contro il maligno. Oggi la Chiesa celebra e ricorda San Benedetto, Patrono d’Europa perché uomo dell’unità. Egli ha lavorato per l’intera esistenza a questo scopo: formare unità tra l’uomo e Dio, tra la Chiesa e Dio, tra i suoi monaci e Dio; ed ha usato i mezzi semplici e fondamentali, quali la preghiera e il lavoro. Quale il metro di misura dell’unione di una vita spirituale vissuta all’interno dei suoi monasteri se non l’accordo, il comune intento, una fraternità autentica tra i monaci? Se invece in essi persistono gelosie, invidie, contese, indifferenze: quando ognuno va per la sua strada senza accorgersi dell’altro, non c’è unità con Dio, né santità di vita, né unione con il Padre Fondatore.
Come mai la Chiesa, le famiglie, sono così divise? Perché l’uomo è diviso in sé stesso: non ha unità, non ha fusione con il suo Signore. Così come dice il vangelo oggi: se il tralcio rimane separato dalle vite non può portare frutto. Solo il ritorno alla vite, alla sua vita condivisa che lo nutre a sé, lo feconda e lo arricchisce del suo raccolto sì da far intensificare e allungare i filari, sì da traboccarne di copiosa uva e colmarne i cesti per poterne fare vino salutare da abbeverare innumerevoli genti, sì da dissetare ogni sete. Ti benedico”.

12 07 14 “Gocce di luce è mia parola, che vi offre sapienza, ricchezza di formazione ed anche salute”

“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola vibra forte: ecco, come la pioggia e la neve discendono sulla terra e portano il loro effetto, ugualmente la Parola di Dio discende sugli uomini ed opera; ma perché ci sia il suo compimento c’è bisogno che si vivano le disposizioni che la parabola del seminatore nel vangelo di stasera vi elenca.
Il Padre Santissimo semina, getta i suoi semi su tutti, ma ha necessità d’incontrarsi con una terra buona, una terra duttile che si uniformi e si plasmi ai suoi ingredienti per far sì che ne assimili l’intera sua proprietà e grazia, e porti il suo raccolto. E qual’ è questa terra se non l’anima vostra? Una terra che deve essere difesa, tutelata, come il bene più prezioso, il tesoro che voi possedete. Se il seme incontra una terra rocciosa, che equivale ad un cuore duro, arido, il seme non attecchisce. Se invece si incontra con una terra ricoperta di spine, rovi e di ogni intreccio, il seme ne rimane soffocato. Se è terra lasciata in balia del possesso degli uccellacci o di altri animali che sono i demoni, il seme verrà distrutto o disperso. Per questo voi dovete pregare, lavorare, formare il terreno della vostra anima a questa fusione con il seme di Dio, bonificandola dalle piante dei rovi, dalle spine, che sono i peccati, gli impedimenti, con la confessione e il cambiamento, unendo questa via al canale del Cielo direttamente con la preghiera che la irrorerà fondendola all’Eucaristia nel quale trarrà tutto il suo beneficio. La terra si farà così feconda e atta a ricevere per far sì che si faccia santa, e Iddio la dimori e ne faccia il suo giardino, terra santificata per i suoi passi, che aiuterà le terre delle anime altrui a santificarsi.
Io dissi alla folla che mi ascoltava: “Ecco, voi vedete ciò che molti avrebbero desiderato vedere e non vedranno, udire ciò che molti avrebbero voluto udire e non udranno, godendo della visibilità della mia presenza, ma Io vi dico che sempre mi faccio ascoltare mediante la divina Parola, sempre mi incontrate e mi ricevete con la mia intera Persona nella Comunione; ma ancor di più Io continuamente nelle generazioni mi dono e mi rivelo mediante i miei amanti.
La mia Parola vi si offre anche per mezzo di questa mia piccola figlia: Gocce di luce è mia parola, che vi offre sapienza, ricchezza di formazione ed anche salute. Essa converte e guarisce dai mali. Ma perché si attui c’è necessità di un’anima che abbia una disposizione umile ed onesta, alla ricerca sincera della Verità. Allora, goccia dopo goccia, Io la fecondo e l’assimilo a Me: la infondo della mia profondità e la rendo santa. Ti benedico”.

16 07 14 “Quante Opere di Dio, pur autentiche al loro nascere, sono naufragate perché non si è rimasti nella piccolezza!”

“Mia piccola Maria, su tutti mi chino, su tutti va la mia benedizione, la mia carezza, il mio intervento. Per la durata della Santa Messa hai sentito varie volte questa frase: “ Su, destatevi, alzatevi, e salite sulla montagna della Grazia!”. Ma come mai gli uomini rimangono fermi, e sono così paralizzati nello spirito? Corrono e si affannano solo per ciò che non è utile per la vita eterna, e rimangono impantanati alla terra. Chi sono quelli che salgono la santa Montagna? Il vangelo vi risponde: i piccoli, i semplici, gli umili. E’ con essi che Iddio compie le sue Opere; e sono i piccoli a salire le vette dello spirito, coloro che giungono a santità.
Quante Opere di Dio, pur autentiche al loro nascere, sono naufragate perché non si è rimasti nella piccolezza. Si è peccato nella vanità. I piccoli non cercano sé stessi, ma sono alla ricerca: sono quelli che ascoltano, che si mettono in gioco, si pongono in ginocchio, contemplanti il Padre Santissimo che li attrae a Sé, li porta al Cuore e sussurra alle loro orecchie la sua Sapienza; come ai piccoli di una nidiata Egli li imbocca dando Sé stesso. A chi si rivelano i propri segreti, a chi le più nascoste confidenze? Con chi si vive l’intimità? Di chi ci si fida? Con chi partecipa dell’altro simile ad una sposa nel talamo con lo sposo, o come la madre con la propria creatura, o come due amici fraterni. A chi si dona l’eredità? A chi si ama, a chi si riconosce per figlio e che riconosce la sua Paternità.
E chi è che può aiutare a salire la santa Montagna? E’ Lei, la Madre del Carmelo, che ai suoi piccini fa cenno, indica la strada, nella quale Lei procede: si fa prendere e tirare per il mantello perché non vadano perduti; dà la mano per far sì che non si cada, prende in braccio i più piccoli in modo che non facciano troppa fatica e, passo dopo passo, li fa giungere in alto sulla vetta nella contemplazione rivelata dell’intera bellezza dell’Eterno. Coloro che hanno l’anima dei bimbi sono la pasta che si lascia lavorare nelle sue mani sapienti, che la lievitano e la modellano per essere cibo di Dio.
E’ bene portare lo scapolare della Madonna del Carmelo, dono del Cielo, legato a sante promesse. Ma perché esse si adempiano dovete pregare, dovete ammantarvi delle proprietà di Maria, rivestirvi del manto della sua purezza per essere casti, della sua generosità per essere caritatevoli, del suo coraggio per essere audaci. Lei, la Madre, vi orna delle sue fattezze, vi colora dei lineamenti del suo Volto radioso. Ah, se poteste contemplare il suo sguardo: un mare di amore! In esso vi tuffereste! TI benedico”.

20 07 14 “Giungerà presto il periodo del raccolto e della resa dei conti, prima di quanto non immaginate”

“Mia piccola Maria, sì, il peso sembra grave: il demonio fa di tutto per irretirti, ma Io ti mando costantemente gli Angeli; e mentre ti insidia, Io ti sostengo e ti sollevo. Dove vuoi andare, figlia mia? Forse che lontano da Me staresti meglio? Orsù, dunque, rianimati e riprendi il cammino. Da dove viene il male? Come mai agisce? Perché Iddio non lo impedisce, non lo cancella? Queste domande hanno l’età della creazione dell’uomo, e il vangelo nella parabola del grano e della zizzania vi risponde. Il male viene dal demonio, che è invidioso, geloso, rabbioso e malvagio; egli cerca di distruggere ovunque, spargendo la corruzione del suo veleno. Perché lo può? Perché l’essere umano dell’origine gliene ha dato il varco, gli ha aperto la porta, e tuttora lo segue. Spesso egli stesso lo ricerca e, nel compiere il male c’è la conseguenza della desolazione con i suoi dolori.
Dal Padre Eterno non può nascere nessun male, dato che è il Sommo Bene, che cerca persino dall’opera del nemico di trarne del buono, portandola al suo cambiamento; e della presenza del demonio ne ha fatto un mezzo per la scelta: la scelta del bene o del male, del maligno o di Dio. La maggioranza delle creature direbbero: “Scelgo il bene, scelgo il Signore!”, ma dalle parole tirate nel vento alla teoria del vuoto deve soccorrere una parola timbrata con la vita. Come mai Iddio non interviene? Il Padre Santissimo, nella sua Potenza, al suo solo soffio, cancellerebbe ogni male, ma toglierebbe a voi il senso della vostra esistenza, la scelta, la partecipazione, il merito per l’acquisizione del Regno celeste.
Ecco, la terra è il campo seminato dal seme buono da Dio, ma poi tocca ai figli se essere sua proprietà nel portare a compimento il suo fine: se divenire grano buono o scegliere di divenire zizzania nel lasciarsi corrompere dal veleno dell’avversario che ne fa sua natura malefica. Buoni e cattivi, tutti sono figli dell’Altissimo Creatore, e del grano buono Egli ne ha cura e lo tutela per far sì che dia l’eccellenza del suo frutto, e della zizzania lascia che cresca accanto al grano in modo che, guardandolo, voglia essergli simile e cambiare. A tutti Egli dà il tempo della propria maturazione perché il bene di Dio è Giustizia nella sua Misericordia. Giungerà presto il periodo del raccolto e della resa dei conti, prima di quanto non immaginate; corre il tempo e l’età degli anni dell’uomo sono un istante dell’eternità, e cosa ne sarà della zizzania rimata tale? Cenere, solo cenere tra le fiamme; mentre il grano dorato diverrà lingotti d’oro per i forzieri divini nel luogo dei Cieli ove, raggiunta la comprensione della maturazione dello Spirito, sarà palese ogni conoscenza e risposta che non vi era possibile capire sulla terra. Ti benedico”.

26 07 14 “La Chiesa diffonde una teologia dotta nei suoi risvolti storici e psicologici, svuotata però del mio Spirito”

“Mia piccola Maria, a cosa gli uomini danno valore? A cosa?... Corrono affannati senza posa, disperandosi, sempre alla ricerca dei beni terreni per possedere la felicità, ma poi, pur ottenutili, sono continuamente bramosi e infelici. Questo mondo ha perso il senso di ciò che è buono da ciò che è male, da ciò che è effimero, da ciò che ha autentico valore, da quel che viene da Dio, da ciò che viene dal maligno, perché si è fatta terra insipiente. Spesso anche la Chiesa, i sacerdoti non hanno discernimento da ciò che deriva da Me, vostro Signore, ed è mia proprietà da quel che il demonio scimmiotta, cadendo in inganno. La Chiesa diffonde una teologia dotta nei suoi risvolti storici e psicologici, svuotata però del mio Spirito; e questo accade perché ha perso la Sapienza.
Salomone, nella prima lettura, non chiede al Padre Eterno “potere, ricchezze o lunga vita”, ma la saggezza di saper governare un popolo così numeroso, comprendendo che chi possiede la luce del buon governo conduce a salvezza la propria persona e i suoi abitanti. Il Sovrano Altissimo lo benedice, ricolmandolo della sua Sapienza. Chi la possiede ha tutto, dato che in essa non persegue che il suo bene assoluto e il suo celestiale traguardo. Come mai non c’è Sapienza? Perché è primario l’umano, l’uomo, e spesso anche quello di Chiesa non persegue il primato del bene di Dio e del bene comune delle anime, ma il primato del proprio ego: va alla ricerca di piaceri, di denaro, di poteri, della sua auto affermazione, pure fosse solo del suo pungolo, del suo modo di vedere che impone: toglie le redini della guida della sua esistenza a Dio, si discosta dalla sua traiettoria, dal suo pensiero e percorso, e cosa ne rimane se non il suo pensiero umano, limitato e nell’errore?
Quante creature, pur venendo in chiesa, anelano, invidiano i ricchi, i potenti, i famosi, ma Io vi dico: “Se poteste vedere ciò che Io vedo nei loro cuori: i tormenti dei morsi dei vermi dei demoni che li conducono nel loro male!”. Beati coloro che donano la loro priorità al Signore! Egli li colma della sua saggezza, infonde la sua scienza, dona il discernimento. L’anima sarà cuore di ricchezza e intelligenza come Salomone poiché avrà scoperto il vero tesoro, e lo avrà acquistato. Si sarà ornata dell’eccellenza della sua perla ritrovata, traboccherà dell’abbondante pescato del suo bene. Al suo battito avrà travasato amore; al suo incontro avrà diffuso luce e disperso le tenebre; le sue ricchezze saranno valore che non hanno tramonto, e dureranno l’età dell’eternità di Dio. Ti benedico”.

31 07 14 “Ecco, l’uomo crede di vivere in eterno, di essere persino possessore del tempo, di possedere per sempre le cose che ha acquistato”

“Mia piccola Maria, il vangelo di stasera vi esorta ad essere perseveranti, vi invita a persistere nell’adesione del vangelo. Ecco, l’uomo crede di vivere in eterno, di essere persino possessore del tempo, di possedere per sempre le cose che ha acquistato. Non bada, non pensa, alla relatività della vita terrena ove ogni realtà è incertezza ed è instabile. Forse che quel che si è vissuto un minuto prima o quel che è stato ieri potrà ritornare? Fugge veloce l’età dell’infanzia e della giovinezza, ed ogni età corre: ogni giorno conduce al mio Giudizio, e chi lo può arrestare? Eppure gli uomini si fanno morbosi dei loro beni e delle loro posizioni, di ciò che hanno conquistato, pur prevaricando nel male. Non pensano che giunge, prima o poi, il traguardo del termine e con esso il lasciare tutto?
Gridano contro Dio le creature per l’oppressione del potente che abusa e corrompe poiché può impunemente compiere il male, pensando che non avranno chi lo arresta e lo punisce. Eppure, figli miei, giunge il suo compimento, il tempo dato al suo ravvedimento, e ogni cosa gli verrà tolta, e dovrà pagare gravemente il suo tributo. Verrà anche quando a voi sembra un miraggio lontanissimo il pescato di un’ intera umanità che, come dice il vangelo, verrà vagliato, e voi direte: “Oh, Signore, è proprio giunto questo momento! Sì è realizzata la tua Parola!”, quando i pesci buoni verranno separati dai cattivi.
Cosa ce se ne fa di un cibo avariato e corrotto? Lo si getta! E di un cibo buono?... Lo si ripone in casa nella dispensa. In questo modo Iddio paga al suo Giudizio; e dei malvagi che non si sono convertiti non resterà che tribolazione e patimento senza fine; mentre dei suoi figli, fattisi discepoli, che hanno persistito sino alla fine alla sua sequela trarrà dal tesoro della loro anima le cose, sia antiche che quelle nuove, fattesi uniche, perché tutte offerte al Padre Santissimo che le ha benedette e santificate per darne il valore massimo di un bene che è ricchezza che non vi verrà mai tolta in un Regno, ove ogni fame di giustizia, di verità e amore verrà saziata. Ti benedico”.

Gocce di luce - agosto 2014 “la barca della mia Chiesa vacilla da una parte all’altra, ed Io accorro per salvare”

02 08 14 “Non credono che il mio Pane sia divino, che abbia il potere che vi rende creature spirituali”
“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola e il vangelo vi richiamano a cercare il vero cibo, il cibo che conduce alla Vita eterna. L’uomo è sempre alla ricerca di saziare la sua fame, ha continuamente timore di non appagarsi, alla ricerca di alimenti. Il piccolo, alla sua nascita, per l’istinto primordiale che possiede, ha già la boccuccia aperta alla ricerca di cibo; ricerca che continua negli anni per la sua crescita e per il suo mantenimento. E Iddio dispensa generoso, mediante la natura, ogni abbondanza di alimento; ha sfamato dalle origini moltitudini di generazioni. Ma vi richiede di guardare e desiderare oltre, ad un Cibo che non perisce, un Cibo che non si corrompe, ed è il suo, celestiale e divino, attraverso la sua Parola e l’Eucaristia. La Parola di Dio, che è Sapienza, viene instillata come rugiada direttamente dalla bocca dell’Eterno che vuole, come tutti i genitori, nutrire i suoi cuccioli per formarli alla sua Natura. Vi offre la sua Carne e Spirito nella Comunione che trasforma la vostra vita naturale e fisica in un corpo spiritualizzato e divino: Cibo che ha il potere dell’incorruttibilità, che vince la morte della materia e vi offre l’immortalità. Ma non vi credono le folle dell’umanità poiché, se così fosse, i popoli sarebbero santi, le genti vivrebbero in pace.
Non credono che il mio Pane sia divino, che abbia il potere che vi rende creature spirituali, che nello Spirito non hanno limiti, né confini: acquisisce le stesse proprietà dell’Altissimo. Prova ne è che persistono nella corsa di alimenti che si decompongono, nei cibi avariati offerti dagli idoli del mondo che non saziano.
Nel vangelo di stasera pure gli Apostoli sono sgomenti di fronte al popolo che ha fame, e dinanzi a povere scorte, eppure Io, vostro Signore, presente nella mia benedizione, maggioro tale offerta che nutre moltissime creature. Ugualmente, nello stesso modo, Io posso offrirvi un Pane Santissimo e divino che cambia il vostro essere da materia che perisce a Colui che può gridare: “O morte, ove il tuo potere su di Me?”. Con Me l’avrete sconfitta! Dico agli Apostoli: “Date voi stessi da mangiare!”. Cioè: non siate solo dispensatori alla mia Mensa, ma fatevi Eucaristia, un Pane buono, santo che, innestato alla santità del mio, ne trae il massimo bene e ne acquista quel cuore pietoso che, come Me, ama le anime, ne ha compassione; e la compassione è attrattiva, simile a calamita: è amore che attua nella carità il bisogno dell’altro. E richiamo voi, figli, a divenire anche voi questo Pane santo, fragrante, cuore compassionevole, per ricondurre altri fratelli alla Mensa del Padre. Ti benedico”.

05 08 14 “Sono questi i miei Insegnamenti che provocano lo scandalo nei farisei che danno priorità ai riti formali, a tradizioni antiche e umane”

“Mi a piccola Maria, per queste figliole, per queste creature che vengono violate e uccise un po’ ovunque nel mondo, ciò arreca un grande dolore al Cuore del Padre Santissimo. L’omicidio e lo stupro è fomentato dal demonio che s’impossessa di questi uomini tramite la lussuria e l’orgoglio. Se tutti i figli della terra pregassero il Padre dei Cieli, se compissero opera di prevenzione, questo non accadrebbe. Io ti dico però che queste creature sono martiri che hanno lavato le loro vesti nelle proprie sofferenze: hanno vissuto un battesimo di sangue e, seppur non cristiani, giungendo alla mia presenza, se accolgono il mio consenso, entrano direttamente in Paradiso.
Oggi la Chiesa celebra la Madonna della neve: l’aurora della purezza che viene ad ammantare, nella sua Immacolatezza, il mondo, e particolarmente la Chiesa. Celebrate la Dedicazione della basilica di Santa Maria Maggiore, che ricorda agli uomini che anche essi devono dedicare la loro esistenza a Dio. E come lo potranno? La Madonna ne è il segno: nella purezza! Cosa può unire l’uomo a Dio? La Grazia! E cosa fa ritornare lo stato di grazia? La purezza. Cosa riavvolge a vincoli d’amore al Signore, potendone così riceverne i doni? La purezza: la purezza nella totalità della persona. Tutto ciò che è stato creato e appartiene alla creazione è cosa buona. L’essere umano, ciò che è, che possiede, che vive, è cosa buona. Quel che lo corrompe è come venga utilizzato, è come ogni cosa venga usata: che ne porti o il bene o il male.
E’ testimonianza nel vangelo di stasera: è dal cuore dell’uomo che può nascere la corruzione, non dal suo esterno. Sono questi i miei Insegnamenti che provocano lo scandalo nei farisei che danno priorità ai riti formali, a tradizioni antiche e umane, al formalismo e non alla verità dell’essere: riti e mentalità che superano e inquinano la medesima Legge di Dio. Forse che oggi le cose siano cambiate? Pur tra i cristiani le tradizioni degli antenati, l’educazione alle vedute familiari spesso superano i Dettami divini: le stesse devozioni alle quali sono legati per generazioni sono seguite nei loro aspetti più formali, e osservate scrupolosamente senza però porsi in conversione, senza cambiare il malsano agire. Forse che la devozione ha valore in funzione solo di sé stessa, o ne dà il valore l’unità con Dio? Unità che nasce se siete puri nel pensiero, lontani dalla malizia nella luce della retta coscienza. Siate puri nella lingua, lontani da maledizioni e critiche, per dare solo benedizione. Il vostro cuore sia puro, lontano dalla superbia e sentimenti d’idolatria, ma amanti nella fede: le vostre mani siano pure, usate non per colpire l’altro ma per fare il bene del fratello. La vostra carnalità sia a fine, nel matrimonio, in un obiettivo di condivisione ed unità di vita, di figliolanza, e non a consumo e uso dell’altro, non a prevaricazione di uno sposo o a uso di ciò che è personale, dato che la concupiscenza senza ordine e fine nella carità ottenebra ogni lume dell’intero senso e della propria coscienza.
Armatevi nella preghiera e nei sacramenti che vi fortificano dalle debolezze. Ed anche quando doveste cadervi per la miseria umana, ricorrete, rendete fecondo il sacramento della Confessione che, se pentiti e sinceri, ha il potere non solo di ridonarvi l’abito bianco della Grazia dell’anima ma quello di rendervi sempre più forti: è curativa, vi risana, vi ricrea. Ponetevi accanto alla Madre Santissima che vi ricopre del suo Manto verginale: vi ammanta delle sue Virtù, vi accresce nella fede che dà ragione, significato, alla vostra purezza difesa. E ad ogni Ave Maria, detta con il cuore, è un petalo di neve che da Lei discende e vi ricopre di purezza. Ti benedico”.

08 08 14 “la barca della mia Chiesa vacilla da una parte all’altra, ed Io accorro per salvare”

“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola e il vangelo vi insegnano come riconoscere la presenza di Dio, il suo passo che viene, il tratto della sua fisionomia. Elia non lo riconosce nel frastuono del terremoto e nemmeno nello strepito del fuoco, ma in un venticello soave, nelle brezza leggera che viene ad aleggiare intorno. Iddio non è nel frastuono che appartiene al nemico: lo ritrovate nella soavità, nella leggerezza dell’umiltà, nel silenzio. Il Padre Santissimo s’incontra e si fonde con l’uomo nel silenzio. Nei tratti della quiete della sua pacatezza, nell’equilibrio della sua natura, nella mitezza del suo tratto, voi riconoscete che ivi è presente il Signore.
Nel vangelo Io vengo in soccorso alla barca che ondeggia tra le onde, sballottata dalla tempesta, ove sono i miei Apostoli spaventati. Sempre accorro all’uomo e al suo bisogno. San Pietro mi riconosce, viene a Me con sicurezza tra le onde tempestose ma, allontanandosi dal mio sguardo, il vento furioso lo spaventa e decade tra le acque; solo ritornando al mio sguardo grida: “Signore, salvami!”. E il mio braccio lo trae a salvezza. Questo mondo è sbalzato e ondeggia nella bufera: le onde minacciose del mio nemico lo sommergono; la barca della mia Chiesa vacilla da una parte all’altra, ed Io accorro per salvare; ma ove mi si riconosce, ove il richiamo: “Signore, salvaci”? Pochi cori isolati dinanzi alle moltitudini dell’umanità! E come riconoscermi? Nel silenzio dell’orazione, nella contemplazione dell’adorazione, nel servizio alla carità. Lì sono presente: c’è la mia risposta, e accorro; e le tempeste si acquietano, i terremoti si placano, i fuochi si spengono, e ogni cosa ha pace. Ti benedico”.

22 08 14 “Nell’amore di Dio, nella sua partecipazione, voi ricevete e siete nutriti di quel bene autentico da riversare sui fratelli”

“Mia piccola Maria, stasera la santa Parola vi presenta il profeta Ezechiele che viene posto dinanzi ad una miriade di ossa inaridita, e il Padre Santissimo lo invita: “Profetizza su di esse per far sì che riprendano vita!”. E’ lo Spirito che accende l’esistenza alla natura fisica. L’umanità è stata creata per amore, e il divino Creatore ha soffiato in ogni essere, in ogni uomo, il suo Spirito perché si animasse. Lo spirito si accende e si accresce per amore: è nell’amore che voi riavrete vita e risurrezione nelle vostre membra che risorte sono, atte per il Regno, per la vita eterna.
Nel vangelo, dinanzi a Me, Cristo Signore, un fariseo mi chiede quale sia il più grande dei Comandamenti, ed Io rispondo: il primo è: amare Dio con tutto sé stessi, e amare il prossimo, poiché nell’amore di Dio, nella sua partecipazione, voi ricevete e siete nutriti di quel bene autentico da riversare sui fratelli; e nella carità condivisa e partecipata con l’altro, voi date testimonianza, mettete in atto, l’amore del Padre. L’uno è concatenato all’altro, l’uno è conseguente dell’altro. Come avere questo amore? Iddio ve ne ha dato tutti i mezzi nei suoi doni: la santa Parola, l’Eucaristia, i sacramenti, la preghiera; in essi voi venite corroborati del suo amore. Nutriti ad esso, anche se doveste decadere nel peccato, ancora vi attende il sacramento della Misericordia, che è carità che vi perdona e vi ricrea a vita nuova. E chiedete poi a Me: “Signore, donaci il tuo amore, ama Tu per noi, facci strumento del tuo amore!”. Nell’amore voi vi rigenerate, venite ritemprati ed arricchiti dello Spirito che vi eleva, vi santifica, vi rinforza per essi, vi rende atti all’eternità.
Oggi si celebra Maria Regina dell’universo. Su cosa si edifica la sua regalità se non sull’amore? La Madonna è la Creatura che più ha sublimato, glorificato, reso atto l’amore di Dio nella sua fusione, nella sua vita donativa e unitiva alla divinità e ad un amore di servizio totale nella sua Maternità per tutti gli uomini.
E’ suo il giardino più bello: è il luogo più eccelso nel Cielo poiché il più vicino, quello che circonda il trono dell’Altissimo da cui direttamente si riveste della sua luce riflessa e si perpetua e si rigenera di un amore infinito che la rende una Sorgente inesauribile di Spirito che travasa e genera vita. Ponetevi accanto anche solo alla sua ombra, ed Ella vi rivestirà, vi nutrirà, goccia dopo goccia, dell’amore di Dio. Ti benedico”.

23 08 14 “Se Io fossi il Signore della loro vita la Chiesa sarebbe sorgente ed acqua che scorre di purezza e grazia per dissetare tutti i fedeli”

“Mia piccola Maria, il vangelo di oggi vi interpella direttamente: “Chi sono Io per voi?”. Lo chiedo agli Apostoli, ma lo chiedo anche ad ognuno di voi: chi sono Io per te? Un’idea? Un estraneo? Uno sconosciuto? Un Dio lontano, oppure una persona viva, vera, concreta, una Persona vivente? E, se tale, mi senti vicino? Mi fai partecipe della tua vita? Mi ami? Mi hai dato il tuo cuore? Dato che molti mi dichiarano la loro ammirazione come personaggio storico, ma le loro strade sono lontane da Me. Altri, pur venendo in chiesa, dicono di credere nella mia divinità, di essere il loro Signore, ma le loro vie non mi seguono, vanno altrove: non mi amano. Se fossi il Signore della loro vita, il mio pensiero sarebbe nel loro, il mio Cuore nel loro cuore, e come Me amerebbero: le loro mani nelle mie mani, e come Me nella carità agirebbero. Se fossi Signore della propria vita cambierebbero il modo di vivere, di vivere la fede per essere comunione ed unità. Se la Chiesa, di cui sarei il fulcro e la ragione, è piena di discrepanze, di divisioni e rivalità, è perché per i molti non sono il Signore della vita. Mi onorano con la bocca, ma il cuore, il pensiero e le loro opere sono distanti da Me. Essa sussiste ed è santificata per lo Spirito Santo che la detiene e per cui le forze del male non prevarranno, dato che, senza di Lui, dalle origini dei tempi lontani, la Chiesa sarebbe decaduta.
L’uomo in essa mi si pone dinanzi e agisce per Me: lo ritiene un suo potere ed un suo modo per manifestare sé stesso, e questo accade negli ambiti più sacri. Se Io fossi il Signore della loro vita la Chiesa sarebbe sorgente ed acqua che scorre di purezza e grazia per dissetare tutti i fedeli che ne riceverebbero unità e comunione, ed una mia più profonda conoscenza. Voi mi direte: “Cosa potremo fare perché Tu sia, diventi il Signore del nostro cuore, l’amore e il fulcro del nostro esistere?”. Chiedetemi, figli miei, sempre, ogni giorno, nella preghiera, senza stancarvi. Chiedetemi! E tanto più vi farete a Me vicini tanto più Io mi farò conoscere: capirete Chi sono. Ti benedico”.

30 08 14 “Voi direte: però è dura, Signore, andare contro la mentalità corrente del mondo”

“Mia piccola Maria, non sono Io che voglio le guerre. Io sono il Principe della pace. Il demonio le fomenta, e gli uomini gli vanno dietro per avidità: quasi sempre è per avidità. Come poterle arrestare? Ah, se tutti, almeno i miei cristiani, pregassero con veemenza, si farebbe una cortina di ferro che fermerebbe l’avanzata dell’aggressore! Ma la maggior parte dei cristiani pensano in questo modo: “Sono terre lontane, non mi tocca: cosa ci posso fare?”. Se toccasse le loro persone o le loro case come cambierebbero! Io vi dico: non siate così certi, figli miei, poiché se il peccato persiste e va oltre, decadono le difese, ed anche a voi potrebbe toccare la medesima sorte.
A cosa serve all’uomo guadagnare il mondo intero se perde l’anima sua? La santa Parola e il vangelo stasera vi raccomandano di non seguire il pensiero degli uomini, la mentalità corrente del mondo che è contraria a quella di Dio. Essa porta il timbro della pedagogia di satana: pensa a vivere una vita godereccia e vuota, non ti preoccupare, non sacrificarti per il fratello, prendi ogni tipo di piacere che il mondo ti offre, tanto poi non c’è che la morte! Eh, in questa mentalità acquisita si crede di essere più furbi, più intelligenti: di aver capito come va presa la vita. Mentre Io, vostro Maestro, vi insegno a prendere la croce e seguirmi, ad accogliere la sofferenza, ad occuparsi, a dare voi stessi per l’altro; ma vi offro in cambio il mio bene infinito. A che serve possedere tutti i possedimenti e tesori del mondo, ogni potere e piaceri terreni se essi hanno una scadenza: durano qualche decennio, e poi vengono sottratti, si perdono per sempre; e cosa rimane se non gli inferi? Invece chi mi ha seguito, chi ha accolto e onorato la croce data, possederà il Sommo Bene e il gaudio eterno. Che si dirà poi? Chi è stato il sapiente?...
Voi direte: però è dura, Signore, andare contro la mentalità corrente del mondo. Ed Io vi dico: “E’ vero. Ma credete in Me?”. Ci sono Io a darvi forza: Io vi sostengo, vi offro il mio amore che irradia il vostro percorso, vi copre della mia bellezza. Io rivesto la vostra croce, do’ un senso profondo ala vostra esistenza, vi faccio conoscere l’amore vero, il mio.
Dinanzi a Geremia stasera nella santa Parola che, stanco della derisione, dello scherno, della persecuzione del popolo alla sua fedeltà per Me, nello sconforto si vuole allontanare dal mio pensiero. Cosa lo trattiene se non l’amore, se non un ardore più grande che supera tutto ciò, e lo mantiene aderente alla volontà di Dio ed alla sua vocazione di suo profeta? Ugualmente voi, figli miei, Iddio vi ha dato il bene assoluto nell’anima che possedete, che è formata dal suo soffio divino, che la rende vitale e immortale. Essa vale più di tutte le bellezze, le ricchezze, le opere d’arte della terra e le sue meraviglie, più di tutte le esistenze da vivere. Il demonio lo sa, e per questo cerca in tutti i modi di ghermirla, di defraudarla per portarla a sé, quale ambita vittoria, e in cambio di poche miserie: quattro piaceri umani che decadono, beni relativi che hanno un termine. La conduce ai supplizi eterni, mentre Io, nella mia croce l’anima la purifico, la santifico, la nobilito, la rendo una gemma preziosa, la cui luce supera il chiarore della perfezione di tutti i diamanti, degna d’impreziosire i forzieri divini: gemma di colori e profumi celestiali, mai conosciuti, degna di essere trapiantata nei giardini del Re, dell’Eccelso Sovrano. Giuntivi direte: “Ove era la pena…?”. Ti benedico”.
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