23 Agosto. SANTA ROSA DA LIMA. Nacque a Lima, capitale dell'allora ricco Perù, il 20 Aprile 1586, decima di tredici figli, figlia di una nobile famiglia di origine spagnola. Il suo nome di Battesimo …Altro
23 Agosto.
SANTA ROSA DA LIMA.

Nacque a Lima, capitale dell'allora ricco Perù, il 20 Aprile 1586, decima di tredici figli, figlia di una nobile famiglia di origine spagnola.
Il suo nome di Battesimo era Isabella; il padre si chiamava Gaspare Flores, gentiluomo della Compagnia degli Archibugi, la madre donna Maria de Oliva; per cui il nome della Santa era Isabella Flores de Oliva.
Tale nome sarà dimenticato in favore del nome che le diede, per la prima volta, la serva affezionata, di origine india (popolo degli Indios), Mariana, che le faceva da balia, la quale, colpita dalla bellezza della bambina, secondo il costume indios, le diede il nome di un fiore: «Sei bella - le disse - sei "Rosa".»
Ricevette il Sacramento della Cresima per le mani dell'Arcivescovo di Lima, Toribio de Mogrovejo, che le confermò, tra l'altro, in onore alle sue straordinarie doti fisiche e morali, l'appellativo di "Rosa", datole sempre dalla serva india, aggiungendo “di Santa Maria”, ad esprimere il tenerissimo amore che sempre la legò alla Vergine Madre del Cielo, soprattutto sotto il Titolo di Regina del Santo Rosario, la quale non mancò di comunicarLe il "dono dell'infanzia spirituale", fino a farle condividere la gioia e l'onore di stringere spesso tra le braccia il Bambino Gesù.
Visse un'infanzia serena ed economicamente agiata.
Ben presto, però, la sua famiglia subì un tracollo finanziario.
Rosa, che aveva studiato con impegno, aveva una discreta cultura e aveva appreso l'arte del ricamo, si rimboccò quindi le maniche, aiutando la famiglia in ogni genere di attività, dai lavori casalinghi alla coltivazione dell'orto e al ricamo, onde potersi guadagnare da vivere.
Sin da piccola aspirò a consacrarsi a Dio nella vita claustrale, ma il Signore le fece conoscere la Sua Volontà, affinché rimanesse vergine pur vivendo nel Mondo.
Ella, che ebbe modo di leggere qualcosa di San Caterina da Siena, subito la elesse a propria madre e sorella, facendola suo modello di vita, apprendendo da lei l'Amore per il Signore Gesù Cristo, per la Sua Chiesa e per i fratelli indios.
Ella, come la Santa senese, quando aveva vent'anni, vestì l'Abito del Terz'ordine Domenicano.
Allestì nella casa materna una sorta di ricovero per i bisognosi, dove prestava assistenza ai bambini e agli anziani abbandonati, in special modo a quelli di origine india.
Sempre come Caterina, fu resa degna di soffrire la passione del Suo Divino Sposo, ma provò pure la sofferenza della “notte oscura”, che durò ben 15 anni.
Ebbe anche lo straordinario "dono delle nozze mistiche" e fu arricchita dal suo Celeste Sposo altresì di vari Carismi, come quello di compiere Miracoli, della Profezia e della Bilocazione.
Dal 1609 si richiuse in una cella di appena due metri quadrati, costruita nel giardino della casa materna, dalla quale usciva solo per la funzione religiosa, dove trascorreva gran parte delle sue giornate in ginocchio, a pregare e in stretta unione con il Signore e delle Sue Visioni Mistiche, che iniziarono a prodursi con impressionante regolarità, tutte le settimane, dal Giovedì al Sabato.
Nel 1614, obbligata a viva forza dai familiari, si trasferì nell'abitazione della nobile Maria de Ezategui, dove morì, straziata dalle privazioni, tre anni dopo.
Grande, già in vita, fu la sua fama di Santità.
L'episodio più eclatante della sua esistenza terrena ce la presenta abbracciata al Santo Tabernacolo, per difenderlo dai calvinisti olandesi, guidati all'assalto della Città di Lima dalla flotta dello Spitberg.
L’inattesa liberazione della Città, dovuta all’improvvisa morte dell’ammiraglio olandese, fu attribuita alla sua intercessione.
Condivise la sofferenza degli indios, che si sentivano avviliti, emarginati, vilipesi, maltrattati soltanto a motivo della loro diversità di razza e di condizione sociale.
Sentendosi avvicinare la morte, confidò “Questo è il giorno delle mie nozze eterne”.
Era il 24 Agosto 1617, Festa di San Bartolomeo, quando aveva 31 anni.
Il suo corpo si venera a Lima, nella Basilica Domenicana del Santo Rosario.
Fu beatificata nel 1668 e, due anni dopo, fu insolitamente proclamata Patrona principale delle Americhe, delle Filippine e delle Indie Occidentali; trattavasi di un riconoscimento singolare, dal momento che un Decreto di Papa Barberini (Urbano VIII), del 1630, stabiliva che non potessero darsi quali Protettori di Regni e Città persone che non fossero state Canonizzate.
Tuttavia, dopo più di quarant'anni, fu Canonizzata il 12 Aprile 1671 dal Pontefice Clemente X.
Dopo la Canonizzazione, il Culto di Santa Rosa si affermò anche in Italia Meridionale, trovando ampia diffusione tra i Domenicani, per cui Santa Rosa da Lima, Terziaria Domenicana, viene rappresentata quasi sempre nel gruppo dei Santi che accompagnano l'iconografia della Madonna del Santo Rosario.
In conclusione, è d'obbligo un particolare e importante chiarimento: la Sacra Icona della Madonna del Santo Rosario di Pompei, oggi conosciuta e venerata in tutto il Mondo, è lievemente differente da come arrivò nella Valle Pompeiana, la sera del 13 Novembre 1875, adagiata su un umile carro di letame, guidato dal carrettiere Angelo Tortora: in origine, infatti, al posto dell’attuale Santa Caterina da Siena (alla destra della Vergine, per chi guarda il Quadro) vi era invece Santa Rosa da Lima.
Fu proprio il Beato Bartolo Longo, in occasione del restauro del 1879, a volere questo cambio.
Il Fondatore del Santuario di Pompei chiese al Pittore Federico Maldarelli di cambiare Santa Rosa da Lima in Santa Caterina da Siena, dandone una precisa e ispirata motivazione.
Così racconta lo stesso Longo: «Accettai con gioia la generosa offerta e colsi questa occasione per mettere in attuazione un mio disegno: quello cioè di mutare la Santa Rosa in una Santa Caterina da Siena.
Ambedue queste Vergini del Signore appartengono al mio Terzo Ordine di Penitenza (quello Domenicano, ndr); la prima, Gloria delle Americhe, è la prima Santa che il nuovo Mondo, di fresco scoperto e cristianizzato, diede alla Chiesa.
Ma io avrei preferito accanto alla Vergine del Rosario nella mia Chiesa la mia speciale Protettrice, l’Angelo di Fontebranda, la Serafina di Siena, sia perché Italiana e Gloria d’Italia e della Cristianità tutta quanta, sia perché Madre e Maestra singolarissima del medesimo Terzo Ordine e della stessa Santa Rosa».
Il Beato Bartolo Longo, comunque, mantenne sempre viva una grande Devozione per Santa Rosa da Lima, tant'è che dietro al Trono della Madonna, Regina del Santo Rosario di Pompei, nella maestosa Basilica Mariana, è possibile ammirare un Quadro dedicato proprio alla Santa peruviana, collocato nel primo Altare, sulla Sinistra della Solenne Basilica.