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Io, figlio di madri lesbiche. Ecco cosa mi mancava. "Io, figlio di madri lesbiche. Ecco cosa mi mancava" di Andrea Lavelli 03-04-2014 Tratto dalla Nuova Bussola Quotidiana on line Al di là dell’avanzata …Altro
Io, figlio di madri lesbiche. Ecco cosa mi mancava.

"Io, figlio di madri lesbiche. Ecco cosa mi mancava"

di Andrea Lavelli
03-04-2014


Tratto dalla Nuova Bussola Quotidiana on line

Al di là dell’avanzata della dittatura del gender e delle lobby LGBT, al di là delle battaglie per le unioni e le adozioni per coppie dello stesso sesso, al di là del dibattito e delle ricerche scientifiche, c’è la situazione reale e drammatica di un numero sempre più alto di bambini cresciuti con coppie di genitori omosessuali ai quali è stata rubata ingiustamente una parte di loro stessi.

Professor Lopez, come è stata la sua infanzia e il rapporto con i suoi genitori?
Mia madre e mio padre erano già separati alla mia nascita e quando avevo due anni mia madre iniziò una relazione con una donna, durata fino alla morte di mia madre alla quale volevo molto bene, quando io avevo 19 anni. Mio papà non ha mai avuto alcun ruolo nella mia crescita e di queste tre figure “genitoriali” quella cui ero più legato era la compagna di mia madre. Sono poi rimasto senza casa e per sopravvivere ho dovuto ricrearmi una famiglia all’interno dell’ambiente LGBT con alcuni amici.

Alla fine degli anni ’80, poi, ha iniziato a frequentare l’università dichiarandosi bisessuale e entrando nel circolo LGBT: come è stato l’impatto con questo mondo?
In quegli anni l’ideologia gay stava prendendo forma nelle università. Nel mio campus aveva assunto una forma praticamente totalitaria, dove non erano previste ambiguità: o eri omosessuale o eri eterosessuale. Per uno come me che all’epoca ero molto confuso circa la mia identità sessuale, proprio a causa dell’ambiente in cui ero cresciuto, posso dire che tutta la discriminazione che ho ricevuto nel periodo universitario è venuta dal gruppo LGBT, non dall’“omofobia”.
La sua vita poi è cambiata attorno ai 30 anni grazie a due incontri speciali…
Nel 1998, quando avevo 27 anni, mi diagnosticarono un tumore: avevo bisogno di un intervento di emergenza. In quel momento sentii il bisogno di chiamare mio padre. Avevo un fortissimo desiderio di dirgli: “Sono tuo figlio e tu sei mio padre”! L’emozione è stata grande quando ho potuto dirglielo di persona di lì a poco, quando venne a trovarmi. Ritrovare mio padre ha cambiato la mia vita: mi sono sentito una persona di nuovo completa. Un parte di me che mi era stata tolta era ora era stata rimessa a posto. Qualche tempo dopo incontrai invece quella che sarebbe diventata mia moglie, una persona molto speciale che mi ha dato una bellissima bambina. Questi due incontri è come se avessero curato una ferita che sentivo dentro, facendomi ritrovare me stesso.

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