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SANTA FAMIGLIA DI GESU, MARIA E GIUSEPPE - B

31 Dicembre 2023

La prima domenica dopo Natale è, giustamente, consacrata alla Santa Famiglia di Nazaret, perché non sarebbe un Natale vero se non ricordassimo anche i "veri" che hanno vissuto il Natale, cioè Maria: Madre del Figlio, e Giuseppe: sposo della Madre. Grandissimo e fondamentale è il loro influsso, perché rendendo possibile il Natale hanno reso possibile la Pasqua. Se, infatti, Gesù non fosse nato, non avrebbe insegnato la verità per guidarci al paradiso e non avrebbe versato il suo sangue per liberarci dal peccato.

Per abitare in mezzo a noi, Dio si servì di Maria e di Giuseppe. Naturale Madre la prima, padre putativo il secondo: due umili e sante creature. Attraverso di loro l'Altissimo riversò nel mondo il fiume della sua grazia, come è descritto dal profeta riguardo alle acque che sgorgano dal lato destro del tempio (Ez 47,1-9). Infatti, Dio ama servirsi dei suoi servi, per servire chi vuol essere servito, rendendoli collaboratori nell'opera del servizio e partecipi della gloria promessa ai santi.

Dio serve l'uomo tramite il servizio che l'uomo rende a Dio, affinché, come il Padre si mette a servizio dei figli, così i figli diventino servitori del Padre e ne siano onorati (Gv 12,26). In questo modo Colui che serve partecipa ai servitori la sua gloria, diventando essi stessi dispensatore di grazia. L'uomo si trasforma perciò in vera immagine e somiglianza dell'Altissimo, imitando Colui che lo forma e formandosi alla sua immagine.

Dio si serve dell'uomo per santificare l'uomo. Non perché Dio non sia capace di realizzare ciò che vuole, ma perché vuole che l'uomo realizzi la sua potenza: quella di essere simile all'Altissimo, eterno, santo e glorioso con Lui.

L'antica tentazione di Satana "Sarete come Dio" (Gn 3,5) viene ora non solo rovesciata, ma anche compiuta se ci rendiamo disponibili ad essere strumenti del Signore per la nostra santificazione e quella dei fratelli. Così fece in modo perfetto la Vergine Maria, sposa di Giuseppe, nella sua perfezione; e così fece in modo perfetto, nella sua imperfezione, Giuseppe, sposo di Maria. Allo stesso modo, molti secoli prima, fece Abramo con la moglie Sara.

La Santa Famiglia, pur essendo formata da tre persone straordinarie: un Dio-uomo e due uomini-dèi, come dèi possono diventare tutti gli uomini (Sl 81,6; Gv 10,34), può essere aiuto e modello a tutte le famiglie comuni, specie quelle cristiane. Infatti i componenti della Santa Famiglia furono persone di carne come noi, soggette come noi alle necessità della materia. E nemmeno furono esenti dalle prove, dalle fatiche, dai dolori e dalle tentazioni, poiché l'elezione non esclude la soggezione. Anzi, a maggior elezione deve corrispondere maggior fervore, proprio come è detto in questo passo evangelico: A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più (Lc 12,48).

Le prove delle famiglia di Nazaret furono tante e intense. Pensiamo al disagio di lasciare Nazaret e recarsi a Betlemme, senza quelle cose utili e necessarie ad un nascituro. Pensiamo ai disagi dell'inverno trascorso a Betlemme, lontani da casa, e poi alla fuga in Egitto, senza un lavoro fisso, dovendo ricominciare una vita nuova in un paese straniero, con lingua, cultura, religione e ambiente diversi. E poi il ritorno a Nazaret nella casetta di Maria, in un territorio non più come quello lasciato anni prima e con una vita da ricominciare.

La fede, la speranza e la carità erano le tre teologali virtù vissute che davano forza e serenità alla Santa Famiglia. Pur nelle prove, vi era la felicità, poiché essere in grazia significa vivere nella Pace. Ecco perché il Signore Gesù amava questo saluto: "La Pace sia con voi", e anche il vicario di Cristo dovrebbe farne uso spesso salutando i numerosi fedeli che lo ascoltano. Dove c'è la Pace, infatti, c'è la letizia, la forza, l'amore, la sapienza, la fede, la santità, la comunione, il timor di Dio.

Nella casetta di Nazaret, dove Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini (Lc 2,52), vi era il Signore e perciò il paradiso. Fu così che, fino all'età di trent'anni, il Figlio dell'uomo non rimpianse il distacco dal Padre e dallo Spirito, perché in Maria e Giuseppe Egli trovò il Padre distaccato e lo Spirito separato. Solo più avanti, quando andò nel mondo, Gesù sentì l'odore nauseabondo di Satana, vide gli occhi torvi dei superbi e subì le azioni malvagie dei perversi. Ma, fin che restò a Nazaret, Satana non riuscì, con i suoi sette demoni principali, quelli scaturenti dai sette vizi capitali, a smuovere quella casa fondata sulla roccia (Mt 7,25). La "roccia" è il timor di Dio: l'ultimo dei sette doni dello Spirito Santo che contiene tutti gli altri sei.

"Vita e benedizione nella casa che teme il Signore" è detto dalla Chiesa. Sì: Beato l'uomo che teme il Signore e trova grande gioia nei suoi comandamenti ... Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie (Sl 111,1; 127,1).


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