SUL SILENZIO

C’è un famoso proverbio che dice che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Il proverbio è esatto, suggestivo e vero… eppure in esso c’è un piccolo errore. La foresta cresce senza alcun rumore, cresce in silenzio…

…Il silenzio, spesso, dice molte più cose delle parole. Un volto silenzioso può parlare ed esprimere di più rispetto a frasi espresse e, caso mai, volutamente poco sincere…


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…San Paolo della Croce definisce il silenzio: “la chiave d’oro che custodisce il gran tesoro delle virtù”…

…Un proverbio norvegese dice: “la foresta sarebbe infinitamente silenziosa se solo i migliori uccelli cantassero”…


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…San Giovanni della Croce:

Il Silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore

Il Silenzio è magnanimitа:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando invece di condannare intercedi

Il Silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni fuori di Dio
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli

Il Silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando non chiedi plauso e riconoscimenti
quando lasci che il tuo agire possa essere male interpretato
quando dai ad altri il merito e la gloria dell’impresa

Il Silenzio è fede:
quando taci perchè è Lui che agisce
quando rinunci alle voci del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perchè ti basta essere capito e usato da Lui

Il Silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocere e uccidere

Infine il Silenzio è adorazione:
quando abbracci la Croce, senza chiedere il perchè
nell’intima certezza che questa è l’unica Via giusta…


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...Eppure, se appena riflettiamo, giungiamo senza difficoltà a renderci conto che il più delle volte, parlando, sfuggiamo a noi stessi, perdiamo il controllo delle parole, e molto spesso non riusciamo a tradurre il nostro vero volto interiore, così che ci sentiamo poi come svuotati, delusi, scontenti.
NON CHE LA PAROLA SIA CATTIVA IN SE’: no davvero, ma è uno dei preziosi doni di Dio dei quali è più difficile fare buon uso, e mentre ci è stata data per essere TRADUZIONE SENSIBILE DEL PENSIERO, ADERENDO PERFETTAMENTE AD ESSO, IN REALTA’ NON DI RADO NOI NE ABUSIAMO, SERVENDOCENE A TRADIRE IL PENSIERO STESSO, PIEGANDOLA A INDUGIARE NELLA VANA COMPIACENZA DI SE’ MEDESIMA, quasi ammaliata dalla propria risonanza. Deve per questo essere controllata da una assidua disciplina, se non vuol divenire vano "flatus vocis" che impoverisce chi la pronuncia, senza arricchire chi la riceve…

…San Benedetto, con profonda sapienza, non ha detto: "Non parlar molto", ma: "non amare di parlar molto" (RB4,52). La cosa è ben diversa…

…È diventato ormai un luogo comune parlare di silenzio benedettino e non sapremmo pensare un monastero senza unirvi istintivamente l'idea del classico "silentium", al quale concorrono gli ampi spazi dei chiostri, l'ordine della vita, il contegno intonato alla stessa struttura architettonica dell'ambiente. Ma questo non è tutto. Rimane anzi un semplice, puro elemento coreografico, se non riesce a essere espressione sensibile di quanto del silenzio monastico costituisce l'anima e la ragione d'essere: il bisogno di "abitare solo con se stesso sotto gli occhi del supremo spettatore" (Gregorio Magno) di far tacere le voci troppo forti delle cose per ascoltare il Creatore…


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La domanda senza risposta in Leopardi sul il mistero del vivere…l’infinito…il divertimento e il fare per non pensare…
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