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gioiafelice
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Siria: «Tanti cristiani di Aleppo pensano che sarebbe quasi meglio morire»

«Tanti cristiani di Aleppo pensano che sarebbe quasi meglio morire»

«POSSIAMO ALMENO PREGARE». Aleppo, continua il frate francescano, «sta vivendo i peggiori momenti della sua storia. La gente prega giorno e notte. Prega e piange per la disperazione». L’unica consolazione per i pochi cristiani rimasti nella città siriana è che possono ancora pregare, perché «almeno qui abbiamo il diritto di vivere e credere nella nostra fede. Sotto i ribelli questo sarebbe impensabile».

«NON SONO RIBELLI MODERATI». Chiunque spara ogni giorno centinaia di razzi e colpi di mortaio «su case residenziali, chiese, scuole e ospedali non può essere chiamato un “ribelle moderato”», polemizza con l’Occidente e i suoi media padre Ibrahim, che suggerisce: «Bisogna chiudere i confini attraverso cui armi, cibo e uomini arrivano ai jihadisti di Aleppo. Il 95 per cento dei rifornimenti arrivano dalla Turchia e non aiutano individui ma interi gruppi, organizzati, con una logistica».

«REAGIRE DAVANTI AL MALE». Pur nel mezzo di una situazione insopportabile, ancora una volta, il frate francescano continua a sperare e ad agire: «Non possiamo rimanere passivi di fronte al male. La nostra chiara risposta deve essere la pazienza e la positività dell’azione. Ecco perché aiutiamo tutti quelli che possiamo visitando i malati e pregando con i fedeli».

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Massimo M.I.
Così secondo euronevs sono i cattivi sono i governativi!
Ti consiglio di Cambia notiziario, tipo :pandora TV e non quelli del nuovo ordine mondiale filoamericani.