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Beatificato a Sondrio Nicolò Rusca - 4settembre. Trentun anni di sacerdozio (1587-1618) vissuti come parroco a Sessa-Monteggio (Canton Ticino) e 29 come arciprete a Sondrio (1591 con l'ingresso ufficiale …Altro
Beatificato a Sondrio Nicolò Rusca - 4settembre.

Trentun anni di sacerdozio (1587-1618) vissuti come parroco a Sessa-Monteggio (Canton Ticino) e 29 come
arciprete a Sondrio (1591 con l'ingresso ufficiale nel 1618), ha mirabilmente impersonato in se stesso
il tipo ideale di pastore d'anime evangelico (Giovanni 10, 11-18) delineato pochi anni prima dal Concilio
di Trento (1545-1563) e riaffermato dal Vaticano II.

Il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, a nome di Papa Francesco ha beatificato
domenica 21 aprile a Sondrio Nicolò Rusca, il sacerdote che nei suoi 31 anni di sacerdozio (1587-1618), di cui due (1588-90)
vissuti come parroco a Sessa-Monteggio (Canton Ticino) e 29 come arciprete a Sondrio (1591 con l'ingresso ufficiale nel 1618),
ha mirabilmente impersonato in se stesso il tipo ideale di pastore d'anime evangelico (Giovanni 10, 11-18) delineato pochi
anni prima dal Concilio di Trento (1545-1563) e riaffermato dal Vaticano II.

Sono tre gli aspetti fondamentali dello zelante pastore d'anime, quale è stato l'arciprete Nicolò Rusca. In primo luogo,
la sua solida preparazione culturale e teologica al sacerdozio. In secondo luogo, l'esemplarità affascinante di una vita santa.
Infine, l'instancabile zelo pastorale.

È questa la dimensione meglio evidenziata e più impressionante che la prova documentale e testimoniale ci ha tramandato del Rusca
e da porsi accanto a quella della sua morte martiriale. Gli anni 1608 e 1609 per il Rusca sono stati anni di avversità e di persecuzione,
durante i quali ha subito due processi, ha sperimentato la prigione, la fuga, la contumacia e il pagamento della multa: tutti eventi
che lo hanno convinto di avere come nemici dei riformatori: settari, perché in tali processi è stato poi riconosciuto innocente;
violenti, perché si trattava di giovani calvinisti radicali e aggressivi; determinati ad "attuare lo sterminio della fede cattolica"
anche nella Valtellina, attraverso il suo zelante pastore.

Ma nonostante questa prospettiva Don Rusca ha continuato la sua missione, fino al martirio. Presente alle celebrazioni anche
il Vescovo di Como, mons. Diego Coletti

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