In Occasione della Solennità del Corpus Domini, riportiamo di seguito il racconto rivelato al B.Alano della Rupe riguardante S.Domenico che portando con sè il SS.mo Sacramento su ordine della Madonna mette in fuga il demonio.

Questo Racconto sia occasione per tutti noi per adorare con più ardore Gesù Sacramentato.

Ecco di seguito il racconto riportato dal B.Alano nella sua Opera "Il Salterio di Gesù e Maria":

"...Ma ora, ascolta la storia del fatto, memorabile per la sua stessa straordinarietà. Esiste in terra di Alemannia un Castello sicurissimo per la natura del luogo e per l’arte e per l’opera; lo abitava un Soldato, potente in guerra e in armi, e simili a lui erano i suoi quattordici tribuni, pronti all’azione, robusti per forze ed esercitati nei combattimenti, e abituati alle prede. Perciò, l’animo molto selvaggio aveva portato i cuori di ognuno, ad una vera e propria barbara inumanità, a tal punto che si dilettavano più delle prede ottenute ogni giorno per scelleratezza, che di quelle chieste dopo una giusta battaglia. Non importava loro nulla, coi latrocini, di bagnare di sangue le razzie.
Era senza coscienza l’inumanità di quegli uomini. I detti quattordici, ciascuno sotto un unico Principe, conducevano molti sotto le (proprie) insegne, non solo fedeli al detto arruolamento militare, quanto legati da giuramento nella scellerata compagnia dei misfatti. Essi avendo fatto irruzioni in lungo e in largo, attraverso tutte le terre all’intorno, minacciavano tutte le cose con rapine, latrocini e stragi, sommergendo gli innumerevoli corpi degli uccisi, gettandoli nel fiume che scorreva (questo sarà stato il Reno o il Danubio).

I. Dunque San Domenico, essendo non lontano da quell’infame Castello di predoni, e attendendo alle cose divine di buon mattino presso l’altare, prima di proseguire il viaggio, ecco, nel momento del Sacrificio della Messa, io, la Beatissima Madre di Dio, sua intima, mi rendevo visibile a lui solo e lo ammaestravo con tali avvertimenti.
1. "O mio Domenico, pieno di fiducia in Dio, dal piede finora senza inciampo, hai fatto un viaggio favorevole, tuttavia oggi non sarà come ieri: tuttavia le tue sorti sono nelle mani di Dio. Sarai attaccato da feroci predoni, e non sarai sicuro della vita, senza di me.
2. Orsù, apprendi che cosa è necessario che sia fatto. Appena sarai fatto prigioniero da quei selvaggi, chiederai di portarti dal loro Principe; tu possiedi quelle cose che egli non conosce; di ciascuna cosa, fai partecipi i capi militari per la salvezza di tutti, e le parole immediatamente saranno confermate dai fatti; e così tu, nel presente imminente pericolo, avrai tra le mani la vita di coloro di cui ti ho parlato, se vorranno darsi pensiero dei tuoi avvertimenti.
Aggiungi che quelle cose che vedranno e udiranno, giammai essi appresero tra i vivi, persino a pronunziarle. I Barbari ti diranno questa cosa.
3. Inoltre so per certo questo: nel detto Castello abitano quindici donne meravigliose per la singolare bellezza del corpo, per l’abbigliamento e per la raffinatezza, e da essere considerate veramente dagli uomini carnali un prodigio per l’eleganza dell’aspetto. Esse fecero così perdere la ragione al Principe e ai suoi Tribuni militari, affascinati dai loro inganni, che non inorridirono a commettere qualche malvagità per ispirazione di esse. E’ oltre misura, in qual modo esse signoreggiano sugli uomini in armi; non sono infatti creature umane mortali, se non finte, ma veri demoni dell’Inferno stesso, e precisamente ahimè! Streghe. Così poi quei quindici uomini sono convintissimi che esse siano delle dee, e al popolo piace che esse siano chiamate Fate. Si crede che la familiarità di esse nelle cose da realizzare, sia sicura prosperità: i loro consigli sono ritenuti oracoli. Purtroppo!
Di quante di queste qui è colmo il mondo?
Le furie sono dolci: adescano col miele: abbastanza spesso uccidono con fiele viperino. Insomma, travolgono e sconvolgono il mondo.
4. Perciò fa questo: da questo momento, prendi con te per la via la sacrosanta particola del Corpo del Signore, nel modo in cui sarà richiesto dall’uso. L’avvenimento produrrà la prosperità dei tuoi fratelli. E per l’appunto infatti, sarai prima catturato dai predoni: quindi stai per avere tutti questi qui come un premuroso bottino per Dio, e anche stai per trionfare sui demoni catturati, i quali guidano appunto gli infelici ladri catturati.
5. Tu inoltre, una volta catturato, appena sarai stato ammesso presso il Principe dei ladruncoli, chiedi che sia chiamata tutta la famiglia della casa: assennatamente metti innanzi ad essi i loro turpi misfatti, denuncia ad essi i possenti pericoli, a causa dei quali, in quello stesso giorno, tutti devono essere trascinati alla morte per mezzo di esse: manderai fuori gli spiriti maligni; svela la maniera per sfuggire dai (demoni), elogiando agli uomini il Salterio. Riporterai il guadagno delle anime.
Questo è il prezzo e il premio del pericolo. Disse e disparve”.

“Nella giusta disposizione, come le cose erano state predette e ordinate, così si presentano tutte le cose e sono compiute da San Domenico.
1. Così egli intraprende il viaggio, e ugualmente i fratelli compagni. Appena giunto più vicino al Castello (non oso chiamare per nome il luogo, per riguardo a un abitante dei presenti: si dolgono di essersi avvolti attorno ad una nota di infamia): infatti, ancora adesso in quel medesimo luogo forse accadono cose nefande. Già stava lì, che essi fatta una sortita, li presero. Ecco, nuovamente si avvicina la Madre di Dio, visibile al suo solo Domenico, dicendo: Ecco, ti mando presso gente peccatrice: e infatti da trenta anni prima la maggior parte di essi, non espiarono i peccati confessandoli, né vollero ascoltare alcunché di divino: sono tutti Maghi, e devoti ai demoni. Insisti, predica il Salterio; dona, oppure indica, quindici rimedi contro gli altrettanti peccati, che sono diametralmente opposti. Vincerai con Dio.
2. Appena essi intraprendono il viaggio, ecco si precipita la banda infuriata; avendoli presi e legati, li rapiscono, li prendono in giro e li maltrattano con percosse; quei demoni sono assai feroci contro San Domenico, più che contro gli altri, avendo un furore, per l’odio già da lungo tempo covato. Conducono i prigionieri al Castello, sicuri che dovevano essere uccisi con una feroce strage, se Dio non lo avesse impedito. Il Santo uomo chiede di parlare in modo separato col Principe. Ammesso dice appena poche parole; subito introducendosi nell’animo del Dinasta, lo aveva piegato a più miti consigli. Pertanto nell’orecchio di lui soltanto, rivela le cose più segrete, gli spiega quali mostri mantenga in casa, e gli promette di fargli guardare con gli occhi le belve sotterranee.
3. Atterrito dalla paura, il Principe era incerto: chiama i tribuni, davanti ai quali interroga il Santo, dove, ecco, avesse conosciuto i tali mostri di cui parlava! Cosa bisognava fare, perché essi, nello stesso giorno, non precipitassero nella rovina preparata? E a lui il Santo: Orsù, parlerò più con i fatti, che con le parole: porterò contemporaneamente, davanti agli orecchi e agli occhi, le cose dette: soltanto, o Principe, ordina che si presentino qua e si avvicinino personalmente, tutti quelli che tieni nel tuo castello. Detto, fatto: sono presenti tutti, eccetto le sole Damigelle, che allegavano come scusa le loro troppe occupazioni, che inventavano. Sono chiamate: rifiutano. Allora Andate, dice Domenico, nel Nome della Santissima Trinità e per mezzo della virtù dello stesso Salterio che predico: ordino a tutti così, che si facciano venire subito qua. Intanto alla cerchia di quelli che erano intorno, dice: Ma voi, o uomini, rimanete immobili? Proteggete la fronte e il petto con il segno della S. Croce: credete, contemplerete terribili mostri dell’Inferno.
4. E facendole uscire a forza, giunge allora alle orecchie il fragore di quelle, che urlano e si dirigono invano verso ogni altra parte: (ma) erano trascinate da una forza occulta e compaiono: bestemmiano maledicendo Dio, Gesù, la Madre di Dio e i Santi, furibonde di ira, simili a forsennate. Ordinato il silenzio alle larve, di nuovo dice agli altri: Ognuno si armi con il Segno della Croce. Obbediscono tutti, ma quelle in nessun modo: anzi le avverse infuriavano di più.

IV. Quest’uomo di Dio tira fuori dal seno, un’Ostia tre volte Santissima, che mostra, e così dice:
1. Giuro per Costui che vedete in persona tra queste mani, che qui voi avete delle furie stregate dell’Inferno: dite apertamente e subito: chi, da dove, perché siete qui? E tu espressamente, superbissima bestia, la prima di esse, parla. Essa furiosa, spirante ineffabili ire e minacce nel volto, distorce i truci occhi in direzioni diverse e fremente, urla in modo feroce: Maledetto il giorno che ti fece venire qua. Maledetta sia Lei insieme al Figlio, che qua ti ha lasciato venire. Così, ahimè, una sola ora distruggerebbe i nostri sforzi di tanti anni? Sono costretta, ahimè, ahimè, sono costretta a tradire il vostro segreto, o Principi del mondo;
Noi siamo orribili demoni: già da moltissimi anni abbiamo fatto perdere la ragione a questi qui presenti; abbiamo compiuto largamente, per mezzo di essi rovina e stragi, e ahimè, in questo stesso giorno eravamo sul punto di precipitare questi nelle acque, per farli pranzare con noi nell’Inferno. Lo sanno: stanno pronte le navi, affinché una terra dirimpetto a loro, (giungendo dal) mare, sia saccheggiata ostilmente da cinquecento di loro. Ma oggi sarebbero stati nostri e sottomessi a noi, sopprimendoli in mezzo alle onde.
2. Perché, domanda il Santo, non avete compiuto questo più sollecitamente? Ed essa: Ahimè, mancava l’occasione, non la volontà. A lui che cercava di sapere: E perché così? Aggiunse. Hai ascoltato abbastanza: perché ci tormenti di più? Ad essa: Voglio, disse, e comando in Virtù di Cristo: manifestalo. La Furia: ahimè, ahimè, ululava: Quella falsa Cantilena di Maria, Donna Giudaica sempre ha impedito questo: infatti tutti loro, per ordine del Principe, ogni giorno la salutavano. E il Santo: Quanto pregavano? Ed essa: Quanto tu predichi il Salterio della nostra nemica.
3. A San Domenico che incalzava: da dove avevano imparato questo? Risponde: Non lo so. Perché domandi con insistenza? Ahimè, è a cagione di questa antica preghiera, accolta una volta in tutto il mondo: ma quasi spenta dalla nostra arte. Ora tu la celebri di nuovo per la nostra rovina.
Ma molti la portano (con sé) e oggi come in antico la prediligono, e la recitano a bassa voce: che cosa in verità facciano, lo ignorano. Il padre di questo Principe, nostro nemico, particolarmente da fanciullo lo costrinse a ciarlare esso, per cui a lui rimase l’abitudine; anche se era implicato in misfatti per quanto si voglia grandi, volle che ogni commilitone portasse con sé (il Salterio) e lo pregasse. Oggi invero, sul piede di guerra, poiché preparavano il necessario non avevano ancora potuto pregare. Così erano esposti indifesi a noi: qui le onde, lì le fiamme, sarebbero morti in un sol boccone. A queste parole San Domenico: La verità è venuta fuori. Credete con sicurezza, o uomini: io lo confermo.
Ma ascoltate: se quella potenza del Salterio fu presso degli scellerati, quanto si deve ritenere che il Salterio abbia forza presso i giusti?
4. Esse combattono, fremendo e urlando molte cose, affinché, appagato delle cose dette, le lasci allontanare di lì: nello stesso tempo, abbassate le ginocchia a terra, si mettono giù, supplicando la (sua) partenza. Tuttavia ancora non avevano deposto le maschere della forma femminile, (ed erano) bellissime fino alla meraviglia; se non che, costrette ad andar via, assunsero un volto così miserando, che con l’aspetto, con l’atteggiamento e col pianto misto a gemiti, addolcirono i cuori anche se ferrei degli uomini, alla commiserazione ed anche al pianto. Questi stessi infatti, stendendosi supplici a terra, pregano con insistenza San Domenico che esse, così terribilmente tormentate dalla sacra presenza della Potenza Divina, egli le liberasse dalle pene, permettendo loro di ritirarsi: “Sono tuttavia, dicevano, buone e molto amabili, e anche consolatrici e ossequiose per gli uomini, al di sopra dell’umana stima”.

V. Ad essi allora San Domenico, infiammato oltre misura dallo zelo di Dio, esclama: “O voi insensati e stolti di cuore a credere, non abbastanza conoscete i vostri pericoli? Non vi pentite abbastanza dunque dei misfatti vostri, e non vi vergognate di non maledire ancora le Furie, pessime macchinatrici di delitti e di pericoli in modo funesto? Io insieme a Dio avevo fatto sì che subito quel vostro amore e desiderio verso di esse, fossero sradicati del tutto. Perciò vi ordino in Nome di Gesù, e col Salterio di sua Madre: rimanete uomini forti, non vi allontanate dal posto, finché, osservando l’immensa oscenità di questi mostri, voi stessi avrete pietà della vostra sorte. Voi invece mostri infernali, pessime belve, deposte subito le maschere in ogni proprio aspetto, mostratevi visibili ad essi, quali siete per malvagità. Così, dico, ordino a voi, per la forza di Nostro Signore Gesù Cristo qui presente, e per il suo Salterio.
2. Ed ecco: più presto che non si dica stavano i mostri delle bestie, più tetri dello stesso Inferno. E se una virtù divina particolare non avesse concesso la forza a quelli che guardavano, sarebbero caduti esanimi davanti all’orrore, al clamore e al fetore degli spettri. Or dunque non dava tregua l’uomo divino: Dite, ordino, perché e chi mai siete voi quindici? E tu superbissima principessa delle bestie, parla per prima. Essa, levato un immane ruggito, tanto grande che quasi non strappò le anime dai corpi: “Noi, gettò fuori, ahimè; siamo le quindici Regine dell’Inferno, le seduttrici del Mondo: e anzitutto le insidiatrici di questo Principe: perché costui che è un uomo di sangue Reale e Imperiale, fosse uno strumento opportuno per i nostri scopi, per trascinare numerosi popoli nella nostra rete, per diminuire la fede cristiana. E non con insuccesso, almeno fino a questo momento. Noi inoltre esercitiamo il comando sugli stessi maghi e sui prestigiatori simili ad essi.
E non ci ignorano e ci disprezzano gli astrologi. Quei presagi, che essi fingono di predire, come veri dagli astri, sono inventati dai nostri inganni. E diceva sconsideratamente molte altre cose, con le quali incantano i Principi, seminano le guerre e tramano seicento mali.
3. Stavano nel frattempo ferme le altre tali nell’aspetto, uguali nella malvagità, maestre di scelleratezze. Ad esse San Domenico: Allontanatevi subito di qui e precipitate nelle parti più basse dell’Inferno. Esse svanirono piuttosto veloci nel fumo e in un tetro fetore; nello stesso tempo, accostate le navi con le armi fuori dall’ancoraggio, affondatele seppelliscono (le armi) sotto le onde, e spingendo (le navi) tra le fiamme le bruciano, mentre era lì presente l’esercito delle restanti milizie, essendo quasi fuori di sé per lo spettacolo..."

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"Perciò fa questo: da questo momento, prendi con te per la via la sacrosanta particola del Corpo del Signore, nel modo in cui sarà richiesto dall’uso. L’avvenimento produrrà la prosperità dei tuoi fratelli. E per l’appunto infatti, sarai prima catturato dai predoni: quindi stai per avere tutti questi qui come un premuroso bottino per Dio, e anche stai per trionfare sui demoni catturati."
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"Ecco, ti mando presso gente peccatrice: e infatti da trenta anni prima la maggior parte di essi, non espiarono i peccati confessandoli, né vollero ascoltare alcunché di divino: sono tutti Maghi, e devoti ai demoni. Insisti, predica il Salterio; dona, oppure indica, quindici rimedi contro gli altrettanti peccati, che sono diametralmente opposti. Vincerai con Dio."