Il Santuario di Absam e la famiglia Ratzinger

"...il santuario di Absam in Tirolo, non lontano da Innsbruck. Qui è venerata un’immagine di Maria molto diversa dalla Madonna Nera di Czestochowa in Polonia, dalla «Consolatrice degli afflitti» di Kevelaer nel Basso Reno e da tutte le altre rappresentazioni miracolose della Vergine presenti nei numerosi luoghi di pellegrinaggio europei. Infatti, nel Vecchio Continente è l’unica che pretenda di essere un’opera «non fatta da mano d’uomo», paragonabile solo al mantello di Guadalupe in Messico. La sua origine rimane comunque un mistero che finora la scienza non è riuscita a spiegare.

Il 17 gennaio 1797 la contadina Rosina Bucher si trovava nella casa paterna e cuciva rivolta verso la finestra di una stanza al pianterreno, da cui entrava la luce del sole al tramonto. Come riferì in seguito nel verbale, in quel momento una giovane donna guardò attraverso i vetri e il suo volto non scomparve mai più: rimase impresso un viso con la testa leggermente inclinata da un lato, la bocca chiusa e un fazzoletto intorno al capo. Quello sguardo serio e triste, ma allo stesso tempo pieno di speranza, colpisce profondamente l’osservatore: sembra quasi che, affacciandosi dalla dimora del Padre celeste, la Madre di Dio abbia voluto guardare ancora una volta nel nostro mondo.


Il 1797 fu un anno difficile per la Chiesa. Il vento delle riforme dell’Illuminismo, talvolta impietoso, aveva raggiunto da tempo l’ultimo villaggio di montagna tirolese; le truppe di Napoleone imponevano i valori della Rivoluzione francese, usando se necessario anche la forza, e marciavano addirittura contro Roma e il Papa. Inizialmente, perciò, questo ritratto sacro provocò scetticismo e disapprovazione. In un primo momento si riteneva che fosse una pittura e di conseguenza venne strofi nato con cura e ripetutamente, provocando la scomparsa dell’effigie, che poi però riapparve nel suo antico splendore sulla lastra asciutta.

Fallirono miseramente anche i tentativi di eliminare il disegno con la mola e di cancellarlo definitivamente con l’acido. Al termine degli accertamenti, quindi, le autorità vescovili cedettero e permisero che l’icona fosse trasferita nella chiesa locale, dedicata a san Michele. Si trova lì ancora oggi, custodita in un prezioso reliquiario d’oro, venerata da molti fedeli. Che la Madonna di Absam esaudisca le preghiere dei devoti lo dimostra la grande quantità di doni, perlopiù quadri ex-voto, lasciati dai pellegrini in segno di ringraziamento.

Inoltre il santuario veniva spesso scelto per le cerimonie nuziali; vi giungevano fi danzati da tutto il Tirolo, desiderosi di celebrare le nozze di fronte alla Vergine apparsa in un modo così miracoloso. Fu questo il caso di una coppia originaria di Mühlbach, nei pressi 9 di Oberaudorf, in Baviera, che si sposò ad Absam il 13 luglio 1885: Maria Tauber-Peintner (1855-1930) e il panettiere Isidor Rieger (1860-1912). «La sposa è ben istruita in religione», annotava il parroco nel verbale dell’esame prematrimoniale: una dote insolita per una semplice domestica.


Maria Peintner, la madre di Joseph e Georg Ratzinger, in giovane età

Maria, la loro figlia, si sarebbe trovata davanti allo stesso altare trentacinque anni dopo: in quella occasione, la Madonna aveva, per così dire, organizzato lo sposalizio. Infatti la ragazza aveva conosciuto il marito grazie a un annuncio pubblicato sull’«Altöttinger Liebfrauenboten», il giornale locale di Altötting, sede del più importante santuario mariano di tutta la Baviera e famosa meta di pellegrinaggi. Il testo era questo:

«Funzionario statale di concetto, celibe, cattolico, 43 anni, passato irreprensibile, originario del posto, cerca una ragazza buona, cattolica, pulita, capace di cucinare e di occuparsi dei lavori domestici, esperta nel cucito e disposta a sposarsi entro breve».

Era già il secondo tentativo compiuto dall’agente di polizia Joseph Ratzinger per trovare moglie; il primo, risalente al mese di maggio del 1920, non aveva avuto successo. Alla successiva inserzione, apparsa nel luglio del 1920, rispose Maria Peintner . Dev’essere stato amore a prima vista: infatti si sposarono dopo soli quattro mesi, il 9 novembre 1920, a Pleiskirchen, vicino ad Altötting.


Tutta la famiglia Ratzinger riunita in occasione dell’ottantesimo compleanno della nonna paterna, Katharina, nel cortile della casa di Rickering. In basso a sinistra, seduto, Georg (7), in basso a destra Joseph (4); in piedi, vestita di chiaro, Maria (9); in alto a destra, in piedi, i genitori Joseph e Maria Ratzinger. A sinistra in alto lo zio Anton e davanti a lui, seduto, lo zio sacerdote H.H. Alois Ratzinger

Trascorsi tredici mesi, il 7 dicembre 1921, nacque una bambina, che naturalmente venne battezzata Maria. Il primo fi glio maschio, nato nello stesso luogo il 15 gennaio 1924, fu chiamato Georg. Il fratello minore, venuto alla luce il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, ricevette il nome del padre, Joseph.

Il 19 aprile 2005, esattamente centoventi anni dopo il matrimonio dei nonni, i cardinali della Chiesa cattolica elessero quello stesso Joseph 265° successore dell’apostolo Pietro. Da allora si sarebbe chiamato Benedetto XVI.

Quando, tornando in Germania, avevo colto l’occasione per visitare Absam, il Papa originario della Baviera era al quinto anno del suo mandato e si era recato in pellegrinaggio a Torino per l’ostensione della Sacra Sindone. Nella cittadina tirolese, dove tutto era cominciato, speravo di scoprire il segreto del primo tedesco salito sul soglio pontificio dai tempi di Adriano VI (1522-1523). Fin dalla sua elezione nel 2005, data in cui avevo redatto con Yuliya Tkachova la biografia dal titolo Benedetto! per i partecipanti alle Giornate Mondiali della Gioventù a Colonia, ero affascinato dalla vita dell’attuale Papa e mi ero domandato se in essa fosse possibile intravedere una sorta di predestinazione. […]


di Michael Hesemann (introduzione)

Tratto da: Mio fratello il Papa, di Georg Ratzinger con Michael Hesemann. Edizioni PIEMME

Titolo originale dell’opera: Mein Bruder, der Papst Aufgezeichnet von Michael Hesemann Copyright © 2011 F.A. Herbig Verlagsbuchhandlung GmbH, München – Traduzione di Anna Maria Foli


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