"[...] Per tale motivo l'eterno Padre è tanto irritato dalle colpe dei cattolici!" – Severe parole di Maria SS., dalla "Mistica Città di Dio"

INSEGNAMENTO DELLA REGINA DEL CIELO

Figlia mia, noto che ti meravigli per ciò che hai inteso e scritto, riflettendo sul fatto che Pilato ed Erode non si mostrarono tanto inumani e crudeli verso il mio Figlio santissimo quanto i sommi sacerdoti e i farisei. Ti vedo considerare attentamente che i primi erano giudici pagani e i secondi maestri della legge e guide del popolo d'Israele che professavano la vera fede. Al riguardo desidero illuminarti con un insegnamento; non è nuovo e l'hai sentito altre volte, ma ora voglio che tu lo richiami alla mente e non lo dimentichi per tutto il corso della tua vita.

Tieni presente dunque, o carissima, che la caduta da un luogo alto è estremamente pericolosa ed il suo danno è irreparabile o per lo meno assai difficile da rimediare. Lucifero ebbe in cielo un posto eminente sia per natura, sia per i doni di luce e di grazia, poiché vinceva in bellezza tutte le creature; eppure discese nella più profonda bruttezza e miseria, cadendo in un'ostinazione maggiore di quella di tutti i suoi seguaci a causa del suo peccato. Ai progenitori del genere umano, Adamo ed Eva, fu data una dignità altissima. Essi furono adornati di grazie sublimi, uscite dalla mano dell'Onnipotente; eppure, peccando, provocarono a sé e alla propria posterità una grandissima rovina, il cui rimedio, come la fede v'insegna, ebbe un prezzo incalcolabile e fu opera di misericordia infinita. Tanti altri sono giunti all'apice della perfezione e di là sono infelicemente precipitati, trovandosi poi sfiduciati o quasi impossibilitati a rialzarsi.

I motivi di questo danno risiedono in gran parte nella creatura stessa. Infatti, l'anima caduta da uno stato di virtù eccelsa prova dispetto e vergogna smisurata, non solo perché ha sciupato beni preziosi, ma anche perché confida nelle grazie passate e perdute più che nelle future, e spera nei doni ricevuti e malamente impiegati per la sua ingratitudine più che in quelli che può acquistare con impegno rinnovato e maggiore fermezza. Da questo insidioso stato d'animo deriva l'agire con tiepidezza, senza fervore né impegno, senza gusto né devozione, perché la sfiducia estingue tutto ciò; al contrario la speranza, animata e incoraggiata, vince molte difficoltà e corrobora la debolezza umana, animando a intraprendere opere grandi.

C'è un'altra ragione e non meno importante: chi è abituato ai favori di Dio - per ufficio come i sacerdoti e i religiosi, o per esercizio di virtù come le altre persone spirituali - di solito pecca disprezzandoli e facendo un cattivo uso delle cose divine. Incorre nella pericolosa rozzezza di tenere in poco conto i benefici del Signore proprio perché li riceve di frequente; con un simile irriverente atteggiamento, impedisce alla grazia di renderlo suo collaboratore e spegne in sé il santo timore che risveglia e stimola ad operare il bene, ad ubbidire alla volontà divina e ad approfittare subito dei mezzi stabiliti da Dio per convertirsi e guadagnare la sua amicizia e la vita eterna. Questo rischio è evidente nei sacerdoti tiepidi, i quali celebrano l'eucaristia e gli altri sacramenti senza devozione, come pure nei dotti, nei saggi e nei potenti del mondo, che difficilmente si emendano perché hanno perso la venerazione dei rimedi della Chiesa - sacramenti, predicazione e dottrina -, di cui non comprendono più il significato. Così, assumendo le stesse medicine che per altri peccatori sono salutari e che guariscono gli ignoranti, loro, medici della salute spirituale, si ammalano.

Ulteriori cause del danno di cui ti ho parlato riguardano il rapporto con il Signore. Infatti, le mancanze di coloro che per virtù o stato di vita sono più legati a Dio pesano sulla bilancia della sua giustizia in modo assai differente rispetto a quelle delle altre anime beneficate dalla sua misericordia. E sebbene i peccati di tutti siano di uguale materia, le circostanze li rendono molto diversi. I sacerdoti, i maestri, i potenti, i prelati e quanti occupano un posto di rilievo o hanno fama di santità provocano grandi mali con lo scandalo della loro empia condotta. Nell'arrischiarsi ad agire contro Dio, che meglio conoscono e verso il quale hanno un debito superiore a quello altrui, sono più temerari, perché lo offendono con maggiore consapevolezza e quindi con più irriverenza. Per tale motivo l'eterno Padre è tanto irritato dalle colpe dei cattolici e, in particolare, da quelle di coloro che si distinguono per saggezza, come si comprende dalle sacre Scritture. Nel tempo assegnato a ogni mortale per meritare la vita eterna, è anche stabilito fino a quale numero di peccati la pazienza del Signore debba aspettare e sopportare ciascuno; secondo la giustizia divina il numero non è computato solo sulla base della quantità, ma anche della qualità e del peso delle colpe.

Può dunque succedere che, in chi eccelle per scienza eccelsa o ha ricevuto dal cielo singolari benefici, la qualità supplisca la quantità e che costui, con un minor numero di colpe, venga abbandonato e castigato al pari di altri peccatori che ne hanno commesse di più. D'altra parte, non a tutti può accadere come a Davide e a san Pietro; non in tutti infatti la caduta è preceduta da tante opere buone alle quali il Signore faccia attenzione, né tantomeno il privilegio di alcuni è regola generale per tutti, perché Dio, nei suoi imperscrutabili giudizi, non sceglie tutti per un ministero.

Con questo insegnamento, figlia mia, il tuo dubbio sarà chiarito e intenderai quanto malvagio e amaro sia offendere l'Onnipotente, allorché egli pone molte anime redente dal suo sangue sulla strada della luce e ve le guida. Intenderai, inoltre, come una persona possa cadere da uno stato sublime in un'ostinazione più dura di quella di altre creature che si trovano in una condizione meno perfetta. Tale verità è attestata dal mistero della passione e morte del mio Figlio santissimo; infatti, i capi, i sacerdoti, gli scribi e l'intero popolo, pur essendo maggiormente debitori a Dio rispetto ai pagani, furono portati dalla loro empietà ad una pervicacia, cecità e crudeltà più detestabile e avventata di quella dei pagani stessi, che non conoscevano la vera religione.

Voglio che tutto ciò ti metta in guardia da un rischio così grande, affinché tu sia prudente ed unisca al santo timore l'umile gratitudine e l'alta stima dei beni del Signore. Nel tempo dell'abbondanza non dimenticare quello dell'indigenza. Confronta l'uno e l'altro in te stessa; ricorda che hai il tesoro in un vaso fragile, che lo puoi perdere e che ricevere tanti doni non è questione di merito, né il possederli è diritto dovuto, bensì frutto della grazia e della munificenza divine. L’Altissimo ti ha reso sua intima familiare; tuttavia non sei preservata dal cadere, dal perdere il timore e la riverenza o dal vivere negligentemente. Al contrario, timore e riverenza devono crescere in te in proporzione ai favori. Anche l'ira del serpente, infatti, è aumentata; la sua sorveglianza nei tuoi confronti si è fatta più stretta, perché sa che Dio ha mostrato il suo amore generoso a te più che ad altre creature e che, se tu fossi ingrata nonostante gli innumerevoli doni ricevuti, saresti infelicissima e degna di rigoroso castigo e la tua colpa sarebbe inescusabile.

Venerabile Maria d'Agreda

Tratto da:

La Mistica Città di Dio, libro 6, capitolo 19, paragrafi 1331-1334 (medjugorje.altervista.org/…/index.php)
vincenzo angelo
Una sottile forma di ribellione,di rimostranza,che puo' percepirsi come umilta' stanchezza e realismo.Come se fosse l'uomo ad aver dato tempo a Dio di agire nella sua vita, e non il contrario,e come se fosse l'uomo a dover chiedere conto a Dio dei risultati e non il contrario.Sottile e pericolosa proprio perche'la buona volonta' c'era e c'e' stata,ma viene percepita non come un prestito fatto da …Altro
Una sottile forma di ribellione,di rimostranza,che puo' percepirsi come umilta' stanchezza e realismo.Come se fosse l'uomo ad aver dato tempo a Dio di agire nella sua vita, e non il contrario,e come se fosse l'uomo a dover chiedere conto a Dio dei risultati e non il contrario.Sottile e pericolosa proprio perche'la buona volonta' c'era e c'e' stata,ma viene percepita non come un prestito fatto da Dio a noi ,che ancora puo'protrarlo,ma piuttosto come moneta "battuta" da noi.Venendo a mancare la percezione del "cammino"nella sua profondita',e' come se non ci fosse piu' cammino,quindi puo' mancare lo zelo. Si riconosce dai frutti.Accidia e mondanita':per il Cielo abbiamo gia' dato,e il Cielo e' eterno,c'e sempre tempo,ma per la Terra abbiamo rinunciato,e ogni lasciata e' persa.Puo' anche uscirne un "pastore idolo",sotto il manto non della Madonna ma della teologia modernista con tutti i suoi sofismi e le sue illusioni e utopie.la sostanza pero' e' quella sottile ribellione e quell'accidia che tende a essere risolta attraverso passioni umane.Compresa la "politica".Ricordo don Baget-Bozzo e don Gallo.
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