Paul
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03:11
GENITORE 1 e GENITORE 2 ? CONSEGUENZE DELLA TEORIA DEL GENDER. GENITORE 1 e GENITORE 2 : SONO UNA DELLE APPLICAZIONI CONCRETE, NELLE SCUOLE, DELLA TEORIA DEL GENDER. QUESTA TEORIA, CHE NEGA CHE VI …More
GENITORE 1 e GENITORE 2 ? CONSEGUENZE DELLA TEORIA DEL GENDER.
GENITORE 1 e GENITORE 2 : SONO UNA DELLE APPLICAZIONI CONCRETE, NELLE SCUOLE, DELLA TEORIA DEL GENDER. QUESTA TEORIA, CHE NEGA CHE VI SIANO DIFFERENZE TRA I SESSI E VUOLE DIFFONDERE LE IDEE LGBT(LESBICHE GAY BISESSUALI E TRANSESSUALI) FINANZIATA DAL NOSTRO GOVERNO CON 10 MILIONI DI EURO, VERRA' INSEGNATA NELLE SCUOLE ATTRAVERSO APPOSITI LIBRETTI. video Fausto Demartis -movimento per la vita civitavecchia.
paolaandreali
CONTRASTARE L'IDEOLOGIA DEL GENDER :
MANIFESTO DE LA MANIF POUR TOUS – ITALIA
Il Manifesto, per chi volesse farne uso, è scaricabile qui. Qui è il link al Sito della Manif pour tous Italia.
A tutti gli uomini di buona volontà:
risvegliamo le coscienze degli italiani!

Con la presentazione delle Proposte di Legge su:
Contrasto all’omofobia e alla transfobia
Accesso al matrimonio da parte di coppie …More
CONTRASTARE L'IDEOLOGIA DEL GENDER :
MANIFESTO DE LA MANIF POUR TOUS – ITALIA

Il Manifesto, per chi volesse farne uso, è scaricabile qui. Qui è il link al Sito della Manif pour tous Italia.

A tutti gli uomini di buona volontà:
risvegliamo le coscienze degli italiani!


Con la presentazione delle Proposte di Legge su:

Contrasto all’omofobia e alla transfobia
Accesso al matrimonio da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso (matrimonio egualitario, adozione da parte di coppie dello stesso sesso)
Modificazione dell’attribuzione di sesso
e con l‘adozione della

Strategia Nazionale per la prevenzione ed il contrasto delle discriminazioni basati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere
si è avviato il processo di demolizione della famiglia, con l’abbattimento di quei criteri legali, biologici e morali che ne assicurano la stabilità, i diritti e i doveri, e che la riconoscono come cellula fondante della società.

La base ideologica di tale processo risiede nella teoria Gender, secondo la quale l’identità sessuale della persona non è un dato naturale stabile e biologicamente determinato, bensì un dato mutevole, che viene sostituito con il concetto di genere, inteso come ruolo sociale fluido, culturalmente determinato e dipendente dalla propria sensibilità.

Il nostro scopo è:

1) Garantire la libertà di espressione

- Una legge bavaglio -

Preservare il diritto alla libertà di espressione garantito dalla Costituzione Italiana all’Art. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione”.

Con la proposta di legge Scalfarotto (PD) sul Contrasto all’omofobia e alla transfobia si configura una violazione della libertà di pensiero, qualora non allineato ai fondamenti ideologici della legge. Cade così il fondamento di tutte le libertà civili e costituzionali, e si introduce il reato d’opinione, proprio dei governi a stampo totalitario.

Chiunque dichiari qualsiasi cosa che possa costituire obiezione argomentata in merito al “matrimonio” omosessuale e alla possibilità di adozione per le coppie di persone dello stesso sesso, sarà perseguibile a norma di legge con pene fino a 4 anni di carcere.

La proposta di legge che si intende approvare risponde ad una mera prospettiva ideologica, del tutto inutile sul piano legale, poiché persone con tendenze omosessuali, come ogni cittadino, già godono degli strumenti giuridici previsti dal codice penale contro qualunque forma di ingiusta discriminazione, di violenza e di offesa alla propria dignità personale.

2) Preservare Matrimonio e Famiglia

- Difendiamo l’unicità della famiglia formata dall’unione di un uomo e una donna! -

La proposta di legge sul Matrimonio Egualitario propone di equiparare il matrimonio tra persone dello stesso sesso con quello tra uomo e donna, sconvolgendo il codice civile.

Vengono eliminate le parole “marito”, “moglie”, “padre” e “madre” in favore di termini asessuati e indifferenziati.

Il “matrimonio” omosessuale e l’accesso all’adozione e alla procreazione assistita da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso, previsti dalla proposta di legge, rendono possibile l’omogenitorialità, di per sé innaturale.

L’omogenitorialità scardina la genealogia e confonde le proprie origini e radici storico-familiari, e priva inoltre il bambino del riferimento genitoriale maschile o di quello femminile, facendogli mancare quella complementarietà genitoriale che è invece indispensabile alla formazione dell’identità personale.

Tutto ciò è profondamente discriminatorio e ingiusto per i bambini.

Proteggere l’unicità del matrimonio fra un uomo e una donna non nega alle persone con tendenze omosessuali alcuno dei diritti individuali già oggi riconosciuti: non sono tali diritti ad essere in gioco, ma il concetto di famiglia, sulla quale si fonda la solidità tanto dell’identità personale quanto del tessuto sociale.

La crisi della famiglia ha conseguenze negative sull’intera società: indebolendosi la famiglia viene meno l’ambiente ideale per la crescita e lo sviluppo dei bambini, il futuro della società; viene a mancare il legame intergenerazionale, si sfalda il tessuto sociale e i vincoli sociali si indeboliscono: la società è resa una massa di individui.

3) Conservazione del Sesso Biologico

La proposta di legge sulla Modificazione dell’attribuzione di sesso introduce la possibilità che colui che non si senta di corrispondere al proprio sesso, dal quale è inconfondibilmente caratterizzato sin dal concepimento, possa costringere con atto legale la propria identità fisica a quella percepita, mutevole a seconda della propria sensibilità.

Si apre la strada ad una distorsione della realtà umana, un doloroso rifiuto di ciò che siamo. Si spinge verso un nuovo ordine antropologico fondato sulle preferenze e incurante della realtà.

4) Quando l’ideologia diventa violenza

Con l’introduzione della Strategia Nazionale il Dipartimento per le Pari Opportunità ha avviato una serie di misure negli ambiti di istruzione, lavoro, sicurezza e carceri, comunicazione e media, con l’obiettivo dichiarato di “dare un forte impulso a quel cambiamento culturale così fortemente auspicato”.

Introduce a partire da quest’anno percorsi di educazione all’“affettività consapevole” sin dagli asili nido e scuole dell’infanzia, dispone l’integrazione delle tematiche LGBT nei programmi scolastici, percorsi di formazione, sensibilizzazione e aggiornamento in materia di orientamento sessuale e identità di genere per tutti gli ordini di scuola, affidandoli nella loro realizzazione alle associazioni LGBT, alle quali attribuisce il ruolo di enti di formazione.

Abbiamo una responsabilità storica!

Le persone e la società civile scendono in piazza per chiedere il ritiro del disegno di legge.

Nell’assoluto rifiuto di qualsiasi atteggiamento di umiliazione, derisione e violenza nei confronti di tutti gli esseri umani, comprese le persone con tendenze omosessuale, esigiamo che sia difeso il diritto fondamentale dei figli ad avere un papà e una mamma, e di tutti i cittadini di esprimersi a tutela della famiglia, per il bene di tutta la società.

Il popolo italiano deve levarsi in piedi: per i suoi figli, il suo futuro, la nostra umanità!

Difendiamo la famiglia! Proteggiamo i bambini! Tuteliamo la società!
paolaandreali
Secondo la teoria Gender, l’identità biologica della persona, fornita dalla natura ( maschio e femmina), è indipendente dall'identità di genere, che rappresenta un dato mutevole, socialmente fluido, culturalmente determinato e dipendente dalla propria sensibilità. Ed ecco che così un uomo può sentirsi donna o viceversa. NOn solo. Può cambiare fisicamente sesso con delle operazioni. Può essere …More
Secondo la teoria Gender, l’identità biologica della persona, fornita dalla natura ( maschio e femmina), è indipendente dall'identità di genere, che rappresenta un dato mutevole, socialmente fluido, culturalmente determinato e dipendente dalla propria sensibilità. Ed ecco che così un uomo può sentirsi donna o viceversa. NOn solo. Può cambiare fisicamente sesso con delle operazioni. Può essere attratto verso una persona dello stesso sesso ed adottare dei bambini. O comprare dei bambini nei paesi del terzo mondo, dove ciò è possibile con la pratica dell'utero "in affitto". Non è una teoria meravigliosamente confusa e confusionaria ?
Favole gay e libretti Unar nelle scuole e asili dell’Umbria | Tempi.it
Paul
FAVOLE GAY E LIBRETTI UNAR NELLE SCUOLE E ASILI DELL'UMBRIA. I GENITORI VOGLIONO RITIRARE I FIGLI. SARANNO TUTTI OMOFOBI?
Febbraio 20, 2014
Redazione
Ancora polemiche per la diffusione dei libretti gender in alcuni istituti umbri. Il tutto è avvenuto senza avvisare i genitori che raccolgono firme per bloccare l’attività: «Visione antropologica ideologica»
I genitori vogliono ritirare i figli …More
FAVOLE GAY E LIBRETTI UNAR NELLE SCUOLE E ASILI DELL'UMBRIA. I GENITORI VOGLIONO RITIRARE I FIGLI. SARANNO TUTTI OMOFOBI?

Febbraio 20, 2014
Redazione

Ancora polemiche per la diffusione dei libretti gender in alcuni istituti umbri. Il tutto è avvenuto senza avvisare i genitori che raccolgono firme per bloccare l’attività: «Visione antropologica ideologica»

I genitori vogliono ritirare i figli dall’asilo. Succede in Umbria dove in alcune scuole (da Città di Castello a Perugia, fino a Marsciano e Terni) sono stati distribuiti i libretti dell’Unar e alcune favole gay. I libretti dell’Unar, già al centro di un’interpellanza parlamentare e fortemente criticati dal cardinale Angelo Bagnasco, non smettono quindi di creare polemiche.

QUAL E’ IL SEGRETO DI PAPA’. Per quanto riguarda le favole, i quotidiani locali raccontano che ad essere stata diffusa è quella intitolata Qual è il segreto di papà?, di cui vi avevamo già parlato qui. Storia di due uomini omosessuali che rivelano la loro relazione ai piccoli. I genitori delle scuole si sono lamentati di non essere nemmeno stati avvisati del progetto e stanno raccogliendo firme per bloccare la l’attività all’asilo, la cui partecipazione da parte dei minori non prevede nemmeno l’esenzione.
Lorena Pesaresi, assessore al Comune di Perugia con delega alle Pari opportunità, ha dichiarato che la cosiddetta “cultura di genere” «va promossa e inserita nei percorsi educativi». Secondo l’assessore «abbiamo organizzato dei seminari rivolti ai genitori, chiedendo la collaborazione dei circoli didattici, ottenendo un buon riscontro da parte delle coppie che hanno dato la loro adesione volontaria». Un progetto curato da «professionalità molto valide» che, almeno per Perugia, interessa tre scuole medie, una primaria, un asilo e un istituto superiore. Il programma prevede incontri su sessualità, omosessualità, educazione alle differenze. Per l’ineffabile Pesaresi «l’obiettivo è quello di superare gli stereotipi perché bambini e bambine si nasce, ma uomini e donne si diventa».

SPOT IDEOLOGICO. Chi non la pensa come lei è Simone Pillon, presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria: «Si tratta di una visione antropologica ideologica, diffusa senza criteri scientifici». «Tutto è stato fatto sui minori senza coinvolgere le famiglie – ha detto ancora Pillon – e senza che progetti di questo tipo fossero previsti nei piani delle offerte formative delle scuole». «Si tratta di uno “spot” ideologico, che rilancia un messaggio tre volte perverso perché fa passare il divorzio come un avvenimento positivo, perché contiene elementi che sono l’antitesi della “bigenitorialità” che deve essere garantita anche nelle famiglie in crisi e perché fa leva sull’autorevolezza di un corpo dello Stato, in questo caso la polizia, per veicolare l’ideologia di genere». Pillon ha annunciato la redazione di un «decalogo per le famiglie dei figli oggetto di questo tipo di soprusi»: «Progetti come questo violano il codice civile, che invece assegna alle famiglie il diritto dovere di mantenere, istruire ed educare la prole. Fino a qualche anno fa, per cose del genere, si sarebbe incorsi nel reato di corruzione di minore».

TUTTA COLPA DEI CATTOLICI. Alcuni rappresentanti politici di centrodestra e Lega Nord si sono subito schierati con i genitori. Al contrario, l’associazione Omphalos Arcigay Arcilesbica si è scagliata contro la «la vergognosa campagna mistificatrice della più potente lobby del mondo è irresponsabile e dannoso per i nostri giovani. Il racconto sulle “pericolose teorie del gender”, scritto sulle pagine del giornale dei vescovi, è esattamente l’ostacolo che quotidianamente l’educazione alla diversità incontra nel suo tentativo di approcciarsi alle scuole».

Favole gay e libretti Unar nelle scuole e asili dell'Umbria | Tempi.it
Paul
CATTIVO ESEMPIO DI BOLOGNA
18/09/2013 Dopo Venezia, anche sotto le Due Torri si vogliono cancellare dai moduli scolastici "padre" e "madre" per far posto a "genitore richiedente" e "altro genitore". Cambiano le formule ma non l'obiettivo: aprire alla piena equiparazione tra coppie etero e coppie omosessuali
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Antonio SanfrancescoMore
CATTIVO ESEMPIO DI BOLOGNA
18/09/2013 Dopo Venezia, anche sotto le Due Torri si vogliono cancellare dai moduli scolastici "padre" e "madre" per far posto a "genitore richiedente" e "altro genitore". Cambiano le formule ma non l'obiettivo: aprire alla piena equiparazione tra coppie etero e coppie omosessuali

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Antonio SanfrancescoAntonioSanfraantonio.sanfrancesco
MAMMA E PAPÀ: PAROLE NON PIÙ DI MODA

FC RACCONTA

Moraglia: «Ognuno ha mamma e papà»
Omofobia, il pasticcio
BOLOGNA CANCELLA MAMMA E PAPA'
Bologna: la giunta fa marcia indietro
Anche la Kyenge abolisce "mamma" e "papà"
Monsignor Silvagni: «si sta imponendo una dittatura culturale»
Anche a Roma via madre e padre

L'ESPERTO

Cambiare le parole non cambia la realtà

Anche a Bologna l'assessore all'istruzione Marilena Pillati propone di cancellare “papà e mamma” dai moduli di iscrizione e di...
18 settembre 2013

"L'ennesimo inchino alla lobby gay"

"La nave Italia", dice Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, "si avvicina agli scogli grazie...
18 settembre 2013
Le vie del politicamente corretto, si sa, sono quasi infinite. Se a Venezia sono andati sul classico proponendo di cancellare dai moduli scolastici “padre” e “madre” per far posto direttamente a “genitore 1” e “genitore 2”, al comune di Bologna hanno escogitato una terza via: non ci sarà la distinzione tra “genitore 1” e “genitore 2” per evitare, immaginiamo, lotte intestine per stabilire la gerarchia, ma “genitore richiedente” e “altro genitore”.

La scusa è sempre la solita: evitare discriminazioni nei confronti dei bambini con genitori omosessuali e con famiglie con un solo genitore, le quali, peraltro, sono sempre esistite senza che a nessuno sia mai venuto in mente di pensare che dire “mamma” e “papà” fosse discriminatorio nei loro confronti.

Ma il vento è cambiato e ora la priorità è quella di cambiare il linguaggio obbligando a cambiare il nome alle cose anche con motivazioni risibili.

A Venezia la proposta della consigliera Seibezzi era rimasta lettera morta, nonostante a farle da sponsor fosse arrivata il ministro Kyenge, a Bologna, invece, essendo il cambio dei moduli un atto esclusivamente amministrativo, si potrebbe in teoria procedere anche senza passare dal Consiglio comunale. «Essendo ormai diventato un caso politico a livello nazionale sicuramente lunedì prossimo ne discuteremo magari presentando una mozione bipartisan visto che anche il Pd adesso frena», afferma Valentina Castaldini, presidente della commissione Affari generali di Palazzo D'Accursio che spiega: «Sarebbe più opportuno parlare di cose serie e non di questo che è un falso problema».

«Non abbiamo mai pensato», ha spiegato l’assessore comunale all’Istruzione Marilena Pillati (Pd), «di inserire “genitore 1” e “genitore 2” o altri termini che possano stabilire una gerarchia tra i genitori, ponendoci al di fuori di quanto prevede l’ordinamento italiano. Non ci è mai prevenuta una richiesta in tal senso né la cosa è mai stata presa in considerazione».

La richiesta di adeguare i moduli scolastici era arrivata dalla consigliera comunale di Sel Cathy La Torre che chiedeva, in aggiunta, al Comune di dichiararsi favorevole all’equal marriage, al riconoscimento delle famiglie anche omogenitoriali e all’introduzione di una legge per contrastare l’omofobia. «

La premessa», ha precisato Pillati, «è che i moduli per la richiesta di qualsiasi servizio educativo e scolastico contengono già la parola “genitore”, visto che formalmente a fare richiesta dei servizi è un solo “genitore”, che può essere indifferentemente il padre o la madre. L'unico riferimento a “padre” e “madre” è presente nella parte della modulistica dove si parla della condizione lavorativa. È qui che per un fatto di coerenza interna ai moduli stiamo valutando di sostituire i termini distinguendo sempre tra il genitore che ha fatto richiesta e l'altro genitore, ovviamente se c'è».

L’obiettivo, insomma, è chiaro: si vuole cancellare “mamma” e “papà” per togliere ogni riferimento al sesso dei genitori.

L’Arcigay si dice soddisfatta e applaude un «atto di grande buonsenso e di buona politica» auspicando che gli altri comuni facciano altrettanto. Molti, invece, i critici, a cominciare dal leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini che è anche bolognese: «È una farsa che rischia di fare dei danni irreparabili», ha detto, «nel giro di pochi mesi si è passati dal referendum sulle scuole paritarie, a questa pericolosa mistificazione burocratica che intende mettere in discussione due figure che nella nostra società hanno un valore preciso, fondante e certamente non divisivo. Surrettiziamente invece si vuole far passare l'idea che la genitorialità possa essere diversa da quella naturale».

Critiche anche da Pdl, Lega Nord («L'amministrazione ha svenduto l'identità di mamma e papà agli equilibri di maggioranza», ha detto il capogruppo del Carroccio Bernardini) e della Fism che rappresenta le scuole paritarie. Il Pd, per bocca del consigliere comunale Tommaso Petrella, frena: «Ci siamo fatti ridere dietro da mezza Italia, vedrete che alla fine si torna indietro e si corregge la cosa».
2 more comments from Paul
Paul
Avanza la dittatura. Nel silenzio
di Luigi Negri*01-02-2014A
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Martedì prossimo il Parlamento europeo voterà un progetto (la Relazione Lunacek, ndr) teso ad obbligare tutti gli Stati membri dell’Unione a riconoscere i matrimoni omosessuali e qualsiasi altra forma di coppia, nonché ad iniziare i bambini e i giovani a una visione pansessualistica della realtà sociale …More
Avanza la dittatura. Nel silenzio

di Luigi Negri*01-02-2014A
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Martedì prossimo il Parlamento europeo voterà un progetto (la Relazione Lunacek, ndr) teso ad obbligare tutti gli Stati membri dell’Unione a riconoscere i matrimoni omosessuali e qualsiasi altra forma di coppia, nonché ad iniziare i bambini e i giovani a una visione pansessualistica della realtà sociale. Una visione in cui di fatto vengono riconosciute alle devianze, anche le più patologiche, il valore di diritti, personali e sociali.
E’ un segnale sinistro di un coagularsi della mentalità laicista anticattolica - anzi più decisamente antiumana - in modo che essa sia imposta senza colpo ferire, e in cui anche il minimo riferimento dialettico sembra essere considerato quasi come un delitto di lesa maestà.
Maestà di chi? La maestà risiede nei popoli dell’Unione ed essi devono essere messi in grado di valutare con realismo e responsabilità le proposte che, appunto, dovrebbero permanere come proposte su questi temi di così grande rilievo per la vita dei popoli e delle nazioni.
Pertanto per la responsabilità che ho nei confronti della comunità cristiana - ma aldilà di essa, nei confronti di tantissimi uomini di buona volontà che incontro nel mio quotidiano impegno pastorale - sono cordialmente e ammiratamente d’accordo con le iniziative che Manif pour Tous in Europa e in Italia sta mettendo in atto (domenica 2 febbraio è prevista una manifestazione anche a Roma, ndr) per iniziare almeno un’opera di grande sensibilizzazione nei confronti di queste vicende di carattere etico sociale e dei tentativi ideologici che si stanno compiendo. Mi sembra l’espressione di una laicità sana, di una laicità che per protestare contro posizioni che si rivelano in effetti violente non fa riferimento ad altro che alla propria libera coscienza, alla propria capacità di responsabilità, alla volontà di servire il bene comune del popolo e della nazione.
Ma oltre che questo clima di caccia alle streghe per cui in Europa si cominciano ad arrestare cittadini rei soltanto di portare una maglietta che porta l’immagine di una famiglia normale, tradizionale; oltre questo clima di pressione impositiva, colpisce gravemente e stupisce il silenzio reiterato di tutte quelle realtà istituzionali che a vari livelli e nei vari ambiti della vita sociale sarebbero tenuti a una presa di posizione significativamente dialettica nei confronti di quello che si sta sostanzialmente imponendo.
Questo silenzio non impedirà alla storia di giudicarlo come una debolezza imperdonabile, che diviene di fatto collusione e quindi corresponsabilità. Ben altri furono gli atteggiamenti che, soprattutto da parte del popolo cattolico, si tennero in momenti gravi per la democrazia del paese.
In questa prospettiva un altro fattore mi ha colpito. Ho partecipato in qualità di arcivescovo di una diocesi italiana, alla serie di manifestazioni che si sono tenute in occasione della Giornata della memoria delle ingiustizie e dei delitti compiuti nei confronti della presenza ebraica nel nostro paese. Non ho potuto evitare un certo disagio quando soprattutto nella presentazione storica degli avvenimenti – non da parte delle istituzioni, ma da parte di partecipanti a titolo di impegno culturale - si è corso il rischio di ricostruzioni parziali in cui certi fattori degli eventi così tragici erano minimizzati. Ad esempio la grande presenza della Chiesa in Italia, la difesa di migliaia e migliaia di ebrei che per questo aiuto poterono sfuggire a destini terribili. Ma aldilà di questo mi ha colpito l’esilità della speranza che si voleva costruire su questa memoria, dove spesso prevaleva un atteggiamento di rivalsa.
Su che cosa si costruisce la speranza dei giovani, un futuro buono per la nostra società?
Si costruisce sulla memoria di un passato ignobile che certo non è da dimenticare, non può essere dimenticato, ma che non costituisce una base solida su cui porre quella speranza affidabile, umanamente affidabile, di cui ha parlato il grande papa Benedetto XVI nella sua enciclica Spe Salvi?

Ho pensato amaramente in questi giorni che se il marchingegno diabolico delle ideologie e dei sistemi totalitari è stato brutalmente imposto a popoli come la maggior parte di quelli europei, che erano stati maturati da secoli di una autentica e profonda educazione cristiana e umana; che se nonostante questo i popoli subirono questa violenza, resistendo molte volte nella loro coscienza e in moltissimi altri casi anche nella espressione della loro vita culturale e sociale. Allora, se certi sistemi sono stati imposti a quel tempo, quale resistenza potrà esserci alla dittatura che si sta preparando?

Essa è una dittatura del massmediatico, del politicamente e del culturalmente corretto, che trova una tradizione cattolica ignorata dalla maggior parte dei giovani, ignorata perché la maggior parte di quelli che doveva parlargliene non gliene ha parlato in modo adeguato; trova una trama di vita sociale debolissima sul piano personale, sul piano della coscienza umana, sul piano della consapevolezza dei valori etici fondamentali; insomma trova un popolo disintegrato, che rischia di subire una dittatura senza neanche la nobiltà dell’opposizione.
Non sono riuscito a uscire da queste manifestazioni, che hanno avuto per me personalmente il valore di una grande testimonianza, con una speranza sul presente e sul futuro, se non una sola: quella di non demordere quotidianamente dal mio impegno di essere educatore del popolo cristiano alla fede, e del popolo umano con l’esperienza del fascino del vero, del bene, del bello e del giusto. Ma l’amarezza è che forse si riducono ogni giorno di più le fila di coloro che si assumono questa responsabilità. E anche qui tanto silenzio incomprensibile non potrà che essere giudicato anch’esso a suo tempo se non come un tradimento.
* Arcivescovo di Ferrara-Comacchio
Paul
«Sulla sana laicità del nostro popolo e della nostra società, incombe un pericolo gravissimo», avverte oggi su Libero l’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri: «Lo stato, per difendere una certa opzione e i suoi sostenitori, specificamente coloro che professano teoricamente l’omosessualità e la praticano nella società, penalizza in maniera gravissima e irreversibile le altre opinioni e le altre …More
«Sulla sana laicità del nostro popolo e della nostra società, incombe un pericolo gravissimo», avverte oggi su Libero l’arcivescovo di Ferrara, Luigi Negri: «Lo stato, per difendere una certa opzione e i suoi sostenitori, specificamente coloro che professano teoricamente l’omosessualità e la praticano nella società, penalizza in maniera gravissima e irreversibile le altre opinioni e le altre opzioni».
LEGGE IDEOLOGICA. La legge sull’omofobia, che sarà discussa in Parlamento, per la prima volta «a più di settant’anni dal fascismo» introduce «un reato di opinione che evoca i tempi torbidi delle ideologie statali che sembravano superati per sempre. Tempi in cui lo Stato, scegliendo posizioni ideologiche, le imponeva» e «sacrificava quelle non coincidenti con la sua». «Il nostro popolo – denuncia Negri – rischia di perdere quella libertà di espressione fondamentale, di scelte, di opzioni, di opinioni e di concezioni della vita che costituiscono il nucleo profondo dell’esperienza laicale».
SACERDOTI PERSEGUIBILI. Spiega l’arcivescovo di Ferrara: «Chi continuerà a fare riferimento alla grande tradizione eterosessuale dell’occidente che ha trovato nel magistero della chiesa cattolica e nella pratica della vita cristiana in questi secoli una grande e significativa testimonianza, rischia di essere inquisito se esprime pubblicamente le proprie convinzioni». «I sacerdoti e i vescovi che nell’ambito delle celebrazioni liturgiche pubbliche citeranno brani di San Paolo inerenti alla scorrettezza delle posizioni omosessuali, o il Catechismo della Chiesa Cattolica o buona parte della Dottrina Sociale della Chiesa, – avverte – potrebbero essere denunciati alle autorità pubbliche».
DIFENDERE LA LIBERTÀ. La cristianità italiana, dice Negri, non deve dimenticare «l’insegnamento di Giovanni Paolo II nella “centesimus annus”», e continuare a difendere la propria libertà. Perché «tutte le volte che si lavora per la propria libertà si lavora per la libertà di tutti e tutte le volte che si perde o si vede ridotta la propria libertà, la si perde o la si riduce per tutti». «Negli ultimi tre anni sono stati più di centomila i cristiani massacrati in spregio alla libertà di coscienza nella stragrande maggioranza dei Paesi del mondo». Possibile che la «difesa dell’omosessualità» sia prioritaria rispetto a questo «problema concreto» e alla libertà di coscienza?
simone2
Scrivi madre e padre e cancella genitore 1 e genitore 2 👏
Stanno esagerando, prima o poi il popolo sano si ribellera 😡More
Scrivi madre e padre e cancella genitore 1 e genitore 2 👏

Stanno esagerando, prima o poi il popolo sano si ribellera 😡