Rivelazioni sul numero delle anime dannate – Dalla "Mistica Città di Dio", Maria d'Agreda

DALLA “MISTICA CITTÀ DI DIO,VITA DELLA VERGINE MADRE DI DIO” RIVELATA ALLA VENERABILE SUOR MARIA DI ÁGREDA

INSEGNAMENTO DELLA REGINA DEL CIELO:

Figlia mia carissima, non è senza un motivo particolare che il tuo cuore si è mosso, con speciale compassione e pietà, verso quelli che si ritrovano in punto di morte, e che è sorto in te il desiderio di aiutarli in quell’ora. In verità, come hai potuto conoscere, le anime in quell’istante soffrono incredibili e pericolose angustie per le insidie del diavolo e della stessa natura che le circonda. Da quel momento dipende tutto: l’esilio terreno si conclude, perché cada sopra di esso l’ultima sentenza di morte o di vita eterna, di pena o di gloria senza fine. E poiché l’Altissimo si compiace che tu metta in pratica la carità di cui sei stata colmata verso tutti i morenti, io ti confermo nello stesso proposito e ti esorto a concorrere con tutte le forze ed a prestarci obbedienza con tutti i tuoi sforzi. Considera, dunque, o amica, che Lucifero e i suoi ministri riconoscono dagli eventi e dalle cause naturali quando gli uomini si trovano in una pericolosa e mortale infermità; e quindi in quell’istante stesso si preparano con astuzia e con tutta la loro malignità ad investire il povero ed ignorante malato e a farlo precipitare, se possono, con varie tentazioni. Inoltre, quando si avvicina il termine delle persecuzioni contro le anime, i principi delle tenebre cercano di rifarsi da questo danno assalendo i mortali con maggior malvagità nel poco tempo che manca alla fine della vita.

In questa situazione si aggregano come lupi sanguinari e si sforzano di riconoscere lo stato dell’infermo sia riguardo a ciò che ha di naturale sia riguardo a ciò che ha di acquisito, considerando le sue inclinazioni, gli usi, i costumi ed anche gli affetti in cui mostra particolare suscettibilità; e ciò al fine di poterlo assaltare e di invergli per quella via maggior guerra. A quelli che sregolatamente amano la vita i demoni suggeriscono che questa loro affezione non è poi così pericolosa, ed impediscono che qualcuno li disinganni. In quelli che sono stati negligenti nell’uso dei santi sacramenti suscitano una nuova tiepidezza e propongono loro maggiori difficoltà, affinché muoiano senza avvicinarsi ad essi o li ricevano senza frutto e con cattiva predisposizione. Ad alcuni creano stati di confusione, affinché non prendano coscienza dei loro peccati; ad altri frappongono indugi ed ostacoli, perché non dichiarino i loro debiti e non mettano pace nei loro cuori. In quelli che amano la vanità risvegliano il desiderio, anche in quell’ultima ora, di molte cose vane e superbe da eseguirsi dopo la morte. Con veemenza inclinano altri avari o lussuriosi verso tutto ciò che ciecamente amarono. E così i crudeli nemici si avvalgono di tutte le cattive abitudini dei mortali per spingerli dietro agli oggetti e per rendere ad essi difficoltoso o impossibile il rimedio.

E tutti gli atti peccaminosi che gli uomini operarono in vita, e con i quali acquistarono viziosi costumi, furono altrettanti pegni ed armi offensive che diedero al comune nemico, per far loro guerra nell’ora tremenda della morte. E così ogni appetito soddisfatto viene ad aprire la via, perché il demonio penetri nel castello dell’anima. Egli, nell’interno di questa, emette il suo pestifero fiato e solleva dense tenebre – che sono i suoi stessi effetti – affinché gli uomini non riconoscano le divine ispirazioni, né abbiano vero dolore dei loro peccati, né facciano penitenza alcuna per la loro cattiva condotta in vita.

GENERALMENTE QUESTI NEMICI FANNO IN QUELL'ULTIMA ORA GRANDI STRAGI, infondendo negli infermi la falsa speranza di vivere più a lungo e di eseguire con il tempo ciò che Dio ispira loro per mezzo dei suoi angeli: con questo inganno essi si ritrovano beffati e perduti. Soprattutto in quel momento è grande il pericolo per quelli che hanno disprezzato in vita il rimedio dei santi sacramenti. La giustizia divina è solita castigare questo rifiuto, molto offensivo per il Signore e per i santi, abbandonando le anime in preda al loro cattivo consiglio. Queste, poiché non vollero approfittare a suo tempo del rimedio opportuno, meritano, giustamente, di essere escluse nell’ultima ora dalla salvezza eterna, che temerariamente aspettavano. Pochissimi sono i giusti in pericolo di morte che non vengono assaltati con incredibile rabbia dall’antico serpente.

Se egli pretende di far cadere coloro che sono santi e virtuosi, che cosa sperano coloro che sono dediti ai vizi, che cosa attendono i negligenti ed i pieni di peccati che hanno impiegato tutta la loro vita a demeritare la grazia e il favore divino e a schivare le opere di cui potevano avvalersi contro il nemico? Il mio santo sposo Giuseppe fu tra quelli che ebbero il privilegio di non vedere né sentire il demonio in quell’ora estrema, perché, quando gli spiriti maligni tentarono di avvicinarsi, furono arrestati da una forza potente che li allontanò e i santi angeli li precipitarono nell’abisso. Ed essi sentendosi così oppressi e schiacciati – a nostro modo di intendere – rimasero turbati, confusi e come storditi. Ciò diede occasione a Lucifero di convocare nell’inferno un’assemblea o un conciliabolo al fine di consultarsi con tutti i principi delle tenebre su quanto era accaduto, e di investigare nel mondo sulla vera o presunta venuta del Messia.

Comprendi ora, carissima, quanto sia pericoloso il momento della morte e quante anime periscano in quell’ora in cui cominciano a svelarsi i meriti e i peccati. Non ti dichiaro quanti sono quelli che si perdono e si dannano, perché – se lo sapessi – ne moriresti per la pena e per il vero amore che porti al Signore. La regola generale dice che la buona vita aspetta la buona morte, tutto il resto è incerto, raro e contingente. Il rimedio sicuro deve consistere nell’intraprendere da lontano il cammino. Perciò ti avverto di pensare ogni giorno, allo spuntare della luce, se quello sarà l’ultimo della tua vita, e riguardandolo come se dovesse veramente esserlo – poiché non sai se in effetti lo sarà – cerca di mettere ordine nella tua anima in modo che con volto allegro e sereno tu possa ricevere la morte, qualora venga. Non rimandare nemmeno per un istante il dolore dei tuoi peccati e il proposito di confessarli, se ne avrai commessi. Cerca di emendare fin la più piccola imperfezione, in modo da non lasciare nella tua coscienza nessuna colpa, di cui senti rimorso, senza dolertene e senza lavarti con il sangue di Cristo mio santissimo figlio. Disponi tutta te stessa in uno stato tale da poter comparire dinanzi al giusto giudice che ti deve esaminare e che deve giudicare le tue facoltà a partire dal più piccolo pensiero e dalla minima azione.

Ma per aiutare, come desideri, coloro che si trovano in quell’estremo pericolo, in primo luogo raccomanda, se potrai, a tutti questi il consiglio che ti ho suggerito: vivano con l’anima sempre pronta per ottenere una felice morte. Inoltre per questo fine eleverai un’orazione ogni giorno senza mai tralasciarla. Con fervorosi affetti e gemiti prega l’Onnipotente, affinché dissipi gli inganni dei demoni e rompa i lacci e le insidie che essi tramano contro quelli che agonizzano o si ritrovano in quell’istante, ed impetra che tutti loro siano confusi dalla sua divina destra. Tu sai che io recitavo questa orazione per i mortali e quindi voglio che mi imiti. Similmente, ti ordino che, per aiutarli meglio, comandi ed intimi agli stessi demoni di allontanarsi da loro e di non opprimerli. Ben puoi usare questo potere, anche se non sei presente in quei frangenti poiché, essendovi il Signore, nel suo nome puoi comandare loro e costringerli a fuggire per sua maggior gloria ed onore.

Riguardo alle tue sorelle, illuminale senza turbarle su quello che devono fare. Ammoniscile ed assistile, affinché ricevano subito i santi sacramenti e vi si accostino frequentemente. Procura e sforzati di animarle e consolarle, discorrendo con loro sulle cose di Dio, sui suoi misteri e sulla sacra Scrittura, affinché si risveglino i loro sentimenti e i loro buoni propositi e si dispongano a ricevere dall’alto la luce e i divini consigli. Incoraggiale nella speranza, fortificale contro le tentazioni, ed insegna loro come devono resistervi e vincerle. Quando l’Altissimo non ti darà una particolare illuminazione per comprendere le loro prove, cerca tu stessa di conoscerle prima che te le manifestino, affinché applichi a ciascuna la medicina più conveniente; le infermità spirituali, infatti, sono difficili da diagnosticare e curare. Adoperati per eseguire quanto ti insegno ed io otterrò dal Signore privilegi per te e per quelli che desidererai aiutare. Non essere parca nella carità, perché in questa virtù non devi operare in proporzione a ciò che tu sei, ma nella misura di ciò che l’Altissimo vuole operare per mezzo di te.

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PER CONOSCERE LA VENERABILE MARIA D'AGREDA

Singolarissima figura di donna, religiosa, mistica, scrittrice, della Spagna del XVII secolo, la cui fama ha superato i secoli e i continenti.

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LE INCREDIBILI BILOCAZIONI NEL CONTINENTE AMERICANO

Il fenomeno delle sue bilocazioni (della venerabile Maria di Gesù d'Agreda), costituisce una delle vicende più incredibili, e al contempo più storicamente attestate, dell'intera storia cristiana.

Bisogna dire che questi eventi, insieme ad altri fenomeni, furono posti all'esame della famosa Inquisizione Spagnola, che con i suoi drastici metodi, capaci di smantellare psicologicamente, qualsiasi simulatore, sottopose la suora per settimane e per dieci ore al giorno, agli interrogatori; ma alla fine i severi inquisitori dovettero arrendersi, concludendo che i fatti straordinari erano veri.

All'inizio del Seicento, i missionari francescani già presenti in Messico, decisero di avanzare nel nord della regione, nell'attuale Texas, per fondare nuove missioni; e poi anche in Arizona, California e Nuovo Messico, ma furono massacrati dalle bellicose tribù locali, i famosi e leggendari Navajos, Apaches, Comanches.

Nel 1622 una nuova spedizione di francescani, guidati da padre Alonso de Benavides, raggiunse di nuovo il Texas e il New Mexico, dove impiantarono una missione fortificata e lì dopo un po', i francescani cominciarono a ricevere le visite inaspettate dei capi degli Xamanas, una delle tribù più grandi ed aggressive fra gli 'indiani ' d'America.

Essi chiedevano agli sbalorditi missionari di inviare tra loro qualche sacerdote, che amministrasse il battesimo e gli altri Sacramenti; alle domande che venivano poste loro, essi rispondevano che da tempo fra le tribù di quelle regioni, c'era una giovane signora vestita d'azzurro, che compariva fra loro predicando il regno di Gesù Cristo e insegnando le verità della fede; parlava nella loro lingua, compiva prodigi e li esortava a chiamare i missionari; poi scompariva di nuovo, senza rilevare la sua provenienza.

Convinti dalle suppliche degli Xumanas, i francescani si unirono a loro nel viaggio di ritorno, fino ai loro accampamenti; numerose relazioni dell'epoca, raccontano che i missionari francescani, furono accolti da una grande folla disposta in processione e con enormi croci adornate da fiori della prateria; i meravigliati missionari poterono constatare, che quegli indigeni, mai contattati da alcun europeo, possedevano una completa formazione dottrinale e chiedevano solo i sacramenti.
Anche in altri luoghi, in Arizona e California, i missionari trovarono tribù indigene sconosciute, già catechizzate da quella che gli storici americani chiameranno “The Lady in blue”.

I francescani cominciarono a pensare a Maria di Gesù di Agreda, identificandola nella giovane “signora in blù” (all'epoca suor Maria aveva venti anni e l'abito della Congregazione era azzurro); perché l'arcivescovo di Città del Messico, reduce da una visita in Spagna, aveva parlato loro di una giovane monaca di Castiglia, che, pur non essendosi mai mossa dal suo convento, descriveva minuziosamente in certe sue lettere, l'America come se le fosse familiare.

Nel 1631 padre Alonso de Benavides, capo della spedizione francescana in Texas, rientrò in Spagna e raggiunse Agreda in Castiglia, a far visita a suor Maria de Jesus.

La ventinovenne suora, non ebbe difficoltà ad ammettere di essere stata esaudita nel suo desiderio missionario; Dio le aveva concesso di raggiungere l'America centinaia di volte, non sapendo però “se senza o con il corpo”.
Aggiunse allo sbalordito padre Alonso, che ne scrisse poi la dettagliata relazione, i nomi di tutti i confratelli missionari, ricordò episodi e avventure missionarie, che lui stesso aveva dimenticato, confermò di avere catechizzato oltre gli Xamanas anche molte altre tribù.

Ancora nel 1699, cioè ben 34 anni dopo la morte di suor Maria, furono scoperte per la prima volta tribù che professavano un cristianesimo senza sacerdoti, perché non ne avevano mai trovato uno; anche questi indigeni raccontarono che molti anni prima, una misteriosa signora con abito lungo azzurro, si era presentata a loro, che ne provarono spavento, tanto che la bersagliarono con le frecce, senza però colpirla, alla fine si tranquillizzarono e presero ad ascoltarla.
Recentemente nel 2003, un gruppo di Università texane, ha organizzato un convegno sulla figura della venerabile suora spagnola, che riempì della sua fama la Spagna e le Colonie di re Filippo IV, il quale scambiò con lei centinaia di lettere, chiedendole consigli e pareri.


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