signummagnum
3850

Santa Chiara d'Assisi ebbe un'estasi della durata di tre giorni consecutivi... che gigante di santità!

La Passione del Signore era la meditazione continua di santa Chiara d’Assisi (†1253). I misteri della Croce formavano la sua delizia e il suo tormento, la sua esultanza e la sua umiliazione, il suo vivere e il suo languire. Lamentava le pene del suo Sposo, l’ingratitudine degli uomini verso di Lui; e le sorelle la sorprendevano sempre immersa in un dirottissimo pianto. Parlava spesso a loro e specialmente alle novizie dei dolori del Crocifisso, ma le sue parole venivano soffocate da gemiti e sospiri e arrestate dalle lacrime. Il pensiero dei patimenti del Salvatore non la rendeva mai sazia dal macerare il suo verginale corpo, anzi dall’ora sesta all’ora nona in cui il Signore spirò, si flagellava con estremo rigore. Ebbe un culto particolare per le Cinque Piaghe di Gesù Crocifisso, in onore delle quali scrisse alcune preghiere che recitava ogni dì, insieme all’Ufficio della Passione del Signore composto dal Padre san Francesco.

In un Giovedì Santo si sentì più del solito trasportata a meditare i misteri che la Chiesa ricorda e celebra in quel giorno. Verso sera avvicinandosi l’ora delle Agonie nel Getsemani, Chiara tutta contristata e mesta, si raccolse nella solitudine della cella, ove unitasi al suo appassionato Signore, sentendosi venir meno al pensiero dei patimenti da Lui sofferti, fu costretta a gettarsi sul suo povero giaciglio. Passò la notte, passò il giorno seguente senza mai farsi vedere. Una sua discepola più intima che aveva l’ordine di chiamarla ogni qualvolta non l’avesse vista uscire di cella, era andata da lei la sera del Giovedì Santo, era tornata la mattina e la sera del Venerdì, e trovatala fuori dei sensi, non aveva osato turbarla, tanto più che uno splendore misterioso traluceva dal suo volto. Spuntò e volse a sera anche il Sabato Santo, e Chiara perseverava sempre immobile cogli occhi fissi verso un lato della cella, estatica e insensibile. La pietosa discepola allora le si avvicinò con un lume osservandola attentamente per assicurarsi che era viva, quindi le sussurrò all’orecchio: Madre, ricordatevi che il nostro Padre Francesco vi ha ordinato in virtù di santa obbedienza che ogni giorno dobbiate gustar cibo. La parola obbedienza richiamò subito ai sensi Chiara, la quale, come se si destasse da un profondissimo sonno, disse: «E perché, o sorella mia, portate il lume? Non è ancora giorno?».

Da quello che rispose la figlia, la santa Madre comprese che quella era la terza sera da che era uscita dai sensi. Nella sua umiltà volle attribuire la lunga estasi a un sonno di cui aveva gran bisogno, e che Dio le aveva concesso per ristorarsi. Proibì tuttavia alla suora di farne parola, ma le monache tutte avevano già compreso di quale natura fosse stato quel sonno.
quisut
Intendo dire perché alle belle immagini dei nostri santi debbano accompagnarsi frasi in lingue straniere.
signummagnum
@quisut Non capisco questa sua domanda. Cosa intende?
quisut
Perché non scrivete in italiano?