Abramo
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I ciellini in crisi cercano aiuto da papa Francesco

Il Papa sta provando a cambiare pure Comunione e liberazione, il movimento fondato da don Giussani – di cui ricorrevano nei giorni scorsi i 10 anni dalla morte - oggi attraversato da una profonda crisi interna e da un ripensamento sulla propria identità.

In circa 80 mila sono andati in piazza San Pietro lo scorso sabato 7 marzo per incontrare papa Francesco; il pontefice argentino non ha fatto sconti al popolo ciellino e allo stesso tempo lo ha preso sul serio proponendogli una visione di Chiesa non autoreferenziale, non “impresaria”, capace di stare anche dalla parte dei peccatori, di quelli che cadono e possono rialzarsi; una Chiesa in uscita verso le periferie, non barricata dietro una morale cristiana vissuta solo come contrapposizione estrema con il mondo, e anzi Francesco ha ripetuto quanto già aveva detto ai nuovi cardinali:

«La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero».

Per questo Bergoglio ha invitato i ciellini a proiettarsi nella realtà, ad andare incontro agli ultimi, a non assumere un modello statico, “pietrificato”, del proprio carisma, a non essere solo un'etichetta, una sigla, una ong, facendosi invece Chiesa capace di «andare a cercare i lontani».

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