Uno dei messaggi più belli della Madonna a San Nicolás [Buenos Aires], con mio commento

A mio avviso, cari amici lettori, da quanto mi pare di capire, il Cuore Immacolato è il centro di connessione di tutti gli appelli mariani delle recenti apparizioni della Vergine Maria, quelle in particolare che vanno da Fatima in poi.

È quanto ho potuto scoprire dalla lettura e della meditazione di numerosi messaggi mariani (degli ultimi decenni in particolare), dallo studio approfondito dell’evento messaggio di Fatima e di quello delle mariofanie più in generale.

Di conseguenza, uno degli scopi di questo canale, è quello di sviscerare, “vivisezionare” (per così dire) questi splendidi appelli mariani che costituiscono una trama armoniosa di fede e amore e che svelano il mistero del Cuore Immacolato della Benedetta tra tutte le donne e la necessità di consacrarsi ad Esso per la salvezza soprannaturale della anime immortali e la santificazione degli eletti.

In questo post ne presento uno a mio avviso splendido perché ricco di richiami spirituali che vorrei cogliere brevemente intrattenendomi in qualche considerazione di carattere spirituale.

Si tratta di un messaggio delle apparizioni mariane di San Nicolas, in Argentina, iniziate negli anni Ottanta del secolo scorso e ufficialmente approvate dalla Chiesa Cattolica. Eccolo di seguito:

« Dico ai miei consacrati: rinnovatevi con la preghiera, con intensa preghiera. Desidero perseveranza, desidero fedeltà, desidero autentici consacrati. VI VOGLIO CON ME, VI SIETE AVVICINATI AL MIO CUORE, VI SIETE INTRODOTTI NEL MIO CUORE, PROSEGUITE IN ESSO » (24.3.1987_messaggio n. 1135).

La serie dei tre verbi usati dalla Vergine del Rosario di san Nicolas fa pensare alle tre tappe della vita spirituale: “purgativa”, “illuminativa”, “unitiva”. La Madonna è presente come un “sole spirituale” al centro della Chiesa per purgare, illuminare, perfezionare: Ella è la sublime “Purgatrix”, “Illuminatrix” e “Perfectrix”[1]. Per questo, è a Lei che tocca irradiare luce di grazia e di virtù, in azione continua lungo le tre fasi – purgativa, illuminativa e unitiva – della crescita spirituale. Ella accompagna, nutre e guida l’anima in tutte queste tre tappe, è sempre presente, mai manca di compiere il suo sollecito lavoro nelle anime elette: avvicinarsi, introdursi, proseguire: tutto nel Cuore Immacolato di Maria, l’Arca della Salvezza, la Dimora spirituale dove possiamo attingere ogni ricchezza e bene per l’anima e per il corpo.

È un messaggio molto bello, questo. Riflettendo, si nota come una progressione della vita spirituale, un avanzamento nella via di Dio che avviene nel Cuore e attraverso il Cuore di Maria. È tutta la Tradizione spirituale, qui, che è chiamata in gioco. In effetti, bisogna capire che la santità non è un “gioco da ragazzi”, non è uno “scherzo”, è una cosa seria. Non è un’impresa facile: è ardua ma necessaria e richiede grande determinazione e sincera collaborazione con la grazia di Dio.

Rispondere alla chiamata di Maria alla santità è cosa certamente difficile ma rende felici già su questa terra e poi il pegno di questa felicità assaggiata qui diverrà beatitudine eterna senza tramonto nella vita futura; al contrario (non illudiamoci...) declinare l’invito di Maria è cosa ben facile ma rende infelici già qui sulla terra, ma poi questo nostro rifiuto “complica le cose”, per così dire, anche di là, perché per vedere Dio bisogna essere ripuliti a dovere da ogni scoria di peccato e se questo non si fa adesso, certamente bisognerà scontare qualcosa in Purgatorio, dove la purificazione sarà più pesante e lunga rispetto a quella che si potrebbe compiere sulla terra.

Mi piace, per dare un’idea di quello che questo percorso di santificazione comporta, ricordare il programma che sant’Ignazio dà nei suoi esercizi spirituali, un programma ripartito in quattro fasi che corrispondono alle quattro settimane di durata degli esercizi.

Innanzitutto bisogna “reformare deformata”, che è un po’ la tappa nella quale ci troviamo tutti noi. Dare una forma nuova, secondo l’uomo nuovo, a tutta la struttura del nostro essere, deformata dal peccato originale, personale e sociale. Già questo, per sé, richiederebbe anni interi di lavoro spirituale. È solo il primo momento: poi sant’Ignazio va avanti e spiega che bisogna proseguire. In pratica, bisogna “confermare reformata” (confermare ciò che si è riformato), “conformare confermata”(conformare ciò che si è confermato) e, infine, “transformare conformata” (trasformare quel che si è conformato). Un programma ben nutrito, completo nelle sue tappe, fino ai vertici della mistica.

“Mamma mia! – verrebbe da dire – Come si fa a fare tutto questo, chi ce la fa?!”. Esatto. Ecco perché la Madonna, che conosce la nostra debolezza ma che vuole in modo efficace d’altra parte la nostra santificazione, prende in mano la situazione, si fa nostra maestra, guida, santificatrice. Ci chiede di entrare nel suo Cuore Immacolato, prendervi dimora stabile mediante la “consacrazione autenticamente vissuta” e chiede “fedeltà” a questa consacrazione in modo che, rimanendo uniti a Lei come tralci alla vite, possiamo raccogliere il frutto che viene dal suo solerte lavoro sulla nostra anima, mediando per noi ogni grazia che ci è necessaria per completare questa “opera magna” della nostra perfezione. E soprattutto lo fa rapidamente, molto rapidamente.

* * *

Del resto, secondo lo studioso ed esperto di apparizioni René Laurentin, l’essenziale del messaggio di San Nicolás andrebbe proprio individuato nella consacrazione a Maria. Dopo uno studio attento e prolungato delle apparizioni e dei relativi messaggi, rileva che la Madonna in queste apparizioni «c’invita a realizzare la consacrazione, cioè la divinizzazione il cui seme ci è stato dato da Dio nel Battesimo e la cui realizzazione si vede impedita per il nostro materialismo e la nostra secolarizzazione: poiché quella divinizzazione deve abbracciare tutto il nostro essere e tutta la nostra vita. Questo invito prende tutta la sua portata in uno degli ultimi messaggi, quello del 2 febbraio 1990, nel quale la consacrazione rivestì pienamente il suo senso; il 2 febbraio è il giorno nel quale Gesù, presentato nel Tempio da Maria, manifestò discretamente la sua consacrazione divina, arrivando a consacrare, con la sua presenza, la città sacra ed il tempio di Gerusalemme»[2].

Questo è il messaggio a cui fa riferimento il Laurentin:

«La Grazia di Dio sia in voi. La Grazia del Figlio, Luce del mondo, è manifestata in Sua Madre [...]. Voglio che i miei figli consacrati diano alla Madre quanto Ella chiede: dedicarle un discorso perlomeno un’ora ogni giorno. Comunicarsi quotidianamente. Essere umili. Stare al totale servizio di Maria. Ringraziare Dio ogni giorno vissuto come devoto. Essere uniti all’Amore del Figlio. Chiedere la grazia di vivere sotto la Luce dello Spirito Santo. La Consacrazione deve essere fatta in un giorno speciale della Madre. È questa la Consacrazione che chiedo nel mio Santuario».

La Madonna, in effetti, nei messaggi di San Nicolás si riallaccia con forza a Fatima e lo fa anche e soprattutto quanto all’appello alla consacrazione al suo Cuore, che assume un’urgenza maggiore a causa del peggioramento della situazione morale e spirituale nel mondo e nella Chiesa rispetto al tempo delle apparizioni alla Cova da Iria ai pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta.

La consacrazione è un mezzo prezioso che Dio, oggi, ci mette nelle nostre mani. Per suo mezzo il consacrato a Maria è messo in grado di raggiungere il fine più radicale della sua esistenza: la santità. Solo perseguendolo con tenacia, infatti, la vita dell’uomo trova il suo pieno significato perché, come insegna lo Spirito Santo, «tutto è vanità e un inseguire il vento» (Qo 4,4) in questa vita, eccetto che conoscere, amare e servire Dio e insegnare agli altri uomini a fare altrettanto: «Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l’uomo è tutto» (Qo 12,13).

Note:

1) Sanctus Bonaventura de Balneoregio, Sermo I de Purificatione B. Virginis Mariæ, in Doctoris Seraphici S. Bonaveventuræ, Opera Omnia, 10 voll., edita studio et cura PP. Collegii a S. Bonaventura, Ex Typographia Collegii S. Bonaventuræ, Ad Claras Aquas (Quaracchi) 1882-1902, tomus IX, p. 636b [633a-640b].

2) R. Laurentin, Introduzione all’edizione integrale dei Documenti di San Nicolás
Pietro da Cafarnao
Confermo questo messaggio, esso conferma le mie inclinazioni di consacrato al Cuore immacolato di Maria, ma anche il Vangelo, perché Gesù afferma in esso che senza di Lui non possiamo fare nulla. Ricordandomi di un episodio del Vangelo su un richiamo di Gesù ai discepoli sulla liberazione di certo genere di demoni, per i quali neanche i discepoli sono riusciti a liberare un indemoniato. Per riuscire …Altro
Confermo questo messaggio, esso conferma le mie inclinazioni di consacrato al Cuore immacolato di Maria, ma anche il Vangelo, perché Gesù afferma in esso che senza di Lui non possiamo fare nulla. Ricordandomi di un episodio del Vangelo su un richiamo di Gesù ai discepoli sulla liberazione di certo genere di demoni, per i quali neanche i discepoli sono riusciti a liberare un indemoniato. Per riuscire in tale liberazione occorreva molta preghiera. Sapete che riuscire a pregare bene e molto è un dono dello Spirito Santo? I discepoli poi discutevano po' con Gesù circa il fatto di pregare sempre continuamente senza mai stancarsi. S. Pio da Pietrelcina pregava incessantemente anche perché il diavolo altrimenti lo avrebbe perseguitato oltre a quanto permesso da Dio. Infine Gesù nel Vangelo ci esortava "siate perfetti come è perfetto il Padre mio", e questa perfezione parte dai dieci Comandamenti, le leggi date da Dio a Mosè sul monte Oreb. Gesù nel Vangelo afferma che saremo veri discepoli se seguiremo i sui comandi (dieci comandamenti inclusi perché affermava non sono venuto ad abolire la Legge e i profeti ma a portarla compimento) troveremo la libertà, che è la sua presenza in noi mediante il suo Santo Spirito, e la sua libertà ci renderà liberi. Perché è Lui Dio, pur essendo Figlio del Padre, ma anche Signore del Creato. Egli è Padrone dei Cieli come degli inferi.