9 Aprile. SANTA MARIA DI CLEOFA. Maria era moglie di Cleofa, per cui i suoi figli furono chiamati “fratelli” di Gesù, termine semitico che indicava anche la parentela dei cugini. Ella è conosciuta …Altro
9 Aprile.
SANTA MARIA DI CLEOFA.

Maria era moglie di Cleofa, per cui i suoi figli furono chiamati “fratelli” di Gesù, termine semitico che indicava anche la parentela dei cugini.
Ella è conosciuta anche come Maria Jacobi, poiché considerata madre di Giacomo il Minore, Vescovo di Gerusalemme.
Faceva parte del gruppo che seguì Gesù Cristo per tutta la Galilea; Giovanni ce la presenta fra il coro delle “pie donne”, con la Santissima Vergine Maria e la Maddalena ai piedi della Croce.
Ella rimase presso il Calvario dopo la morte di Cristo, ne assistette alla sepoltura e si recò con le altre donne al Sepolcro, constatandone la Risurrezione.
Negli altri Vangeli questa figura non ha un nome specifico, infatti nel Vangelo di Matteo (28,1) si legge: «Passato il Sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba».
Due donne, quindi, avanzano in quel mattino primaverile verso l’area cimiteriale di Gerusalemme, puntando verso il Monumento funebre di Giuseppe d’Arimatea, dove era stato deposto il Corpo di Gesù.
L’attenzione, quindi, si posa su colei che Matteo chiama in modo quasi enigmatico “l’altra Maria”.
Le diverse donne che gli Evangelisti introducono come testimoni della Sepoltura e della Risurrezione di Gesù, non coincidono tra loro e hanno dato, perciò, campo libero a complesse ricostruzioni da parte degli studiosi.
Per quello che ci riguarda, a noi è sufficiente sapere che “l’altra Maria”, sempre assieme a Maria di Magdala, secondo Matteo (27,61), fu presente anche quando fu rotolata la pietra posta innanzi alla Tomba di Gesù.
Stando alle affermazioni degli altri Evangelisti, forse si può ben identificare il volto di tale Maria.
Infatti Marco, davanti alla Croce di Cristo e durante la Sua sepoltura, fa avanzare una «Maria, madre di Giacomo il Minore e di Ioses» (15,40-41 e 15,47).
Lo stesso Matteo la chiama così, quando essa è ai piedi della Croce, con una lieve variazione: «Maria, madre di Giacomo e di Giuseppe» (27,56).
Anche Luca, nell’Alba Pasquale, introduce una «Maria di Giacomo» (24,10).
Ora, durante una visita di Gesù a Nazaret, villaggio della sua infanzia e giovinezza, i suoi concittadini così avevano ironizzato sulla sua parentela: «Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone?» (Marco 6,3).
Tra i “fratelli”, di cui sappiamo che tale termine, a livello di parentale, nel mondo semitico è generico, sono elencati proprio Giacomo e Ioses, la cui madre portava lo stesso nome della Madre di Gesù.
Dunque, secondo i Vangeli, sono tre le Marie presenti negli eventi finali della vita terrena di Gesù Cristo: Maria, la Madre di Gesù, Maria di Magdala e “l’altra Maria”, ossia Maria di Giacomo e di Ioses, quindi indicata come una specie di parente di Gesù.
Solo Giovanni (19,25) introdurrà tale “Maria", con il nome di “Maria di Cleofa”, ravvisandone il nome del marito.
In ultima analisi, si può così ben definire un ritratto anagrafico abbastanza completo della terza “Maria”, cioè di Maria di Cleofa, la quale, assieme alle altre donne, diventa quindi la prima testimone della Risurrezione.
Difficilmente si sarebbe potuto “inventare”, in quell’evento capitale della Storia Cristiana, una simile presenza femminile, tanto più che allora le donne non erano abilitate a testimoniare in sede giuridica, per cui la loro dev’essere stata una presenza storica reale, segnata dai fatti stessi, quindi anche conservata nella memoria dei primi Cristiani e degli Evangelisti.
Noi oggi la ricordiamo per la sua presenza accanto al Sepolcro di Gesù, che ci ricorda quanto sia importante la "Settima Opera di Misericordia Corporale", cioè quella di "Seppellire i Morti".
Mario Sedevacantista Colucci condivide questo