Dio non va "compreso" ma va "inteso"

Chiediamoci adesso se è possibile comprendere Dio. Bella domanda questa! Parlando di questo c'è una bella espressione di Sant'Agostino: "Se lo comprendi non è Dio". Vediamo di analizzarla un po'. Chi può comprendere Dio? Nessuno. Perché? Perché Dio è l'Infinito e l'Infinito non può essere "compreso". Comprendere significa prendere, cogliere ma si coglie solo qualcosa di finito. Se l'uomo prova a cogliere qualcosa con la propria mente che è finita ovviamente può comprendere solo qualcosa di finito a sua volta. Dio però è l'Infinito per definizione e in quanto tale non può essere compresso (compreso) nella mia mente limitata. Nella Sacra Scrittura c'è un'espressione appropriata per chi prova a comprendere Dio: "Li schernisce Chi abita i cieli" (Salmo 2). Insomma, non proprio una cosa bella! C'è però un atteggiamento alternativo a quello di chi vuole comprendere tutto e tutti ed è l'atteggiamento di chi intende al posto di comprendere. Cosa significa intendere? Significa non cogliere, come visto in precedenza, ma piuttosto tendere verso... si tende verso qualcosa di finito o di infinito? Potenzialmente verso entrambi. Si può rendere verso Dio? Si! Cosa dice Gesù nel Vangelo ogni volta che spiega una parabola? "Avete inteso?" (Mt 5). Non dice: "Avete compreso?" dice: "Avete inteso" che è ben diverso. Chi intende è colui che tende e se tende ci deve essere Qualcuno che attira. Dio attira? Certamente si. Aristotele direbbe che muove tutte le cose verso di se senza essere mosso da niente. Colui che tende dunque è un po' come colui che segue. "Vieni e seguimi" fu detto. Chi intende Dio è colui che segue Dio, che va alla sua scuola, che si fa discepolo. Ecco la sequela. Non la pretesa di comprendere le verità di Dio e la verità su Dio, ma la capacità di intendere i misteri di Dio alla sua sequela. Questa è la sostanziale differenza tra un atteggiamento di investigazione - potremmo dire "arrogante" - nella sua essenza in rapporto alla ricerca su Dio, e un atteggiamento di umile sequela che porta a farsi discepoli e a fare discepoli anche gli altri attraverso l'attrattiva che suscita la sequela cristiana.

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Dio va inteso non compreso