Ministero della Salute: il Fondo per l’Alzheimer non sarà solo rifinanziato, ma triplicato

il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Francesco Vaia, intervenuto al convegno su “Il declino cognitivo e le demenze. Il dovere di aprire strade nuove”, organizzato dal Professor Giovanni Capobianco, Direttore della UOC Geriatria dell’Ospedale Sant’Eugenio ASL Roma 2, con il Patrocinio della Regione Lazio, ha annunciato: «Come Ministero presenteremo al Parlamento, per la prossima Finanziaria, la proposta non solo di rifinanziare il Fondo per l’Alzheimer, ma di triplicare il fondo». «L’Alzheimer e la demenza nel suo complesso – ha detto ancora Vaia – oltre a interessare un milione di pazienti, coinvolge circa tre milioni di caregiver, che in questo momento portano gran parte del peso dell’assistenza. Per alleviare i pazienti e soprattutto i caregiver ci vuole un intervento interdisciplinare e interministeriale, a partire da un maggiore finanziamento della ricerca e di tutte le azioni determinanti di prevenzione che ci portino a debellare questa gravissima malattia». Il Fondo per l’Alzheimer e le demenze è stato istituito alla fine del 2020 stanziando 5 milioni all’anno per tre anni e scadrà alla fine di quest’anno.

Alzheimer, sono tantissimi i malati

Una buona notizia per tutti coloro che da anni si dedicano alla ricerca e allo sviluppo di terapie sempre nuove e integrate per questa malattia e soprattutto per i malati, il cui numero nel mondo una stima del World Alzheimer Report 2023 – realizzato da Alzheimer’s Disease International e pubblicato proprio in occasione della Giornata mondiale per l’Alzheimer – vede nei prossimi 25 anni passare da 55 milioni a 139 milioni. Troppi per non fare, ancora, di più. «Dopo la pandemia riprendiamo con coraggio, competenza e senso di prossimità alle famiglie la cura, le cure delle persone affette da demenza – ha detto il Prof. Capobianco -, con la consapevolezza di dover trovare una sintesi tra il mondo della tecnologia e gli atti di cura degli operatori sanitari. L’impulso della ricerca non ha trovato ancora il “silver bullett” per la demenza ma c’è una certezza…prevenzione primaria e secondaria, cure per le comorbidità, sostegno alle famiglie e modelli innovativi di assistenza come il “Curare@casa” rappresentano il modello che la Geriatria della ASL Roma 2 vuole trasmettere come la propria esperienza necessaria».

«È soprattutto un problema sociale»

Il Direttore Generale della ASL Roma 2, Giorgio Casati, ha sottolineato nel corso del Convegno quanto «l’Alzheimer non rappresenti soltanto un problema di salute, ma anche e soprattutto un problema sociale. Dobbiamo passare dalla cura della malattia alla cura della persona, ad un sistema orientato al miglioramento del vissuto dei pazienti. Fin qui abbiamo avuto un sistema focalizzato più sul tema dell’ospedale e delle discipline di cura che sul tema della prevenzione e del miglioramento dello stato di salute di tutti i cittadini. La popolazione italiana è sempre più anziana, c’è bisogno di attivare e coinvolgere soggetti diversi, anche istituzionalmente, in un modello molti a uno».

Fonte: (ITALPRESS).