30 Luglio. SAN PIETRO CRISOLOGO. Pietro Crisologo nacque verso il 380 a Imola, in Emilia. Riconosciuta la sua eloquente capacità intellettuale, il Vescovo della Città, Cornelio, lo prese sotto la sua …Altro
30 Luglio.
SAN PIETRO
CRISOLOGO.

Pietro Crisologo nacque verso il 380 a Imola, in Emilia.
Riconosciuta la sua eloquente capacità intellettuale, il Vescovo della Città, Cornelio, lo prese sotto la sua custodia, curandone la formazione intellettuale e cristiana.
Così scrive Pietro di lui: “Cornelio fu mio padre; fu lui che mi generò per mezzo del Vangelo; mi allevò nella vita di Fede.
Essendo Vescovo, mi offrì e mi consacrò al servizio degli Altari”.
Nel 424 divenne Vescovo di Ravenna, dove assolse il suo Ministero Pastorale con grande zelo.
Eccellente predicatore, tanto da esser definito “Crisologo”, cioè “dalla parola d’oro”.
Educato alle Cose di Dio, imparò a scoprirne la Sua Presenza in ogni cosa, lasciandosi stupire per la grandezza e la bontà con la quale Dio lo ricolmava; così scriverà in uno dei suoi discorsi: “O uomo, perché hai di te un concetto così basso, quando sei stato tanto prezioso a Dio?
Tutto questo edificio, che i tuoi occhi contemplano, non è stato forse fatto per te?
Per te è stata regolata la notte e il giorno.
Per il te il Cielo è stato illuminato dal diverso splendore del Sole, della Luna, delle stelle”.
Ancora continua: “Il tuo Creatore, dopo averti donato le bellezze di questa Terr, trovò ancora qualcosa da aggiungere per amarti.
Ha stampato in te la Sua Immagine, perché l’immagine visibile rendesse presente al Mondo il Creatore Invisibile e ti ha posto in Terra a fare le Sue veci…”.
Scelto come Vescovo di Ravenna, Pietro Crisologo governò con saggezza e lungimiranza, sapendo abilmente intrattenere rapporti con i suoi fedeli, con il potere civile e con l’Imperatrice Galla Placidia, giunta a Ravenna già nel 404, quando la residenza dell’Impero d’Occidente, sotto la pressione dei Visigoti, fu qui trasferita da Milano.
Pietro non si intromise mai nelle questioni strettamente teologiche, ma in quel periodo si tennero due Concili; il primo si tenne nel 431 a Efeso, per stabilire che Gesù era Vero Dio e vero uomo, quindi la Beata Vergine Maria era la Madre di Dio.
Così Pietro si pronunciò in un’Omelia: “Quando la Vergine concepisce, Vergine concepisce e Vergine rimane; ciò non rientra nell’ordine della natura, ma nei Segni Divini.
In tutto ciò non c’entra la ragione umana, ma la Potenza Superiore; non la natura, ma il Creatore; quindi non è una cosa normale, ma singolare; in quanto è un Fatto Divino, non umano”.
Nel 451 si tiene un altro Concilio a Calcedonia, dove si stabilisce che nell’Unica persona di Gesù vi sono due nature, Umana e Divina.
Pietro Crisologo, a tale riguardo, così afferma: “Nasce Cristo per reintegrare con la Sua nascita la natura decaduta; regge l’uomo, perché l’uomo non possa più cadere; fa diventare Celeste colui che aveva creato terreno, innalzando tutto fino a Dio”.
In un altro sermone, aggiunge: “I Magi riconobbero Gesù come Dio nella sua culla, ma gli eretici, con una procedura alla quale non si può pensare senza dolore, si domandano oggi chi sia Colui che nacque dalla Vergine e dallo Spirito Santo.
Quando Gesù, nel presepio, mandava il primo vagito dell’infanzia, l’Esercito Celeste cantava: Gloria a Dio nei Cieli!
Ora, che nel Nome di Gesù si piega ogni ginocchio sulla Terra e negli abissi, si solleva la questione della sua origine.
Non possiamo indagare, in modo ingiurioso, su Colui Che aspettiamo e temiamo come nostro Giudice”.
Il Santo Vescovo morì il 30 Luglio in un anno imprecisato, tra il 451 e il 458.
Durante il suo Ministero Episcopale seppe consolidare l’interesse per la vera Fede, costruire chiese e monasteri, istruire il Popolo di Dio.
Grazie ai suoi scritti e alla fama che sempre lo accompagnò, fu definito “Parola d’Oro” (Crisologo), quasi rispecchiando colui che presiedeva la Sede Episcopale d’Oriente, Crisostomo, detto “Bocca d’oro”.
Nel 1729 è stato proclamato Dottore della Chiesa.
Certamente San Pietro, detto Crisologo, munito dello stesso nome dell'Apostolo, ne svolse lo stesso Ministero con tale maestria e, con la sua celeste e ispirata dottrina, seppe attirare alla fede le folle, saziandole con la dolcezza del suo divino eloquio.